Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: pickupalltears    18/08/2013    2 recensioni
-Posso offrirti qualcosa da bere?-
"Magari anche no" pensai subito, mi voltai verso di lui e lo riconobbi.
-Ma guarda, il ragazzo che prima mi ballava troppo vicino.-
-E la ragazza che mi ha colpito con una gomitata, grazie davvero.-
-Nulla, te la sei meritata. Sul serio, non c’è da ringraziare- ribattei e gli sorrisi divertita.
I suoi occhi si illuminarono e solo in quell'istante notai che le iridi erano colorate di un nocciola intenso.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mondo mi era appena crollato sotto i piedi.
Il cuore aveva iniziato ad accelerare e poi si era spezzato. 
Era ridotto in un milione di pezzi ormai.
Sbattei più volte le palpebre tentando di capire se avessi sentito bene o mi fossi sbagliata.
Poi notai Nick che lo fulminava con lo sguardo, se avesse potuto l'avrebbe sicuramente ucciso. 
E allora abbassai la testa e lasciai che le lacrime mi rigassero il viso.
Avevo capito perfettamente.
L'aveva detto davvero.
Aveva appena definito la nostra storia un errore.
Cinque anni di relazione erano appena stati catalogati come uno stupido errore, che lui non avrebbe commesso nuovamente.
Joe Jonas che ritorna sui suoi passi? Non si è mai visto. Non faccio per due volte lo stesso errore. Se una storia è chiusa, lo è per sempre.
Queste erano state le sue parole precise.
Il mio cervello continuava a ripeterle all'infinito, come se volesse farsi ancora più male.
Come aveva potuto? Come?
Tutti quei "ti amo" erano appena stati buttati al vento.
Per lui avevo sempre significato meno di zero e questa ne era la prova schiacciante. 
Non mi sarei più fatta abbindolare dalle sue stupide promesse o dai suoi piani per il nostro futuro insieme.
Avevo sempre pensato che ci appartenessimo ma lui continuava a deludermi e a farmi soffrire.
Non era la prima volta che sbagliava e io ne avevo davvero abbastanza, non ce la facevo più. Non potevo star male per colpa di un bambino immaturo.
Non ero certamente perfetta, commettevo anch'io i miei errori ma avevo sempre messo lui al primo posto. Mi ero ridotta ad uno zero per far sì che lui fosse felice, che continuasse a far musica e ad inseguire il suo sogno.
 
Non appena lessi il suo nome sullo schermo risposi, il solito sorriso mi dipingeva il volto. -Amore! A che ora torni stasera?-
Lo sentii sospirare: brutte notizie in arrivo.
-Grace io... Mi dispiace tantissimo, davvero. Questa intervista è troppo importante, non posso saltarla...-
Un enorme peso si posò sul mio stomaco.
La prima delusione era arrivata.
Lo sapevi Grace, questi sono i rischi di frequentare una celebrità.
-Oh... Capisco perfettamente. Ci rifaremo un'altra volta. Devo andare, buon lavoro.-
Chiusi la telefonata senza neanche aspettare la sua risposta.
Era la sera del nostro secondo anniversario ed io ero a casa.
Da sola.

Le cose tra di noi erano andate sempre peggio.
Tra i suoi numerosi impegni e i miei esami da preparare ci vedevamo sempre meno e lui sembrava non aver voglia di recuperare il nostro rapporto.
Così io ero arrivata al limite e poco tempo prima gli avevo chiesto una pausa: dovevo capire se stare con lui mi facesse solamente del male.
 
-Cosa?! No Grace tu non... Tu non puoi! Cambierò, te lo posso giurare- aveva esclamato quel sabato mattina dopo che gli avevo comunicato la mia decisione.
-Joe me lo ripeti sempre, ogni volta, dopo ogni litigio.
Eppure dopo quattro anni tu sei sempre lo stesso e io non sono più sicura di nulla- gli spiegai con finta calma.
Dovevo concentrarmi o avrebbe sentito che la mia voce stava tremando e non sarei più riuscita a dir nulla.
Presi un profondo respiro e continuai, -ci sentiamo presto, te lo prometto.-
Allontanai il telefono dall'orecchio e prima di chiudere feci in tempo a sentirlo sussurrare "ti amo".

