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Autore: And123flick    18/08/2013    17 recensioni
In un futuro dove cinque ragazzi che hanno segnato la storia del talent show più famoso del Regno Unito passano di moda dopo qualche anno, i One Direction siedono accanto a Simon Cowell al tavolo dei giudici di xFactor.
Amber Light, una ventiduenne che viene da Londra con il fratello, partecipa alle audizioni a causa di una scommessa con Alexis Light, e, incredibilmente, passa con cinque sì e un no.
Quel no è da parte di Niall Horan.
Il biondo, infatti, farà di tutto per non far vincere Amber, che diventa ogni settimana più determinata ad arrivare fino alla fine, ma verrà ostacolato dal talento della ragazza e dall'aiuto nei suoi confronti da parte di Harry Styles, altro componente della giuria.
Riuscirà Amber a combattere e vincere contro tutti i no di Niall Horan?
Capirà perché Niall continua a volerla ostacolare?
E gli altri ragazzi si faranno influenzare dai ragionamenti contorti di quest'ultimo?
Ed Harry? Perché si dimostra tanto affezionato alla protagonista?
Ma soprattutto, Amber riuscirà a realizzare il suo sogno?
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Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=bCvdzkQM2QI
Vi prego di non plagiare.
TEMPORANEAMENTE SOSPESA!
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1: The Audition

 
DIRE CHE SONO un tipo che se s’impunta ci riesce, prima o poi, è dire poco.
Il fatto è che sono semplicemente testarda, e la cosa che voglio la ottengo sempre.
Ed ecco come mi è venuta l’insana idea di partecipare a questo stupidissimo Talent Show. Ci sono tantissimi ragazzi e ragazze nei paraggi, tutti seduti su varie sedie con attaccate alle maglie il numeretto di X Factor.
Sto ancora maledicendo Alexis per quello che è riuscito a farmi fare.

