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Autore: Cardy    19/08/2013    1 recensioni
Storiella senza impegno, un attimo di follia che ho dovuto per forza scrivere.
Perché alle volte bisogna ammettere che non si riesce a vedere più in là del nostro naso.
Dalla storia.
"Lui, Kjriel, angelo al servizio di Gabriel, come quell'altro idiota, era costretto a fare da balia ad un altro essere celeste con chiari squilibri mentali dovuti al suo essere così maledettamente ottuso! "
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angelo con grosse problematiche di controllo della rabbia.
 
Era caldo, bisognava ammetterlo. Era così tremendamente caldo che si sentiva la maglia che indossava quel giorno attaccata alla pelle per via del sudore. Che poi.. teoricamente lui non avrebbe dovuto sudare, era un angelo! Gli angeli non sudavano, peccato che il suo tramite fosse maledettamente umano! Non che avesse niente in contrario agli esseri umani, amava quella razza, ci conviveva da secoli, peccato che odiasse sudare. Ed il caldo, il caldo era come un maledetto martello su un alluce già dolorante.
In più odiava quel compito che gli era stato affidato!
Amutiel aveva avuto una delle sue scenate da prima donna e lui doveva riportarlo all'ovile prima che combinasse qualche casino di cui si sarebbe poi pentito e che sarebbe toccato a lui rimediare.
E c'erano circa quaranta gradi alle undici di sera! Quello era un martirio! Avrebbe dovuto diventare santo, poco ma certo!
Lui, Kjriel, angelo al servizio di Gabriel, come quell'altro idiota, era costretto a fare da balia ad un altro essere celeste con chiari squilibri mentali dovuti al suo essere così maledettamente ottuso! Quando il suo comandante lo aveva messo in coppia con Am non aveva potuto che rispettare quell'angelo dagli occhi grigi che diventavano azzurri ogni qual volta che le nuvole coprivano il sole. Amutiel non era stupido, affatto, era solo eccessivamente impulsivo, pensava poco ed agiva fin troppo, però aveva anche la decenza di ammettere i propri sbagli e di chinare il capo ogni qual volta fosse necessario. 
Sbuffò, entrando nel parco ed iniziando la sua perlustrazione, continuando a ricordare. L'ammirazione che aveva nei confronti del compagno era aumentata con il tempo, occhi grigi, come veniva chiamato da molti, visto che era uno dei pochi a possederli, era fedele al proprio comandante ed era schietto, non c'era verso che riuscisse a tenere la lingua stretta fra i denti, questo era evidente, aveva anche un senso dell'umorismo tutto suo, alle volte un pò macabro, alle volte troppo pungente, ma comunque piacevole se preso a piccole dosi. Peccato che alla lunga venissero alla luce anche tutti i suoi lati negativi. 
Amutiel era un testone incredibile, faceva comunque di testa sua.
Amutiel non aveva un minimo di tatto, era come incapace di indorare la pillola.
Amutiel non riusciva a vedere più in là del proprio naso, nemmeno le cose più evidenti al resto del mondo.
Amutiel era completamente e fottutamente andato per il loro comandante, diventando alle volte quasi patetico nei suoi tentativi di compiacerlo.
Sospirò quando notò la figura muscolosa, sebbene più basso di quanto avrebbe dovuto, dell'altro angelo, seduto su una di quelle altalene che piacevano tanto ai cuccioli mortali. Lo sondò con uno sguardo, osservando i tratti del viso leggermente affilati, se non fosse stato per il naso, un pò troppo a patata, si diceva così in quel mondo, teneva la testa bassa, i capelli biondo cenere non erano abbastanza lunghi per coprirgli gli occhi che, anche da quella distanza, risultavano inumiditi da lacrime che venivano trattenute a stento. Le gambe erano allungate e ben modellate, davano leggermente la spinta e le mani erano strette alle funi che tenevano in aria il sedile, quell'immagine gli strappò un sorriso leggermente intenerito, sembrava un bambino che era appena stato sgridato dai genitori.
