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Autore: Lila_88    25/02/2008    1 recensioni
Beverly Hills 90210. Brenda e Brandon devono affrontare una tragedia: la morte dei loro genitori.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN TRAGICO AVVENIMENTO

Gli alunni della West Beverly Hills erano alla loro terza ora di lezione mattutina. Mentre Andrea, Steve, David e Donna erano impegnati in un test di matematica a sorpresa, il resto del gruppo stava ascoltando una spiegazione di chimica. Dei quattro, il più interessato era sicuramente Brandon. Dylan continuava a fissarsi di nascosto con Kelly, sperando di non essere visto da Brenda, la quale sembrava impegnata a disegnare sul proprio quaderno degli appunti. Sentiva qualcosa di strano nell’aria in quel periodo. Da quando era rientrata dal suo viaggio a Parigi con Donna, aveva la netta sensazione che la sua vita stesse per cambiare da un momento all’altro. Perfino la sua relazione con Dylan aveva qualcosa che non andava, anche se non era certa di che cosa. Kelly, poi, era molto agitata, quando erano insieme e Brenda non capiva il perché. Sperava soltanto che le sue sensazioni svanissero e alla svelta.

Finalmente la professoressa fece una pausa per andare ad aprire a chi aveva appena bussato alla porta. Brenda si voltò verso Dylan, che le sorrise. Lei fece lo stesso e gli mandò un bacio; Dylan allargò il sorriso e anche lui le spedì un bacio. Kelly aveva osservato la scena con disagio e gelosia. La professoressa si voltò verso la classe.
- Brandon? Brenda? Potete venire qua, per favore? Questo signore vuole parlare con voi.
Quando videro che il “signore” era un poliziotto i due gemelli si guardarono fra loro, un po’ preoccupati e si avvicinarono. Anche Dylan e Kelly erano impensieriti dalla presenza del poliziotto, ma poterono udire solo un ”che cosa?!” quasi urlato da Brenda, poi il poliziotto chiuse la porta dell’aula rimanendone all’esterno con i due ragazzi.

Il poliziotto disse loro che i loro genitori avevano avuto un incidente stradale, prima di chiudere la porta.
- Quando?
- Soprattutto come stanno?
- L’incidente è avvenuto questa mattina; circa un’ora fa, in centro. La loro auto si è scontrata frontalmente con un autobus.
- Oh mio Dio...
- Come stanno?
- Beh, si è visto subito che le loro condizioni erano gravi e, nonostante i soccorsi siano arrivati quasi immediatamente, (sospirò)... mi dispiace ragazzi... purtroppo non c’è stato niente da fare, sono morti.
- Noooooooooooooooooooooooooooooooo

Gli altri ragazzi, nell’aula, si spaventarono sentendo l’urlo straziante e carico di dolore di Brenda. Dylan si alzò, pronto per correre a vedere cosa era successo, ma l’insegnante lo fermò.
- Mackay, torna a sederti, per favore.
- Ha sentito quell’urlo? Proveniva dalla mia ragazza e non ho intenzione di far finta di non aver sentito. Voglio sapere che cosa è successo.
- Dylan, capisco, ma non credo che sia il caso...
Il ragazzo non la fece finire e si avvicinò all’uscita.
- Dylan Mackay, se esci da quest’aula adesso, mi vedrò costretta a ricorrere a provvedimenti disciplinari.
- Faccia pure.
Detto questo Dylan uscì.