Mi strinsi le gambe al petto e cominciai a singhiozzare.
La cosa che mi faceva stare peggio era che lui ci aveva definiti un errore davanti a tutti gli Stati Uniti.
Mi aveva pubblicamente umiliata.
Aveva calpestato la nostra storia come se niente fosse, come se noi non fossimo mai stati niente.
Non riuscivo ancora a capacitarmene, non poteva essere vero.
Insieme avevamo affrontato qualsiasi cosa ma non ero sicura che sarebbe stato così anche questa volta.
Troppi ricordi continuavano ad affiorarmi nella mente, tra cui quello del nostro primo incontro.
 
Abigail mi aveva trascinata ad una delle sue solite feste e io tentavo di divertirmi in mezzo a tutta quella gente a me sconosciuta.
Mi aveva perfino costretta a ballare, cosa che già odiavo, e soffocata dalle persone lo sopportavo ancora meno.
Un ragazzo si era avvicinato a noi, fin troppo, e dopo pochi secondi gli avevo dato una gomitata per farlo allontanare.
Abby rideva divertita ed io la fissavo con odio profondo, non mi sarei trovata in quella situazione se non fosse stato per lei.
-Questa me la paghi!- avevo urlato, cercando di sovrastare la pessima musica che rimbombava nelle nostre orecchie.
Mi avvicinai al chiosco e proprio mentre cercavo di attirare l'attenzione del barista qualcuno alla mia sinistra domandò -posso offrirti qualcosa da bere?-
"Magari anche no" pensai subito, mi voltai verso di lui e lo riconobbi.
-Ma guarda, il ragazzo che prima mi ballava troppo vicino.-
-E la ragazza che mi ha colpito con una gomitata, grazie davvero.-
-Nulla, te la sei meritata. Sul serio, non c’è da ringraziare- ribattei e gli sorrisi divertita.
I suoi occhi si illuminarono e solo in quell'istante notai che le iridi erano colorate di un nocciola intenso.

Nel giro di qualche minuto, quella sera, ero passata dall'odiare Abigail al ringraziarla per avermi trascinata a quella ridicola festa.
Mi era bastato davvero pochissimo tempo per innamorarmi di lui, forse era stato proprio quello il mio errore.
Non noi, non la nostra storia, ma io e il mio dannatissimo cuore.
Non mi sarei mai dovuta interessare a lui.
Eppure Joe mi trattava come una principessa, mi faceva sentire bene.
"Sei speciale" lo ripeteva in continuazione, quasi volesse tentare di convincermi che fosse vero.
 
-Joseph dove diamine siamo?-
Era la decima volta che lo chiedevo e lui continuava a non rispondere.
-Santo cielo Gracie siamo quasi arrivati, potresti stare in silenzio? Mi stai facendo scoppiare la testa.-
Incrociai le braccia al petto e continuai a camminare, tenendomi ben lontana da lui.
Joe notò la mia espressione rabbuiata e rise divertito, -sei più bella quando ti arrabbi.-
Gli feci una smorfia e accelerai il passo superandolo, pur non sapendo dove fossimo diretti.
-A destra!- esclamò poco dopo e mi trovai di fronte ad un'altissima ruota panoramica.
Scoppiai in una risata nervosa ed iniziai ad gridare -io non ci salgo lì sopra! Scordatelo! Non ci penso proprio. Me ne torno a casa, sappilo. Lo sai che soffro di vertigini, come ti è venuto in mente? Ti odio.-
"Stupido Jonas" pensai infuriata.
Lui mi si avvicinò velocemente e strinse le mie mani tra le sue, -ti fidi di me?-
Annuii con sicurezza e lo seguii spaventata.
-Io ho paura- dissi per la centesima volta.
-Avevi detto che ti fidavi! Non guardare in basso Grace, concentrati sul panorama.-
La ruota si fermò all'improvviso e io urlai, sempre più terrorizzata.
Joe cercava di trattenere le risate così lo colpii con forza.
-Ahia!-
-Te lo sei meritato. Sul serio, non c'è da ringraziare.-
Lui mi guardò con attenzione poi sorrise felice -hai appena citato il nostro primo incontro?-
Annuii e ricambiai il sorriso divertita, non si aspettava sicuramente che lo ricordassi.
-Dio, sei così bella- mormorò.
Prima che io potessi realizzare cosa avesse appena detto le sue labbra si erano fiondate sulle mie.

