Una promessa che trascende il tempo.
Era passato quasi un
anno da quando la Guerra contro il Signore degli Inferi si era conclusa, e
piano le cose avevano preso ad assestarsi da sole.
Poco dopo la fine
della battaglia Atena aveva richiamato a nuova vita tutti i Cavalieri d’Oro,
che erano ora tornati a presidiare le Dodici Case, e persino Sion, che aveva
ripreso a vegliare sul Santuario come
Grande Sacerdote; Shaina e Marin, con la collaborazione di Shaka e Aiolia,
avevano ricevuto il compito di addestrare nuovi Cavalieri, in modo che le
schiere di paladini della Dea della Giustizia tornassero ad essere corpose
com’era stato un tempo; Aldebaran era stato nominato a supervisore della ricostruzione
del Grande Tempio, e non era raro vederlo spostare macigni pesanti tonnellate
come se fossero semplici sassi; a Mu era stato dato l’ordine di riparare le
armature danneggiatesi nella Guerra appena trascorsa, ma anche quello di non
riportare allo stato originario le corazze di Pegaso, Dragone, Cigno, Andromeda
e Fenice: esse si erano elevate fino allo stato di divino, e così avrebbero
dovuto rimanere. Almeno in quell’epoca.
Subito dopo la fine
dello scontro, le ferite riportate avevano costretto il Cavaliere di Pegaso in
uno stato d’incoscienza, quasi vegetativo, che lo avevano bloccato in un letto
d’ospedale per molti mesi. Ma per fortuna tutto si era concluso per il meglio,
e Seiya aveva vinto anche quella battaglia.
“ Neanche l’Inferno se
lo prende quello!” Aveva commentato Jabu, divertito e sollevato, non appena
saputo che il compagno d’armi si era svegliato e aveva iniziato il cammino per
quella che sarebbe stata una lenta guarigione, affiancato dall’amore della
sorella Seika ritrovata da poco, dall’affetto dei suoi amici e dalla presenza
costante e benevola di Saori, che più volte si era ritrovata a rincorrere il
ragazzo per l’ospedale quando questi se la filava, stanco di starsene immobile
su quel letto.
E così le stagioni si
erano susseguite, e un nuovo anno era arrivato, fortunatamente senza portare
con sé altre Guerre. Ma benché la battaglia contro Hades si era conclusa – dopo
secoli, millenni, di lotte! – non
tutto era ancora giunto al termine. C’era ancora un debito da pagare. Una
promessa a cui tener fede.
Era una calda giornata
quella che Dohko di Libra si stava godendo, seduto tranquillamente a leggere un
libro e a sorseggiare una tazza di thè cinese, sotto il sole cocente di Grecia.
La Pace perdurava ormai da un anno, e la ricostruzione del Grande Tempio
procedeva a ritmi serrati; in tempi così tranquilli la vita alle Dodici Case
poteva risultare noiosa, perciò il Cavalieri della Sesta Casa aveva deciso di
scamparle con la compagnia di un buon libro consigliatogli da Mu pochi giorni prima.
In realtà lo faceva anche per scampare ai pensieri che gli vorticavano
furiosamente in testa da quando, mesi prima, aveva sentito il Cosmo di Hades
filtrare fuori dal sigillo che lo imprigionava. Era stata dura rivivere sulla
proprio pelle la battaglia contro il Dio degli Inferi; tanti ricordi si erano
affacciati nuovamente dai meandri in cui li aveva rinchiusi, sorrisi genuini
che non vedeva da secoli e risate e promesse che si era obbligato a non
riascoltare erano risuonate dagli echi della memoria. E la fitta di dolore che
lo aveva colto era stata difficile da sedare. Ma le cose erano andate
diversamente questa volta – anche se per un breve istante aveva creduto che
tutto si stesse ripetendo nuovamente! – e la Pace che si prospettava
all’orizzonte sembrava salda e duratura. E allora perché continuava a sentire
quel vuoto nel cuore?