Mentre Brenda aveva espresso il suo dolore urlando, Brandon era rimasto sconvolto ed immobile. Poi iniziò a tremare e trovò la forza di stringere a sé la sorella. Il poliziotto guardò comprensivo i due ragazzi confortarsi tra loro. Subito dopo vide la porta dell’aula aprirsi.
- Brenda, cosa è successo?
La ragazza si staccò dal fratello per correre ad abbracciare il suo ragazzo, piangendo. Dylan ricambiò l’abbraccio, accarezzandole i capelli.
- Piccola, che cos’ hai?
- Oh, Dylan... i miei genitori... loro... sono morti...
Dylan si sentì il cuore stringersi e abbracciò più stretta Brenda facendo segno a Brandon di avvicinarsi. Lui lo fece e Dylan, con un braccio, allargò il suo abbraccio anche a lui. Brandon strinse sia Dylan che Brenda, la quale era rimasta al sicuro tra i due ragazzi. Il poliziotto continuò a guardare i tre ragazzi stretti in un unico essere, poi a malincuore, dovette interrompere quella scena commovente.
- Scusatemi, mi dispiace dovervi far fretta, però dovreste seguirmi alla centrale, perciò è meglio se andiamo.
Dylan si rivolse all’agente.
- Posso venire anch’io?
- Dovremmo discutere di cose strettamente familiari e non so se è il caso...
Brenda si asciugò le lacrime e si rivolse all’uomo.
- La prego...
- Siete voi che dovete decidere in fin dei conti...
- Dylan puoi fare una cosa prima?
- Quello che vuoi, Brandon.
- Puoi raccogliere le nostre cose in classe? Non me la sento di andarci.
- Va bene.
Brenda non voleva lasciare la mano di Dylan.
- Dylan ci raggiungerà lì tra pochissimo, tranquilla. Andiamo.
Lei guardò Dylan.
- Fra poco sarò là.

Dylan guardò Brenda e Brandon allontanarsi insieme al poliziotto, poi rientrò nell’aula. Kelly si preoccupò notando la faccia triste di Dylan. Le sue ansie aumentarono vedendolo prendere la propria roba, quella di Brandon e quella di Brenda.
- Allora Mackay, dove vorresti andare, adesso?
- Signora Harding, io accompagno i Walsh alla centrale di polizia.
- Alla centrale di polizia? Che è successo?
- Taylor, non intrometterti.
- Brandon e Brenda sono miei amici.
- I loro genitori sono morti.
Kelly rimase impietrita alla notizia, per lei i signori Walsh erano come dei secondi genitori. L’insegnante abbassò lo sguardo e fece segno a Dylan che poteva andare. Lui prima di uscire si rivolse a Kelly.
- Avverti gli altri.
Kelly annuì e Dylan andò via.

Appena la campanella suonò, Kelly si alzò ed uscì dall’aula. Per fortuna si trovava vicino alla classe degli altri ragazzi, perciò fece in tempo ad arrivarci prima che si allontanassero.
- Ragazzi, devo parlarvi. E’ urgente.
- E’ successo qualcosa?
- Dove sono gli altri?
- Alla centrale di polizia.
- A fare che?
- I genitori di Brandon e Brenda hanno avuto un incidente e… sono morti.
- E’ terribile.
- Forse dovremmo raggiungerli.
- Dylan è con loro.
- Allora cosa aspettiamo, andiamo!
- Steve, credo che non sia una buona idea affollare la centrale, forse è meglio aspettare notizie da loro.
- Sarà, ma io non riesco a stare qui senza fare niente.
- Potremmo aspettarli fuori casa loro.
- Va bene, andiamo.

Dopo aver dato i loro dati agli agenti di polizia, ai ragazzi non rimaneva altro da fare là, così Dylan si offrì di accompagnarli a casa. In macchina Brandon continuò a fissare la strada senza dire niente, mentre Dylan ogni tanto staccava gli occhi dalla strada per posarli su Brenda, seduta vicino a lui. Si asciugava le lacrime che continuavano a scenderle sulle guance. Sembrava così indifesa... Dylan si sentì un completo idiota per quello che aveva fatto con Kelly, quando lei non c’era e capì che adesso non aveva più importanza, ora solo Brenda era importante. Lei aveva bisogno di lui e lui ci sarebbe stato. Sempre. Kelly non aveva più nessun significato: lui amava Brenda.