La voce di Abigail mi riportò alla realtà.
-Boo, sono io! Aprimi ti prego!-
La sua voce proveniva da dietro la porta, ovviamente. Mi alzai con fatica dal divano per accoglierla in casa; non appena incontrai i suoi occhi verdi sentii il cuore un poco più leggero.
Mi gettai tra le sue braccia e lei mi strinse forte -so già tutto, pulce. Quel bastardo.-
Ricominciai a piangere ma mi nascosi tra i suoi capelli, non volevo farmi vedere in quelle condizioni. Avrei presto superato tutto, come sempre. Ero forte.
Lei però mi costrinse a guardarla, mi asciugò dolcemente le lacrime e sussurrò -ci sono io adesso.-
Singhiozzai ancora di più, come avrei fatto senza di lei?
Trascorsero un paio di ore prima che io riuscissi a calmarmi del tutto e a tornare lucida. 
Ero appisolata sul divano quando un delizioso profumo mi pervase: Abby stava cucinando, pizza sicuramente.
-Ehi bella addormentata!- esclamò dalla cucina e mi rivolse un sorriso.
Tentai di ricambiarlo ma ne uscì una smorfia; sbuffai, ero davvero stanca. Non mi piaceva stare male, non per uno stupido ragazzino.
-Ab?- chiamai.
Lei corse in salotto e si sedette accanto a me, la sua solita espressione dolce e apprensiva dipinta in volto.
Mi guardò per qualche secondo e sorrise nuovamente per incoraggiarmi a parlare.
-Cosa devo fare?-
Lei mi abbracciò; non l'avevo detto ma sapeva benissimo che ne avevo bisogno. Abigail mi leggeva perfettamente e mi capiva prima di tutti, ero un libro aperto per lei. 
-Grace ti rendi conto che tra le stronzate che ha fatto o detto questa è la peggiore?- Annuii tristemente e lei continuò. -E ti rendi conto che lo ami con tutta te stessa? Tu ami quel ragazzo più di quanto tu creda. Tieni a lui più di quanto tieni a me, Kevin, Nick, le ragazze e i tuoi famigliari.-
Arrossii, nessuno era mai stato così esplicito con me.
-E lui... Lui ti ama, più di quanto tu lo amerai mai. E' davvero tanto, capisci? Ma è un idiota, ovviamente. E' un maschio Gracie, non puoi pretendere troppo. E ha sbagliato, di nuovo. Io credo che se ne sia reso conto solo dopo aver pronunciato l'ultima parola. Quindi, sai cosa ti dico? Se dovesse avere il coraggio di venire qui, ascoltalo Grace. Ascolta tutto ciò che ha da dirti, valuta le sue ragioni, ma non provare a mostrarti debole e persa senza di lui! Lo so che è così ma non farglielo capire.-
Annuii ancora, pendevo dalle labbra della mia migliore amica. Ero pronta ad accettare ogni tipo di consiglio perché io non sapevo proprio cosa fare.
-La cosa più importante sarà sottolineare il fatto che vi ha definiti "un errore". Solo quel cretino di Joseph poteva dire una cosa del genere. Ma si è mai guardato allo specchio quando è con te? Sembra che abbia una paralisi facciale talmente sorride. E anche quando non siete insieme siete felici perché avete l'altro, vi completate Gracie.- 
Percepii le lacrime scorrermi sul volto, cosa mi aveva fatto quel ragazzo? Mi aveva ridotta come una di quelle sue fans che farebbero di tutto per incontrarlo, che venderebbero perfino un rene. Io ero esattamente così. Gli avrei perdonato qualsiasi cosa. Ero totalmente dipendente da lui, era la mia droga. Non potevo resistere mezza giornata senza di lui.
Questo non andava affatto bene.
-E infine ascolta il tuo cuoricino, lui sa sempre cos'è meglio per te.-La strinsi a me ancora più forte; Abigail era la mia roccia, il mio punto fermo e il mio porto sicuro.
-Grazie Abby, non sono niente senza di te- mormorai debolmente e lei mi lasciò un bacio sulla testa.
 
