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Autore: convergenzartica    18/08/2013    0 recensioni
Hazel, Veela che ha vissuto nell'era dei Malandrini o per quel che può dato che si è trasferita da Salem a soli 16 anni. Hazel ha un segreto che solo Lily, Alice Paciock, Marlene McKinnon, Emmeline Vance e i Malandrini sapevano, un segreto che era rimasto chiuso fino ad ora.
"Saranno i tuoi preziosi ricordi ad ucciderti".
{Ambientato nel 3° Libro/Film}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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You Know That I Will
Prologo; Hazel Dianne Beauregard

Quanto odiavo dover riempire quel baule con il segno di Hogwarts oramai sbiadito che non solo conteneva abiti e quaderni oramai troppo vecchi per essere usati, ma conteneva due interi anni di ricordi che riuscivano solo a farmi sanguinare. Sì, io sanguino ricordi.
Era il mio primo anno ad Hogwarts, come insegnante s'intende anche se in verità Silente mi ha offerto il ruolo di “aiutante” in Difesa Contro Le Arti Oscure, ho sempre amato lo studio ed essere anche solo un aiutante in una scuola come Hogwarts, sotto la protezione di Albus Silente e della cara McGranitt... un sogno che si realizza.
Con un tonfo chiudo il baule ed un riccio castano mi scivola davanti agli occhi, non mi da molto fastidio, ma rimango a fissarlo come se quel riccio fosse una passaporta, una passaporta per i miei ricordi. Scossi la testa e strizzai gli occhi grigi « “Verrai uccisa dai tuoi preziosi ricordi” » Mi ripeto come se stessi recitando una parte e quando riaprì gli occhi quel riccio ribelle non era più lì, ancora una volta i miei bei tempi erano ritornati a tormentarmi. Emisi un urlo a bocca stretta che più o meno doveva avere lo stesso effetto del cuscino in viso ma per non rovinarmi il trucco, da poco fatto decisi di utilizzare la mia maniera di sfogo personale, ad interrompere la mia tortura interiore fu un insistente bussare alla porta della stanza 156 « Scendo, Sam. » Ovviamente, la mia famiglia, prima di morire per proteggermi aveva deciso di salvarmi tramite Sam, la nostra elfa domestica che Silente mi ha gentilmente concesso di portare con me. « Signorina, volevo solamente dirle che dovremmo fare in fretta se vuole prendere il treno! » Mi ricorda lei entrando in camera ed indicando l'orologio alla parete, ed aveva terribilmente ragione! Era già tardi e il treno stava per partire e noi non eravamo nemmeno alla stazione di King's Cross, spalancai gli occhi rimanendo immobile a fissare l'orologio « Per la barba di Merlino, dobbiamo velocizzare tutto, Sam! Corri! In borsa, sai come la penso sui babbani! » Urlai io aprendo un grosso borsone che sembrava spiccare tra il baule e un altra valigia scura con sopra le mie iniziali: H. D. B.
L'elfa saltò dentro il borsone, poteva teletrasportarsi in due secondi ad Hogwarts ma i suoi padroni, i miei genitori, le raccomandarono di non lasciare mai la loro bambina e lei eseguirà l'ordine fino alla morte se sarà necessario, lo so. « Si sbrighi! » Disse Sam da dentro il borsone mentre io afferravo il baule di Hogwarts e la valigia scura « è pronta? » Chiese l'elfa e dal borsone si potè vedere una strana luce azzurrastra, segno che si stava trasportando alla stazione. L'adrenalina correva su e giù per il mio corpo, sapevo che sarebbe tornata indietro ma sarebbe stato un record personale prendere un baule di tre kili e una valigia di due per poi afferrare anche il baule che conteneva i miei effetti personali come bacchetta ed elfa. « Ora... » non arrivai a finire che l'elfa già mi aveva portato davanti all'Hogwarts Express, da quanto tempo non vedevo quel treno. Senza che io lo sapessi una lacrima stava scivolando sulla mia guancia destra, era come se potessi vedere dei fantasmi, delle ombre, dei ricordi miei e di quello che era il mio bellissimo passato. Sam tirò la mia maglietta di una o due taglie più grande del mio esile corpo « Signorina Beauregard, deve salire. » Scacciai la lacrima con un movimento veloce della mano destra e tirai su con il naso stando attenta a non farmi vedere da tutte quelle persone che si trovavano lì, non sono una che passa inosservata ma ora devo proprio. Ci sono riuscita per anni, perché ora no?