Fu Donna a vederli arrivare.
- Eccoli, stanno arrivando.
I ragazzi salutarono Brenda e Brandon affettuosamente e fecero capire loro che erano dispiaciuti per quello che era successo. Brenda li fece entrare in casa, ma quando fu il suo turno di andare dentro, non resse all’emozione di vedere tutto come aveva lasciato la madre e quasi svenne. Furono Dylan e Steve a sostenerla, mentre Andrea abbracciava Brandon, anche lui scosso. Brenda andò in bagno a sciacquarsi la faccia, intanto gli altri si sedettero in salotto. Quando Brenda entrò nella stanza Dylan la fece avvicinare alla poltrona su cui era seduto e la fece accomodare sulle proprie ginocchia. Poi fu come se fossero stati soli nel salotto. Lui la abbracciava, le parlava nell’orecchio e le asciugava le lacrime. Kelly si obbligò a lasciare da parte la gelosia. Non era il momento di pensare a queste cose. Brandon si alzò.
- Scusatemi, ma credo che andrò un po’ nella mia camera, a riposare. Potete restare quanto volete... Grazie di essere venuti.
- Vogliamo starvi vicino, siamo vostri amici.
- Lo capisco e, infatti, ve ne sono grato.
Brandon salutò i suoi amici uno per uno, dette un bacio sulla guancia a sua sorella e poi si ritirò nella sua camera. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa il telefono squillò. Brenda lo guardò, senza avere il coraggio di rispondere. Lo fece Andrea, al suo posto.
- Casa Walsh, chi parla?
- Sono Nat, dal Peatch Pit. Sei Brenda?
- No, sono Andrea, lei non può venire al telefono.
- Senti volevo sapere dove si trova Brandon. E’ in ritardo e non si è ancora presentato.
- Ecco, vedi Nat, in realtà c’è un problema... Ma è meglio se te lo spiego a voce. In ogni caso sappi che Brandon non verrà, oggi.
- Accidenti, sono nei guai...
- Non disperare, te lo porterò io un sostituto.
- Davvero? Mi faresti un enorme piacere.
- Bene, allora sarò lì tra poco.
- Grazie, a dopo.
Andrea posò la cornetta e si voltò verso gli amici.
· Era Nat. Aveva bisogno di Brandon al locale. Io gli ho promesso un sostituto. C’è qualcuno che si offre?
· Io non ho niente da fare, quindi posso andare tranquillamente.
· Grazie Steve, sei un tesoro.
· Per me è un piacere potervi essere utili, Brenda.
Steve si avvicinò a lei per stringerla in un veloce abbraccio. Anche Andrea lo fece e poi i due se ne andarono.
· Brenda, c’è qualcosa di cui hai bisogno?
· No, non preoccuparti. L’unica cosa di cui è bisogno è qualcuno che mi riporti i miei genitori, ma non è possibile, quindi, lasciamo stare. Grazie comunque, Donna.
Brenda si alzò dalle ginocchia di Dylan.
· Sono la padrona di casa più scortese che si sia mai vista in giro. Non vi ho ancora offerto niente!
· Brenda, non preoccuparti.
· No, davvero, volete qualcosa da bere, o da mangiare? Venite, andiamo in cucina, a vedere che cosa c’è.
Tutti seguirono Brenda nell’altra stanza.

Brandon, nella sua camera, si era sdraiato sul letto e aveva in mano una foto di tutta la famiglia Walsh al completo. Adesso erano rimasti soli, lui e Brenda. Si chiese come avrebbero fatto ad andare avanti senza l’aiuto dei loro genitori. Non avrebbero avuto più il loro appoggio e i loro consigli. Avrebbero dovuto cavarsela da soli, che fossero pronti o meno a questo passo. Certo, avevano i loro amici accanto, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Non sarebbe bastato il loro conforto e tutta la loro amicizia a colmare il vuoto che si era formato dentro di loro. Brandon sentiva il bisogno di prendersi cura di sua sorella. Non era di sicuro più grande di lei, ma era comunque un maschio e credeva di dover questo alla sorella.
Adesso era sicuramente ancora fra le braccia di Dylan e lui era sollevato che Brenda potesse contare anche su di lui. Ma Brandon sapeva che Dylan voleva essere di grande appoggio anche per lui e lo apprezzava per questo. Come d’altra parte apprezzava l’affetto dimostrato da tutti gli altri amici.
Brandon strinse a sé la foto della sua famiglia e rimase ancora sdraiato a riflettere sulla vita.