La sera seguente ero ancora rintanata in casa, non ero uscita, avevo rifiutato tutte le sue chiamate e ignorato i suoi messaggi.
Non ero neanche riuscita a parlare con Nick nonostante avesse insistito per venirmi a trovare.
Il divano era rimasto il mio unico amico, insieme ad una vaschetta di pessimo gelato alla stracciatella.
Facevo zapping tra tutti i canali della televisione in cerca di un film strappalacrime con cui deprimermi. Mi fermai su quello che doveva essere I passi dell'amore e sorrisi compiaciuta.
Stavo per alzare il volume quando bussarono alla porta.
Mi immobilizzai e probabilmente impallidii.
E se fosse Joe?
Il mio cervello si svuotò, tutti i consigli di Abby scomparirono e l'unica cosa a cui riuscii a pensare fu errore.
Quella parola continuava a ripetersi nella mia mente, proprio come il pomeriggio precedente.
Ero arrabbiata e delusa, gli avrei fatto volentieri del male.
Mi alzai lentamente ed andai ad aprire, scorsi a malapena il suo volto e la richiusi immediatamente borbottando -Esattamente l’ultima persona che avevo voglia di vedere.-
Mi appoggiai alla porta e cercai di respirare profondamente.
Calmati Grace, inspira ed espira. E' semplice.
-Grace, ti prego, parliamo. Se non ti va che entri io, almeno esci tu. Staremo seduti qui sulle scale.-
Col cavolo, stammi ad almeno un chilometro di distanza.
-Ti prego, devo spiegare.-
Cosa devi spiegarmi? Quanto tu sia stupido ed immaturo?
–Va via Joe, non torni sui tuoi passi tu. Non fai lo stesso errore due volte. Joe Jonas non sbaglia mai un colpo.-
Sapevo benissimo che rinfacciandogli quello che aveva detto sarebbe stato male ed era esattamente il mio intento.
-Esci Grace- disse con voce ferma.
Non se ne sarebbe andato, sarebbe rimasto lì fuori per tutta la notte e probabilmente per tutto il giorno successivo.
Così mi decisi ad aprire la porta, tentando di nascondere le lacrime, e me lo trovai davanti. Era più bello di quanto mi ricordassi, com'era possibile? 
E sorrideva; sapeva quanto amassi il suo sorriso, era un colpo basso.
-Sappi- dissi -che sono qui solo perché so che saresti capace di accamparti fuori casa tutta la notte.- 
Joe si sedette sul primo scalino e mi guardò attentamente.
Siediti qui, vicino a me dicevano i suoi occhi.
Non volevo, non potevo. Non avrei retto la sua vicinanza.
Ma cosa avrei fatto altrimenti?
Mi accomodai a fianco a lui, attenta a stargli il più lontana possibile.
-Se avevi tanta voglia di spiegare e raccontare, saresti potuto venire qui ieri, esattamente dopo l’intervista. Ora cosa vuoi?- domandai, nella mia voce c'era soltanto rabbia.
-Lo so, mi spiace, mi sono reso conto della gran cazzata fatta. Però non possiamo buttarci tutto alle spalle solo per questo. Sono un emerito stronzo, lo ammetto. So che non ti merito, ma tu sai che tengo a te più di quanto io tenga a me stesso. Poi non so perché ho reagito così, forse non volevo condividerti con gli altri. Ma giuro amore- Non chiamarmi così, potrei morire -che se servisse a riavere te, lo urlerei al mondo intero o se ti basta a tutto il quartiere. Potrei bussare a tutte le porte, fare un bel sorriso e ripetere che sono follemente innamorato di te fino a quando non mi cacciano.-
Sorrisi e i suoi occhi si illuminarono, proprio come la prima volta.
Perché solo quando litigavamo lui diceva queste cose? Perché dovevo arrabbiarmi con lui per ottenere delle dimostrazioni d'affetto? Perché dovevamo quasi mandare tutto a puttane perché lui mi dicesse quanto mi amava?
Abbassai lo sguardo e presi un profondo respiro, pronta a dirgli tutto quello che mi tenevo dentro.
-Le tue sono state parole forti Joe, lo hai chiamato errore eppure per me, quella parola, non ha niente a che fare il nostro rapporto. Ammetto di essermi sentita ferita a quelle parole, non avresti potuto dire cosa peggiore. Oddio Joe definirci un errore? Non dovrebbe nemmeno esistere nel nostro vocabolario questo termine! Trova un solo istante passato assieme in cui non ero felice. Scordiamo tutte le tue idiozie, ci sono abituata, ti conosco da troppo per poter dar loro così tanto peso. Sei fatto così, va bene, benissimo.
Sai cosa mi spaventa Joe? Ero arrabbiatissima con te, ma non sono riuscita ad odiarti. Guarda come mi riduci. Non riesco a capire cosa ti fosse preso ieri, in quel momento e in quello studio.
Posso passarci sopra, lo giuro, ma ripeto: tutto questo mi spaventa. Dipendo da te, non va affatto bene.-
Lo vidi sorridere, era così felice.
Prese il mio volto tra le mani e mi lasciai baciare, uno di quei baci dolci, che non mi dava da fin troppo tempo.
-Sono perdonato?- chiese preso dall'entusiasmo del momento, conosceva benissimo la risposta.
-Sì, ma solo in parte, sappilo, idiota- e gli sorrisi nuovamente.
Questo era sicuramente uno di quei momenti che avrei potuto ricordare per sempre, eravamo felici.





