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Autore: Lila_88    24/02/2008    2 recensioni
Lindsay soffre per la mancanza di tutto ciò che ha lasciato a Newport da quando è tornata a Chicago. Ma, una persona saprà come risolvere i suoi problemi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ryan Atwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL MIO CUORE A NEWPORT

Era a Chicago da quanto? Due giorni? Ebbene, ne era già stufa. Aveva una gran voglia di tornare indietro, a Newport.
Tornare a Chicago non aveva più senso. Era lontana dalle cose più importanti della sua vita. Dalle cose che aveva cercato in quegli anni: suo padre e l’amore.
Suo padre. Per diciassette anni era stata convinta che fosse morto, che non esistesse più. Ma in realtà sua madre le aveva mentito. Lei aveva un padre. Un padre vivo e vegeto. E adesso che lo sapeva, era difficile far finta di niente. Tornare alla propria vita e stare lontana da lui. Sapeva che Caleb Nichol non era il migliore dei padri, ma per lei era l’unico che avesse mai conosciuto. Per lei era importante. Nonostante tutto quello che egli aveva fatto di immorale o ingiusto nel corso della sua vita, per lei avrebbe sempre rappresentato qualcuno.
E pensare che le aveva offerto di andare a vivere con lui, nella sua sontuosa villa, nel cuore di Newport Beach. E lei? Aveva rifiutato, per tornare alla sua vecchia vita a Chicago. Lo aveva fatto soprattutto per non lasciare sua madre da sola. Le sembrava ingiusto trasferirsi da suo padre, che non aveva mai conosciuto, per lasciare la madre, che l’aveva cresciuta.
Così aveva deciso di partire. e aveva dovuto lasciare, oltre suo padre, anche il suo ragazzo.
Ryan Atwood. Lo amava, ne era quasi certa. Come del resto era quasi certa che anche lui l’amasse. Ma ormai era tardi. Lei aveva già provveduto a spezzargli il cuore, partendo. Lui aveva sperato fino alla fine che lei cambiasse idea, decidesse di rimanere. Ma lei non aveva voluto sentir ragione. Se n’era andata. Forse non l’avrebbe mai più rivisto. E il dolore, per questa constatazione, la opprimeva. Lo amava, perché doveva stargli lontana?
Era difficile, ma lei sperava che il tempo la aiutasse a soffocare il dispiacere per averlo lasciato. E sperava che aiutasse anche Ryan.
Inoltre anche la perdita di Kirsten si faceva sentire. Insomma, l’aveva lasciata nel momento in cui aveva imparato a volerle bene.
In tutto quel tumulto di sensazioni, quali tristezza, nostalgia e amarezza, sperava fortemente che sua madre non si accorgesse di niente. Anche se, probabilmente, si era già accorta che qualcosa non andava.
Da finestrino dell’autobus sul quale stava viaggiando, Lindsay si accorse che la sua fermata si stava avvicinando. Poteva già scorgere la casa che lei e sua madre erano tornate ad occupare. Si alzò e si tenne pronta a scendere.

All’interno della stessa casa, la madre di Lindsay stava seduta su una poltrona, con una tazza di tè fumante in mano, ad attendere il ritorno della figlia. Quello non sarebbe stato un giorno come un altro. Era stufa di vedere sua figlia infelice. Così aveva deciso di prendere una decisione lei, per tutte e due. Non si scompose quando sentì aprirsi la porta d’ingresso.
-    Mamma? Sono a casa!
-    Tesoro, vieni pure, sono in salotto.
Quando Lindsay entrò nel piccolo salotto di casa, si stupì molto di vedere i propri bagagli in un angolo.
-    Mamma... Che cosa significa?
-    Significa che torni a Newport. Oggi stesso.
-    Che cosa? Perché?  
-    Perché qui sei infelice, tesoro. Credevi, per caso, che non me ne fossi accorta?
-    Ma, non è vero. Sono felice di essere di nuovo qui.
-    Non mentirmi, non ne sei capace. Non riesco a vederti in questo stato, così ho deciso di rispedirti a Newport. Ho già parlato con tuo padre. La tua stanza, a casa sua, è già pronta.
-    Ma... E tu?
-    Non preoccuparti per me. Io starò bene. Inoltre ho deciso di chiedere un trasferimento definitivo a Newport. Appena potrò ti raggiungerò. Adesso è meglio che tu vada, altrimenti perderai il volo.
-    Mamma... Grazie!
-    Ti voglio bene.
-    Anch’io! Molto.
-    Lo so. Adesso vai.
Lindsay abbracciò e baciò sua madre, poi prese i bagagli e uscì di casa.

A Newport, in casa Cohen, la vita era ripresa a pieno ritmo. Almeno per la maggior parte delle persone che vivevano lì. Mentre Sandy leggeva il giornale e Kirsten si versava una tazza di caffè, Seth guardava attraverso i vetri delle portafinestra in direzione della casetta in piscina.
-    Che strano, sembra proprio che questa mattina Ryan non abbia intenzione di alzarsi!
-    Lascialo stare, Seth. Credo sia ancora a pezzi per la partenza di Lindsay.
-    Non è giusto. Tutte le volte che io e Summer siamo in crisi, io non ho diritto a un minuto di pace, invece Ryan può rimanere a letto?
-    Seth! Lindsay se n’è andata in un’altra città, in un altro stato, addirittura! Inoltre quando tu e Summer siete in crisi, di solito, la colpa è tua!
-    Ma... Papà!
-    Niente storie! E adesso fila a scuola!

