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Autore: imperfectjosie    19/08/2013    1 recensioni
« Sto provando ad accendere questa macchina, Sam mi ha spiegato che bisogna premere questo pulsante, ma non succede nulla » spiegò confuso e con un accenno di timore nella voce che portò Meg ad avvicinare la mano alla bocca, per evitare di scoppiare del tutto.
|Castiel/Meg|
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural
Pairing: Castiel/Meg
Rating: Verde
Note: Come alcuni di voi sapranno, domani è il compleanno di Misha. :3 Potevo non scrivere una breve OS per festeggiare? 
 

Have you ever invited a stranger to come inside?




« Meg? »
Di tutte le cose che poteva sopportare il demone, la voce del suo unicorno di prima mattina che implorava per un aiuto sicuramente inutile, era di certo all'ultimo posto sulla lista. Sbuffò, posando il coltello demoniaco - gentilmente offerto da Dean, su spinta di Sam - sul tavolo in legno del cucinino e dirigendosi verso l'altra stanza della casa di Bobby. A volte si domandava dove diavolo sparivano tutti e perchè proprio lei doveva fare da baby-sitter all'angelo! "Tu resta qui" avevano detto "Qualcuno deve pur rimanere con Cass" avevano detto. Che dannata seccatura!
« Che c'è Clarence, non riesci a trovarti i piedi? Guarda in basso! » commentò sarcastica, con la classica voce noncurante che assumeva in situazioni stupide come quella che le si parava di fronte. 
Il trench strisciava sul pavimento, intorno ad un accovacciato Castiel intento ad armeggiare con i tasti di un vecchio televisore.
« Perchè non dovrei riuscire a trovarmi i piedi? » domandò, aggrottando la fronte confuso in direzione dell'uscio.
Meg sospirò di disperazione.
« Lascia perdere. Cosa diavolo vuoi? Sto cercando di rintracciare Dean e il piccolo cagnolino che si porta appresso da tutta una vita » il tono vagamente ironico non arrivò neppure alle orecchie del moro, che non accennava ad alzarsi dal pavimento.
« Che stai facendo? » chiese il demone, avvicinandosi alla sua figura. 
Ora, la scena sarebbe pure potuta risultare comica, se non fosse che era decisamente troppo stanca per poter ridere di gusto, si limitò a sghignazzare.
« Sto provando ad accendere questa macchina, Sam mi ha spiegato che bisogna premere questo pulsante, ma non succede nulla » spiegò confuso e con un accenno di timore nella voce che portò Meg ad avvicinare la mano alla bocca, per evitare di scoppiare del tutto.
Aveva più anni del Pianeta stesso e non riusciva neppure ad accendere un televisore. Comico, senza dubbio comico.
« Non ti è mai passato per la testa che forse, e dico forse, non si accende perchè la spina è staccata, intelligentone? »
Questa volta Castiel colse il sarcasmo e rispose aprendo la bocca, per poi richiuderla in un gesto contrariato di stizza. Era ovvio che non gli piaceva affatto passare per stupido, ma nonostante questo, ancora non riusciva a capire di cosa lei stesse parlando.
« La spina? Cos'è una spina? » domandò.
Meg avanzò, prendendo tra le mani un filo nero, posto dietro al mobiletto della TV e facendoglielo penzolare di fronte con un ghigno divertito.
« Oh. E dove la devo mettere? »
A volte gliele piazzava su un piatto d'argento. Cercò di trattenersi dal rispondergli a tono, mordendosi un labbro per ricordarsi di essere gentile, come Dean le aveva chiesto.
« Nella presa, idiota! » lo apostrofò, indicandogli una piastra bianca posta sul muro, accanto al mobile. 
« E poi si accenderà? » chiese, speranzoso.
Un piccolo barlume di tenerezza la colse in pieno. Doveva ammettere che per quanto fosse pesante e decisamente seccante stare dietro alle assurde domande dell'angelo e al suo essere completamente svuotato di qualsiasi empatia umana, spesso succedeva che riuscisse a spiazzarla. Gli occhi blu erano in attesa di una risposta e osservandoli, si ritrovò a sorridere.
« Sì. Sì Clarence, si accenderà » rispose, girandosi verso la porta.
Fece pochi passi, voltandosi in tempo per guardarlo spingersi oltre il mobile, sporcandosi i capelli ed il trench di intonaco caduto da chissà dove. Quel posto era indecente. Di certo Bobby non vi avrebbe mai posto rimedio, troppo occupato a bere e a salvare il culo ai due fratelli. Lo osservò sedersi sul letto a fissare l'intro del Letterman Show come se fosse la cosa più interessante del mondo.
« Grazie, Meg » esclamò poi, senza voltarsi.
Si ritrovò a sospirare, pensando che per salvarlo e nasconderlo dai suoi superiori, da Zaccaria e da chiunque altro lo volesse morto, avrebbe di certo dato la sua vita. Era il suo unicorno, solo Sam poteva comprendere.
« Figurati Clarence. » si sentì in dovere di rispondere, cercando di mantenere un tono neutro, ma invano, data la piega delle labbra dell'angelo. Il primo vero sorriso da quando si trovava sulla Terra.
No, decisamente Meg non era una sconosciuta; e neppure un nemico da dover uccidere. O almeno, non più.



END
  
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