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Autore: jepsikat    20/08/2013    3 recensioni
"Ero così preoccupata di rimanere sola, mi sentivo così persa che avevo bisogno di qualcuno al mio fianco; come per ricordarmi che davvero esisto, che davvero sono viva; e Gale era li. Avevo bisogno di una figura che sostituisse chi pensavo non sarebbe mai più tornato da me; una figura che mi aiutasse a dimenticarlo."
Katniss/Peeta
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Si lo so, avrei da finire l'altra storia ma ne ho iniziata una nuova perchè ho avuto un flash:) spero di essere sulla strada giusta! non so, ho scritto di getto il primo capitolo, ditemi voi come vi sembra e se si può ricavare una storiella interessante:) Buona lettura!

Mistake.

 

"Dove stai andando?!" urla con rabbia Gale dalla cucina mentre io esco dalla porta e mi dirigo a grandi passi dove? Non lo so nemmeno io.

Lontano.

Lontano da lui.

Raggiungo il grande abete vicino a quella che un tempo era la recinzione del distretto 12 ed ora non è altro che una serie di paletti rotti distanziati l'uno dall'altro; è tutto finito si.

Ho perso Prim; ho perso Rue e Finnick.. Ho perso mia madre che non vedo da mesi ormai; e poi.. Poi ho perso Peeta.

Mi siedo sotto al tronco dell'abete ed osservo la sua casa da lontano; lui è li dentro..

Da due settimane lui è tornato; ed io sono una codarda. Credevo di averlo perso per sempre nella seconda arena quando hanno prelevato me e deciso di lasciare li lui; sapevo di averlo perso per sempre quando ha tentato di strangolarmi nel 13 e quasi mi misi l'anima in pace.

Ma ora.. Ora sta meglio dice Haymitch. Ora è il Peeta di prima, o quasi, e freme dalla voglia di vedermi dice Haymitch. Ed io non ero pronta a questo.. Io non credevo.. non sapevo sarebbe tornato; ma lo speravo. Sempre. Ogni notte tormentata dagli incubi in cui lui viene torturato a morte per causa mia, in cui grida e in ogni dolce sogno in cui lui è di nuovo con me e abbracciandomi forte mi consola.. Ognuna di quelle notti io ho sperato di averlo accanto al mio risveglio.

Gale mi vuole bene; anch'io gliene voglio. Ma non è più quello di prima, la guerra l'ha cambiato; ha cambiato molte cose; ma non la mia stupidità. Ho accettato di "stare" con Gale; sapevo di non amarlo; so di non amarlo. E Gale sa che non lo amo: come potrei? Tutta Panem aveva ormai capito chi io veramente amassi; tranne la diretta interessata, cioè io. In realtà l'ho sempre saputo; ma c'erano priorità più importanti e non potevo lasciarmi andare all'amore, non c'era tempo; e forse c'era paura; paura di essere poi abbandonata, di lasciarsi andare e perdere la persona amata, paura di dipendere da qualcuno.

Ero così preoccupata di rimanere sola, mi sentivo così persa che avevo bisogno di qualcuno al mio fianco; come per ricordarmi che davvero esisto, che davvero sono viva; e Gale era li. Avevo bisogno di una figura che sostituisse chi pensavo non sarebbe mai più tornato da me; una figura che mi aiutasse a dimenticarlo. Gale si è trasferito da me un mese fa; ed ora io mi sento un'egoista, sento di averlo usato ma nel contempo non posso fare a meno di desiderare Peeta al mio fianco; è quello che ho sempre voluto e Gale lo sa. Per questo sono scappata; scappo dalla realtà dei fatti come ho sempre fatto; scappo da Gale perchè non so spezzargli il cuore e non so dirgli che in questo mese, ogni volta che chiudevo gli occhi e lui mi abbracciava, un viso dolce e due occhi azzurri come l'oceano comparivano nella mia mente.

"Eccoti qua.." Gale è silenzioso; un cacciatore che ha scovato la sua preda; "Catnip.. non volevo alzare la voce scusami.." mi dice sedendosi accanto a me; scruta l'orizzonte, sembra agitato e so che è ancora arrabbiato; le mie mani giocherellano con un filo d'erba e non riesco a pensare a nient'altro, se non al fatto di essere una grande egoista.

"E' che ti vedo assente in questi giorni.. Cosa c'è che non va?" mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarlo.

"Non c'è niente che non va Gale, sono solo pensierosa tutto qua."

Gale mi scruta per un attimo poi si avvicina al mio viso; mi bacia le labbra e si alza;

"Forza" mi dice porgendomi le mani "torniamo a casa!": mi alzo facendo leva e ci incamminiamo. Sento lo stomaco contorcersi dai sensi di colpa; una lacrima silenziona scende sulla mia guancia sinistra e la caccio via velocemente prima che Gale se ne accorga.

Mi sento debole, mi gira la testa; poi mi d'un tratto lo vedo nella mia mente:

Peeta che mi lancia il pane; Peeta che mi stringe la mano; Peeta che dice di amarmi; Peeta che mi consola; Peeta che mi abbraccia; Peeta che mi bacia; Peeta che mi ama. Io che amo Peeta.

Gale mi riporta alla realtà e mi rendo conto di essermi immobilizzata in mezzo alla strada; lo guardo con gli occhi lucidi e la bocca semiaperta; mi osserva preoccupato e sta cercando di capire la mia reazione: "Scusami ti prego."

Riesco a dirgli solo questo, prima di correre verso casa di Peeta.

  
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