-"Ti ho trovato finalmente!"-
Lo vide sussultare, affilando il sorriso ed inclinando appena la testa, lasciando che qualche ricciolo scuro gli solleticasse la fronte. Al muso imbronciato che fece l'altro scoppiò proprio a ridere.
-"Eddai! Non fare quella faccia! Era logico che venissi a cercarti, dopo il casino che hai fatto!"-
-"Fanculo, Kjriel. Levati dalle palle, non è serata."-
Scosse la testa, sedendosi sul seggiolino al fianco di quello del biondo. Era normale che non fosse serata, Am era sempre di quell'umore dopo un incontro con la Serpe. Esattamente, la S maiuscola visto chi era a rendere così nervoso l'altro. La Serpe era un angelo caduto, era colui che aveva porto la mela ad Eva nel giardino dell'Eden e che conservava ancora la bellezza della virtù che era stato una volta. Ora era un principe infernale, nonché l'unico alleato che aveva l'arcangelo Gabriel per evitare il massacro che tutti gli altri, sia dei piani alti che dei piani bassi, sembravano invece desiderare. L'apocalisse, avrebbero detto gli uomini. Madri che uccidevano i propri figli, amanti che si ammazzavano fra di loro... era tremendo, ma non quanto sapere che il principe Belial, la Serpe, non desiderava tutto quello al loro pari. Come se non si sapesse che Gabriel aveva fatto breccia anche sotto la pelle squamata del principe infernale! Ed era per questo che tutto era un casino.
Quando la Serpe andava a deliziarli della sua presenza non perdeva l'occasione di pizzicare Am sulla sua cotta quasi adolescenziale per l'arcangelo, facendogli ben intendere che non aveva possibilità. Am del resto ci cadeva dentro con tutte le ali, come quella sera, c'era voluto del bello e del buono per staccarli, visto che il biondino che gli stava accanto era saltato alla gola del demone dai capelli scuri come un animale inferocito. Una volta staccati Am aveva preso armi e bagagli, aveva urlato qualche altro insulto e se ne era andato, tutto come al solito.
Rimase in silenzio, dondolandosi pigramente, il caldo era quasi opprimente, stava male, doveva ammetterlo, ma almeno aveva iniziato a tirare un pò d'aria, capace di dargli un minimo di refrigerio, anche se troppo poco.
-"è uno stronzo, quello non dovrebbe nemmeno avvicinarsi al Signor Gabriel!"-
Trattenne un sospiro, riaprendo appena gli occhi, che aveva chiuso nel tentativo di assimilare tutto il benefico influsso di quel soffio di vento, voltando il capo nella direzione di Amutiel, ancora ostinatamente voltato nella direzione opposta alla sua per non dargli modo di guardarlo negli occhi.
-"A me non sembra che Gabriel sia tanto infastidito dalla sua presenza."-
Gli atteggiamenti civettuoli del suo comandante ne erano la prova. L'arcangelo provocava il demone, conscio del fatto che quest'ultimo lo desiderasse come antipasto, primo, secondo e dessert di un lauto pasto da consumarsi fra le coperte di un letto... o qualsiasi superficie disponibile, non credeva che Belial fosse poi così schizzinoso per quanto riguardava la mangiata che aveva in mente!
-"è solo perché deve sopportarlo! Mi sembra palese che non lo voglia fra i piedi! Invece quel serpente maledetto non fa che strisciargli davanti con il chiaro intento di sbatterselo come una puttana! è... osceno!"-
-"La tua gelosia è patetica."-
Era stato più duro di quello che avrebbe dovuto, lo sapeva, ma era decisamente troppo caldo, era stanco, stava sudando decisamente troppo e non tirava aria, non aveva voglia di ascoltare i suoi piagnistei e voleva tornarsene a casa, dove l'aria condizionata avrebbe dato sollievo a quel corpo mortale che abitava. Si voltò nella sua direzione, trovando gli occhi grigi di Am sorpresi, ma con sempre quella luce che non si spegneva mai. Era tenace, Amutiel, rasentava la stupidità alle volte, vero, ma non si fermava di fronte a nulla, altra cosa che gli aveva sempre ammirato, quella luce combattiva in quelle iridi grigie era sempre stata una delle cose che gli aveva invidiato da sempre.