- Flashback -

<< MA TI PARE che vinci X Factor? Non sai cantare, figuriamoci se hai il fattore X! >>, urlò Alexis rivolto al televisore mentre io preparavo la pasta in cucina.
Lo raggiunsi con passo veloce, incuriosita dall’ennesima scenata di mio fratello. << Qual è il problema, adesso? >> gli chiesi con voce scocciata, il mio solito tono di rivolgermi a lui.
Si girò un attimo a guardarmi, squadrandomi da capo a piedi, poi tornò con gli occhi verso la TV. << C’è un coglione che vuole vincere X Factor e non sa cantare, e quegli altri sei coglioni dei giudici l’hanno anche fatto passare! >>, si lamentò passandosi le mani sul viso. << Non ho parole >>, aggiunse.
<< Per te sono tutti coglioni nel mondo, eh Al? >>, dissi retoricamente tornandomene in cucina e scolando la pasta. Speravo fosse venuta buona, sta volta. Non ero mai stato un asso in cucina. Una volta avevo bruciato il tostapane cercando di scaldarmi una fetta biscottata, così dovetti buttare tostapane e colazione. Alexis ancora me lo rinfaccia.
<< No, non tutti. Io non lo sono >>, borbottò con voce soddisfatta raggiungendomi in cucina.
Quando mi vide intenta a mettere la pasta nei piatti, si fermò con lo sguardo sgranato. << Tu! >>, gridò, indicandomi. << Che diavolo stai facendo? >>
<< Cazzo urli, Al? Sto facendo la pasta, che non lo vedi? Non avevi fame? >>, domandai con un sopracciglio alzato, il tono intimidatorio.
Alzò a sua volta il sopracciglio, facendo passare lo sguardo da me ai piatti di pasta. << Sì, ma non voglio morire avvelenato >> Si mise a ridere.
Alzai gli occhi al cielo, che poi cielo non era. Era soffitto. << Non ho messo dell’acido nella pasta, Alexis, ma forse in fondo al tuo piatto sì >> Ridemmo entrambi, sedendoci.
Alexis accese la piccola televisione a muro che avevamo in cucina, posta in un angolo in alto. Ci stringemmo entrambi ai vertici del tavolo per poter avere una visuale migliore. Mise X Factor, era proprio fissato con quello stupidissimo programma.
Io non lo stavo guardando né ascoltando, ma un acuto mi distrasse dal piatto di pasta niente male che stavo mangiando. Alzai lo sguardo, incontrando due occhi grigi. Erano grigi e luminosi, non c’è che dire. Era una ragazza, capelli rossicci mossi che le ricadevano sul petto all’altezza delle costole, e lungo la schiena fino all’osso sacro. Era una gran bella ragazza, non c’è che dire. E aveva una voce da favola.
<< Chi è quella? >>, domandai con la bocca piena facendo uscire un mastichiccio invece di una domanda.
Ma Alexis era peggio di me in educazione, quindi mi aveva capita. Oh, eccome se era peggio! Ogni tanto mi toccava vederlo gironzolare nudo per casa, e io lo rincorrevo dandogli le sculacciate sul sedere. Be’, quando si vive in casa senza genitori può succedere di tutto e di più, fidatevi.
<< Si chiama Cloe Morriss, e secondo me deve vincere lei, assolutamente. >>, rispose dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua.
Annuii, e sparecchiammo la tavola. << Com’è che mi aiuti, babbeo? >>, gli domandai mentre io lavavo i piatti e lui li asciugava.
<< Perché ti sto comprando la TV, imbecille >>, rispose ridacchiando.
Risi anch’io. Ci volevamo bene a modo nostro, questo è poco ma sicuro.
<< Bastava dire ‘Ehi sorellina, posso vedere la TV in salotto, dopo pranzo?’ e avresti fatto prima >>
<< Mi avresti risposto di no >>, mi fece notare.
Feci una faccia furbetta, spaventandolo. << Dettagli >>, dissi poi, facendolo ridere.
Come ogni volta, ci catapultammo in salotto facendo a gara per la poltrona che aveva la visuale migliore sullo schermo della televisione davanti a noi.
