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Autore: KuromiAkira    19/08/2013    2 recensioni
[Senyuu]
[Ross, Alba | Spoiler!]
Fu solo un attimo e in quell'attimo tutto il suo mondo venne sconvolto, rovesciato, privato di ogni luce, di ogni colore, di ogni energia, di cose che pensava di non avere più, ormai, ma che proprio quella persona gli aveva ridato.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Note iniziali: Di solito le note le metto alla fine della fiction, ma in questo caso devo fare un'eccezione.
Se siete qui è perché avete aperto la fiction, e se avete aperto la fiction presumo abbiate letto il riassunto.
Quindi sapete che questa è una fiction su 'Senyuu.'
Ora, io di ‘Senyuu.’ seguo l'anime subbato. Conosco gli spoiler ma li ho letti solo in un piccolo riassunto, nemmeno troppo dettagliato purtroppo, quindi in realtà non è che sappia granché.
Ma questa fiction è spoiler. Insomma, sto scrivendo su qualcosa che conosco poco pure io.
Quindi non so quanto possa essere canonico ciò che ho scritto.
So che è stupido scrivere su qualcosa che non si conosce bene. Mi sto trattenendo da scrivere tremila fiction su Inazuma Eleven Go perché ho guardato solo il prequel, per dire.
Però va beh. Ero stufa di dovermi impedire di scrivere su qualcosa a causa dell'ignoranza e avevo voglia di scrivere su questo anime. Ho pensato che se avvertivo e mettevo le giuste note, avrei potuto pubblicare a cuor leggero.
Che poi, naturalmente, non è manco uscita come volevo. Ma fa nulla. Nel caso, non leggetela.
Ultimamente sto sclerando così tanto che mi serve davvero fregarmene di tutto, per non dare di matto.






Per un attimo Ross aveva avuto paura.
La situazione in quel momento era già complicata di suo, così quando aveva percepito una presenza dietro di sé -una presenza che in qualche modo aveva trovato familiare, ma fu una sensazione talmente flebile che non ci aveva fatto caso- aveva pensato cosa ancora dovesse succedere prima di riuscire a porre fine a quell'incubo, e sopratutto quando l'eroe si sarebbe degnato di fare la sua comparsa e perché svanisse sempre e solo durante i momenti drammatici, proprio quando c'era la minima possibilità che la sua presenza servisse a qualcosa. Che razza di Eroe era, se al momento clou si volatilizzava?
Poi si era voltato e l'aveva visto.
Si era pietrificato sul posto, incapace di dire o fare alcunché.
L'aveva osservato in quel volto quasi infantile, in quei tratti conosciuti ma che in quel momento avevano un qualcosa di estraneo, aveva studiato la sua espressione, provato a scrutare i suoi occhi, cercandovi dentro la sua anima ora coperta da quella leggera ma costante patina color sangue così dannatamente stonata, dentro di lui. Aveva fatto scorrere lo sguardo sul suo corpo ed esaminato l'energia che lo circondava interamente.
No.
Fu allora che il suo corpo venne interamente scosso da un tremore impercettibile, il suo cuore sopraffatto da un sentimento che aveva pregato di non provare mai più in tutta la sua vita, le sue viscere si contorsero dal disgusto, proprio all’altezza dello stomaco.
Conosceva bene quell'aura, la magia portatrice di distruzione, di dolore e di solitudine, di tante, troppe cose per poter essere elencate senza perdere la ragione.
Un potere enorme, implacabile, spietato, una forza che aveva maledetto per molti anni, un tempo lungo, interminabile.
Era la rappresentazione stessa dell'oscurità che fermentava l'odio e il male, il profondo oblio dove nascevano i demoni e la follia; era una malattia che contagiava ogni cellula del corpo e corrompeva anche l'anima più pura e innocente, era una prigione stretta e soffocante e nera, nera come una notte senza stelle, nera come la disperazione; e rossa, rossa come il sangue, rossa come l'odio, come il risentimento, come la vendetta; era una prigione piena di urla e di lacrime.
Una volta venuti a contatto con essa non si poteva più scappare, si insinuava subdolo nella mente e riconvertiva ogni singolo pensiero, ogni memoria; scacciava ogni barlume di lucidità e ti lasciava in balia di un istinto primitivo e incontrollato, una voglia di guerra, di distruzione, di carne e sangue.
E ricordava perfettamente che conseguenze aveva avuto su di lui e su Crea.
Aveva cancellato tutto, oscurato anche la luce più intensa, spazzato via speranze, passato, presente e futuro.
E per un attimo Sion aveva avuto paura.
Un inedito, malcelato terrore dominava il suo sguardo sconcertato.
Immobile, inerme, lo sguardo fisso su di lui, i pugni serrati ai fianchi, le gambe pesanti.
Inutile muoversi, inutile dire qualcosa. Lo sapeva che ormai era tutto inutile. Era troppo tardi.
No!
No! No! No!
Lui no. Non lui, non di nuovo. Perché proprio lui?

