Merlino credeva che non avrebbe mai trovato l’amore; o meglio, probabilmente lo avrebbe trovato ma non avrebbe potuto viverlo.
Quelli come Arthur ottenevano il loro finale felice, non lui. Lui che non era né un principe né un cavaliere, lui che era solo uno strumento per portare Camelot alla leggenda.
Ci si era anche specchiato, nell’amore. Aveva guardato Freya e il cuore aveva iniziato a battere a ritmo col il suo. L’aveva baciata, e aveva visto un futuro insieme, lontano da Camelot e dalle responsabilità, una vita felice in una casetta di Eldor. Poi l’aveva vista spirare tra le sue braccia e con Freya era morta anche una parte di lui. Aveva fatto una brutta fine, così come tutti quelli che provavano ad ostacolare la strada che quel Destino beffardo aveva scritto per lui.  Così aveva preso la decisione che non si sarebbe più innamorato perchè  quelli come lui non potevano vivere l’amore. Lui che era un eroe senza gloria, un cavaliere silenzioso ed invisibile.
Però quando guardava gli occhi color cioccolato di Mithian una parte di lui ricominciava a sperare di avere il suo lieto fine. Perché lei non era la donna più bella che avesse mai visto, ma era di certo  speciale, con quella sua dolcezza bambinesca e quelle ciglia che sembravano sbattere solo per lui. Lei che fin da subito di era preoccupata del suo parere, che non si era fatta tanti scrupoli a chiedergli “di darle una possibilità”: a lui, lui che era solo un servo; lei, lei che era una principessa. Lei che, se avesse sposato davvero Arthur, Camelot avrebbe avuto la regina più giusta di sempre, e uno sguattero in più col cuore spezzato. Lei che gli aveva chiesto aiuto con lo sguardo, pur avendo Morgana alle spalle, ma lui non aveva capito. Lei che gli aveva detto di essersi innamorata di lui, così come lui si era innamorato di lei.
-Non capite Mithian: io sono solo un servitore, mentre voi  avete sangue reale-
-Era la stessa cosa per Arthur e Ginevra mi sembra, e guarda dove sono loro adesso!-
-Vieni con me- gli propone poi- Costruiamo una vita lontano da qui-
-…lo sapete che non posso-
-Ah già…. Arthur e tutto il resto- sembra delusa- Allora permettimi di restare. Sono sicura che Nemeth starà bene anche senza di me-
Merlino sa che non sta parlando a vanvera, che se glielo chiedesse abdicherebbe davvero; per quanto il suo cuore scalpiti però non può permetterle di ripudiare la corona.
-Oh Mithian-
Sa che se lei scorgerà nei suoi occhi chiari anche solo un velo di indecisione avrà sempre qualcosa a cui aggrapparsi. Ma lui la ama, la ama davvero, ed è proprio perché la ama che deve lasciarla partire il giorno dopo.
Si abbassa per raggiungere il suo viso, come ha già fatto altre volte, ma invece di baciare le sue labbra invitanti si ferma più su, sulla fronte. Mithian chiude gli occhi per bearsi di quello che, lo ha capito, è il loro ultimo momento. Poi Merlino se ne va senza più guardarla e si affretta a chiudersi nella sua stanza dove fa attenzione a tapparsi la bocca con la mano, affinchè Gaius non possa sentire i suoi singhiozzi.
La mattina dopo la guarda montare in sella al suo cavallo, interamente vestita di bianco proprio come il giorno in cui era giunta a Camelot. Merlino la segue con lo sguardo fin quando la sua figura non diventa che un minuscolo puntino all’orizzonte e allora, solo allora, lascia andare il fiato che aveva trattenuto, cercando di convincere sé stesso di aver fatto la cosa giusta anche questa volta.