Brenda rimase un attimo sulla soglia della cucina senza muoversi, poi si fece coraggio ed entrò. Gli altri la seguirono e Dylan si fece spazio per passare avvicinandosi alla ragazza e prenderle la mano.
· Siediti. Ci penso io a cercare la roba.
· Grazie.
Brenda si sedette con gli altri, intanto che Dylan prendeva del cibo e delle bevande. Le mise sul tavolo, poi si andò a sedere vicino Brenda, abbracciandola possessivamente.
Kelly li guardò per qualche istante. Non era certo facile per lei assistere a quella scena, ma dopo quella giornata aveva capito molte cose. Soprattutto aveva capito che nel cuore di Dylan non c’era posto per lei. L’avventura di quell’estate era stato un enorme sbaglio di cui lei si pentiva. Si sentiva una stupida per aver tradito la fiducia di Brenda, non avrebbe mai dovuto lasciarsi andare con Dylan. Era chiaro che lui aveva deciso di metterci una pietra sopra. Adesso per Dylan esisteva solo Brenda e l’unica altra persona capace di attirare la sua attenzione era Brandon. Era giusto così, in fondo. Brenda era la sua ragazza e Brandon il suo migliore amico. Dylan sentiva il dovere di stare vicino alle persone a cui teneva di più. Decise che era arrivato il momento di andarsene, così si alzò.
· Beh, io devo andare. Brenda, voglio che tu sappia che se hai bisogno di me, basta che mi fai un fischio.
· Grazie Kelly.
· Ci vediamo.
Prima di andare via, Kelly guardo Dylan negli occhi.

Dylan aveva notato lo sguardo di Kelly, ma non gli aveva dato importanza. Era troppo preso da Brenda per preoccuparsi di quella faccenda in quel momento, così decise di rimandare il discorso che doveva fare con Kelly. Dopo che lei se n’era andata, anche Donna e David si alzarono e salutarono Brenda.

Dylan richiuse la porta d’ingresso dietro di sé e tornò in cucina, da Brenda. Lei si alzò e iniziò a riordinare, ma Dylan la fermò.
· Lascia stare, riordiniamo un’altra volta. Vieni.
Dylan la prese per mano e la portò al piano di sopra, nella sua camera.
· Forza, stenditi un po’ e riposati.
· Non ne ho bisogno.
· Si, che ne hai.
Brenda gli diede retta, ma lo spinse a sdraiarsi a sua volta. Una volta stesi entrambi, Brenda si accoccolò contro di lui, spingendo la schiena contro il suo torace.
· Dovrei andare via.
· Perché?
· Brenda, devo rientrare a casa e prima devo passare dal supermercato.
· Puoi restare qui, per stanotte.
· Anche se lo facessi, adesso devo davvero tornare a casa, ma solo per poco, d’accordo?
· Va bene... ma tornerai, vero?
· Certo.
Brenda si voltò nell’abbraccio del ragazzo e gli diede un bacio. Poi si alzò e dopo averla accarezzata, uscì dalla sua camera e di casa.

Nat rimase addolorato nel sentire che i signori Walsh erano morti. Era tuttavia molto grato a Steve di essersi offerto per sostituire Brandon a lavoro. Promise ad Andrea che sarebbe andato da Brandon e Brenda appena gli fosse stato possibile. Non si poteva dire che Steve avesse molta esperienza nel servire ai tavoli, però Nat apprezzava lo sforzo e l’impegno che ci metteva. Smise di osservarlo, quando vide entrare nel locale Dylan. Sia lui che Steve si avvicinarono al ragazzo.
· Allora? Come stanno i ragazzi?
· Pensavo rimanessi con loro anche stanotte.
· Brandon non lo vedo da quando si è chiuso in camera sua e ho lasciato Brenda a riposare un po’ nella sua stanza. Sono qui solo di passaggio, per prendere qualcosa da mangiare per tutti e tre. Tornerò da loro, ma non sono sicuro di rimanere anche per la notte.
· Ti preparo subito qualcosa da portare via.
· Grazie Nat.
Nat si allontanò.
· Perché non sai se resti da loro?
· Non sono sicuro che sia la scelta migliore. Forse dovrei lasciarli soli per un po’.
Nat tornò con una borsa piena di cibo.
· Ecco a te, Dylan.
· Grazie. Quanto ti devo?
· Niente. Offre la casa, è il minimo.
· Beh, grazie ancora, allora.
· Ah, Dylan?
· Si?
· Salutami i ragazzi e digli che sono molto dispiaciuto per quello che è successo. Verrò appena potrò a salutarli io stesso.

