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Autore: Puffola_Lily    19/08/2013    3 recensioni
Buonsalve!
Questa one shot è incentrata su Rosy e Domenico (li adoro insieme). Rosy si trova ancora nel garage di Palla e... be' entrate e scopritelo ;)
Dalla storia:
La sensazione che provava era familiare, ma al tempo stesso estranea: l’impazienza, il desiderio di vedere qualcuno.
“Non posso provare questo per uno sbirro!” si diceva.
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Amor ogni cosa vince

Il silenzio dominava.
L’unico suono che lo rompeva era uno sbuffo, ripetuto più e più volte.
Una donna andava avanti e indietro, per quanto la catena alla quale era legata, tramite le manette, le permettesse di camminare, sembrava che volesse creare un solco sul pavimento.
I capelli mossi ondeggiavano al ritmo del passo, ogni tanto spostava qualche ciuffo che le finiva sul viso e sbuffava dal nervosismo: non era facile spostarli con quelle manette ai polsi!
Era nervosa ma non capiva il perché, o forse, cosa più probabile, cercava di negare anche a se stessa la verità.
La sensazione che provava era familiare, ma al tempo stesso estranea: l’impazienza, il desiderio di vedere qualcuno.
“Non posso provare questo per uno sbirro!” si diceva.
Si guardava intorno, non che ci fosse niente di così interessante da guardare, era da molto tempo che era chiusa in quel posto e lo conosceva bene, ma non sapeva cos’altro fare.
Così non appena lo sguardo le cadde sulla scala di ferro che porta al letto, sul soppalco, la sua mente fu affollata dai ricordi.

[… << Sei marcia dentro >> ti dice.
Tu lo guardi con aria di sfida e ti avvicini a lui << E fuori? Fuori come sono, fuori? >> gli domandi.
Hai paura della sua risposta. Sai che è incazzato, che è nervoso, e che vuole usarti come valvola di sfogo.
Ma non riesci a trattenerti: ti brucia sentirti dire certe cose. Sarà perché sei consapevole, tuo malgrado, che è la verità.
<< Come dentro >>.
Ti infastidisce parecchio sentirglielo dire. Senti le lacrime bruciarti gli occhi, ma sai che non puoi permetterti di piangere davanti ad uno sbirro.
Devi sfogarti. E gli sferri uno schiaffo in pieno viso.
Lui ti guarda, se è possibile, con ancora più ribrezzo di prima.
Risponde anche lui con uno schiaffo.
Cerchi di colpirlo di nuovo, ma lui è più forte, ti blocca le braccia. Lottate per un po’, finché lui riesce ad avere la meglio su di te e blocca la tua schiena contro il suo petto. Senti un suo braccio destro che tiene le tue, di braccia, e con la mano sinistra ti prende il viso e ti bacia. Se quello che vi scambiate si può chiamare bacio …]

