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Autore: Edward Therril    21/08/2013    12 recensioni
Basta chiudere gli occhi e lasciarsi andare. In fondo siamo tutti folli.
Genere: Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al contest di halloween "Mini-Contest di Halloween" di Jo_gio17

Vincitrice del Premio Casa Infestata per la migliore ambientazione




"Questo manicomio mi manderà fuori di testa" disse Jack. "In fondo cosa avrò fatto mai? Sgozzato un paio di persone, sventrato forse i cadaveri, mutilati, nulla di grave.". La figura che sedeva li accanto lo osservava impassibile da quando aveva iniziato a parlare. Alta, in un elegante abito nero, con tanto di cappello a cilindro e bastone da passeggio finemente decorato, camicia bianca, cravatta rossa come il sangue. In viso portava una maschera semplicissima, lucida e candida, con solo due incavi per gli occhi e una bocca sorridente.

Jack osservò per un istante l'elegante signore. Era un'allucinazione? Un sogno? O era reale? Ormai era pazzo, lo sapeva, quindi qualsiasi cosa fosse poco importava. Dopo qualche minuto, reggendosi col bastone, la figura si sollevò in piedi. Guardò Jack ancora un secondo, poi con un ampio movimento delle braccia invitò il detenuto ad uscire. Nello stesso momento un rumore secco fece saltare la serratura della grata che chiudeva la stanza 125 del manicomio. Jack si alzò, senza esitazioni, e si diresse fuori. L'uomo con la maschera lo seguì, ma il suo sorriso si trasformò in un ghigno deforme.

Il corridoio era lungo e stretto e ai lati si aprivano tanti altri loculi come il suo, in cui erano rinchiusi gli altri pazzi. Le luci erano opache, poche e funzionavano a tratti. Jack, passando, osservò dentro ogni stanza. C'era gente che rideva senza motivo, con risa che avrebbero fatto sembrare ridicoli perfino i sogni peggiori, gente che colpiva le pareti senza un apparente motivo, alcuni parlavano da soli, confabulando di omicidi ai limiti dell'immaginabile, qualcuno stava seduto, piangendo e urlando terrorizzato dal sangue che lo circondava nei suoi incubi ad occhi aperti.

Jack si fermò un momento a guardare dentro una delle stanze, quindi si voltò per riprendere il cammino quando una figura gli si parò davanti. L'uomo elegante dietro di lui profuse in un lieve inchino alla donna che si trovava davanti a loro. Vestiva un elegante abito viola, aveva i capelli lunghi e neri, e in viso portava anch'essa una maschera non dissimile da quella dell'uomo. Jack guardò il ghigno raccapricciante che stava sulla maschera, viola anch'essa. La Follia lo prese per mano, in modo gentile ed aggraziato. Tutto attorno le cose lentamente cambiarono. Chi prima urlava ora era diventato simile ad un animale deforme che si lamentava con versi acuti e strazianti. Quelli che piangevano ora erano immersi in una pozza di sangue e le loro grida erano ancora più acute, chi rideva aveva un'espressione malvagia e sadica in volto. I due che confabulavano invece si trovavano ridotti a sanguinolenti brandelli sui pavimenti delle rispettive stanze.

Sapeva di essere pazzo, quindi non oppose resistenza alla Follia. Lei lo abbracciò con la dolcezza di una madre, mentre la cornice del manicomio che li circondava diventava sempre più surreale. Le pareti divennero vive e pulsanti, come fatte di carne viva e putrescente, alle lampadine si sostituirono degli occhi che guardavano in ogni direzione. La Follia lasciò l'abbraccio e portò Jack per mano verso una porta lontana. L'uomo elegante li seguì ridacchiando da dietro la maschera.

Oltre la porta si apriva una sala da ballo ampia e spaziosa. La Follia trascinò Jack al centro, dove dal soffitto pendeva l'ennesimo grappolo di occhi a fare da lampadario. La terza figura si avvicinò ad un vecchio giradischi impolverato e lo fece partire. Un walzer, lento e monotono cominciò a suonare nella stanza. La donna guardò il pazzo, questo si inchinò e allungò la mano invitandola a ballare. I due danzarono per del tempo accompagnati dalla musica che si faceva man mano sempre più raccapricciante. Poi calò il silenzio. Una terza figura mascherata si avvicinò a loro. Alta, forse troppo, completamente versita di nero, con un cappuccio in testa e una maschera assurdamente troppo bianca in viso che ricordava vagamente le fattezze di un teschio. La Morte lo guardò e gli sorrise, inarcando la bocca scheletrica. Jack si avvicinò alla figura che si trovava davanti, mentre le altre due si portavano alle sue spalle ridacchiando. La Morte lo prese fra le braccia e lo baciò con passione.


Nel primo ambulatorio dell'ospedale psichiatrico venne trovato il corpo. Jack Wilson. 46 anni. Dal referto medico venne dichiarata la morte naturale del soggetto. L'inserviente che dovette pulire il sangue dalle pareti non era della stessa opinione.
  
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