A casa Walsh, Brandon si decise ad uscire dalla sua stanza e si diresse in quella della sorella. Lei era sveglia e lo guardò.
- Entra, fratellino.
Brandon si andò a sedere su un lato del letto.
- Dylan?
- E’ andato via, ma ha detto che ritornerà... Come faremo, senza di loro, Brandon? Come potremo andare avanti da soli?!?
- Sarà difficile, ma ci riusciremo.
- E come?
- Insieme.
Brenda si tirò seduta, abbracciò stretto il fratello e pianse. Era strano come Brandon non si fosse lasciato scappare neanche una lacrima, in tutto il giorno, mentre la sorella non riusciva a trattenersi. Brandon cercò di calmarla e stette con lei fino a quando non si addormentò. Dopodiché tornò nella sua camera.

Appena uscito dal locale, Dylan quasi si scontrò con Kelly.
· ...Ciao...
· Ciao. Kelly, noi dobbiamo parlare.
· Non importa. Credo di aver già capito tutto. Facciamo finta che non sia mai avvenuto.
· Vedi, io amo Brenda, solo lei. Mi dispiace.
· Lo capisco e sono pienamente d’accordo. Anzi mi dispiace che sia successo, perché mi sono accorta di aver fatto del male a Brenda, che è la mia migliore amica.
· Allora, amici?
· Amici.
Dylan sorrise, poi guardò la macchina parcheggiata.
· Scusami, ma devo andare.
· Certo, ciao.

Dylan entrò nella camera da letto di Brenda e, avvicinandosi a lei, si accorse che si era addormentata. Era bellissima, nonostante avesse ancora le guance bagnate dalle lacrime. In quel momento capì di amarla molto più di quello che immaginava. Si chinò per baciarla sulla fronte e poi uscì dalla stanza.

Brandon, nel frattempo, non si era accorto che Dylan era tornato, così uscì di camera e scese in cucina. Dopo qualche minuto Dylan fece il suo ingresso.
· Hey, come va?
· Non bene, ma mi passerà. Sei appena arrivato?
· Da poco, si. Sono passato al Peatch Pit. Nat ti saluta e ha promesso di passare da te appena può.
· Oh mio Dio, il lavoro! Non sono andato!
· Il tuo turno l’ ha coperto Steve.
· Steve?
· Si. Nat ha telefonato qui oggi pomeriggio e lui si è offerto di prendere il tuo posto.
· E’ stato un bel gesto da parte sua.
· Già. Ho portato qualcosa per cenare.
· Cibo? Non è un’idea malvagia.
Il telefono suonò e Brandon si alzò per rispondere.
· Pronto?... Salve... Capisco, grazie mille.
Riattaccò la cornetta.
· Il funerale avverrà dopo domani.
· Ho capito.

Brenda era stata svegliata dal suono del telefono, così si alzò. Vide che Brandon non era in camera sua, poi sentì delle voci provenire dal piano sottostante e riconobbe subito le voci di Brandon e Dylan. Si affrettò a scendere e raggiungerli. Entrambi smisero di parlare, quando apparve sulla soglia.
· Chi era al telefono?
· Il reverendo Jackson. Ha detto che la cerimonia non potrà essere fatta prima di dopodomani.
· E’ assurdo che si debba attendere tanto.
· Lo so, Brenda.
Nella stanza calò un silenzio che durò fino a quando Dylan non tirò fuori il cibo dalla borsa.
· Che cos’è?
· Da mangiare, l’ ho preso al Peatch Pit.
· Non credo di aver fame.
· Brenda, non hai toccato cibo per tutto il giorno. E’ ora che tu metta qualcosa sotto i denti.
· Dylan ha ragione. Dobbiamo pur mangiare qualche cosa.
· Sarà così, ma a me non va di farlo.
Brenda uscì dalla cucina e Dylan si alzò per seguirla, ma Brandon lo fermò.
· Vado io.