Il rumore familiare del cancello di ferro del garage che si spalanca, l’aveva distratta dai suoi ricordi: la prima volta che era stata con Lui.
Si voltò verso la fonte del rumore e proprio lì, sulla soglia, vide l’oggetto dei suoi pensieri.
In quel momento il suo cuore perse un battito, prima di cominciare a battere furiosamente nel petto, e mentalmente si diede della stupida: “Sembro una ragazzina alla sua prima cotta” pensò.
Doveva, assolutamente, evitare di far capire a Domenico ciò che stava provando in quel momento.               
“Aspetta un attimo... Domenico? Certo che sono proprio impazzita! Da quand’è che lo chiamo per nome?! Lui è lo sbirro.
Lui è Calcaterra, non Domenico!” si disse.
<< Be’ Calcaterra. Il gatto ti ha mangiato la lingua? >> affermò.
Sperava che la sua voce fosse acida abbastanza da sembrar vera.
Aspettando la sua risposta si avvicinò a lui e non appena gli fu di fronte, gli porse le braccia per far sì che aprisse le manette che le legavano i polsi.
Lui la guardò negli occhi, meditando cosa rispondere, e senza staccare il suo sguardo da quello di lei prese la chiave dal giubbotto di pelle che portava e aprì le manette che caddero a terra provando un tintinnio.
Poi lentamente si avvicinò a lei, quando gli fu ad una spanna dal viso mise le sue mani sui fianchi di lei facendo aderire delicatamente i loro corpi e sulle labbra le sussurrò: << Perché non controlli tu stessa? >> fece seguire alla frase un sorrisetto malizioso.
<< Ah! Finisti1di dire che è sbagliato quello che facciamo e bla, bla, bla? >> disse lei scimmiottando e muovendo la mano come a imitare il becco di una papera.
Lui non rispose, la guardò e basta.
Quella donna gli faceva uno strano effetto e non sapeva se fosse veramente una cosa positiva ciò che gli faceva provare.
La prima volta l’aveva usata come sfogo e credeva che fosse solo questo, ma standogli lontano aveva sentito la sua mancanza la quale non era un buon sintomo.
Si stava forse innamorando di lei? No, non poteva, non doveva essere così.
Lui teneva al suo lavoro e sapeva che se avesse ceduto al sentimento che provava per lei, l’avrebbe dovuto lasciare.
Lei era il suo opposto, lei era una mafiosa e lui un poliziotto. Avrebbe dovuto combatterla non andarci a letto.
<< Gli opposti si attraggono, no? >> pensò lui, solo che questo pensiero lo fece ad alta voce.
Lei posò le mani sul petto di lui. Così facendo sentì i battiti accelerati del suo cuore, suono che le trasmise un calore al petto.
<< Finalmente dicisti ‘na cosa sensata2! Picchì3 mi sa tanto che in questo periodo non fai che sparare caz.. >> non riuscì a concludere la frase che lui la zittì poggiando le sue labbra su quelle di lei.
Iniziò un gioco di lingue che si sfioravano e s’intrecciavano.
E fu proprio in quel momento che il cervello di Rosy Abate andò a farsi benedire. Non riusciva a pensare a nulla se non a Domenico, alle sue mani che la sfioravano con dolcezza e passione insieme. Poco dopo i respiri si fecero affannati, i toraci si alzavano e abbassavano velocemente. Domenico la teneva salda a se mentre iniziava a indietreggiare verso la scala.
Rosy teneva le mani intrecciate sulla nuca dell’uomo e gli accarezzava i capelli scuri, spingendo contro di lei, come se avesse paura che potesse scappare. I baci si fecero più passionali, la giacchetta di lei e il giubbotto di lui raggiunsero in poco tempo il pavimento. Le sue mani iniziarono a vagare sotto la maglia di lei, il contrasto tra le mani fredde di Domenico e la sua pelle calda la fecero rabbrividire di piacere. Anche le magliette di entrambi andarono a fare compagnia agli altri indumenti sul pavimento. L’uomo la incitava a salire le scale cercando, il più possibile, di non staccarsi dalla sua donna.
Perché Domenico Calcaterra sentiva che era sua, solo sua e non se la sarebbe fatta scappare anche se avesse dovuto combattere contro il mondo intero.
Finalmente raggiunsero il letto e in poco tempo si ritrovarono senza più nessun indumento a impacciarli, con un colpo di reni entrò in lei. I gemiti si fecero sempre più alti di volume finché entrambi non raggiunsero l’orgasmo. Calcaterra si mise supino, con gli occhi chiusi, cercando di riprendere il controllo del respiro. L’amava, ne era certo. Le parole “ti amo” risuonavano nella sua testa. Voleva dirglielo ma non sapeva perché non ci riusciva. Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì Rosy che gli sollevava un braccio per accoccolarsi sul suo petto, glielo fece fare senza opporre nessuna resistenza anzi non appena lei si fu sistemata le posò una mano sul fianco disegnando figure inesistenti, lo stesso stava facendo lei sul suo petto. Stettero, così abbracciati in silenzio, per qualche minuto. Fu lei a rompere il silenzio pronunciando quelle parole avrebbe voluto sussurrare lui: << Ti amo >>.
Domenico rimase sorpreso da quelle parole e abbassò il capo per guardarla in faccia, la vide sorridere e fu contagiato; con due dita le sollevò il mento per baciarla a fior di labbra.
<< Ti amo anch’io, Rosy >> rispose.
Il sorriso di Rosy si allargò.
Era felice.
Non si era mai sentita così, nemmeno con Di Meo o Vincent.
Era qualcosa di nuovo, ed era bello.
Ma sapeva bene che non sarebbe stato facile vivere questo amore, perché avevano il mondo contro, perché ci sarebbe stato sempre qualcosa a dividerli.
Ma come dicevano i saggi: Amor ogni cosa vince.
E loro volevano crederci.

Fine
 
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[1] “Hai finito” in siciliano.
2 “Hai detto una cosa sensata” in siciliano.
3 “Perché” in siciliano.
 
Spazio dell'autrice:
*si affaccia da dietro il tavolo rovesciato*
Ok, se avete pomodori tirate pure.
Mi scuso enormemente per la scena d'amore, ma era la prima volta che ne scrivevo una.
Spero che il resto della storia non faccia così schifo :)
Ho scritto delle parole in siciliano, ma come potete vedere ho messo la traduzione nel caso qualcuno non capisse.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Le critiche sono ben accette, è con quelle che si cresce.
Ringrazio tutti voi che avete recensito o che l'avete anche solo letta. :)
Un bacione!
Puffola_Lily ღ

   
 
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