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Autore: Botan    23/02/2008    9 recensioni
[Haunting Ground]Persi in un castello misterioso. Una ragazza e il suo cane.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vieni qui, Hewie

                                        Siamo io e te, Hewie

 

 

 

 

Vieni qui, Hewie.

Dolce cane dal pelo bianco e soffice, caldo.

Qui bello, avvicinati a me.

Sono sola in un luogo opprimente, spaventoso e talmente strano… Tutti vogliono farmi del male, tutti mi danno la caccia come se io fossi il loro unico passatempo preferito. Gente fosca, misteriosa.

C’è il gigante con gli occhi grandi da bambino, che mi crede la sua graziosa bambolina.

C’è la donna perfetta, Danielle, bella ma incompleta, che odia me e il mio essere fatta di “carne e sangue”, e che accecata dall’invidia e dalla pazzia, vuole trafiggere il mio ventre e privarmi dell’unica cosa che lei non potrà mai concepire: la vita.

C’è il maggiordomo incappucciato, Riccardo lo sbruffone, che sadico e troppo baldanzoso, non fa altro che puntarmi contro la sua pistola e chiamarmi baby, “piccola”.

Ed infine, ci sei tu. Un grande cagnone dalle orecchie ritte e gli occhietti vispi.

Oh, Hewie! Fortuna che ci sei tu qui con me.

Cosa mi sarebbe successo se tu non fossi stato al mio fianco?

La risposta è che, prima o poi, sarei impazzita. O per mano di Danielle, o per mano di Riccardo, mi sarei arresa alla loro supremazia, e non avrei più riaperto gli occhi.

Però… tu mi sei fedele, molto più di un uomo. Sempre alla destra, pronto a scattare in avanti, a ringhiare contro quelli che vogliono farmi male, a cacciarli via o a trattenerli lontano da me, prendendoli a morsi.

Quella dentatura, quelle zanne affilate e tanto pericolose per gli altri, quando le ostenti verso di me con uno dei tuoi calorosi abbai, mi fanno sentire protetta.

Sei come un cavaliere dal bianco mantello che interviene per salvare la propria principessa in pericolo, prigioniera di un castello che neppure io conosco, benché, oramai, ci dimoro e lo perlustro da diverso tempo.

Stanza dopo stanza, mattonella dopo mattonella, porta dopo porta… E quelle chiavi che non si trovano mai? Se non ci fossi stato tu con il tuo impareggiabile fiuto, chissà quante porte non avrebbero trovato la propria chiave!

Ma non è questo, mio caro e dolce compagno.

Vieni qui, dai. Fatti accarezzare il capo. Sei così morbido, sei caldo, sei… vivo! Qualcuno che si muove vicino a me, e che mi vuole bene.

Non sei come le cose o le persone ambigue che circolano qui dentro e lì fuori. Tu mi sei amico!

Con la tua compagnia, fai in modo che la piccola e flebile fiammella di luce che dimora dentro me stessa, non sia spenta e offuscata dalla disperazione e dalla paura che ad ogni passo, fa morire ogni cosa.

Mi guardo attorno. La magione è grandissima, pericolosa ma anche protettiva se si esplora a fondo e si cerca un riparo dentro il quale nascondersi per sfuggire all’inseguitore di turno che cerca in tutti i modi di scovarti, di prenderti l’anima.

Che cosa ci faccio io qui?

E’ da un po’ che me lo chiedo senza trovare una risposta che spieghi tutto ciò.

Poi vedo te, il tuo tenero musino. Mi specchio nei tuoi occhi grandi grandi, scuri, lucidi ed irresistibilmente dolci, e forse la via mi appare più chiara.

Sono qui perché dovevo imparare un’anima pura come la tua. Varrebbe la pena, credimi, morire ma averti conosciuto.  

Sono tanto felice, sai Hewie?

Il mio bel cucciolone mi guarda dubbioso.

Inclini la testa come a volermi dire “Felice? Dolce Fiona, ma cosa dici?”.

Sorrido e ti chiamo a me porgendoti una mano poco sotto il mento.

“Sono felice perché la mia felicità sei tu!” ti sussurro all’orecchio.

