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Autore: Iside5    25/02/2008    2 recensioni
Ok,questa è la prima... In realtà è un esperimento stilistico. Volevo provare a scrivere in prima persona e in presa diretta. Insomma volevo complicarmi la vita :-) Se avete consigli in merito (smetti! verrà accettato) o opinioni o domande fatemi sapere!Clemenza... "A volte capita. Capita di aver bisogno di fare qualcosa di maledettamente stupido, sbagliato o semplicemente pericoloso. A volte questo non ha conseguenze e si passa il momento di pazzia in apparente incolumità. Più spesso quella è l'ultima cosa che facciamo nella nostra vita."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte capita.

Capita di aver bisogno di fare qualcosa di maledettamente stupido, sbagliato o semplicemente pericoloso.

A volte questo non ha conseguenze e si passa il momento di pazzia in apparente incolumità.

Più spesso quella è l'ultima cosa che facciamo nella nostra vita.

Ecco, io sono a questo punto.

Un bivio in cui forse posso decidere di sopravvivere o buttarmi a testa bassa verso l'oblio, o forse no.

La confusione è un'altra costante.

L'unica certezza è che sono qui.

Gli ingredienti alla Poe ci sono tutti : buio, caos prenatalizio alle spalle, vicolo isolato davanti con in fondo Lui.

Non so cosa mi spinse a rivolgere lo sguardo in quella via pedonale stretta e completamente sprovvista di negozi e attrattive, ma lo feci.

Eccomi imbambolata a fissare quella che a questa distanza colgo come una vaga presenza, un'ombra indistinta in fondo ad un vicolo.

Ho tutti i regali di Natale nei vari sacchetti e la soddisfazione di aver concluso l'arduo compito, ovviamente all'ultimo minuto, è completamente sfumata quando i miei occhi si sono spostati verso di Lui.

Sento i commenti stizziti delle persone che devono rallentare per evitarmi come se provenissero dall'altra parte del mondo.

Voci distanti che sfiorano i miei sensi ormai completamente concentrati su ben altro.

La figura ricambia il mio sguardo, o almeno lo penso visto che non riesco a distinguere i suoi lineamenti.

Forse mi sta scambiando per una pazza squilibrata, o forse ne è realmente convinto.

Sfottersi aiuta a rinsavire, ma in questo momento è solo una speranza visto che sembra non funzionare.

Adesso siamo solo io e Lui.

Non riesco più neppure a percepire il freddo intenso di cui mi lamentavo poco fa, ma la mia mente razionale non demorde e urla per farsi ascoltare.

Socchiudo gli occhi incapace di distogliere completamente lo sguardo.

Cerco di rinsavire, ma forse è già troppo tardi.

Una forza sconosciuta mi attira verso quel vicolo, verso quell'ombra ancora immobile poco distante.

Potrebbe essere chiunque, un passante inoffensivo, un maniaco omicida o semplicemente un borseggiatore.

L'istinto non fa suonare campanelli d'allarme, ma il raziocinio mi da dell'imbecille e, analizzando la cosa dall'esterno, probabilmente non è l'unico.

Mi sembra di essere qui da ore, impalata in mezzo al marciapiede affollato a rimirare un vicolo buio.

Posso andar via, proseguire per la mia strada e dimenticare questa dimostrazione di insanità mentale, oppure posso percorrere la distanza che mi separa da Lui e raggiungerlo.

A questo pensiero qualcosa scatta.

Farlo sarebbe stupido, tremendamente, pazzamente, pericolosamente ed inevitabilmente stupido.

Per cui prendo la mia decisione.

Un passo, un respiro profondo poi un altro passo.

Ora posso vedere chiaramente il tenue sorriso che ha increspato le sue labbra mentre seguiva i miei movimenti.

Sembra soddisfatto, come se avesse appena vinto una scommessa di cui non sono a conoscenza e il sospetto di esserne il premio mi rende più cauta.

Mi fermo a qualche metro, prudente e guardinga, girandomi a guardare la folla procedere senza degnarmi di uno sguardo, in cerca di un surrogato di sicurezza.

Quella poca distanza non mi permetterà di scappare, ma almeno mi concederà quei pochi secondi per lanciare un grido.

Riepilogo velocemente il contenuto dei miei sacchetti in cerca di una potenziale arma.

Fortunatamente esagero sempre negli acquisti e i sacchetti che quasi mi tagliano le dita mi confermano che il peso stesso dei pacchi può risultare offensivo.

Alzo lo sguardo e tutti i miei piani bellici scompaiono.

Nonostante la penombra che ci avvolge, i suoi occhi sembrano riflettere la poca luce, risplendendo magnetici mentre catturano i miei "fatto compere?" la sua voce calda e suadente spezza il silenzio riportandomi al presente.

Ma cosa sta succedendo ?