Come ogni volta, feci prima io, e mi ci sedetti traendo un profondo sospiro di sollievo. Sospiro, però, che venne interrotto a causa di un peso di circa settantacinque chili.
<< Alexis Joseph Light, alzati immediatamente dalle mie povere gambe! >>, urlai spingendogli la schiena.
Si mise a ridere, facendomi ancora più male alle gambe. << Non ci penso proprio! >>, rispose accendendo la TV con il telecomando.
Sbuffai, scivolando via da sotto il suo peso e sedendomi sulla poltrona accanto. Si vedeva tutto storto da qui, quell’idiota aveva vinto ancora.
<< Ti amo, lo sai? >>, disse dopo un po’, probabilmente sentendosi in colpa.
Sorrisi, non resistevo al suo affetto. Mi alzai e lo abbracciai per quello che potevo, vista la posizione storta che aveva assunto sulla poltrona nera. << Anch’io fratellino >>, risposi baciandogli una guancia.
Sorrise e tornò a guardare la TV. Si stava esibendo un ragazzo di circa vent’anni con un bel paio di occhialoni grossi, i capelli biondi sparati da tutte le parti. Sarebbe stato un bel ragazzo, se non avesse avuto anche quel look da irrimediabile sfigato. Indossava un paio di pantaloni corti fino al ginocchio, una camiciona larga che gli rimpiccioliva ancora di più le spalle e un paio di grosse scarpe, da cui uscivano, di un rosso brillante, un paio di calzini di spugna.
Era una scena orripilante.
Alexis si mise a ridere, mormorando un: ‘Che tipo!’, e ridacchiai anch’io.
Però c’era una cosa, in tutto questo, che non avevo notato prima.
I giudici non erano più quattro, ma sei. I precedenti tre se n’erano andati, ma Simon Cowell no. E a fargli compagnia sul bancone blu c’erano, niente popò di meno, i One Direction.
<< Che cavolo ci fanno i One Direction a X Factor? Di nuovo? E perché sono al posto dei giudici veri? >>, domandai  a bocca aperta fissando lo schermo che trasmetteva le immagini dei neo-giudici che dicevano tutti e sei un bel ‘No’ secco al ragazzo con i calzini rossi.
<< Ah, non ne ho idea. Penso che li abbiano assunti dopo che sono passati di moda >>, rispose senza scomporsi.
Io invece ero sconvolta. << E gli altri giudici? >>, domandai.
<< NON LO SO! E CHE PALLE, MI FAI SENTIRE? >>, gridò.
Mi feci piccola piccola sulla poltrona. << Scusami >>, dissi con il labbruccio.
Mi guardò per un attimo con diffidenza, poi mi mandò un bacio volante. Lo presi al volo e me lo appiccicai sulla guancia come un adesivo. Adoravamo fare questi giochini stupidi, da bambini lo facevamo sempre.
<< Scommetto che io li batterei tutti tranne la rosha >>, affermai dopo qualche concorrente.
Mi guardò alzando un sopracciglio. << Non credo proprio. Anche il biondino ti avrebbe battuta, ananassina del mio cuore >>, disse lui facendo un tono fintamente dolce sulle ultimi quattro parole. Sapeva quanto odiassi quel soprannome. Mi chiamava ananas o a volte ananassina perché ho i capelli biondi. Eppure le sue ex bionde mica le chiamava ananas.
<< Non mi chiamare ananassina. E comunque fidati che se partecipassi vincerei senza dover nemmeno sforzarmi più di tanto >>, risposi risoluta senza perdere il controllo. Non sopportava quando qualcuno non rispondeva alle sue frecciatine, ma faceva finta di niente e anche lui ignorava. Così non si scatenava alcuna lite dannosa per il corpo di entrambi.
<< Allora l’anno prossimo partecipa >>, mi sfidò mettendo i gomiti sulle ginocchia e sporgendo la mano verso di me. << Scommettiamo che non superi neanche l’audizione >>
Sorrisi, sporgendomi anch’io. << Ci sto. Decidiamo il premio quando uno dei due vincerà >>, dissi.
<< Affare fatto >>, dicemmo insieme, stringendoci le mani. Poi Alexis, sempre tenendo stretta la mia mano, mi tirò a sé e io caddi come un sacco di patate dalla poltrona, finendo con il muso a terra.
Ma questi sono dettagli.