-"Che cosa hai detto?"-
-"Che non puoi continuare così."-
-"Fottiti, Kjriel!"-
Scattò nell'esatto momento in cui l'altro si alzò con tutta l'intenzione di andarsene, bloccandolo per un braccio e tirandoselo praticamente sulle gambe, mantenendosi in equilibrio per un pelo.
-"No, ora mi ascolti ed apri quelle orecchie una volta per tutte, Amutiel, perché mi sono stancato di doverti correre sempre dietro dopo le tue scenate."-
Non aveva alzato la voce, lo conosceva abbastanza per avere la certezza di ottenere l'effetto contrario dal calmarlo, aveva mantenuto uno sguardo fermo però, uno sguardo che non ammetteva repliche, puntandogli i propri occhi color cioccolato addosso.
-"Il Signor Gabriel si diverte a provocare Belial, si nota da chilometri, tu sei l'unico che non lo vede... fammi finire!"-
Lo stoppò, vedendolo aprire bocca per parlare.
-"So benissimo che continuerai con le tue storie da moglie tradita, ma ciò non toglie che fra te e lui preferisca la Serpe, quindi, fammi un favore, mettiti l'anima in pace."-
Aveva sempre pensato di possedere molto più tatto dell'altro, ma quando vide quegli occhioni feriti ed infuriati si pentì delle sue parole, lasciandogli il braccio. Era più alto di lui e più robusto, lo sapeva, ma sapeva anche che Am avrebbe potuto pestarlo a sangue per un affronto simile, del resto... l'impulsività era peggio del puro razocinio alle volte. Ma non successe nulla, l'altro si limitò ad abbassare lo sguardo, colpito ed affondato.
-"Però..."-
Gli rialzò il viso, sorridendogli rassicurante. Odiava quando gli diceva di amare il loro comandante, odiava quando gli confessava i suoi sentimenti, soprattutto quel giorno, per il caldo, si.
-"Sei un angelo sognatore, Amutiel, un sognatore testardo e fastidioso, ma con più cuore di tutti noi, ti basterebbe mettere un annuncio per cuori solitari e saresti riempito da proposte di matrimonio."-
-"Un annuncio?"-
-"Si, pensavo a qualcosa delle serie "Angelo con grosse problematiche di controllo della rabbia, gravi difetti di personalità come la stupidità, ma con il cuore aperto a chiunque cerca compagno con frusta e fiori per una relazione difficile ma sincera."."-
Il colpo allo stomaco se lo aspettava, mentre quello si alzava ghignando.
-"Piantala, coglione! Chi risponderebbe ad un annuncio simile?!?"-
-"Io, per esempio."-
Sbuffò quando l'altro scoppiò a ridere, intimandogli di alzare il culo e muoversi. Fissò per un attimo la sua schiena, seguendone la linea fino a quel fondo schiena da urlo che si ritrovava, prima di alzarsi e seguirlo, scuotendo la testa rassegnato. Il vero problema di Amutiel era davvero che non si accorgeva di quello che aveva davanti, altrimenti si sarebbe dovuto accorgere del fatto che gli moriva dietro da secoli!
 
Note: Salve... questa non so come mi è uscita, ma dovevo scriverla. è una piccola storiella su cui meditavo da ieri, qualcosina di assurdo in campo angelico xD I due angioletti qui presenti sono Amutiel, collaboratore di Gabriel e colui che dovrebbe aiutare a districarsi dai problemi, e Kjriel, sempre collaboratore di Gabriel ma è colui che dovrebbe fornire equilibrio psichico u.u E si, nella mia idea malata l'arcangelo collabora con Belial per impedire l'avvenire dell'apocalisse, i due piccoletti invece seguono il loro comandanteu.u Ecco tutto, spero possa piacervi>.< A presto^o^
  
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