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Autore: Foolishly    20/08/2013    3 recensioni
"Ma tu hai seri problemi mentali , lui mi dovrebbe piacere ?! Non gli parlerei nemmeno se fosse l'ultima persona sulla terra" rispose Ranmaru mentre faceva per andarsene ...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ranmaru-kun stia attento per favore " disse il professore di filosofia scocciato dall'innatenzione del rosa.
"Scusi, staró attento " ribattè Kirino che si era distratto ammirando il meraviglioso cielo di quel giorno, così profondamente azzurro quasi come i suoi occhi.
"Ranmaru-kun ti vedo molto distratto in questi tempi, cerchi di non continuare così, prenda esempio da Takuto-kun " le parole del professore colpirono Kirino come una pallonata in faccia, non sopportava Shindou , anzi lo detestava talmente tanto che solo a sentire il suo nome gli si rizzavano i ciuffi rosa in testa.
Quando la lezione finì Kirino andó da Kariya che lo aspettava in cortile "Takuto di qua, Takuto di là, ma che rottura , perché lo devono sempre nominare ?" sbuffó il rosa.
"Beh forse perchè è un ottimo studente e un pianista eccezionale?" rispose l'amico con le mani dietro la testa.
"Non ti ci mettere anche tu " disse il rosa scocciato.
"Ma non é che in fondo ti piace ?" disse Kariya colpendolo con il gomito.
Ci fu un minuto di silenzio.
"Ma tu hai seri problemi mentali , lui mi dovrebbe piacere?! Non gli parlerei nemmeno se fosse l'ultima persona sulla terra" rispose Ranmaru mentre faceva per andarsene (per non far vedere a Kariya che era arrossito) quando vide lui , sì Shindou Takuto che gli stava davanti.
Il rosa era spiazzato e intanto Kariya dietro cercava di soffocare le risate.
"Piacere io sono Shindou Takuto, beh siamo in classe insieme ma non ho mai avuto l'onore di conoscerti" il rosa spalancó ancora di più gli occhi.
"So benissimo chi sei, comunque piacere Kirino Ranmaru ..." disse il rosa, Takuto sorrise e Kirino arrossì.
"Perchè mi fa questo effetto?! Io lo odio punto e basta" pensava tra se e se il rosa mentre fissava quel sorriso.
"Beh allora io vado " disse Takuto.
"C-ciao ..." mormorò Kirino.
Quando se ne andò, Kariya scoppiò a ridere "Aspetta com'è che avevi detto? Non gli parlerei nemmeno se fosse l'ultima persona sulla Terra" disse imitando Kirino.
"Kariya a volte sei veramente insopportabile " urlò il rosa mentre andava via.

Arrivò a casa e sbattè la porta dietro di lui, sedendosi sul letto in camera sua, al secondo piano di una casa in un normale quartiere giapponese.
"No, no, no, no e poi no " continuava a ripetersi il ragazzo, mentre muoveva la testa facendo muovere i capelli che ormai non erano più legati "Non mi piace quell'antipatico, insopportabile, troppo perfetto, con quel sorriso che ... NO , Kirino Ranmaru no" ecco i pensieri del rosa in quel momento.

Intanto a casa di Shindou...
"Devo ammettere che è carino, con quei capelli rosa e quegli occhi azzurro-acqua... NO. Takuto calmati, devi pensare agli studi e al pianoforte non c'è spazio per nessunaltro ..." il ragazzo continuava a pensare al rosa e la sua mente elaborava subito la risposta "devi pensare agli studi e il pianoforte, non c'è spazio per nessunaltro", nella sua vita gli avevano ripetuto molte volte questa frase, quando per esempio aveva voluto cominciare a giocare a calcio ma glielo avevano impedito.
Invidiava gli altri ragazzi, quelli che erano liberi di fare quello che volevano, anche se secondo i suoi genitori erano gli altri che divrvano invidiare lui, lo studente ottimo e il genio del pianoforte.
Ma a Shindou non andava più bene, doveva essere libero di fare quello che voleva.

Il giorno dopo Kirino si era svegliato con la determinazione di dimenticare la storia di Shindou e tutto il resto, ma non sapeva cosa stava per succedere, dopo aver fatto colazione e essersi sistemato i capelli uscì per andare a scuola e si ritrovó Takuto davanti che lo aspettava. "Buongiorno Kirino-kun" lo salutò Shindou sorridendo.
"B-buongiorno Shindou-kun" rispose timidamente il rosa.
"Sai passavo di qua e mi sono ricordato che abitavi qui, ti andrebbe di fare la strada insieme?" chiese il moro con disinvoltura.
"Perchè no?" domandò ironicamente il rosa.
La stessa cosa avvenne anche il giorno dopo e anche quello successivo.
Per Kirino era diventata un'abitudine trovare Shindou davanti a casa sua che lo aspettava per andare a scuola; poi nel tragitto avevano scoperto di avere molte cose in comune, come la passione per la musica e l'interesse per il calcio.
"Un giorno suoneremo qualcosa insieme, ti va?" aveva detto un giorno Takuto.
"M-ma io non sono bravo quanto te" rispose il rosa "Come faccio a saperlo se non to ho mai sentito? Dai oggi pomeriggio vieni da me e porti il violino, cosí suoniamo, ok?" disse Shindou quasi come fosse un ordine.
"O-ok " disse il rosa sorridendo.
La mattina trascorse velocemente, Kirino non vedeva l'ora di andare ma quando uscì vide Kariya che lo aspettava.
"Hei Kirino, ti va di venire da me a studiare oggi?" propose il verde.
"Scusa non posso, sono da Shindou oggi" disse il rosa.
"Da Takuto?! Ma stai scherzando?" ribattè Kariya con gli occhi sgranati.
"Si da Takuto, perchè?" sbuffó Kirino
"Aspetta un attimo, sei nervoso come una ragazzina al primo appuntamento, hehehehe" lo prese in giro il verde ridendo.
"Kariya, va al diavolo per piacere!" Gridò Kirino correndo via.
"Se anche Kariya l'ha capito, non riuscirò a tenerlo nascosto a Shindou..." pensava il rosa mentre tornava a casa a prendere il violino.