 - Fine Flashback –

<< AMBER MADISON LIGHT >>, annuncia un uomo sulla cinquantina con una bella testolina liscia e calva.
<< Sono io! >>, esclamo sbracciandomi per farmi notare in mezzo alla folla.
Mi fa un cenno con la mano e io mi volto per chiamare Alexis, che, come al solito, sta flirtando con una ragazza. È patetico.
<< Al, muoviti, mi hanno chiamata! >>, urlo prendendolo per un braccio e trascinandolo via.
<< Ci becchiamo, bambolina! >>, dice con un sorriso alla ragazza, che arrossisce. Non so se per l’imbarazzo o per la rabbia che io abbia portato via questo farfallone di mio fratello.
<< Cazzo Amber, quella era la donna della mia vita! >>, protesta mentre io seguo l’omone calvo lungo un corridoio.
Mi sistemo nervosamente l’adesivo con il numero che mi hanno assegnato, cercando di fare qualcosa che mi distragga dalla cosa più importante che abbia mai fatto nei miei inutili 22 anni di vita. Fulmino Alexis con lo sguardo mentre continua a blaterare sulla mora. << Al, diavolo, lo dici di tutte quelle che incontri! >>
Riattacca con qualche discorso sull’amore e sulle farfalle nel fegato (o nel pancreas?) e in men che non si dica mi ritrovo nel backstage.
L’uomo che ci aveva scortati fin qui si dilegua, e mi consegna come se fossi un pacco postale ad un altro uomo, molto più minuto e visivamente normale del precedente. Questo qui è vestito in giacca e cravatta, con tanto di auricolare nell’orecchio (come l’altro), ma senza un cipiglio rabbioso sul viso.
<< Tu sei Amber, giusto? >>, mi domanda con un sorriso che mi dovrebbe rassicurare.
Annuisco deglutendo e torturandomi le mani. Il mio piede batte a terra nervosamente mentre Alexis si guarda intorno. << Sì, sono io. Quanto manca? >>, domando impaziente.
Sorride con un’espressione di chi la sa lunga sul nervosismo e l’impazienza. << Cinque minuti. Puoi restare qui a fare le ultime prove; ti chiamerò a un minuto dall’entrata sul palco >>, m’informa.
Annuisco nuovamente e mi passo una mano fra i capelli, gettandoli all’indietro. Mi guardo intorno continuando a torturarmi le mani, che vengono presto coperte da una dell’uomo. Mi sta sorridendo, e in qualche modo questa sua calma mi tranquillizza a sua volta. << Ehi, calma. Dai il meglio di te e vedi che andrà tutto per il meglio. I ragazzi sono più severi dei precedenti giudici, ma ricorda che Simon ormai non ha più le pretese di un tempo. Ed è il suo il giudizio che conta maggiormente >>, dice.
Sorrido e ringrazio.
Mi giro e vado incontro ad Alexis che guarda degli schermi appostati sul muro con nervosismo. Da lì si può vedere cosa accade sul palco. Vedo i neo-giudici e il giudice storico parlottare a bassa voce, probabilmente qualche commento sul precedente concorrente.
Alexis si volta a guardarmi, e, notandomi nervosa, mi stringe in un abbraccio fraterno. << Vedrai che andrà tutto bene >>, dice. Lo sento tremare.
Ridacchio abbracciandolo a mia volta. << Al, amore mio, sei più nervoso di me >>, scherzo.
Ci separiamo e lui tira fuori dalla tasca un foglio piegato e ripiegato. Lo afferro rivolgendogli un’ultima occhiata carica di ringraziamenti impliciti e comincio a ripetermi la canzone che ho scelto per l’audizione.
<< Tre minuti! >>, sento dire la voce dell’uomo che poco prima mi ha rassicurato.
Non lo guardo nemmeno, ma mi perdo un attimo a pensare. Che fa, prima mi tranquillizza e poi mi mette ansia?
<< Due minuti! >>
Continuo a studiare il testo battendo il ritmo con il piede mentre faccio avanti e indietro nervosamente.
<< Un minuto! Avvicinati all’entrata! >>, mi dice il tizio.
Salgo una breve rampa di scalette nere trascinandomi Alexis dietro.
Gli ripeto a bassa voce il ritornello e lui mi abbraccia soddisfatto ed emozionato.
<< Forza, forza! Quattro. Tre. Due. Uno. Vai! >>, l’uomo mi spinge attraverso la soglia di un’entrata senza porta dopo aver annuito ogni qualvolta pronunciava un numero del conto alla rovescia.
Come in un sogno, un passo dopo l’altro avanzo al centro del palco, fermandomi sulla X disegnata proprio davanti al bancone dei giudici. Li guardo tutti per poi fermarmi con lo sguardo in quello di Simon Cowell, che reprime uno sbadiglio strabuzzando gli occhi per, probabilmente, rimanere sveglio dopo decine di audizioni.