Quando Lindsay arrivò all’aeroporto, trovò ad aspettarla un uomo con un’enorme limousine. A quanto pare, suo padre non era potuto andare a prenderla di persona, per degli importanti impegni di lavoro. Perché ciò non la stupiva affatto? Comunque fu gentilmente accompagnata alla villa dei Nichol. Lindsay si ritenne piuttosto fortunata: Julie Cooper non era a casa, al momento del suo arrivo! Meglio così, non la sopportava.
La ragazza decise di darsi una rinfrescata. Probabilmente Ryan era scuola, in quel momento. Ma lei non vedeva l’ora di poterlo incontrare. Intanto pensò che sarebbe stata una buona idea fare una capatina a casa Cohen per salutare sua sorella Kirsten. Poi magari avrebbe anche potuto andare a prendere Ryan a scuola.

Kirsten era rimasta a casa quel giorno. Si era concessa un giorno di ferie. Se lo meritava, dopotutto! Ryan non era ancora uscito dalla casetta. A dire la verità, non aveva neanche aperto le tende! Che stesse ancora dormendo? Se, insieme a suo marito, non avessero deciso di lasciargli un po’ di spazio, sarebbe già andata a vedere come stava.

Ryan non dormiva affatto. Aveva lasciato tutto chiuso, nella speranza che così nessuno lo disturbasse. Per il momento sembrava che fosse così. Non aveva voglia di vedere nessuno, ne di parlare con nessuno. Si sentiva a pezzi, per la partenza di Lindsay. Sapeva che in quel modo non avrebbe risolto niente, ma non aveva avuto la forza di alzarsi, quella mattina.

Quando sentì suonare il campanello, Kirsten non seppe a cosa pensare. Chi poteva essere? Si alzò e andò ad aprire la porta. Mai si sarebbe aspettata di trovarsi davanti sua sorella Lindsay.
-    Oh mio Dio! Lindsay, che cosa ci fai qui?
Le due sorelle si salutarono, dopodiché Lindsay spiegò a Kirsten tutta la situazione.
-    Sai, mio... anzi, nostro padre non mi ha avvisato! Comunque sono molto felice di vederti! E conosco una persona che lo sarà ancora di più!
-    Ryan? E’ a scuola, adesso?
-    No, a dire la verità è rinchiuso nella casetta in piscina. Da quando sei partita, sembra aver perso attrattiva per qualunque cosa... Sai che ti dico? Dovresti andare subito da lui!
-    Va bene!

Ryan imprecò sottovoce, quando sentì bussare. A quanto pare, qualcuno aveva deciso che era arrivato il momento di tirarlo fuori di lì. Sperò che perlomeno non si trattasse di Seth che aveva intenzione di distrarlo con le sue solite chiacchiere riguardanti lui e Summer. Non era dell’umore giusto. Decise di ignorare il bussare. Chiunque fosse, ben presto si sarebbe stancato.
Tutto si aspettava, fuorché la persona lì fuori decidesse di entrare ugualmente, nonostante non avesse ricevuto risposta. Fece finta di dormire. Magari così avrebbe convinto la persona a desistere dalle sue intenzioni e lasciarlo in pace.

Lindsay bussò a lungo. Quando vide che nessuno rispose, non si fece scoraggiare e provò a entrare. Bene, la porta era aperta. La stanza era immersa nella penombra, ma la ragazza riuscì ugualmente a distinguere la sagoma di Ryan sdraiata nel letto. Si avvicinò, cercando di non fare rumore. Magari dormiva. Quando arrivò vicino al letto, si chinò, per osservare il volto del suo amore. O dormiva, o stava fingendo di farlo.
Quel profumo... Ryan aveva sentito la persona misteriosa avvicinarsi. Doveva essersi chinata sul letto, perché, ad un certo punto, sentì un profumo femminile avvolgerlo. Ma non era un profumo qualunque. Quello era il profumo della sua Lindsay. Inconfondibile.
Lindsay pensò che magari, come nelle fiabe, se lo avesse baciato, egli si sarebbe svegliato. Così si chinò ulteriormente e sfiorò le labbra del ragazzo con le proprie. A quel contatto, il ragazzo rimase per un momento sorpreso, dopodiché ricambiò il bacio.
Fu un bacio lento. Lento perché Ryan voleva comprendere se stesse sognando o se veramente Lindsay fosse lì con lui. Fu così che Ryan interruppe il contatto fra le loro labbra e cercò i suoi occhi.
-    Lindsay...
-    Ciao Ryan!
-    Che ci fai qui?
-    Sono tornata!! E difficilmente me ne andrò!
-    Davvero?
-    Si, te lo prometto! Sono tornata per te!
-    Lindsay...
-    Ti amo, Ryan!
-    Anch’io ti amo...
Le loro bocche si incontrarono nuovamente e, questa volta, Ryan spinse la ragazza verso di sé, facendola cadere sul letto. Subito si portò sopra di lei, continuando a baciarla. Interrompendosi per riprendere fiato, Lindsay ridacchiò.
-    Che c’è, ti prendi gioco di me?
-    No, ci mancherebbe!
-    Allora perché stai ridendo?
-    Perché sono felice! Felice di essere qui, con te. Perché ti amo e perché sono nervosa.
-    Nervosa?
-    Si, per quello che stiamo per fare...
-    Che cosa stiamo per fare?
Lindsay lo guardò con aria maliziosa e fu ricambiata da uno sguardo altrettanto provocante. I due ripresero a baciarsi, sapendo benissimo che non sarebbero usciti tanto presto dalla casetta in piscina.
  
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