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Autore: PatronOfTheDenial    18/08/2013    3 recensioni
Quando osserva Cas, Dean vede molto più di quanto da a capire, è semplicemente in grado di esprimerlo solo a modo suo.
Quattro flashfic. Niente di impegnativo, un po' di fluff, e sprazzi di varie headcanon qua e là.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione, Contesto generale/vago
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*Hey*
Intanto, grazie per essere qui, chiunque tu sia. Questa storia mi frullava in testa da un po', in forma di una massa di headcanons ed ho pensato 'why not?'. Quindi eccomi qui, nessun talento speciale apparte l'amore sconfinato per la ship. 
Spero che sia leggibile, e se ne pensate qualcosa (qualsiasi cosa) mi fa piacere un commento, anche dove dite di ritirarmi.
E' la mia prima fic, quindi, hey!, non è mai troppo presto per smettere lol
*si dilegua*



Castiel

Insegnare a prendersi cura di una arma ad un ex angelo era un impresa persino più difficile di come suonasse.

"Dai, Castiel, non mi sembra così complicato!"

I tratti dell'altro uomo si corrugarono in una smorfia perplessa. "Castiel?" domandò in tono piatto.

"Sì, Castiel. Pensavo fosse il tuo nome." Non vedendo alcun mutamento nell'espressione del non più angelo continuò "più mi conduci lentamente all'esasperazione e più ti chiamo per nome." Dichiarò trattenendo disperatamente un sorriso.

Castiel acquisì un'aria ancora più confusa, e Dean era quasi sicuro che stesse pensando qualcosa sulle righe di: 'questi umani e le loro strane usanze'.

Ciò nonostante, il cacciatore non mancò di notare che Castiel aveva ripreso il lavoro con più determinazione.

Decise che suo cuore stava accelerando per l'adrenalina. Non era certo colpito dal fatto che Cas tenesse al proprio soprannome, che stronzate.

 

Nightmare

Quando Dean aveva notato dalla finestra la sagoma illuminata dalla luce lunare, si era buttato la giacca sulle spalle ed era uscito nella frizzante aria notturna.

"Insonnia?" non che fosse usuale parlare di mancanza di sonno con una creatura che ha passato da sveglia i precedenti millenni, ma non si poteva certo dire che Castiel fosse ordinario.

Scrollò le spalle, come a minimizzare.

Quando non diede segno di aver intenzione di spiegare Dean esalò una singola parola: "Incubi."

Non era una domanda. Anche lui conosceva la sottile tortura, e seppure capisse perfettamente il disagio dell'uomo accanto a lui, non poteva costringersi a non reagire di fronte alla vista di come fragile e prosciugato sembrava Castiel.

Appoggiò la propria giacca sulle sue spalle, non sapendo cosa dire.

Castiel, al contrario, sembrava aver recuperato la voce. "È come rivivere tutto daccapo. È identico ed opposto. Lo stesso caos, sangue e distruzione. Ma non sono più inebriato, o freddo. Riesco a sentire tutto."

Prima che fosse distrutto l'ultimo sigillo, Dean confessò a Castiel che avrebbe preferito la sofferenza ed il dolore al paradiso.

Vedendo lo sguardo vacuo nelle iridi dell'ex serafino, non ne era poi così sicuro.

 

Flowers

Dean aveva imparato che Castiel amava i fiori. Dopo quella volta in cui aveva rivelato che gli ricordavano il Paradiso non aveva posto ulteriori domande, anche se fu tentato di chiedere di quale dei tanti parlasse.

Quella mattina la stanza era completamente inebriata di fragranze floreali e Castiel stava riempiendo un terzo vaso con acqua.

Osservò i fiori che ci stava inserendo. "Potresti regalarli. È una buona tecnica con le donne."

Castiel si girò. "Apprezzo il tuo consiglio, ma non ritengo cauta l'opzione riguardo a queste Ortensie: rappresentano un desiderio di distanza." spiegò con un tono pacato.

"Aspetta, conosci veramente il significato dei vari fiori?" sorrise ironicamente Dean.

"Trovo l'assegnazione di sentimenti alle piante affascinante."

A volte dimenticava che esistevano ben poche cose che Cas non trovata affascinanti. Si avvicinò ad un secondo variopinto contenitore. Fra le varie forme e sfumature, delle corolle dell'esatto colore delle iridi di Castiel catturarono la sua attenzione.

D'accordo, forse decideva di acquisire solo le più strane consuetudini umane, ma Dean era colpito ogni singola volta che Cas se ne usciva con una trovata del genere.

"E questi cosa significano, Cas?" chiede estraendo il fiorellino e porgendolo verso il soggetto dei suoi pensieri.

Lo sguardo di Castiel si portò sul suo senza staccarsi e Dean era piuttosto sicuro che le sue labbra si incurvarono in un quasi impercettibile sorriso "Ricordati di me per sempre."

 

Paranoia

Se qualcosa nel piano cambia, mi avverti prima di buttarti a capofitto in una qualche azione eroica.” sottolineò Dean con un tono che non ammetteva repliche.

Stiamo cacciando uno spirito, Dean. Non è più l'apocalisse.” sospirò Castiel, probabilmente perché l'uomo di fronte stava ripetendo le stesse frasi molteplici volte a qualcuno che aveva veramente affrontato l'Armageddon. “So badare a me stesso.”
“Lo so. Ma eri un intangibile angelo allora. Adesso, d'altro canto, potresti seriamente subire delle ferite.” spiegò col tono di un genitore non poi così paziente.

Mi hai informato, possiamo procedere ora?” moromorò Casitel dirigendosi alla porta.

Dean si incamminò nella stessa direzione, ma prima di uscire si fermò rapidamente di fronte a Castiel, come se si fosse scordato di qualcosa, avvicinò il proprio volto al suo e gli sfiorò le labbra con le proprie, per poi riprendere con simulata nonchalance, mantenendosi un passo più avanti per nascondere il colore purpureo del volto.

Forse Castiel aveva ragione, se la sarebbero cavata benissimo.

   
 
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