"Kirino non deve saperlo, rovinerei tutto, l'amicizia che si è creata tra di noi..." ecco i pensieri di Shindou mentre di scaldava al pianoforte.
Il campanello suonó e Shindou andó ad aprire la porta vedendo Kirino, quel giorno gli sembrava più stupendo del solito, i suoi occhi color mare e i capelli raccolti nei soliti due codini.
Lo invitó ad entrare, andarono in un'altra stanza, era grandissima con grandi finestre dalle quali entrava la luce del sole, con un lampadario di cristallo che pendeva dal soffitto e con il pianoforte in mezzo alla stanza.
Kirino tirò fuori il violino e mentre iniziava a scaldarsi arrivò la madre di Shindou.
"Buongiorno mamma" disse gentilmente Takuto.
"Buongiorno Shindou, non mi avevi detto che avevamo ospiti oggi" replicò la madre mentre squadrava Kirino dalla testa ai piedi.
"Scusami, avevo mille cose per le testa, lui è Kirino Ranmaru è in classe con me e suona il violino, quindi volevo provare a suonare qualcosa insieme" le spiegò cordialmente il figlio.
"Piacere signora" cercò di essere il più gentile possibile Kirino.
"Ahh, ricordati che devi anche studiare per il test di domani, non perdere troppo tempo in questi giochetti" disse scocciata sua madre.
Kirino strinse i pugni e abbassó lo sguardo.
"Mamma per me non sono giochetti" assunse un tono arrabbiato Shindou "lui è il mio migliore amico."
Kirino sgranó gli occhi.
"Vedi di sceglierti meglio gli amici" sbuffó la signora.
"Se qui non sono desiderato posso benissimo andarmene" mormorò Kirino mentre metteva a posto il violino.
"N-no aspetta Kirino..." replicó Takuto.
"Mi scusi per il disturbo" disse cordialmente Kirino mentre se ne andava.
Quando uscí di casa però cominciò a correre con le lacrime agli occhi "perchè ci sono andato? Sì, lo so bene il perchè, io mi sono innamorato di lui, giorno dopo giorno scoprivo sempre più cose che mi facevano interessare a lui, ma si vede che per lui non è cosí..." pensava il rosa mentre correva.

"Si può sapere che hai fatto?!" urlò Shindou.
"Io, non ho fatto niente, e vedi di moderare i termini quando mi parli" lo rimproverò con calma la madre.
"Cosa devo fare ?" ecco cosa continuava a chiedersi il ragazzo "al diavolo tutto, mia madre, la famiglia , gli studi e il pianoforte! Io amo Kirino e andrò a dirglielo!" Pensò Shindou mentre cominciava a correre verso la porta.
Kirino visto che era distratto dai suoi pensieri si era perso, e in più era la prima volta che passava in quella parte della città.
Intanto Shindou continuava a correre come un forsennato urlando il nome di Kirino.
Si sentí un tuono, poi una goccia e un'altra ancora, finchè non cominciò a piovere a dirotto; Kirino cercò un posto dove ripararsi ma finí in un vicolo ceco e si sedette contro al muro con le lacrime agli occhi.
Shindou, invece, continuava a correre sotto la pioggia provando ad immaginare dove fosse il rosa, continuò a correre finchè non intravide una figura famigliare, un ragazzo dai capelli rosa e gli occhi color oceano seduto per terra sotto la pioggia.
"Kirino!" Lo chiamò Shindou.
Il rosa alzò lo sguardo e lo vide, d'istinto si mise in piedi e andò ad abbracciarlo con le lacrime ancora agli occhi "Shindou" ecco l'unica parola che continuava a ripetere.
"Kirino scusami, è tutta colpa " sibilò Takuto.
"Scusarti di cosa? L'importante è che adesso mi hai trovato" lo tranquillizzò il rosa sorridendo.
Quel sorriso colpí Shindou come un fulmine a ciel sereno "Kirino ti devo dire una cosa."  
"Cosa c'è? " chiese curioso il rosa.
"Ecco, io volevo dirti che sei stato il primo amico che ho avuto e con il passare del tempo ho conosciuto cose di te che non sapevo e .."
"E?" domandòe il rosa avvicinandosi.
"E ho finito per innamorarmi di te, Kirino io ti amo, più di qualunque altra cosa al mondo..." nel mentre diceva ciò, Takuto piano piano avvicinava le sue labbra a quelle del rosa che si unirono qualche secondo dopo in un caldo bacio bagnato dalle goccie della pioggia, Kirino e Shindou avrebberi voluto che quel momenti durasse per sempre...
Si staccarono dopo pochi secondi "ecco, Shindou anche io volevo dirti una cosa, forse all'inizio non ti sopportavo o ti trovavo odioso, ma conoscendoti meglio ho capito che sei tutto quello che ho sempre voluto, ti amo anche io" borbottò timidamente il rosa.
"Dimmi ancora che mi ami."
 "Ti amo, ora e per sempre."






Angolo autrice ~
 
Ciau lettori (?) Ho pensato a questa TakuRan in macchina e cosí ho pensato di scriverla e rendervi partecipe dei miei pensieri (?) Comunque capite gli eventuali errori è solo la seconda fic che scrivo, comunque vi ringrazio di aver perso tempo a leggere quello che scrivo.
Bye bye

 Arteda_
  
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