Buona domenica a tutti! :)
Quello che avete appena letto è qualcosa di un po' strano e sono qui per spiegarvi perché.
Dunque, questa è una one shot scritta più o meno a quattro mani.
Un giorno la mia bellissima pulce aka @xlittlerevenge mi ha chiesto se mi andasse di scrivere qualcosa insieme e io ovviamente ho accettato, avevamo pensato a una long (se non sbaglio) ma non siamo riuscite a metterci d'accordo.
Poco tempo fa Marti, è sempre lei, mi scrive e mi dice 'ho in mente una OS su te e Joe'. Io ero tipo "wtf? Perché scrivi su di me e Peppe?" e lei mi ha spiegato com'era nata l'idea e bla bla bla.
Poi però mi chiedeva sempre consigli su come rendere al meglio il mio personaggio e ad un certo punto se ne esce con un'idea bellissima: "Eli perché non scrivi la OS dal tuo punto di vista? Potrebbe essere la nostra quattro mani!".
E allora io ho subito detto di sì, tutta felice.
Ecco questa è la nostra storia lol
Quindi alcune parti, tipo il dialogo finale, sono scritte da Marti in persona mentre le altre da me.
Volevo farvi sapere che tutti i nomignoli tra Grace ed Abigail sono gli stessi con cui ci chiamiamo noi due ed infatti quest'ultima è ispirata alla mia Martina. 
Niente, fatemi/fateci sapere cosa ne pensate, ci teniamo entrambe moltissimo :3
Dimenticavo, se andate sulla pagina di Marti trovate anche la OS narrata da Peppe e vi consiglio vivamente di passarci perché è tipo mille volte meglio della mia ewe.
Vi lascio con una bella gif del mio adorato Joseph :)
Un bacione a tutti!
Love you all, 
Eli :)
                                                                          
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: pickupalltears