Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Misery007    19/08/2013    0 recensioni
Io sono una ragazza come tante in questo mondo, non sono la più bella ne la più brutta, non son la più simpatica, ma non son nemmeno la più antipatica, non vesto firmato e non seguo le mode, gli abiti li modifico ed ho uno stile tutto mio, non spendo cifre esorbitanti in trucchi ed accessori, ma ho sempre unghie curate, un filo di trucco e accessori nuovi e particolari. Insomma non sarò perfetta, ma sono solo me stessa. Eppure ...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*Una ragazza è seduta alla sua scrivania, apre il suo diario ed inizia a scrivere ciò che le passa per la testa in quel momento mentre una lacrima le solca il viso, arriva fino a bagnare il ciondolo della sua collana e poi cade sul foglio su cui la penna si muove velocemente.*
Io sono una ragazza come tante in questo mondo, non sono la più bella ne la più brutta, non son la più simpatica, ma non son nemmeno la più antipatica, non vesto firmato e non seguo le mode, gli abiti li modifico ed ho uno stile tutto mio, non spendo cifre esorbitanti in trucchi ed accessori, ma ho sempre unghie curate, un filo di trucco e accessori nuovi e particolari. Insomma, non sarò perfetta, ma sono solo me stessa. Eppure non riesco a essere veramente felice, non ci sono mai riuscita e non ci riuscirò mai, non ho mai riso spensieratamente o di gusto come tutte le altre persone. Ma perché mi capita tutto ciò mi chiedo. È una domanda che mi perseguita da tutta la vita.
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché sono così?
Perché non riesco mai a essere me stessa?
Perché non sono mai felice?
Perché continuo a soffrire?
Perché ho una voragine al posto del cuore?
Perché nella mia vita esiste solo la parola "dolore"?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?
Troppe domande e nessuna risposta. Io non riesco a dare una risposta a nessuna domanda. Ogni giorno pian piano ci muoio dentro. Ogni santo giorno piango e cerco di fare in modo che nessuno se ne accorga per evitare a chi mi circonda una seccatura o un dispiacere. Ogni notte bagno il cuscino di lacrime amare e non dormo, perché quando chiudo gli occhi faccio terribili incubi che mi fanno provare strazianti pene al cuore, cuore che ormai è diventato a poco a poco soltanto un immenso buco nero che attrae al suo interno ogni cosa. Con il passare dei giorni sono diventata perennemente triste, poi la tristezza ha lasciato posto alla depressione che ora come ora è il mio unico stato di vita. Sono Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
Sola.
SOLA!
Potrei stare in mezzo a centinai di persone e sentirmi comunque sola. Mi sono ridotta a credere di essere invisibile e forse non è del tutto un errore dato che quando parlo nessuno mi ascolta, quando passo in mezzo alla gente nessuno mi vede o mi nota, quando faccio qualcosa nessuno se ne accorge. Vivo perennemente nell’anonimato, potrei esserti accanto e non mi vedresti, ma perché per me è sempre così. Col passare del tempo ho imparato a scordare cosa voglia dire essere felici, spensierati, tranquilli. Nella mia vita ormai so solo casa voglia dire soffrire, deprimersi e addolorarsi. Arrivo a chiedermi che senso ha la vita, che senso ha vivere. Ma non so rispondermi.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Inutile.
Ecco come mi sento inutile. Mi sono trovata a dover diffidare di tutto e di tutti e a dover indossare perennemente una maschera, un sorriso finto e senza anima che mostro a chi mi circonda per far credere loro di star bene, quando in realtà dentro muoio ogni giorno più rapidamente. Ho sempre pensato che per ottenere qualcosa si dovesse dare il massimo e io lo facevo, soprattutto davo il massimo per le mie amiche, o per lo meno per coloro che ritenevo tali, ed è proprio per questo che mi sento tanto ferita, le persone che mi erano più vicine mi hanno inferto il colpo peggiore. Se solo non fossi tanto codarda la farei finita e basta. Ma non ne ho il coraggio, non voglio far soffrire i miei genitori e quelle rare persone a cui interessa ancora veramente di me. Fortunatamente qualcuno che cerca di consolarmi c’è. Le mie vere amiche le persone che mi sono più vicine in questo momento, le uniche capaci di leggermi dentro, le uniche che cercano di farmi sfogare anche se io non ci riesco, non riesco a sfogarmi, sono bloccata dietro la mia maschera, maschera che ormai mi rende un automa che non è in grado di vivere veramente. Forse ciò accade perché dentro di me sono già morta è solo il mio corpo che si rifiuta di capirlo. Non so come andrà il futuro, ma se continua così non vedo l’ora che la mia vita arrivi finalmente al termine, magari quel giorno riuscirò veramente a capire perché sono nata se in fondo ho sempre voluto morire. Grazie a coloro che mi sono accanto anche se io rifiuto il vostro aiuto non vuol dire che non lo apprezzo, anzi grazie per tutto ciò che fate, ma io sono così, fatico a capirmi io, quindi dubito voi riusciate a capire me. Io sono solo me stessa, ma preferirei non essere nessuno.
*Scritto ciò la ragazza chiude il suo diario, lo infila in una scatola d’acciaio, poi mette la scatola in borsa e va a fare un giro in città. Cammina tutta la giornata e quando ormai è sera e comincia a tornare sui suoi passi e dirigersi a casa, passa affianco ad un parco che hanno panna finito di costruire, in cui a terra ancora non è cresciuta l’erba, si avvicina al grande albero che si trova nel mezzo del nuovo parco, l’unica parte che è lì da anni, scava una buca profonda, poi prende la scatola e la sotterra sotto quell’albero, riempie la buca e poi aggiunge*
Con questo ho sotterrato anche me stessa. Magari fra qualche anno qualcuno troverà la scatola e il mio diario all’interno e così eviterà di fare provare a chi gli o le sarà vicino ciò che sto provando io. Speriamo che il mio malessere serva a qualcuno in futuro per poter evitare errori come quelli che sono già stati commessi.
*Dopo di che la ragazza si alza e se ne va, facendo perdere ogni sua traccia, non si sa dove sia andata, ma si sa solo che non fece mai più ritorno, nessuno la ritrovò mai più.
… [100 anni dopo] …
Il grande albero che padroneggia quel vecchio parco abbandonato, ormai unico ricordo di un pianeta una volta verde e rigoglioso, ma ora piatto, grigio e sommerso dal cementato, crolla a terra e con le radici che vengono alla luce viene fuori anche una piccola scatola d’acciaio. Dopo un paio di giorni una ragazza passa da quelle parti e incuriosita dal bagliore si avvicina alla scatola, la apre e al suo interno trova un diario e la collana che la ragazza che l’ha scritto indossava il giorno della sua scomparsa. Dopo averlo letto la ragazza del futuro lotta per i valori scritti al suo interno e dopo una decina d’anni riesce a far ristrutturare quel parco intitolandolo: “Parco in memoria di una ragazza triste” in più in centro furono piantati 4 grandi alberi al centro di loro fu creato un piccolo tavolino in pietra con inciso: “Qui giaceva l’unico ricordo della ragazza triste.”*

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Misery007