Brenda era uscita a prendere una boccata d’aria. Fu raggiunta dal fratello.
· Hey...
· Che cosa c’è?
· Vieni di là e mangia.
· Ti ho detto che non ne ho voglia.
· Con il digiuno non risolverai niente, lo sai questo? Non ti aiuterà certo a farti stare meglio.
· Ho perso i miei genitori oggi, scusa tanto se mi è passata anche la fame!
· Sai, erano anche i miei genitori. Anch’io ci sto male, non è che se non piango o continuo a mangiare vuol dire che la cosa non m’interessi.
· Forse tu sei più forte di me e non hai bisogno di nessuno.
· Chi ti dice che non abbia bisogno di nessuno?
· Perché è così. Oggi pomeriggio ti sei chiuso in camera tua, abbandonando me e gli altri.
· Senti, avevo bisogno di stare un po’ da solo prima, lo ammetto. Ma ho capito che gli altri erano lì anche per me e mi ha fatto piacere. Ho bisogno del loro supporto, ma ho soprattutto bisogno di te.
· Anch’io Brandon, ho bisogno di te.
I fratelli Walsh si abbracciarono.

Dylan pensò che forse era veramente il caso di tornare a casa per la notte e lasciare Brandon e Brenda da soli. Intanto aveva apparecchiato per tre, magari Brandon era riuscito a convincere la sorella a mangiare. Brenda a volte era così testarda... Ma forse era proprio questo che l’attirava di più di lei.

· Penso che sia meglio tornare dentro, altrimenti Dylan si chiederà che fine abbiamo fatto.
· Già. Apprezzo il fatto che si prenda cura di noi, dovrebbe pensare anche a se stesso, si è assentato per poco e magari aveva da fare oggi. E noi glielo abbiamo impedito.
· Brenda, noi non gli abbiamo impedito niente. Lui è libero di andare via quando vuole. Se rimane qui lo fa perché ti ama.
· E’ qui anche per te.
· Lo so. Andiamo.

Brenda precedette il fratello e rientrò nella cucina. Dylan li guardò entrare e cercò di catturare gli occhi di Brenda. Lei si sedette al tavolo, facendo segno ai ragazzi di seguire il suo esempio.

Dopo cena Dylan prese la giacca, pronto ad andarsene. Brenda se ne accorse e si avvicinò a lui.
· Vai via?
· Beh, vado a casa.
· Non puoi rimanere a dormire qui?
· Piccola, pensavo che tu e Brandon voleste restare soli un po’.
· A me farebbe piacere se tu rimanessi e penso di parlare anche a nome di Brandon.
· Naturalmente. Dylan resta, a meno che tu non abbia altri impegni.
· Beh, se a voi fa piacere che io rimanga, non andrò via.
· Grazie...
Brenda gli si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia e Dylan le passò un braccio intorno alla vita. Brandon decise che era meglio andare a dormire, così salutò i due e si ritirò nella propria stanza.

