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Autore: ILoveItBaby    20/08/2013    4 recensioni
"Due bicchieri di troppo. Forse anche di più.
Era questo che avevo immediatamente pensato guardando le gote ormai rosse della zia Maria, mentre questa discuteva animatamente con mia madre."
Piccolo racconto sulla mia adorata zia che non regge l'alcol e sulle conseguenze di due bicchieri di troppo XD.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due Bicchieri di Troppo
-Due bicchieri di troppo-

-Dedicata alla mia zietta e alla nostra settimana in montagna-
(ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale, eh XD)

Presentazione: Mai far ubriacare la propria zietta ad una festa di famiglia in montagna ;)


9:13 di sera, Agosto, Casa di Montagna.
Personaggi:
Laura (madre)
Enzo (padre)
Agnese (sorella)
Angela (nonna materna)
Pino” (nonno materno)
Maria (zia e sorella di Laura)
Giulia (Me)

Due bicchieri di troppo. Forse anche di più.
Era questo che avevo immediatamente pensato guardando le gote ormai rosse della zia Maria, mentre questa discuteva animatamente con mia madre.
Mi guardai intorno e vidi mia sorella Agnese mentre gareggiava con mio padre a lanciarsi palline di mollica, facendo ridere entrambi.
All'improvviso una di quelle maledette palline prese una brutta traiettoria e finì in faccia a Laura, la sorella di Maria, nonché mia madre.
Oh, avete finito voi due?!” e rise.
Dai mamma!” le rispose Agnese e le buttò le braccia al collo riempiendola di bacetti sulle guance, con immediata ma benevola ritorsione di essa.
Eddai, no!” tentò di staccarsela di dosso, ma con scarsi risultati, così fece finta di essere un grosso animale feroce e finse di morderla.
Agnese lanciò un urletto divertito e si risedette al proprio posto. Non appena posò il sederino sodo una nuova e più grossa pallina di mollica la colpì, finendole nella bocca ancora aperta dalle risate. E così la battaglia ricominciò, più selvaggia di prima.
Tentavo di schivare più palline possibili sfuggite ai due combattenti.
Le due sorelle ripresero a litigare, o meglio ad azzuffarsi.
Oh, senti io non ho mai detto che ti avrei lasciato l'anello della mamma e mi sarei presa la sala, io...”
Sì, che lo hai detto, sei tu che non te lo ricordi, perché non hai una buona memoria!” affermò la zia.
IO?! Sei tu la smemorata, eh! Io le cose le faccio sempre bene, e poi hai già un anello simile!”
Ehi, io l'ho ricevuto per i miei diciotto anni, tu hai ricevuto altro!”
E allora, che c'entra?! Se è per questo i mobili per la sala mica ci stanno in casa mia! Invece nella tua hanno già un posto!”
E allora...e poi scusa, ma avevamo già stabilito così, perché devi sempre...”
Non avevamo stabilito un bel cavolo di nulla! E poi l'anello è di diritto mio!”
Cosa...?”
Ma la nonna le interruppe.
Oh, sentite, io non sono mica morta, eh! E ho intenzione di restare in vita ancora per un bel po'!”
E vabbé” rispose tranquilla Laura e con un sorriso trattenuto sulle labbra “È sempre meglio essere pronti!”
Eh già, così quando sarà ora non ci saranno problemi!” continuò la sorella.
Oh, ma dico, ma guarda queste!” rispose un poco offesa.
Nonno Pino ridacchiava, con le mani intrecciate mollemente sul suo grosso pancione, si girò verso di me e disse con un sorriso “Hai visto, le mie ragazze, sempre che si azzuffano!” e ridacchiò sorridendo di più ad una delle sue nipoti.
Intanto la discussione aveva ripreso e nonna Angela aveva lasciato perdere da un pezzo.
Sempre la stessa storia, quelle due erano sempre lì che si azzuffavano, non decidendosi mai a chi delle due andasse una cosa o l'altra.
Le due nipoti (io e mia sorella) avevano spesso detto loro, più per prenderle in giro che per altro, che tanto, che andasse ad una o all'altra, appena fossero passate a miglior vita quelle cose se le sarebbero spartite lei e Agnese.
Zuffe senza senso tra famigliari.
E per di più, una volta, mia madre aveva persino detto che in realtà all'inizio avrebbe anche lasciato l'anello alla sorella, ma, dopo una frase che sottintendeva che zia Maria aveva per diritto eredità di quell'anello, lei si era irrimediabilmente impuntata che non gliel'avrebbe data vinta.
Zuffe da sorelle, decisamente. E così erano le due più grandi a sembrare due bimbe che si picchiavano per una Barbie.
Ridacchiai e mi immaginai mia zia in varie versioni, dopo aver bevuto un po' troppo (non teneva molto bene l'alcool, o meglio, non lo teneva per niente, o forse era mia madre e mio padre che lo tenevano fin troppo).