Perchè sono qui ?

Perchè rimango a guardarlo ?

Certo è un bel vedere.

Anzi, un magnifico vedere.

Un uomo bellissimo senza alcun dubbio "si" a domanda banale risposta banale, ma lui allarga il sorriso, divertito dalla mia goffaggine e io mi ritrovo ad imitarlo senza neppure sapere perchè.

Ok, ammettiamolo, di cose strane ne capitano.

Ad alcuni più che ad altri, questo è vero, ma abbiamo dei momenti di gloria !

Tutti nei nostri ricordi troviamo qualcosa da raccontare di irrazionale o inspiegabile.

Questa però le batte tutte.

Devo assolutamente rinsavire per cui sarà meglio fare mente locale.

Allora ricapitolando: sono in centro, acquisti natalizi, sto per tornare a casa e mi blocco davanti a questa via.

Perchè?

Perchè mi ha chiamata.

La consapevolezza mi colpisce improvvisa e violenta.

Spalanco gli occhi stupita "che rapidità" sembra sinceramente colpito mentre copre la distanza che ci separa.

Ora è vicino, troppo vicino.

"bella e sveglia,una vera rarità" sussurra avvicinando il suo viso al mio.

Adesso mi è molto più chiaro il punto di vista del topo messo all'angolo dal gatto "beh, un topo carino almeno"

Il sangue si trasforma in gelido ghiaccio appena recepisco il senso del discorso.

Eppure ancora non posso crederci, questo succede nei libri o nei film, non nella realtà.

Perchè io non sto sognando e il dolore alle dita me ne da conferma "posso dartela anche io"

Perfetto !

Pazzia.

Non presunta o momentanea, ma inarrestabile degenerazione celebrale.

Proprio un bel regalo di Natale.

Lui scoppia a ridere e quel suono musicale e avvolgente allevia un la mia crescente disperazione.

Ormai so che è un'allucinazione, ma perchè non godersela ?

"non lo sono, sfortunatamente per te aggiungerei"

Bene, sono riuscita a farmi minacciare anche dalla mia stessa allucinazione, un Guinness non me lo toglie nessuno "come no,ora scusa ma vado a casa. Ti aspetto " ora posso iniziare a preoccuparmi, comunico ad alta voce con il frutto della mia mente malata.

Mi volto per tornare sulla strada principale, affollata come al solito, convinta di trovare qualche dito puntato verso di me, coronato da risate, per il misero spettacolo che stavo dando, quando sento la sua mano afferrarmi saldamente per un polso.

Ammetto di non sapere molto sulle allucinazioni, ma dubito che ti possano realmente toccare, o almeno la sensazione dovrebbe essere molto diversa dalla realtà.

Tanto per la cronaca non penso realmente di essere pazza, solo un stanca, ma letta in questa chiave la situazione che mi si presenta sta iniziando ad inquietarmi "faccio quasi fatica a seguire il fiume dei tuoi pensieri!"

Molto lentamente mi giro a guardarlo, i suoi occhi di un azzurro chiarissimo, che credevo non poter esistere in natura, continuano, divertiti, a studiarmi.

Ora che comincio ad intuire la verità la paura si fa strada in me "inutile gridare e non pensare neppure di scappare" come se potessi con il polso ancora bloccato dalla sua presa.

"che giornata fortunata, allora che si fa ? Si congela qui ?" a volte nei momenti di nervosismo il mio sarcasmo corre a briglia sciolta, ma la mia voce tremolante probabilmente non ha reso bene l'idea.

"volevi essere sarcastica?" chiede quasi stupito e questo però, per il mio nervosismo crescente, è troppo "vogliamo star fuori dalla mia testa?!"

La rabbia prende il posto della paura fortunatamente.

"peccato è divertente" dice con un sorriso e senza aggiungere altro incomincia a percorrere il vialetto, allontanandosi ancora di più dal caos del centro, trascinandomi dietro a lui.

"ehi ! Che fai ? Vuoi lasciarmi ?" almeno la forza di lamentarmi riesco a trovarla, lontano dal suo sguardo.

"va bene. Seguimi" mi lascia il braccio proseguendo a camminare e io appena libera mi blocco e lancio un'occhiata dietro di me, calcolando le possibilità che ho di raggiungere la folla prima che mi possa raggiungere.

"fossi in te non ci proverei" sobbalzo spaventata dalla vicinanza della sua voce

"come diavolo hai fatto ? Eri un secondo fa" strillo indicando un punto indefinito davanti a me e devo alzare lo sguardo tanto è vicino

"seguimi e niente colpi di testa" mi sussurra all'orecchio come se non mi avesse appena dimostrato quanto siano inutili.

Mi rassegno e lo seguo, tanto peggio di così.

Aspetta.

Può sempre andare peggio.

  
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