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Autore: kiaki_smile    19/08/2013    0 recensioni
Un’altra noiosa intervista in un talk show avrebbe occupato la giornata: solita routine, solita noia, solite persone e solite domande. Ma Harry non poteva sapere che proprio quell’intervista avrebbe fatto crollare la facciata che si era accuratamente costruito.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come home

Everything I can't be
Is everything you should be
And that's why I need you here
Everything I can't be
Is everything you should be
And that's why I need you here
So hear this now
Come home
Come home
 
-          One Republic, Come home

 

“Harry torna a casa, ti prego.” La voce metallica di sua madre tramite il vivavoce gli sembrava così lontana eppure  era così vicina. Altre lacrime gli solcarono le guance e un oceano di emozioni stava per cadere dai suoi occhi. Non avrebbe dovuto risponderle, lo sapeva. Attaccò il telefono e lo spense. Si sdraiò comodo sul sedile del treno e cercò di addormentarsi ma i pensieri lo tormentavano.

Un’altra noiosa intervista in un talk show avrebbe occupato la giornata: solita routine, solita noia, solite persone e solite domande. Ma Harry non poteva sapere che proprio quell’intervista avrebbe fatto crollare la facciata che si era accuratamente costruito.

Appena arrivati là,  li portarono in sala trucco per far risaltare al meglio le caratteristiche- già alquanto perfette- dei loro visi e poi subito in onda per la solita ondata di domande. E l’intervista passò così. Parlarono del nuovo disco, del tour, del loro rapporto con lo staff e i componenti della band, delle loro famiglie, delle loro relazioni e subito dopo aver chiesto a Zayn di Perrie, il conduttore si voltò verso Harry e gli fece la fatidica domanda.
“Harry si dice che sei stato con molte ragazze, quindi mi viene da chiederti Sei un puttaniere?”
All’improvviso il tempo si fermò, tutti lo guardavano e tutti quegli occhi su di lui pungevano la sua pelle come spilli e lo bruciavano come carboni ardenti. Cercò più volte di rispondere ma quello che riuscì a fare fu aprire la bocca un paio di volte e poi limitarsi a scuotere la testa cercando di far capire che quello era un no. Quel gesto gli costò tanto, troppo e gli occhi iniziarono a pizzicargli. Non poteva piangere, non doveva piangere! Diamine, lui era Harry Styles! Lui era arrogante, strafottente, menefreghista, non soffriva, non piangeva, non ci restava male per una semplice domanda. O forse non era così?
Fece scattare la poltroncina, si alzò e dopo aver blaterato delle scuse scappò via così in fretta che nessuno nella stanza fu in grado di fare niente.


Doveva vederla. Aveva bisogno di tranquillità, di pace e poteva trovarla solo in un posto: casa. Per questo aveva preso il primo treno disponibile per Holmes Chapel ed era partito senza avvisare nessuno. Nemmeno sua madre sapeva che avrebbe avuto il suo bambino a solo qualche centinaio di metri da lei.

Dopo un lungo ed estenuante viaggio Harry stava percorrendo le strade della sua cittadina e senza neanche accertarsi di essere entrato nel vialetto giusto suonò al campanello: ormai conosceva quella casa a memoria.
Il cigolio della porta fece alzare il viso ad Harry e i suoi occhi verdi e ancora umidi di pianto incrociarono quelli marroni e incuriositi di Emma. La ragazza sorpresa e sconvolta da quell’improvvisa visita rimase immobile sulla porta senza sapere cosa fosse successo e cosa dovesse fare. Fece un passo verso di Harry e buttò le braccia al suo collo. Harry appena sentì quel contatto si lasciò andare e iniziò a piangere. Emma era casa sua: l’unica a capirlo, l’unica a calmarlo e l’unica a conoscere il vero Harry – a parte (forse) la sua famiglia e i ragazzi . Aveva un  grande bisogno di quell’abbraccio e iniziò a singhiozzare pesantemente mentre con il suo tremare scuoteva anche il corpo minuto di Emma. La ragazza lo portò dentro e lo abbracciò finche non si fu calmato. Gli preparò un tè caldo e aspettò accarezzandogli la mano finche Harry non fu pronto a parlare. Ma Harry semplicemente prese il computer dal tavolo e mostrò alla sua migliore amica il video dell’intervista che stava già facendo il giro del mondo. Emma sconvolta da quanto era successo strinse più forte la mano di Harry e con gli occhi lucidi iniziò a rassicurarlo.
“Io so che non sei così e tu anche sai di non esserlo! Non devi preoccuparti Harry, chi ti ama sa chi sei ed è solo questo che conta!” e Harry non poté fare altro che accennare un sorriso. Emma aveva colto nel segno: Harry era maledettamente insicuro e aveva paura che le persone che amava pensassero male di lui.

Quando aveva sentito quella domanda e aveva visto gli occhi dei suoi migliori amici puntati su di lui si era sentito minuscolo, impotente, insomma una formica di fronte ad un piede che sta per schiacciarla e non sa cosa fare e non può muoversi per la paura ma semplicemente spera di sopravvivere. E Harry si era sentito così e tutta la sua maschera era scivolata dal suo volto insieme alle sue lacrime. Perché il vero Harry era diverso e grazie alla semplici parole di Emma e al suo abbraccio aveva capito che doveva accettarsi e chi lo avrebbe accettato avrebbe fatto parte della sua vita e chi no, poteva anche andare al diavolo!
“Grazie Em per esserci sempre, non so cosa farei senza di te!”

I due si abbracciarono finche Harry non si alzò dicendo che sarebbe andato da sua madre. Non aveva paura di mostrarsi ed era sicuro che un abbraccio di sua madre gli avrebbe fatto solo bene.
 

Salve gente :D
Lo so, è una schifezza e anche senza senso..
Ma stavo ascoltando la canzone citata sopra
e mi è venuta in mente questa scena e
allora ho deciso di scriverla e pubblicarla.
L'unica cosa che mi piace sono le parole di Emma
e anche il suo personaggio (ho scritto di lei
mentre pensavo a Emma Watson)
Spero vi piaccia almeno un pochino.
Un bacio
Chià.

  
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