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Autore: I Fiori del Male    20/08/2013    5 recensioni
Qualche giorno fa pensavo alle farfalle e alla tristezza della loro vita. Da qui è nata questa piccola One Shot introspettiva, che spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COME LE FARFALLE

 
“ ... e così è risaputo che le farfalle, una volta uscite dalle crisalidi, vivono un solo giorno.”

“ Bene, Monsieur Jarjayes, avete solo dieci anni e imparate in fretta!”

Oscar sorrise, compiaciuta, ignorando volutamente, come sempre, il fatto che il precettore le si riferisse come “Monsieur” e la governante, Marron, continuasse a chiamarla “Madamigella”. Mentre il precettore riuniva le sue carte e i suoi libri, lei sfogliava curiosa il tomo di biologia che aveva di fronte, soffermandosi ancora sulle pagine che raccontavano la vita delle farfalle. La rattristava il fatto che creature tanto belle vivessero un solo giorno e si chiedeva, producendo un pensiero fin troppo adulto per la sua età, cosa avrebbe provato, sapendo di dover vivere solo quel giorno, mentre André, seduto su una sedia accanto alla sua, la osservava non visto, chiedendosi la stessa cosa.

 
Ecco, le braccia di André, così forti, erano la sua corazza, la sua crisalide, e lei era il bruco che aveva impiegato trent’anni della sua vita ad accettare l’idea di avvolgersi in quel bozzolo di seta, perché, lo sapeva, una volta entrata, non ne sarebbe uscita identica, sarebbe stata una farfalla, e per lei, costretta a terra, abituata a strisciare, sebbene a testa alta, fra le idee dei nobili, le loro leggi, le loro convinzioni, sarebbe stato più che un trauma possedere le ali per potersi dirigere dove il suo cuore le suggeriva, perché nel profondo di se stessa sapeva che, una volta divenuta farfalla, avrebbe preteso troppo da se stessa, e di certo quello in cui si trovava non sarebbe stato il suo posto nel mondo, di sicuro se ne sarebbe andata. Forse suo padre, rimasto bruco tutta la vita, avrebbe tentato di strapparle le ali, timoroso di quella libertà, e lei non sapeva se sarebbe riuscita a tenersele, e poi ...

.. e poi le farfalle, una volta nate, vivevano un solo giorno. E lei non voleva vivere solo un giorno, con André. Voleva donarglisi per la vita, eppure i tempi che li avvolgevano, la storia che si creava loro attorno le bisbigliava già da tempo nell’orecchio quella tremenda verità: lei sarebbe morta, prima del tempo, e non sarebbe stata la tisi a cancellarla dal mondo.

Quanto poteva essere spaventoso, avere quella consapevolezza nel cuore? Quanto doloroso poteva essere, costringersi a non rivelarla, per il bene di chi amava, perché non soffrisse ancora? Lo sapeva lei, e lo sapeva lui, che la stringeva tra le braccia, con passione ma con altrettanta delicatezza, per non vederla infrangersi, non ora che poteva essere la prima e l’ultima volta in cui l’avrebbe vista, perché il suo unico occhio rimasto minacciava di spegnersi in eterno.

“Cos’hai, Oscar? Ho forse ...”

“No, André, tu ... è stata la notte più bella della mia vita. Sai ... per un attimo ho pensato alle farfalle.”

Lui spalancò gli occhi, stupito. Non gli sembrava il momento, quello, di mettersi a pensare alle farfalle, ma i ragionamenti della sua Oscar di rado erano semplici.

“perché?” le chiese infine, un po’ divertito suo malgrado.

“ricordi la lezione che ci fece il precettore sulle farfalle, André?”

Lui ci pensò un po’ su, poi i suoi ricordi tornarono ad affacciarsi vividi. “si ...”

“le farfalle ... non credi, André, che io sia stata un bruco tutta la vita? E adesso il tuo amore mi ha reso farfalla, ma le farfalle vivono un solo giorno, André, splendono nella loro bellezza con tanta forza da consumarsi subito e finire polvere nel vento in un istante, e il nostro amore brucia così forte che penso di morire oggi ...”

“Oscar, tu guarirai dalla tisi.” Le disse semplicemente lui.

“Non è la tisi a spaventarmi, d’altronde il medico ha detto che con l’adeguato riposo ... ma sai che non riposerò, non è vero, Andrè? Non finché la Francia resterà in queste condizioni ... lo sai, che non posso ...” il suo tono era supplichevole, e André era l’unico cui fosse mai stato concesso di sentire quel tono, in tutta la loro vita. Gli stava chiedendo scusa,, perché forse sarebbe stato meglio, per entrambi, rifugiarsi ad Arras, per riprendersi, e vivere la loro vita insieme, ma Oscar François de Jarjayes, il comandante, il soldato, non si sarebbe ritirata dalla battaglia nemmeno se privata degli arti. E la battaglia, forse, anzi quasi sicuramente, l’avrebbe uccisa.

“Non ti chiederei mai di farlo.” La rassicurò lui, carezzandole dolcemente una guancia rossa di calore e passione che ancora le bruciavano dentro. “Io verrò con te. Sempre. Ovunque.”

“André ...” sospirò Oscar, nascondendosi tra le sue braccia in un muto ringraziamento.

 
Fu a quella promessa che Oscar pensò, non molte ore dopo, quando vide e sentì il colpo che avrebbe cancellato per sempre la vita di André e, con essa, anche la sua. Pensò a come vivessero le farfalle, nella certezza di morire il giorno successivo alla loro venuta al mondo e si vide, farfalla morente, seguirlo malgrado non fosse morta ancora. E nessuno comprese, quando le pallottole la trafissero ai piedi della Bastiglia, che nessuno aveva colpito Oscar, perché lei se n’era già andata il giorno prima, assieme ad André.

 
La loro esistenza era svanita come fumo nel vento della rivoluzione, come quella delle farfalle.


*angolo autore* Ciao a tutti :) Spero che questa piccola One-shot, nata da un pensiero salitomi alla mente all'improvviso, vi sia piaciuta. Premetto di non sapere se ai tempi di Oscar e André lo svolgersi del ciclo vitale delle farfalle fosse conosciuto. Se anche non lo fosse stato, non mi pento di aver stravolto un po' le cose con questa fic xD Fatemi sapere.
   
 
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