Il pubblico applaude alle spalle dei giudici.
<< Ciao >>, esordisco parlando nel microfono che mi hanno agganciato all’orecchio, che scende lungo tutta la guancia fino a fermarsi poco prima della bocca, azzardando anche un sorriso.
<< Ciao! >>, risponde Simon con un sorriso che mi dovrebbe tranquillizzare. Un po’ ironico visto che sarà lui a decidere la mia tristezza o felicità per i prossimi anni, più o meno.
Perché, dopo ore, giorni, mesi, a provare le canzoni più assurde per migliorare la mia voce, mi sono anche affezionata a questa scommessa. Ormai non so più nemmeno se considerarla tale, una sfida; mi piace considerarla come il prossimo obiettivo della mia vita.
<< Come ti chiami? >>, domanda poi.
<< Amber >>, rispondo.
<< Amber… Amber cosa? >>, chiede Zayn Malik con un sorriso.
Sposto lo sguardo su di lui. Che bello che è. Dal vivo lo è ancora di più. Io ero una semplice fan, non una directioner né cose strane tipo quelle, ascoltavo le loro canzoni senza stalkerarli su Google, You Tube o Twitter (e chi più ne ha più ne metta); infatti, dopo che sono passati di moda ho smesso di ascoltarli e sono passata a quello che era più in, come dicono alcuni.
<< Amber Light. Amber Madison Light >>, rispondo sorridendogli.
Harry Styles mi guarda sorridendo senza staccarmi gli occhi di dosso. Mi domando se fissa così incessantemente tutte le ragazze che fanno le audizioni, o sono io con il mio fascino incredibile che lo attiro. Che poi, fossi affascinante. Ma nemmeno quello.
Louis e Liam hanno lo stesso sguardo concentrato di Simon, mentre Niall sembra annoiato, come se avesse di meglio da fare.
<< Bene. E come mai sei qui? >>, mi domanda Louis sorridendo, provando a mettermi a mio agio.
Sospiro e mi scappa una risatina nervosa. << Se devo dire la verità, a causa di una scommessa fatta con mio fratello >> Ridono tutti, pubblico e giudici, e io accenno con un’occhiata al backstage. << Ma anche perché vorrei utilizzare la mia voce per qualcosa di concreto. Voglio che la gente mi ascolti >>, aggiungo più seriamente.
Simon, Louis e Zayn annuiscono. Liam continua a essere tale e quale a prima, il sorriso di Harry si affloscia. Niall attira la mia attenzione, mettendosi seduto meglio e posando i gomiti sul bancone, fissandomi intensamente come a volermi guardare attraverso.
Sposto lo sguardo tornando a prestare la mia attenzione a Simon, ricambiando il sorriso che mi ha lasciato.
<< Quindi tuo fratello e la tua famiglia sono nel backstage? >>, chiede, ponendo la classica domanda di cortesia prima di giudicarmi.
Sospiro. << Mio fratello è la mia famiglia >>, rispondo semplicemente.
Negli studi di X Factor si sentirebbe cadere uno spillo, in questo momento.
Niall rimane impassibile, il sorriso degli altri giudici si affievolisce un po’.
<< Oh >>, esordisce intelligentemente Zayn.
Sorrido forzatamente guardandolo. << È la famiglia migliore del mondo >>, lo rassicuro, come se quello da consolare fosse lui.
I sorrisi sui volti dei One Direction tornano a illuminare i rispettivi occhi, persino Niall sembra tirarsi un po’ su di morale. Cavolo, i concorrenti prima di me dovevano essere proprio traumatizzanti se il biondino ha questa reazione alla mia presentazione. Gli altri reggono meglio il proprio neo-lavoro, dunque.
Simon beve da un bicchiere per poi schiarirsi la voce. << Bene; che ci canti, oggi? >>
<< Te amo, di Rihanna >>, rispondo sorridendo.
Louis e Liam fanno un’espressione impressionata, Niall si appoggia allo schienale della sedia. << Quando vuoi, Amelie >>
Sospiro provando a mantenere la calma. << Amber >>, lo correggo. << Mi chiamo Amber >>
Alza gli occhi al cielo e fa un gesto distratto come per dire che è di poco conto.
Lo ignoro e punto lo sguardo in quello rassicurante di Liam. Sono tutti e cinque bellissimi, e, anche se i cinque minuti di Niall sono abbastanza fastidiosi, si vede che stanno cercando di mettermi a mio agio con i loro sorrisi.
Il pubblico applaude, e io annuisco per dare il segnale di partenza.
La musica di base parte, e io chiudo gli occhi concentrandomi e aspettando il momento di attaccare con le prime parole di quella splendida canzone; provo a non pensare al video se no scoppierei a ridere.

