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Autore: Sheloveslife    18/08/2013    7 recensioni
Selena è un'orfana, attraente e indipendente studentessa.
La notte si trasforma in una sexy e atletica Robin Hood per conto della Tribù, associazione finanziata dal ricchissimo Luke con lo scopo di rubare ai ricchi, soprattutto a quelli legati all'organizzazione criminale dei M.A.N., per dare ai bisognosi.
E Sel è l'arma migliore della Tribù; nessun legame e tutta efficienza, è stata addestrata fin da piccola: armi, combattimento corpo a corpo, una buona dose di sarcasmo e determinazione.
Nikolai è un brillante e affascinante studente con interessanti attività extra curricolari: la notte si trasforma in un efficiente agente dei M.A.N., l'organizzazione che ha ucciso i genitori e rapito Elyse, la sua piccola sorellina.
La sua invincibilità nei combattimenti viene messa a dura prova quando la sua strada si scontra con quella di Selena, durante quello che sembrava un insignificante incarico.
Lei combatte per i buoni perchè crede nella giustizia, lui per i cattivi per salvare Elyse.
Entrambi vicini ad ottenere quello che vogliono, combattono sul campo, tra le lenzuola e anche nei loro cuori, perchè niente è come sembra e tra colpi di scena, rivelazioni, dolore, ironia e passione faranno la scoperta più grande: l'amore non ha schieramenti.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Esco dall’aula con i libri in mano e stiracchio la schiena.
Il lavoro di ieri sera mi ha procurato qualche livido e parecchi graffi. Al pensiero la rabbia scorre veloce nel sangue e mentre digrigno i denti e chiudo gli occhi vado a sbattere contro un muro. Un alto e possente muro di muscoli.
Ok, è la seconda volta nell’arco di otto ore. La cosa inizia a farmi arrabbiare seriamente.
Butto fuori aria dal naso, pronta a mandare a quel paese quell’ammasso decerebrato di addominali, pregando di non perdere il controllo e farlo finire gambe all’aria. “Mantieni il controllo. Sarà uno della squadra di rugby che non si cura nemmeno di guardare dove cammina” penso mentre preparo la sfuriata. Oggi non è giornata.
Sto per sputare fuori tutti gli insulti e le cattiverie che mi passano per la testa, anche perché per non farmi cadere mi ha sorretto dalla schiena. Che è tutta coperta da graffi aperti, dopo ieri sera. Non so se fa più male il corpo o l’orgoglio, feriti entrambi dalla serata.
Mi preparo a dirgliene quattro ma quando alzo lo sguardo mi aspettano due occhi ghiaccio e le parole mi muoiono in gola: è lui.
 
È buio, la finestra è socchiusa, come al solito.
Tutto procede secondo i piani, questa sarà un’operazione facile ed indolore.
Mi arrampico con agilità sulla staccionata e salto nella finestra vicino. “Dovrebbero ricordarsi di chiuderla, se non vogliono che qualche ladruncolo entri a rubare” penso ghignando.

Mi ricompongo e torno in Modalità-Lavoro, ML come la chiama Luke.
Non ci sono allarmi in questa stanza, devo solo trovare la cassaforte. E poi digitare la combinazione. Questa volta il lavoro è semplice, quando Luke  mi ha dato il fascicolo temevo si trattasse di uno scherzo. Un gioco da ragazzi, non avevo dovuto scoprire combinazioni, infiltrarmi come promoter di qualche ditta, calarmi dal tetto. Niente. Solo entrare dalla finestra del secondo piano, spostare il quadro dall’altra parte della parete, digitare il codice e prendere la valigetta. Il mio orgoglio era stato ferito. Quando mi lamentavo della noia, che non c’erano più molti incarichi nell’ultimo mese, non mi riferivo a faccende di questo tipo, da bassa manovalanza.
Le informazioni provenivano direttamente dalla figlia del riccone, che a quanto pare si sentiva in colpa per il modo in cui il suo vecchio sprecava i soldi. O forse era venuta a conoscenza dell’aitante, bionda, giovane russa che scaldava il letto di suo padre ormai stabilmente. Chissà perché la figlia non aveva detto la verità, tanto l’avrei scoperta in ogni caso.
“Concentrati. Quadro. Cassaforte. Ora.”
Inizio a camminare con passi leggeri verso il quadro quando sento un rumore dietro di me. Mi volto per vedere un’agile figura entrare nella stanza.

Non era previsto. Non era previsto che ci fosse qualcuno a quell’ora, figurarsi qualcuno che entrasse dalla finestra.. Anche lui – dev’essere un lui per avere una corporatura così - sembra sorpreso.
Per fortuna il mio corpo agisce più velocemente del cervello perché mi sono già tuffata verso quell’alto muro di muscoli che si è presentato al posto sbagliato, nel momento sbagliato.
“Ok, ladruncolo da quattro soldi. Non hai capito. Ora ti mostro contro chi ti sei messo” penso mentre faccio partire un calcio volante verso la sua faccia.
Lo colpisco ma nemmeno un grugnito esce dalla sua bocca, si gira lentamente e riesco a vederlo negli occhi. Sono azzurri. Azzurro ghiaccio, proprio come quelli che ti gelano sul posto. “Chissà come diventano quando si arrabbia davvero” penso divertita. “Ok, angioletto. È l’ora di farti il culo a strisce”

