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Autore: ehroine    19/08/2013    0 recensioni
E' una storia drammatica, con una fine tragica, che fa capire che non sempre c'è il lieto fine.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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Era in un letto non suo. 
Sentiva un brusio provenire dal corridoio dell’hotel.
Si mise in ascolto di quelli che sembravano passi pieni di esitazione, e attese.
Abbassò lo sguardo, e vide una macchia di caffè che la portò nei ricordì.
Cercò di scacciarli, ma un profumo di lavanda e l’odore intenso di caffè rapivano il suo olfatto.
Chiuse gli occhi, e le apparve il viso di sua madre, le sue mani affusolate, mentre cercava di togliere la macchia.
Le sentiva ancora sulla gonna, non avrebbe mai pensato che qualcun altro a parte lei avrebbe toccato quella stoffa.
< Quanto è ? > Disse una voce.
Anne si sedette sul bordo del letto, alzò lo sguardo, e davanti a lei c’era un uomo che la scrutava, con aria interrogativa.
Non era giovane, non era vecchio, eppure le rughe vicino agli occhi e alla bocca segnavano il vissuto che aveva passato.
Aveva capelli neri, gli occhi scuri, e portava una giacca e una cravatta, che davano al suo aspetto una nota seria.
 < Cento > disse Anne, abbassando lo sguardo.
< Sono James > disse il signore, porgendole la mano in segno di saluto.
< Anne > disse lei, a bassa voce.
Non pensava ci sarebbe stato bisogno di fare le presentazioni, prese la mano di James, e d’un tratto tutto diventò reale, 
quella mano ruvida nella sua fu la chiave persa 
di una prigione da cui non sarebbe potuta scappare, finché sarebbe terminata la sua innocenza.
Anne cercò di staccare la presa, ma Luke la strinse più forte, e facendola avvicinare le sussurrò qualcosa all’orecchio,
 che la fece rabbrividire.
Lui sospirò, e si sedette vicino a lei, cominciando a togliersi i vestiti.
Anne restò immobile, non sapeva come si sarebbe dovuta comportare,
 stringeva con forza la piega macchiata della gonna, che le ricordava le parole di sua madre e i pianti per la loro situazione. 
La sua famiglia aveva bisogno di questo, si disse Anne.
< Allora che fai? > Chiese James, guardandola.
Lei non capì, lui le indicò i vestiti, così Anne scusandosi cominciò a spogliarsi della sua infanzia.
Sentiva i vestiti bruciarle la pelle, e il respiro si faceva affannoso, 
cercando di non guardare quell’uomo che le avrebbe rubato la dolcezza dell’amore per un centone.
‘’Anne è pronta la cena’’ avrebbe detto sua madre.
‘’Non è molto, ma domani sarà un giorno migliore’’ le avrebbe assicurato, con un sorriso pianto,
l’avrebbe abbracciata, e poi avrebbe cercato di trattenere le lacrime, 
perché il domani sarebbe stato ancora peggio.
Sua madre profumava di lavanda, era candida, ed era bellissima, pensava Anne.
Era sempre stata una donna corretta, dolce, pura.
Eppure sembrava non fosse sua madre, perché Anne si sentiva così sporca ora.
James era sopra di lei, ansimava.
‘’Anne aiutami con la biancheria’’
Il suo respiro si faceva pesante, sul suo petto, le bagnava la pelle.
‘’Mamma, lo sai oggi ho visto un quadrifoglio’’
Sentiva il peso di James, come un ammasso di carne, la schiacciava.
‘’Anne, non potremo più permetterci niente’’
Cercava di andarsene, cercava di non sentire, di non vedere, di non udire, di non esserci.
Eppure il suo corpo era lì.
Lui la possedeva, e lei era solo pelle, un pozzo nero, dove sputare.
Solo un pezzo di carta, da aprire e accartocciare, riaprire di nuovo, e poi buttare.
Voleva gridare, voleva distruggere ogni cosa, voleva scappare e dimenticare tutto.
Ma la sua volontà era nulla, e il cigolio del letto le pungeva l’udito.
Ormai avrebbe dovuto strapparsi a pelle per essere libera.
Guardò James, una goccia di sudore cadde sulla guancia di Anne, confondendosi con le sue lacrime.
Lui la vide, la guardò e sorrise in un ghigno.
Non si fermò, finchè non finì.
Anne non si mosse, lui si alzò e le prese il mento con forza.
< Cosa fai puttana? Piangi? >
Lei non parlò, il labbro inferiore le tremava, e il suo corpo non le rispondeva.

Raccolse tutte le forze che aveva e si alzò, cominciò a raccogliere i vestiti.
Le sue lacrime erano tiepide, e la sua pelle gelida.
< Ho quindici anni > disse Anne tremando.
 
< Addio >
La porta sbattè.
 
Anne si ranicchiò a terra, prese la gonna, e strinse la macchia sulla piega, così forte, come se potesse farla tornare indietro. 
 
 
 
 
 
  
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