Te amo, te amo
she says to me
I hear the pain in her voice

Le mani mi tremano mentre la voce manca poco che faccia la stessa patetica fine. Apro gli occhi e li punto in quelli che mi sembrano i più sgranati dei dodici: quelli di Harry.
 

and we danced underneath the candelabra
she takes the lead
that’s when I saw it in her eyes it’s over

Then she says te amo then she put her hands around my waist

 
Niall sembra essersi risvegliato dal suo stato di torpore misto alla noia, e mi guarda interessato con il mento posato sulle nocche delle mani intrecciate, i gomiti puntellati sul bancone blu.
Simon si scambia chiari sguardi di approvazione con gli altri membri del gruppo, mentre Niall non li ascolta minimamente. I suoi occhi sono solo per me, e io faccio tesoro di questo sorridendogli.
Il pubblico canta con me le parole originarie della cantante rosha che adoro e ho sempre adorato.
Man mano che la canzone si fa più carica inizio a muovermi sul palco, incitando il pubblico a cantare più forte. È in delirio, e sembrano apprezzare me e la mia voce.
Passo da una parte all’altra del palco mentre canto e immediatamente realizzo una cosa: tutto ciò è vero, sta accadendo, e non posso perdere l’occasione di diventare famosa, magari, per una sciocca scommessa. Certo, tutto ciò è iniziato con il piede sbagliato, ma posso aggiustare quello che è solo fratturato, e non rotto, no?
I sogni di quando avevo tredici anni si risvegliano in me. Una persona, a quell’età, è semplicemente un sognatore. Un sognatore che spende le sue giornate esercitandosi nel canto, nel ballo, nella musica, nello sport, nella propria passione. Qualunque essa sia, se è una passione, se è un sogno, va’ seguita. Sempre.
E così, io sto realizzando il mio sogno. Io ero una sognatrice, che poi, nell’età e nel tempo, ha messo i propri sogni un cassetto nascosto della propria memoria. Senza mai, però, buttare la chiave.
La canzone finisce, e il pubblico scoppia in un applauso rumoroso. Non mi rendo conto che ho le lacrime agli occhi fin quando non ho la vista sfocata. Li strizzo mandando via le lacrime prima che cadano, attenta al trucco.
Torno sulla X al centro del palco e guardo i giudici davanti a me.
Zayn, Harry, Liam e Simon si sono alzati in piedi come il resto del pubblico, mentre Louis e Niall se ne stanno seduti ad applaudire. Sorridono tutti, tranne Niall.
Mi domando seriamente che problema abbia con me, perché ora so per certo che il suo problema è con me.
Simon si risiede per primo, imitato dai tre ragazzi e poi, dopo ancora qualche applauso, dal pubblico, che però non smette di applaudire.
Harry, l'estremo a sinistra, prende aria per parlare, ma poi si ferma mettendosi a ridere perché il pubblico non la smette di applaudire e gridare.
<< Sei stata veramente fenomenale, hai una voce stupenda e ammetto che la tua è stata l’esibizione migliore, per ora! >>, dice, così piano che riesco a sentirlo a malapena sotto le urla delle bocche alle sue spalle.
Rido anche per sdrammatizzare il mio stato d’animo super eccitato. Cioè, Harry Styles mi ha appena fatto i complimenti. Lui, un cantante ricco sfondato e amato da questo mondo e quell’altro.
<< Grazie! >>, rispondo, e la mia voce risulta sorpresa.
Il sorriso che ho sulle labbra sembra non volersene andare.
<< Davvero, davvero, brava >>, è il commento semplice ed efficace di Zayn, sorridente mentre mi guarda negli occhi.
Annuisco sorridendo ancora; mi fa male la faccia ma provo a non farci caso. Come se avessi scelta! Il mio viso è paralizzato in quest’espressione allegra e incredula. Sapevo di avere una buona voce, potente e profonda al punto giusto, potente e acuta quando serve, ma non pensavo potesse arrivare a scaturire un tale successo a X Factor.
<< Non ho parole, sei nata per questo! Cantare! >>, dice gioviale Liam battendomi nuovamente le mani. << Bravissima! >>
Le lacrime minacciano di tornare in superficie, mentre il groppo che ho in gola si fa più consistente.