Preso com’era dalla
lettura e dai pensieri – gli occhi vagavano ancora tra le righe, ma la mente
era ormai lontana! – non si era accorto che qualcuno era entrato nella Sesta
Casa, e che lo chiamava a gran voce.
“ Ehi. Dohko. Com’è?
Ti sei rimbambito? Sono cinque minuti che ti chiamo!” Disse una voce gioviale
riscuotendolo dal torpore in cui era caduto, e quando alzò lo sguardo trovò
davanti a sé la figura slanciata e sorridente di Seiya, completamente ripresosi
dalle ferite riportate. Anzi, sembrava che niente fosse successo; nel suo
sorriso e sul suo corpo non v’era traccia di alcun dolore.
“ Seiya!” Esclamò
Dohko osservando il ragazzo, sorpreso della sua presenza lì.
“ Alla buon’ora!”
Ridacchiò l’altro, tirando fuori la sua tipica aria sbruffona. “ Si può sapere
cosa stavi leggendo con tanto impegno? Sembravi in trance.”
“ Oh, niente di
speciale. Solo un libro consigliatomi da Mu.” Liquidò l’anziano – ma non certo
per aspetto! – Maestro, alzandosi in piedi e appoggiando il tomo sulla sedia
sulla quale era in precedenza seduto.
A quelle parole il
viso di Seiya si contrasse in una smorfia, e Dohko non poté che scoppiare a
ridere. L’irriverenza di quel ragazzo era qualcosa che non lo avrebbe mai
stancato, ne fatto smettere di sorridere. E in fondo gli stava bene così.
Perché nello sguardo di Seiya, così come nella sua risata e nel suo
comportamento, l’uomo aveva imparato a ritrovare un po’ di quello ch’era stato
il suo allievo di secoli prima.
“ Allora, come mai da
queste parti? Pensavo volessi goderti la nuova vita senza battaglie, e stare al
fianco di tua sorella.” Lo interrogò curioso, seriamente curioso, di sapere
cosa avesse portato il ragazzo nuovamente al Grande Tempio. Non c’erano Guerre
all’orizzonte, quindi la sua presenza lì lo sorprendeva non poco.
“ In realtà sono
venuto per parlare con te.” Ammise Seiya grattandosi la nuca in un gesto che
esprimeva il disagio che il ragazzo sentiva dentro per la strana situazione in
cui si trovava, e con la quale stava imparando a convivere con calma.
“ Con me?” Domandò
stupefatto Dohko, sinceramente perplesso da quella risposta. Dopotutto non
c’era motivo per cui il castano dovesse parlare con lui, a meno che… No, non
poteva essere. Si rifiutava di credere che fosse davvero quello il motivo. Non
era possibile. Seiya non poteva sul serio…
Il ragazzo sembrò
esitare per un momento, indeciso se continuare oppure no. E questo era alquanto
strano dato che non era mai stato una persona che si fermava a rimuginare sulle
decisioni prese. Ma questo, Dohko, preferì non palesarlo, e rimase invece in
silenzio, ad aspettare.
“ Sai, Dohko… Durante
la battaglia contro Hades è successo qualcosa. Lui ha detto qualcosa. Ma in
quel momento non ci ho fatto caso: eravamo nel pieno dello scontro, e non avevo
tempo per fermarmi a pensare alle parole di un Dio che voleva solo farmi fuori.
Poteva benissimo essere un modo per farmi deconcentrare.
“ Però poi ho visto
qualcosa. Credo fosse un flashback. E durante la mia convalescenza, quand’ero
pari ad un’ameba, ho continuato a vedere. E alla fine ho capito.”
Sì, alla fine ce
l’aveva fatta. Non era stato semplice, anche perché non si trattava che di
brevi flash all’inizio; poi le immagini si erano fatte più definite, e così le
voci. E non era servito altro che attaccare i pezzi a conti fatti, come se si
trattasse di un puzzle. Poi tutto era stato chiaro.