Brenda uscì dal bagno in un confortevole pigiama corto, con i capelli un po’ umidi per la doccia che aveva appena fatto. Dylan era nel suo letto. Nonostante avesse insistito per dormire sul divano, infatti, Brenda l’aveva supplicato affinché dormissero insieme e, alla fine, Dylan aveva ceduto.
Brenda si sdraiò e trovò conforto nelle braccia di Dylan, che fu subito pronto a stringerla a sé. Passarono solo pochi secondi, prima che Dylan sentisse le lacrime della ragazza bagnargli la maglietta, avuta in prestito da Brandon. Dolcemente le accarezzò la schiena, tentando di calmarla.
· Tu non mi lascerai mai, vero?
· Certo che no, amore.
· Me lo prometti?
· Si, te lo prometto. Devi stare tranquilla, io ti starò vicino, per sempre.
· Io ti amo, Dylan. Non potrei sopportare di perderti.
· Brenda, che succede? Perché hai così paura di perdermi? Io non vado da nessuna parte.
· E’ che adesso ho bisogno di te più che mai, ma so che c’è qualcosa che non va. Lo sento da quando sono tornata dalla Francia.
· Va tutto bene, piccola mia. Io ti amo. L’unica cosa che voglio è starti vicino, specialmente ora. Non mi perderai, mai.
Dylan la baciò, per farle capire che il discorso era chiuso. Brenda era intelligente. Aveva intuito che era successo qualcosa durante l’estate, ma era una storia passata. Da dimenticare. Lui amava lei. Nessun’ altra. Brenda interruppe il bacio e gli si accoccolò più vicina.

La mattina seguente, Dylan si svegliò da solo nel letto. Si alzò e vide che il bagno era libero. Mentre sentiva delle voci provenire dalla stanza di Brandon. Si affacciò, senza farsi vedere. Brenda e Brandon erano sdraiati sul letto di lui e parlavano sommessamente. Una volta Brenda gli aveva spiegato che quando erano piccoli dormivano spesso nello stesso lettino. Li faceva sentire al sicuro. Sapendo che avevano bisogno l’uno dell’altra, tornò in bagno. Dopo essersi fatto una doccia, ed essersi vestito, Dylan scese in cucina per preparare la colazione.

Il rumore della doccia riscosse i due gemelli.
· Dylan si è alzato.
· Già.
· Questa casa sarà vuota senza di loro.
· Lo so, Brenda. Dobbiamo solo farci l’abitudine.
· No, non ci riuscirò mai.
· Beh, tanto non sarà per molto.
Brenda si voltò sconvolta verso il fratello.
· Cosa vorresti dire, scusa?
· Non possiamo mantenere questa casa da soli. Come faremo a pagare l’affitto? Le spese?
· E dove dovremmo andare, me lo spieghi?
· Non lo so.
· Brandon, ho paura che non riusciremo a cavarcela da soli…
· Si, che ci riusciremo. Sarà difficile; ci vorrà del tempo, ma ce la faremo.

Quando, poco più tardi, i fratelli Walsh scesero al pian terreno, furono attirati in cucina da un buon aroma di caffè. Dylan aveva apparecchiato la tavola con cura ed aveva preparato un’ottima colazione.
· Dylan, non dovevi..
· Oh, non preoccupatevi. Mi piace preparare la colazione. Sedetevi, su.

Il resto del gruppo era radunato al Peatch Pit. David si stava accordando con Nat per coprire il turno di Brandon quel pomeriggio. Steve era al tavolo con Andrea, Kelly e Donna.
· Qualcuno di voi li ha più sentiti?
· No. A quanto ne so, Dylan dovrebbe aver passato la notte da loro.
· Beh, dobbiamo restargli tutti vicino. Forse dovremo fare dei turni.
· In che senso, Andrea?
· Beh, stavo pensando che forse è il caso che uno di noi, a turno, dorma in casa Walsh, con loro. Così non saranno mai soli.
· E se invece è proprio di quello che avessero bisogno? Magari a loro piacerebbe restare per qualche tempo da soli. Per riflettere e confortarsi a vicenda.
· Forse Donna ha ragione.
· No. Io credo di no, Kelly. Loro hanno bisogno di noi. Siamo i loro amici. E’ giusto che passiamo questo periodo vicino a loro.
David si avvicinò al tavolo dei ragazzi.
· E se il trasferimento non fosse temporaneo?
Tutti si voltarono verso di lui.