<< Sei davvero fenomenale. Come ha detto Liam, penso che tu sia nata per il palcoscenico, mi piaci, ragazza! >>, dice Louis indicandomi e guardandomi con aria affabile.
Scoppio a ridere per l’espressione buffa che ha messo su. << Grazie mille, Louis! >>
<< Kevin sarebbe orgoglioso di te! >>, aggiunge, più a bassa voce.
Tra il pubblico qualche ragazza ride di gusto, e ben presto anche i giudici non riescono a trattenere le risa.
Mi ricordo quando in un’intervista che avevo colto per caso in TV aveva accennato di questo Kevin, un piccione che a quanto pare aveva fatto breccia nel cuore di Louis, ma non pensavo che dopo tanti anni esistesse ancora questo mito.
<< Ringrazia Kevin da parte mia, allora >>, dico.
<< Contaci! >>
E giù con altre risate.
Il mio sorriso scompare pian piano quando incontro lo sguardo freddo di Niall. È impassibile, eppure ricordo che adorava Kevin  tanto da ridere ad ogni suo lontano accenno.
Eppure il suo sguardo oggi è serio e fisso su di me. << A me non sei piaciuta >>, esordisce.
Il pubblico inizia a protestare e le voci di Zayn ed Harry si sovrappongono mentre controbattono quello che ha detto il biondino.
<< È stata grande, è nata per fare questo! >>, stava dicendo Harry indicandomi. << Cantare ce l’ha nel sangue. Ma lo vedi con che energia lo fa? E quello che trasmette quando canta? È qualcosa che non si vede tutti i giorni! >> Lo guardo sorpresa, ma non dico niente. In questo momento la sua attenzione è tutta per Niall.
<< Ha ragione, questa ragazza è una bomba. Sei cieco? È una popstar senza saperlo! >>, dice invece Zayn.
<< Grazie Zayn, grazie Harry; ma vorrei sapere cos’ha da dire Niall, mi incuriosisce >>, m’intrometto.
Nella sala cala un silenzio tombale; Niall sembra arrabbiato, adesso.
<< Hai incantato tuti con il tuo bel visino, ma non riuscirai ad ingannare anche me. La tua non è stata una cover, è stato un semplice karaoke. Non c’era del tuo, in quello che hai cantato, c’era solo Rihanna con un’altra voce. La tua voce è potente, sì, ma non basta. >>, dice.
I ragazzi sbuffano, persino Liam alza gli occhi al cielo.
Niall li ignora completamente, voltandosi alla sua sinistra. << Simon? >>, lo chiama.
L’uomo si stava passando un dito sulle labbra mentre mi guardava concentrato. Per un attimo mi sembra la stessa espressione severa di Niall, ma poi capisco che è solo interessato, a me.
Alza le sopracciglia in un gesto veloce, come di scetticismo, per poi riacquistare la sua espressione indecifrabile. È questo che mi preoccupa, il fatto di non poter capire quello gli passa per la testa. L’ultima volta – con Niall – non è andata a finire bene. E poi il tavolo dei giudici è troppo lontano dal palco per capire dai suoi occhi quello che sta pensando, quindi mi arrendo ad un altro, probabile no.
<< Be’, che dire. Wow. >>, attacca. Sorrido senza riuscire a trattenermi. << La tua performance è stata una delle migliori, complimenti >>, e sorride.
<< Oh, Dio. Grazie, davvero, grazie mille >>, dico riconoscente portandomi le mani al petto. Mi sistemo il microfono in un gesto nervoso.
<< Cosa?! >>, sbotta Niall. << Non c’era un briciolo di originalità in quello che ha fatto sul palco! >>
Il pubblico protesta di nuovo, e ci manca poco che Zayn ed Harry non ricominciano a dimostrare di aver ragione.
Niall mi guarda torvo, come se fossi io la causa di quella botta di adorazione nei miei confronti da parte degli spalti dietro di lui. Alzo le spalle sorridendo innocentemente, mimando anche un ‘Oops’ con le labbra.
<< Dunque >>, dice Simon con voce risoluta, guardando Harry dall’altra parte del tavolo. << Sì o no? >>
<< Io dico… sì >>, risponde con un sorriso guardandomi fissa negli occhi.
Sorrido mentre il pubblico applaude forte. << Grazie >>, sussurro avvicinando il microfono alle labbra con un dito.
<< Sì >>, dice Zayn sorridendo.
Mi metto una mano sulla bocca per nascondere il sorrisone imbarazzante che mi si è aperto sul volto. In questo momento è tutto focalizzato sul giudizio dei ragazzi più quell’uomo dal buon cuore a destra.
<< Come già sai, mi piace come canti e il tuo modo di essere. Per me è sì >>, mi assicura dolcemente Liam.