1:30 di notte e due bottiglie dopo

Personaggi ormai andati a dormire: Nonni e Padre.
Personaggi brilli: Mamma.
Personaggi ubriachi: Zia.
Personaggi relativamente sobri: Giulia e Agnese.

In montagna eravamo soliti mettere una pentolina rossa piena d'acqua, quando era inverno e c'era la stufa accesa, per non far seccare troppo l'aria o per metterci dentro degli oli essenziali da far disperdere nell'aria.
Quell'anno (era estate) quella era posata vicino al camino spento.
Mia zia la afferrò con impeto e se la calò sul capo, girata, a mo' di elmetto militare, facendo pendant con il suo viso rosso.
Perché nessuno mi merita, burp” singhiozzo, e sentendo la propria voce e trovandoci evidentemente qualcosa di divertente si mise a ridere, sfoderando la sua risata acuta e, quando non era offuscata dallo Spumante del Lidl, melodiosa.
Rideva a macchinetta, e tentando di fare un passo, inciampò nel parquet e per non finire per terra si aggrappò al tubo che saliva dalla piccola stufetta e, al soffitto, si infilava nel muro.
Ecco” disse dopo averlo abbracciato e averci posato contro una guancia. “Fin*lmente l'amore della mia vita, hic!” e mia madre rideva, rideva, diventando tutta rossa e quasi strozzandosi. Anche mia sorella rideva, e io non potevo essere da meno.
All'improvviso la zia cominciò a cantare, all'inizio piano, alzando poi la voce, fino a squarciagola.
Oh, oh piccola K*tyyyy, hic,
oh, oh picc*la Katyyyyy, burp” diede un bacio appassionato al tubo e continuò
Oh, oh, oh!”
Zia, ti prego,” disse Agnese tra una risata e l'altra.
Maria! È l'una!”
Oh, ecco, hic, ecco altri che mi dic*no con chi devo, hic, o non d*vo stare!” diede un'altro bacio al tubo “Noi ci amiamo d*vvero! Lui, hic, sì che mi c*pisce!”
Ahahaha, dai Maria, vieni che ti faccio un caffè!”
N*! N*n veng*!” e di nuovo scoppiò a ridere come un'ossessa, finendo per scivolare dal tubo, e le due nipoti, allora, la acchiapparono, ognuna per un braccio, e la condussero verso la cucina, ma, appena furono davanti alla porta, questa, al posto di girare a destra, girò a sinistra ed entro correndo e urlando con le braccia alzate nel piccolo bagno.
Io e mia sorella decidemmo di lasciarla andare, perché tanto non saremmo mai riuscite a scollarla da lì.
La mamma prese il caffè e lo portò ancora ridendo, in bagno.
E così trovammo quella povera nostra zia ubriaca seduta per terra e abbracciata al gabinetto mentre cantava “Non son degno di te”.
N*n son degno di teeeeee, burp,
N*n ti meritoo piùùùùù!” e qui prese una stecca.
Ma al m*ndo n*n esiste nessuno, hic,
ch* n*n ha sb*gliato una voltaaaa!” altra stecca tremenda.
Eeee va beneee cosìììììì,
me ne vado da teeee,
maaa quand* la sera t* resteraiiiii solaaaa,
Ric*rda qualc*no ch* amavaaa teeeee”
A quel punto tutte e tre ci stavamo pisciando dal ridere, cosa non proprio bella visto che avevamo un bagno solo e pure “occupato”, per modo di dire.
Ci avvicinammo alla zia, la tirammo su di peso, cosa alquanto difficile e la portammo in cucina, facendola finalmente sedere al suo posto.