Il giorno seguente una folla gremita di gente stava assistendo al funerale dei signori Walsh. Fra essa si distinguevano Steve, Donna, David, con suo padre, Erin, la madre di Kelly, Kelly, Andrea. E, naturalmente, Dylan, a fianco di Brenda, in piedi accanto al fratello. La cerimonia fu commovente e sobria. Fu solo a sera che i ragazzi poterono riposarsi. Infatti, dopo il termine del rito, i ragazzi avevano accolto parenti e amici in casa loro. Fu David ad accompagnare suo padre, Erin e la madre di Kelly alla porta.

Tutto il gruppo era riunito attorno a Brandon e Brenda, nel salotto.
· Ragazzi, siete stati fantastici oggi. Grazie mille, per il vostro aiuto e il vostro conforto.
· Figurati, Brandon, è il minimo che possiamo fare per voi.
· No, ragazzi sul serio. Ci fa molto piacere che voi ci siate così vicino. E vorremmo chiedervi un favore.
· Tutto quello che volete.
Brandon guardò sua sorella negli occhi. Lei, seduta sulle gambe di Dylan, si alzò e si pose di fianco al fratello.
· Abbiamo preso una decisione, riguardo a questa casa.
Incapace di continuare, Brenda lasciò parlare il fratello.
· Questa casa non è, e non sarà, mai la stessa. Inoltre non possiamo più permettercela. Non riusciremmo a sostenere le spese dell’affitto. E’ per questo che abbiamo deciso di lasciarla.
· Che cosa??
· State scherzando?!
· No, Steve, per quanto ci piacerebbe, non stiamo scherzando. Anche se avessimo le possibilità economiche, questa casa sarebbe troppo vuota.
Gli altri si guardavano a vicenda. Tutti pensavano la stessa cosa: l’idea di David non era malvagia. Forse andava solo rivista.
· Non avete pensato di affittare qualche camera?
· A chi? A degli sconosciuti?
· No, Brenda. A qualcuno di più vicino.
Dylan, che non aveva partecipato allo scambio di sguardi, iniziò a comprendere le intenzioni degli amici.
· Che cosa volete dire, scusate?
· Beh, intanto a me piacerebbe abitare in questa zona, e, soprattutto, abitare con voi.
· Ma, Andrea…
· Anche a me piacerebbe trasferirmi in questa casa.
· Steve… Aspetta, cosa avete in mente di preciso?
· Vedi, Brandon, a quanto pare voi non volete lasciare questa casa, no? Ecco. Noi abbiamo pensato già ad una soluzione. Da questa casa si possono ricavare cinque posti. Basta comprare un letto di quelli che stanno sotto agli altri.
· Fatemi capire. Volete venire a stare tutti qui?
· Se aiuterà a non abbandonare questa casa e se aiuterà voi, siamo disposti a farlo.
· Ma non ci stiamo tutti.
· Non ti preoccupare, Brandon, abbiamo pensato a tutto. Sempre che Dylan sia d’accordo.
· Parlate.
· David, Donna ed io abitiamo già alla casa sulla spiaggia. Noi resteremo lì. Ma Steve, Dylan e Andrea verranno a stare qui.
· E magari avete già deciso le sistemazioni, eh?
· Certo. Caro Brandon, tu ed io divideremmo la tua stanza. Andrea in camera di Brenda.
· Ed io?
· Tu, con Dylan, in camera dei, si, dei tuoi..
· Dylan?
L’interpellato guardò la fidanzata, e poi il fratello di lei.
· Sono loro che devono decidere.
I due fratelli si guardarono in faccia. Non ci misero molto a decidere.
· Sarebbe fantastico.
Brenda tornò fra le braccia di Dylan, non prima di aver abbracciato Kelly. Quest’ultima guardò con una punta d’invidia l’amica stringersi a Dylan. Ma si pentì subito di averlo fatto. Forse ci avrebbe messo un po’ , ma avrebbe dimenticato la fugace storia con Dylan.

Brenda, tra le braccia di Dylan, e Brandon, fra Steve e Andrea, si guardarono. Forse sarebbe passato molto tempo prima che tutto tornasse alla normalità, ma questo era già un passo avanti per sopravvivere. E tutto, grazie agli amici.
  
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