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Autore: Ayumi Yoshida    20/08/2013    3 recensioni
Con lo stesso salto, un bambino che gli somigliava tremendamente prese il suo posto di fronte a Cell. Doveva essere suo figlio. I suoi occhi chiari scintillavano sicuri e rabbiosi, simili alla stessa espressione che aveva mostrato in precedenza suo padre.
Videl guarda in televisione il Cell Game ed è lì che vede Gohan per la prima volta. Ma non si innamora di lui, si confonde con lui.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gohan, Goku, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Potevano farcela.

 

L’uomo dai capelli accecanti indietreggiò di scatto, attirandola verso di sé come se avesse avuto una calamita. Videl si avvicinò allo schermo immenso della televisione appeso al muro lentamente, aggrottando le sopracciglia senza riuscire a trattenere una smorfia di sufficienza.

Che cosa gli veniva in mente, tirarsi indietro contro quel mostro proprio quando sembrava riuscire ad essere al suo livello? Dalle riprese si era capito poco, Cell e quell’uomo comparivano soltanto ogni tanto, si davano un calcio, un pugno, poi scomparivano di nuovo in una nuvola di fumo, ma la telecronaca del giornalista dimostrava che quell’uomo, sorprendentemente, poteva farcela.

Perché si stava tirando indietro, allora? Aveva forse paura?

Trattenendo a stento un urlo, Videl lo sentì esclamare: “Mi arrendo!” mentre il giornalista cominciava ad invocare a grande voce il nome di suo padre, e per strada, dovunque in città, tutti gli altri cominciavano a fare lo stesso, facendo sentire le loro voci anche oltre la finestra. Se solo suo padre non fosse stato preda di quel terribile mal di pancia che l’aveva bloccato dall’inizio del torneo… Doveva essere davvero fortissimo se non riusciva a fingere di non sentirlo e aveva deciso di lasciare momentaneamente il destino del mondo nelle mani di quell’uomo che si era tirato indietro.

Preoccupata, Videl puntò gli occhi sullo schermo luccicante: cosa sarebbe successo da quel momento in poi? Cell non li avrebbe uccisi tutti? Non poteva essere. Si portò le mani al volto, disperata.

“Un attimo!” strillò all’improvviso il cronista assordandola. Videl aveva sentito persino il pavimento scricchiolare. Abbassò le mani all’altezza del ventre e le strinse con tutta la forza che aveva. “Il guerriero dorato ha detto che si tira indietro perché c’è qualcuno di più forte di lui che ci salverà tutti! Sta certamente parlando di Mr. Satan! Ma il maestro è bloccato a terra da questo fortissimo mal di pancia… Cosa ne sarà di noi?”

La sua voce cominciava a tendere verso l’isterico. Con il respiro accelerato, Videl sentì che sarebbe presto scoppiata a piangere. Si coprì gli occhi con le mani per non farsi vedere, anche se in quella immensa casa con lei ormai non c’era più nessuno: non potevano, non potevano arrendersi in quel modo. Avrebbe voluto morire combattendo piuttosto che guardando tutto dalla televisione, inerme e infuriata per colpa del suo orgoglio ferito.

“Adesso tocca a te, Gohan!”

La voce dell’uomo biondo portò di nuovo il silenzio nella casa. Videl si scoprì gli occhi ormai pieni di lacrime e guardò ancora lo schermo: con un salto perfetto, l’uomo raggiunse di nuovo i suoi amici immobili sin dall’inizio del combattimento su un rilievo lì vicino e cominciò a dire qualcosa, ma nulla della sue parole arrivava al microfono. L’uomo gesticolò, guardò i suoi compagni uno ad uno, poi si rivoltò verso il campo di battaglia. Con lo stesso salto, un bambino che gli somigliava tremendamente prese il suo posto di fronte a Cell. Doveva essere suo figlio. I suoi occhi chiari scintillavano sicuri e rabbiosi, simili alla stessa espressione che aveva mostrato in precedenza suo padre.

Gradualmente, quasi senza accorgersene, Videl smise di piangere, incapace di staccare gli occhi da quel bambino furioso, che gli sembrava come avvolto da una strana aura elettrica: era certa che, se avesse provato a toccarlo, ne sarebbe rimasta bruciata. C’era qualcosa in lui, nonostante i suoi occhi che avrebbero potuto terrorizzare il mondo, che lo rendeva diverso da Cell, che non riusciva a spaventarla: Videl lo sentiva, i suoi erano occhi incolleriti per colpa di tutto quello che gli stava accadendo intorno, rabbia fuoriuscita dal profondo soltanto per aiutare suo padre, per proteggere i suoi cari. Aveva provato lo stesso quando suo padre le aveva detto che avrebbe sfidato Cell tutto da solo, facendole ribollire le viscere, vietandole di seguirlo dopo che lei gliel’aveva chiesto con forza e abbandonandola in quell’immensa casa che aveva da poco acquistato grazie ai soldi vinti al Torneo Tenkaichi.

Avrebbe voluto morire combattendo sul campo di battaglia piuttosto che guardando quello scontro dalla televisione, inerme e infuriata per colpa del suo orgoglio calpestato. Era una guerriera, era la figlia del campione del mondo Mr. Satan, aveva l’obbligo di lottare per proteggere l’unica persona che gli fosse rimasta al mondo, suo padre. Poteva lottare tramite lui, quel bambino dallo sguardo di ghiaccio e dalla postura esitante che , nonostante tutto, bucava lo schermo e da cui il cameraman non riusciva a staccare l’obiettivo. Potevano avere la stessa età, ma a lui non era stato proibito di raggiungere il campo di battaglia, perché lui poteva farcela, lo sentiva dentro. Poteva riuscire a sopravvivere, aveva qualcosa di troppo importante da proteggere per morire, suo padre, i suoi amici, certamente anche sua madre.

Potevano farcela.

 

 

 

 

Note: in questo periodo, quando la saga di Cell arriva alla fine, puntualmente nel fandom compare una fic sul torneo dal punto di vista di Videl, e questa volta sono io a postarla. Erano tre anni e più che avrei voluto scriverla, ma  questo fatto mi ha sempre frenata. Avevo paura di scrivere qualcosa di cliché, di visto e rivisto, soprattutto perché avrei voluto scrivere di anime che si ritrovano come se si fossero già conosciute prima, di una cosa molto filmesca e romantica, insomma, ma ieri sera l’idea di avvicinare Gohan e Videl per una similitudine diversa dal solito mi ha convinto a procedere ed ecco che questa fic vede finalmente la luce. ^^ Videl non si innamora di lui, non riconosce in lui la sua anima gemella, semplicemente lo osserva e si rivede in lui, si confonde con lui. So che è troppo poco romantica e sentimentale per i miei standard, ma mi rifarò in futuro con altre fic in cui si conoscono già e in cui, quindi, sarà più facile farli interagire. XD Se tutto andrà bene, a settembre si parte con una nuova long Gohan/Videl! XD

Spero che possa piacervi almeno un po’, e mi farebbe davvero contenta sapere se è riuscita a lasciarvi qualcosa. Vi ringrazio anticipatamente se deciderete di accontentarmi! ^^

 

Alla prossima – e forza Gohan! ;)  -


   
 
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