Ma ricominciò a ridere e quando le mettemmo il caffè davanti lo afferrò, tremante e quindi si rovesciò tutto addosso a lei e sulla tovaglia.
Agnese si coprì il viso con una mano, sconsolata.
Meglio metterla a letto, prima che si metta a dormire direttamente sul tavolo imbandito.” disse mamma, con assenso di tutte e tre.
Trascinammo una zia ridente e bella ciucca sul suo letto.
Dai, Maria, mettiti il pigiama” ma questa non fece nessun'altra azione se non essere preda di un attacco di riderella.
Dopo un quarto d'ora non sapevamo più cosa fare.
Dobbiamo svestirla noi?!” chiese Agnese, tra l'isterico e il divertito.
Mariaaaa!” disse mamma ridacchiando e colpendole il sedere abbondante scherzosamente.
Alla fine dopo mezz'ora di esilaranti capriole e battibecchi da scaricatori di porto finalmente eravamo riuscite a toglierle i pantaloni.
Per completare l'operazione dovemmo organizzarci meglio, visto che ormai la zia dormiva (russava) alla grossa. Due la tiravano su, mentre una terza si sedeva schiena contro schiena della donna russante poi, le due la lasciavano andare e insieme toglievano le maglia.
Con uno sforzo di volontà (e tanto amore) finalmente riuscimmo anche a metterle la camicia da notte (se avesse avuto un due pezzi probabilmente l'avremmo lasciata lì in mutande e reggiseno...e pentolino rosso in testa).
Ci sentivamo quasi soddisfatte. Dico quasi perché c'era quel minuscolo microscopico particolare che ci turbava: la pentolina rossa che aveva (ben incastrata) in testa.
E ora?” chiese Agnese. Eravamo tutte e tre una di fianco all'altra, davanti al letto in piedi con le mani sui fianchi (stile soldatesse)...e anche un bel po' perplesse.
Io propongo di lasciarla così.” dissi io, che stavo svenendo dal sonno (e dalla fatica).
Mia madre sospirò, stufa. “E vabbé se la sbrigherà lei domani!” disse dispettosa.
Ridacchiammo tutte e tre. Che banda di delinquentelle.
Così impara a bere troppo!”
Ricordino della nottata brava”
'Notte Maria!” disse mia madre, con un piede fuori dalla porta.
Mia zia grugnì da sotto il cuscino.

In realtà potrei finire qui il mio racconto demenziale, ma non sono così malvagia da non raccontarvi di come mia zia si svegliò con un terribile mal di testa e come si portò la mano al capo, immaginando di trovare i capelli schiacciati dal cuscino e di come invece si spaventò a morte trovando un affare di metallo, di come si alzò urlando e svegliando tutta la casa alle 6.30 del mattino e di come, con shampoo, sapone per le mani (liquido e in saponetta), sapone per piatti e perfino quello per panni riuscimmo a toglierle quel meraviglioso elmetto rosso.
E di come, da quel giorno, alle feste di famiglia non si ubriacò mai più.
Quella sera feci perfino un video mentre faceva Karaoke attaccata al tubo, ma non glielo mostrai mai.

Deeecisamente imbarazzante ;).
Mi raccomando però, non diteglielo XD.
   
 
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