Pare che tu mi abbia capito. Scodinzoli allegramente, guaendo di gioia. Poi, con quelle tue forti zampe, mi vieni ancora più vicino per leccarmi amorevolmente il viso.

Non posso far altro che ridere, anche se con attenzione. Qualcuno potrebbe sentirmi. Qualcuno di molto cattivo pronto a scovarmi.

E’ tardi. Non ho un orologio con me, ma sento ugualmente il peso della notte che avanza ed incombe.

Ho sonno. E’ una cosa naturale, d'altronde. Non si può vivere senza dormire neanche se dormendo si pone in pericolo la propria vita. Che atipica ironia!

Comincio a sbadigliare. Gli occhi si fanno piccoli piccoli, le palpebre calano. Scuoto il capo, forte forte e mi guardo attorno. Sono seduta a terra con le spalle accostate ad un gelido muro, su un grosso tappeto rosso che riveste gran parte del pavimento di questa stanza.

Ho chiuso la porta ma, non avendo la chiave per sigillarla del tutto, ho spinto fin lì un mobiletto di legno, basso e ricolmo di libri, a fare da fermo. In questo modo, se anche qualcuno tentasse di entrare, impiegherebbe tempo e fatica, per farlo. Minuti preziosi che, servirebbero a me… per scappare. Posso fare solo questo. Non ho armi con me, solo intrugli e pietre esplosive, capaci di rallentare il nemico, tutto qui. Sono indifesa? Ma no! Il mio cavaliere dal manto bianco è qui.

Ti avvicini mugolando, vorresti abbaiare ma sai che non si può. Potrebbe sentirti uno di loro, e scovarci. Così, mi dimostri tutto il tuo affetto accoccolandoti vicino a me e strusciando il muso sulle mie mani per indurmi ad accarezzarti ancora.

Mi lecchi delicatamente sulla guancia, poi a poca distanza dagli occhi, quasi a dirmi “Dormi pure, Fiona. Su di te veglio io”.

Mi allento poco per volta. E’ come se qualcuno mi facesse le coccole per farmi dormire serena.

Che favola è mai questa? Una ragazza e il suo cane persi in un castello misterioso. Una ragazza e il suo cane esposti a pericoli d’immane crudeltà. Una ragazza e il suo cane, soli ma uniti.

Oh, Hewie! Grazie! Non saprò mai come sdebitarmi! Tutto ciò che adesso ho da offrirti, sono solo carezze, e poi un dolce abbraccio. Ti stringo a me, ti carezzo il dorso bianco, e mi sento protetta.

Dopo, osservando il tuo vispo musetto e quell’espressione impavida ma piena d’amore, chiudo pian pianino gli occhi.

Il buio cala ancor più fra le quattro pareti della stanza, attorno a me.

Accucciandomi qui, mi lascio andare definitivamente sul tappeto e coprire dall’oscurità che sì, mi fa paura, ma… siamo io e te, Hewie. E fintanto che tu resterai con me, io non dovrò mai temere il buio, perché tu, sei la mia luce!

  

 

 

                                                 Fine

 

 

Questa one-shot nasce dalla voglia di descrivere gli unici due veri protagonisti del gioco, che sono per l’appunto Fiona ed Hewie. Che altro aggiungere? La dolcezza che ha quel cane dal bianco mantello, è stata la goccia che mi ha spinto a scrivere questa piccola e breve fanfiction. Ho immaginato una Fiona, chiusa in una delle stanze della magione sotterranea (quella in cui Riccardo le dà la caccia), che oramai stremata dalla fatica, si lascia convincere da Hewie a chiudere gli occhi. Il legame che unisce il cane e la ragazza, è un fattore che mi ha particolarmente colpito. Fiona si fida tanto di Hewie così come lui si fida e difende lei.

E’ davvero un rapporto sincero, il loro. Benché appartengano a due razze diverse, di diverso ci sono solo le fattezze, e nulla più. Se noi esseri umani imparassimo a volerci bene così come fanno quei due, anche in un posto buio e pieno di pericoli, ci sentiremmo protetti ed amati da qualcuno.   

 

Anche se la fic è breve, spero con tutta me stessa di avervi almeno un pochino emozionato!

Con affetto

                                                                                                            Botan

  

   
 
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