<< Io e Kevin siamo entusiasti di te, per cui… sì, sì e sì >>, dice Louis facendomi ridere.
<< Grazie ad entrambi >>, dico.
Poi passo a Niall con lo sguardo. Sembra triste. Forse si aspettava che almeno uno dei suoi componenti fosse d’accordo con lui per la mia eliminazione?
Lo fisso cercando il suo sguardo, che, sfuggente, non mi concede.
Sospira pesantemente mentre il pubblico si è zittito d’improvviso. Questo silenzio è assordante, in una sala così grande.
<< Non lo so >>, ammette il giudice. << Come ti ho già detto, la tua performance mi è sembrata troppo simile all’ufficiale, di Rihanna. La tua voce, ripeto, è potente al punto giusto, ma troppo simile alla sua >>, qualcuno nel pubblico bisbiglia, ma nessuno si azzarda a protestare.
Vedo una telecamera avvicinarsi velocemente al viso del biondo per riprendere ogni sua espressione, ma sul suo volto non ce n’è neanche una. È imperturbabile.
Finalmente i suoi occhi incontrano i miei, e qualcosa mi si gela dentro. << Credo di averti dato abbastanza motivazioni per quello che è il mio no. >>
La saliva che stavo deglutendo si blocca nella mia trachea, e mi trattengo dallo spalancare gli occhi. Non pensavo sarebbe arrivato a tanto, non pensavo che la sua antipatia nei miei confronti potesse essere a certi livelli.
Sospiro. << Bene, grazie dei consigli impliciti che mi hai dato >>, dico con voce risoluta.
Annuisce ritornando con la schiena appoggiata alla sedia. Annuisce di nuovo. << Fanne tesoro, Emily >>
<< Amber! >>, diciamo io ed Harry contemporaneamente.
Qualcuno nel pubblico ride, Niall alza nuovamente gli occhi al cielo. << È uguale! >>, borbotta.
<< Ehm, ehm >>, tossicchia fintamente Simon. La mia attenzione si focalizza su di lui, e anche quella di mezza Inghilterra, credo. << Io penso che tu appaia come una star, canti come una star, e ti muova come una star. Sei nata per brillare, come una stella! >>
Il pubblico applaude e dalla mia mente scompaiono le parole di Niall per la gioia di quelle nuove bellissime frasi, di quei complimenti.
<< Il mio, cara Amber, >>, continua con un sorriso. << È il quinto sì della tua serata >>
Il pubblico esplode nel precedente boato e tutte le persone dapprima comodamente sedute, si alzano battendo ritmicamente le mani.
Alzo un braccio, salutando tutte quelle persone, perlopiù ragazzi e ragazze, che mi apprezzano per la mia voce.
<< Grazie, grazie a tutti! >>, dico, guardando prima gli spalti e poi i giudici.
Il mio sguardo indugia su Harry appena lo vedo farmi un occhiolino. Glielo rifaccio con un sorriso e mi dirigo nel backstage, dove Alexis mi sta aspettando con le braccia spalancate e le lacrime agli occhi.
<< Ben fatto ananas >>, mi dice con voce dolce e impastata dal pianto represso. << Gli hai spaccato il culo a quel coglione >>
Io mi lascio andare ad una risatina. << Se sono qui è solo grazie a te, cocco >>, rispondo.
 
 
 
 

Angolo autrice.

Buongiorno/sera/pomeriggio, gentaglia!

Allora, che ne pensate? Lo so, perdonatemi se è la terza ff di seguito che inizio, ma il fatto è che mi è venuta in mente e non ce l’ho fatta a non buttarla sulla pagina di word. Cioè, 11 pagine di word. Wow. È un record. Prometto che i prossimi capitoli saranno più brevi e concisi, ma questo qui mi serviva tutto intero, safe and sound.

È la prima ff che scrivo nel tempo presente, se vedete qualche errore vi prego di farmelo notare.

Dunque… fa schifo? Siate dirette, per favore.

Sapete, esiste una cosa così carina, ma così carina, chiamata recensione, che mi aiuterebbe a capire se ve gusta o ve desgusta (?) – pardon, non faccio spagnolo ma francese, quindi me le invento, le parole.

Hope you like it, gentaglia!

Bene, mi dileguo, ho sfracassato abbastanza.

Un’ultima cosa, little and sweet: Amber ha il viso di Ashley Benson (mi dispiace ma non ho ancora capito come si mettano le immagini e le gif), mentre Alexis – che, personalmente, amo – ha il viso di Chace Crawford.

Il resto lo sapete!

Baci, Grace xx

  
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