Come poteva sopportare che accadesse un'altra volta? Come poteva accettare di dover perdere una persona così importante senza poter fare nulla, vederla precipitare nel vuoto e assistere impotente alla cancellazione della sua anima, frammentata e convertita in qualcosa di diverso, qualcosa di orribile, qualcosa che lui non avrebbe mai accettato di diventare, qualcosa di troppo lontano dalla comprensione umana per essere presa in considerazione.
Fu solo un attimo e in quell'attimo tutto il suo mondo venne sconvolto, rovesciato, privato di ogni luce, di ogni colore, di ogni energia, di cose che pensava di non avere più, ormai, ma che proprio quella persona gli aveva ridato.
Di nuovo inutile, di nuovo responsabile. Lui era la guardia reale. Era il suo compagno, era un suo amico. Avrebbe dovuto proteggerlo.
Per un attimo Ross, Sion, aveva avuto paura.
Poi Alba aveva sorriso, l'aveva salutato con quell'aria spensierata e un po' spaesata come ogni volta che veniva buttato a forza dentro una situazione troppo complicata; con quell'allegria incrollabile, quella positività che quasi lo rendeva cieco davanti al pericolo che avevano davanti, ma che era proprio ciò di cui avevano bisogno in quel momento, l'elemento indispensabile per andare avanti, buttarsi a capofitto contro il nemico e sconfiggerlo.
Ross tornò a respirare, schiuse le labbra in un leggero sospirò, sorrise.
Una luce tornò a brillare dentro di lui, una luce rossa ma gentile e calda, che scacciò in un attimo tutto ciò di sporco e corrotto che il passato aveva lasciato nella sua anima.
Avanzò di qualche passo, spontaneo, tranquillo.
- Eroe - lo chiamò, a pochi passi davanti a lui, guardandolo con un’espressione che Alba non ricordava di avergli mai visto in volto: commossa, felice, sincera.
Forse, pensò il ragazzo, Ross si era preoccupato per lui. Forse è ciò che gli avrebbe detto, lasciando da parte, per una volta, quella sadica arroganza che aveva sempre caratterizzato il compagno di viaggio.
Ciò che arrivò subito dopo, però, fu un fulmineo pugno sullo stomaco, accompagnata dal ghigno della guardia reale, un’espressione che di sincero non aveva nulla.
- Sei sempre il solito idiota, Eroe. Ti sembra questo il momento di arrivare? - mormorò, piegando appena la testa di lato.
- Accidenti a te! - esclamò Alba, portandosi le braccia sulla parte colpita, piegato in due dal dolore.
Sembrò sul punto di aggiungere qualcosa, ma rinunciò e si voltò, dandogli le spalle, borbottando qualcosa che somigliava a un 'e io che mi aspettavo chissà cosa' e allontanandosi.
Ross lo seguì con lo sguardo e sorrise soddisfatto, l'espressione si addolcì nuovamente.
Già, per fortuna Alba era il solito idiota di sempre.







Note finali: Non è che abbia molto da dire, ormai.
Diciamo che, dato che come ho già ammesso non so molto di questa parte della storia, mi sono più concentrata sul sentimenti di Ross appena vede Maoh-Alba che sull’avvenimento in sé. Che poi magari non penserà mai nulla di tutto ciò, ma ho già detto che ho deciso di fregarmene, vero?
La frase iniziale è ripetuta varie volte, e spero si sia capito che l’ho fatto apposta a mettere ogni volta un nome diverso.
Col background che si ritrova, Ross si presta bene a certe fiction introspettive, ma prima o poi spero di poter torturare Alba come merita (e sì, se lo merita, perché è troppo allegro e carino per non soffrire in grande stile, prima o poi *sadismo*)
  
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