“ Non mi sarei mai
immaginato che… che fosse possibile. E non volevo crederci all’inizio. Ma poi
mi sono detto che se potevano esistere gli Dei e i Cavalieri, allora niente
negava che non potesse essere vero quello che credevo di aver capito.” C’era un
sorriso semplice sulle labbra di Seiya, e improvvisamente Dohko vide il
ragazzo, il diciasettenne che davvero lui era, in quel viso temprato dalle
lotte e dal suo ruolo di Cavaliere. “ Mi sono ricordato tutto.”
Dohko sentì il cuore
perdere un battito. Era proprio come aveva immaginato: Seiya sapeva! Sapeva –
ricordava! – cos’era successo 243 anni prima, e la promessa che gli aveva quasi
urlato in quell’ultimo atto prima della fine, con stampato addosso il sorriso
che da sempre gli aveva conosciuto.
“ Seiya, tu…”
“ Ti avevo promesso che ci saremmo rivisti sulla Terra. E così è stato. Anche
se con qualche anno in ritardo. Spero non te la sia presa!”
Era davvero incredibile
come quel ragazzo avesse l’innata capacità di mettere ogni cosa su un piano di
leggerezza, e affrontare quella ch’era stata la sua – la loro! – vita
precedente con la semplicità di un bambino che osserva il mondo per la prima
volta con i suoi occhi. Era proprio come Tenma…
Dohko sentì gli occhi
inumidirsi, e per un momento la sua mente volò nuovamente indietro a quando, in
un villaggio sperduto dell’Italia, aveva incontrato un ragazzino tredicenne che
con i suoi pugni aveva distrutto una diga di rocce e aveva così deviato il
corso del fiume; lo aveva portato con sé, ne aveva fatto un Cavaliere, e lo
aveva visto crescere come uomo e come guerriero, affrontando giorno per giorno
le battaglie che gli venivano messe sul cammino. E tutto per salvare un amico.
“ Sempre in ritardo,
eh!” Lo rimbrottò bonariamente il vecchio Cavaliere, sorridendo di un sorriso
che trasudava nostalgia. Seiya si limitò a ridacchiare.
“ Che vuoi farci! Lui
e la puntualità sono due concetti che non vanno proprio a braccetto!” Rise una
voce delicata, delicata come la figura di ragazza che arrivò vicino a loro, a
passo sicuro e con gli occhi placidi, quasi che nessun dolore potesse più
intaccarli.
Anche Dohko scoppiò a
ridere, questa volta veramente. E per un momento si perse ad osservare i due
ragazzi che gli stavano davanti. Erano trascorsi i secoli, le generazioni si
erano susseguite e il mondo era mutato, eppure, ne era certo, loro non erano
mai cambiati. E le figure di Tenma e Sasha si sovrapposero a quelle di Seiya e
Saori, intrecciando il presente e il passato in un legame capace di trascendere
il tempo, così com’era stata capace di fare quella promessa.
Dohko poggiò una mano
sulle spalle dei due, e sorrise loro facendo l’occhiolino. E loro capirono.
Capirono perché non era la prima volta che si trovavano tutti e tre lì, così.
Non era stata concessa loro una vita, ma due. E se la prima non avevano potuto
viverla, schiacciati e portati via da scelte più grandi di loro, la seconda
sarebbe stata un riscatto, una nuova possibilità. E loro l’avrebbero afferrata
al volo, permettendo a nuove promesse di nascere, e di trasportarsi fino alla
prossima generazione.
Ecco qua! Sì, lo ammetto: gli esami
universitari fanno male! Ma che volete farci? Stavo sclerando sui libri e così
mi sono messa a scrivere e ne è uscita questa cosa qui xD
Me lo fate sapere che cosa ne pensate??
ByeBye Rain