Riparto all’attacco, sferro un pugno alla guancia destra ma lui si sposta con un’agilità sorprendente per uno alto quasi due metri e molto spesso. Il pugno va a vuoto e ritento, ma mi blocca il polso e mi spinge con forza indietro. Mi alzo immediatamente, gli corro a fianco, faccio una finta di sinistra e poi sferro un calcio dietro al ginocchio. Appena le ginocchia toccano il pavimento alzo la gamba, colpendogli la faccia.
-Non sai contro chi ti sei messo- Sputo tra i denti
- Sei tu a non capire, gattina. Sembra che cerchiamo entrambi la stessa cosa – dice sorridendo.
Non ho tempo per ribattere perché in un attimo è già in piedi. Non può essere un semplice ladro. Ha un’agilità e un modo di combattere fuori dal comune. “Non preoccuparti dolcezza, la gattina ti fa il culo comunque. Fa comodo qualche avversario che non cada dopo due secondi ogni tanto!”

Mi scaglio verso di lui; probabilmente se qualcuno entrasse, vedrebbe due corpi danzare con colpi precisi e mirati che non vanno mai a segno. Colpi bloccati, parate, scivolate, salti. Una danza oscura, ammaliante. Due corpi che si avvicinano e si allontanano ad un ritmo scandito da ogni movimento.
Il combattimento sembra non finire mai, non c’è vincitore.

Faccio scivolare il coltello di riserva giù per la manica, rigirandomelo tra le mani. Questione di esperienza. Esperienza un fico secco, visto quello che succede dopo: mi avvicino lentamente e faccio uno scatto in avanti. Non se lo aspetta, il bastardo! Spingo il coltello verso il suo torace con tutta la mia forza ma probabilmente è una mossa prevedibile perché entra solo pochi centimetri prima che la sua grande mano si posi sulla mia e inizi a stringere, obbligandomi a lasciare la presa sull’arma. E ovviamente coglie l’opportunità per calciarla via. La situazione iniziava a darmi davvero sui nervi.
Ok, è un degno avversario. È da tanto che qualcuno non mi mette in difficoltà.

Ho sentito la sua voce ma non sono riuscita ancora a scorgere le fattezze del suo viso se non per gli occhi. È abile, la cosa è voluta. Esattamente come sono stata addestrata a fare io.
-Ok, ci siamo riscaldati. Ora però devi tirare fuori gli artigli, gattina!- replica sorridendo.
Improvvisamente scatta in avanti, mi prende alla sprovvista. Mi afferra per il bacino e mi spinge indietro con forza, mandandomi a sbattere contro la parete di vetro che separa la stanza dall’area relax.

La missione è saltata e probabilmente lo capisce anche Mister Muscolo Occhio Di Nuvola perché grugnisce e corre dalla finestra, sparendo nell’oscurità.
Ho qualche minuto prima che il riccone, proprietario del bersaglio, si presenti in vestaglia da notte con una mazza da baseball.
“Tipico” sbuffo.
Mi alzo, scrollandomi di dosso le schegge. Alcune si sono infilate nella schiena e non riesco a toglierle. Sollevo la mano sul viso, una scheggia, due, tre. Le estraggo, serrando i denti. So come fare e Kory, il medico sexy e capace della Tribù mi guarirà. E dopo potrò ricompensarlo a dovere!
Con calma, attenta a muovermi cautamente per non far entrare le schegge troppo in profondità,raccolgo il coltello, arrivo alla finestra e salto fuori sulla strada, soffocando un gemito di dolore.

Si, è un po’ troppo che non torno a casa sconfitta e dolorante. E non solo nel fisico.
“Mister Muscolo 1 – Selena 0” visto che io sono tutta sanguinante e lui ha un taglietto sul torace. Almeno ho girato un po’ il polso, spero stia soffrendo un po’.
Me la pagherà. Scoprirò chi è e quando succederà.. Allora ci divertiamo.
 

-Micetta! Chi l’avrebbe mai detto!- esclama lui, nemmeno fossimo amici per la pelle.
Mi lancia una lunga occhiata, sfidandomi a replicare, magari ad attaccarlo.
Lo guardo e basta, senza fare una mossa, l’espressione calma.
Poggio CASUALMENTE la mano sull’addome duro del mio amicone, un gesto molto dolce.
Lui sembra non essere d’accordo, il suo volto è sempre sorridente ma gli occhi si stringono impercettibilmente quando il pollice, nascosto dalle altre dita che sembrano accarezzarlo, schiaccia la pelle tumefatta, allargando la ferita.
Quando mi sembra abbia provato abbastanza dolore, mi avvicino al suo orecchio e sussurro

-Chi l’avrebbe mai detto?!
Piacere comunque, io sono Selena – dico sorridendo. Lui non sorride, forse ha percepito i lembi della ferita allargarsi sempre di più. Penso che stia per reagire invece rimane a fissarmi. Non fa niente.
Ok, non mi piace infierire o combattere contro chi non reagisce. "Perchè non reagisci? Non avrai mica paura di farmi male, angioletto?!"
Basta così per ora.
Gli batto una pacca sulla spalla e mi allontano.

“Ci rincontreremo”. Una sussurro, una promessa.





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Ciao a tutti!
Questa è una delle prime storie che scrivo, sono emozionata!
Lo so, non è un granchè ma volevo pubblicare per sapere cosa ne pensate, per cui se avete voglia, volete chiedere o criticare, io sono qui :)
Bè, spero che la storia vi incuriosisca un pò,
un bacione!
  
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