Salì sul treno, dopo aver posato la valigia ed il baule, tenendo però il borsone in cui avevo cose di vitale importanza. Percorrendo il corridoio del treno riservato ai Grifondoro nella mia testa sentivo la voce profonda di mio cugino James “Scompartimento infondo a sinistra se vuoi venire a conoscere i Malandrini”, un sorrisino mi si aprì in viso e decisi di andare al famoso scompartimento dei Malandrini che per un periodo io e Lily detestavamo più dei Serpeverde. Guardai dentro lo scompartimento trovandoci cinque persone e la rabbia iniziò a ribollirmi dentro ma d'altronde già sapevo che non avrebbe trovato James o Sirius lì. Stavo per cambiare scompartiemnto quando, come un fulmine, fissai uno dei ragazzi « Jamie? » Mormorai aprendo immediatamente lo scompartimento e notando anche la valigia di uno dei miei migliori amici, lui era lì, per una vita ho avuto paura di reincontrare qualcuno che mi riconoscesse per i miei "tempi d'oro" a scuola. Una domanda mi balenò in testa "Perché non mi ha cercata?" ma poi ricordai che per tutti, anche per Remus, io ero morta con Lily e James quella notte. « Remus? » Questo sembrava dormire, forse era stanco anche se, facendo velocemente i conti, notai che eravamo ben lontani dalla Luna Piena. « Mi perdoni, cerca il.. Signore? » Chiese una ragazza riccia, riccia non quanto me dato che i suoi sembravano più una matassa di pelo di gatto e polvere, i miei non erano mai stati crespi ed essendo una veela tenevo a bada il mio aspetto. « No, ehm.. volevo entrare qui dato che sono un amica del Signor Lupin. »
« Amica? »
Chiese il rosso « Sì »
« Se non deve andare ad Hogwarts è megl... »
« Sono l'aiutante. L'aiutante di Difesa. »
Spiegai io sedendomi davanti a Remus e accanto a quello che doveva certamente essere Harry, Harry...
« Perdonate la mia maleducazione » Iniziai io fissandoli uno ad uno, come a volerli studiare e soffermandomi sempre su Harry « Il mio nome è Hazel, Hazel Beauregard. Sono l'aiutante “fissa” diciamo, ho sentito dire che avete cambiato molte volte professore di Difesa Contro Le Arti Oscure » Il rosso annuì come se fosse una seccatura avere una professoressa nello scompartimento mentre la riccia mi osservava con un sorrisone ed Harry, lui invece mi fissava come se non facessi parte del suo programma.
« Io sono Hermione Granger » Si presentò la riccia finalmente, allunga una mano nella mia direzione e quando gliela strinsi lei spalancò leggermente gli occhi, come sorpresa « Lei è una veela?! » Strillò questa quasi entusiasta dal fatto « Sì, ragazza. Sono una veela della famosa famiglia veela purosangue Beauregard che aveva origini in America, sono venuta in Inghilterra per i miei sedici anni. Mi sono trasferita dal Collegio di Salem ad Hogwarts. »
Ecco come raccontare la tua vita in nemmeno un minuto ma rimasi leggermente confusa, come lo aveva anche solamente intuito? « Come hai.. »
« So riconoscere le creature, lei emana bellezza e la sua mano è liscia come se lei indossasse i guanti per toccare gli oggetti.. »

Fu fermata da Harry che rise « Lei è soltanto la migliore di tutto il corso! » Mi girai a guardarlo, a studiarlo: era suo padre, non era Harry, era James ma i suoi occhi lo tradivano, nei suoi occhi c'era Lily. « Tu devi essere Harry James Potter. »
« Esatto, lei come ha fatto ad indovinare? »

Io, semplicemente, indicai la fronte con un espressione ovvia mentre il rosso dietro tratteneva una risatina, mi sembrava stupido dover escluderlo anche perché i suoi lineamenti ed i suoi capelli lo facevano apparire incredibilmente scherzoso e simpatico « Tu? Qual'è il tuo nome? » Chiesi, senza volerlo, impregnando il mio tono di malia veela ed il povero rosso parve imbarazzato tanto che le sue gote spiccarono sul suo viso « Ron, Ron Weasley » Sorrisi ai ragazzi poggiando per una volta gli occhi su quella specie di burrito che era il mio migliore amico « Remus.. »
Quanto era buono Remus, quanto si sentiva fuori posto, quanto mi aiutò ad accettare quello che ero? Quanto? Quanto nemmeno James seppe fare. Forse solo Sirius. Lasciai che i ragazzi parlassero fra di loro, non volevo essere una rottura di pluffe, e così seguì l'esempio di Remus e feci solamente finta di dormire riuscendo a sentire svariati discorsi su.. Sirius. Il mio Sirius.
Sirius era scappato e voleva uccidere Harry? Non è credibile, nemmeno un po. Affatto credibile. Sirius era il miglior amico di suo padre, era il suo padrino come poteva volere una cosa del genere? No, niente combaciava. A costringermi ad aprire gli occhi fu il treno stesso che frenò bruscamente « Siamo arrivati? »
« Non possiamo essere già arrivati, dico bene? »
Cercò conferma Hermione fissandomi
« Sì, non possiamo. Non sono sicura che sia passata nemmeno un ora! »
« C'è qualcosa fuori... »
Disse Ron avvicinandosi al finestrino e lasciandoci l'impronta sopra, un altra botta ed il treno si mosse « Miseriaccia! Che succede?! » Urlò il rosso, io notai i suoi capelli che sembravano aver preso la scossa elettrica tanto erano dritti e tanto era spaventato lui! E poi capì. Iniziai a sentire freddo ed anche terribilmente triste, triste come quella volta che venni a sapere che Sirius fu arrestato, triste come quella volta che strinsi il corpo di mio cugino morto al petto, quando strinsi Lily. « Dissennatori. »
Continuavo a fissare la porta dello scompartimento, quasi in attesa di qualcosa, di un dissenatore che non mancò la mia richiesta.. Potei vedere una mano aprire codesta porta ed affacciarsi dentro lo scompartimento, egli si avvicinò pericolosamente prima a me e poi si spostò su Harry, ed io mi alzai come se fossi stata mossa da una forza maggiore, uscì la mia bacchetta dal borsone svegliando Sam che fino ad ora aveva dormito con me e che per la paura ora si copriva con il borsone stesso « Expecto Patronus! » La mia voce parve duplicata, ed in effetti accanto a me vidi il volto leggermente graffiato e scalfito dalla vecchiaia di Remus, era sveglio finalmente e potei squadrarlo per bene pur rimanendo concentrata sul mio patronus. Dalla mia dodici pollici uscì una luce quasi argentea, segno della mia razza, che spaventò il dissennatore che fu costretto ad andarsene, subito gettai la mia bacchetta a terra afferrando Harry che era svenuto sul sedile. « Harry? Rispondimi, Potter. Rispondimi. »

  
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