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Autore: DanielaRegnard    21/08/2013    8 recensioni
A Xerxes piaceva quel posto: era calmo, tranquillo, si stava bene. Shelly lo portava molto spesso lì, e passavano i pomeriggi parlandosi, guardando il cielo e le foglie.
Alle volte, capitava che l’albino si addormentasse sdraiato sull’erba, e al suo risveglio la trovava addormentata accanto a lui, che usava la sua spalla come cuscino.
Genere: Angst, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Like a Rose, My Love


«Sai, Xerxes… Probabilmente, mi resta solo qualche anno.»
Gli aveva detto un giorno, e Xerxes Break, di tutta risposta, aveva sgranato l’occhio che gli rimaneva, perché l’altro, mancante, era ancora coperto dalla benda che gli avevano sistemato quella mattina Shelly e la piccola Sharon. Non che avesse ancora bisogno di bende, dopo mesi, ma alla bambina piaceva giocarci.
«E… Perché me lo state dicendo così, Lady Shelly?» le chiese.
«Chissà…» gli rispose la donna, alzando le spalle e sorridendo. Quel bellissimo, contagioso, sorriso.
«Ah…» aveva annuito l’albino, sentendo la risposta vaga della donna seduta sull’erba accanto a lui, sotto un albero, circondati solo da foglie e fiori. A Xerxes piaceva quel posto: era calmo, tranquillo, si stava bene. Shelly lo portava molto spesso lì, e passavano i pomeriggi parlandosi, guardando il cielo e le foglie.
Alle volte, capitava che l’albino si addormentasse sdraiato sull’erba, ascoltando quella melodia che era per lui la voce di Shelly Rainsworth, e al suo risveglio la trovava addormentata accanto a lui, che usava la sua spalla come cuscino. Quel pomeriggio non successe niente del genere; parlavano e basta, circondati dalle rose.
Shelly, dopo un po’, ne prese una.
«Xerxes, somigli molto a questa rosa.»
Il primo pensiero che passò nella mente dell’uomo fu quello di dirle di fare attenzione, ma lo scacciò, e tentò di rispondere alla donna.
«Faccio male?»
«Ma no!»
Aveva esclamato, per poi continuare.
«Molti ammirano le rose, ma pochi si fermano a toccarle a mani nude, per paura di farsi male…» concluse, guardando il fiore che teneva in mano.
«Capisco…» le rispose Break, non capendo bene il nesso.  Lui, le persone, le allontanava di proposito.
«Mi piacciono molto le rose.» Gli disse la donna, avvicinandosi e dandogli un bacio a fior di labbra.

Il loro primo bacio.
 
 
 

«Cosa farò, quando te ne sarai andata?» le aveva chiesto, più di un anno dopo, una notte, Xerxes.
«Non mi sembri il tipo che crolla quando vede un suo caro morire, o sbaglio?»  aveva risposto lei, semplicemente, stringendolo a se.
«Ovvio che no…»
Ne aveva viste lui, di persone morire. Sapeva cosa si provava. Sapeva che, in ogni caso, avrebbe fatto male.
«Posso chiederti un favore?» gli aveva domandato dopo un po’ Shelly.
Xerxes sollevò appena la testa dal materasso, per guardarla. Qualcosa non andava; le tremava la voce.
«Dimmi.»
«Quando non ci sarò più… Pensa tu a Sharon… Come se fosse tua figlia…» disse la donna piano. Le dispiaceva molto il fatto che non avrebbe mai potuto vedere Sharon crescere, non poterla aiutare o starle vicino…
«Come se fosse nostra figlia. Te lo prometto.» Aveva risposto il cavaliere, con voce ferma e sicura, per rassicurarla, accarezzandole i lunghi capelli chiari.
«Ti ringrazio… Grazie…» gli rispose ancora Shelly, lasciandosi andare per qualche minuto ad un pianto liberatorio, facendosi cullare per tutta la notte da quelle braccia, che parevano più forti e sicure che mai.
 
 

 
Quella mattina, al funerale, c’erano tutti i membri più importanti delle famiglie ducali. Gli unici due duchi presenti, però, erano la duchessa Rainsworth, madre della defunta, che manteneva tutto il pudore degno di una nobildonna del suo rango, e il duca Barma, amico d’infanzia dell’altra, che le stringeva la mano.
La dodicenne Sharon piangeva stretta a Reim, suo caro amico, mentre Break le teneva la mano sulla spalla. Non pianse, Break, e restò anche quando tutti se ne andarono.
Silenziosamente, posò una rosa sulla lapide grigia e fredda, accarezzò con la mano le lettere che componevano il nome di lei, ripensando a ciò che gli aveva detto anni prima sulle rose.
Mentre se ne andava, si lasciò andare a pensieri tristi e malinconici, che il giorno dopo avrebbe celato con un sorriso.

Il nostro amore è stato come una rosa; e tu, ora, sei appassita, Shelly, amore mio.
Riposa tranquilla, terrò fede a tutte le mie promesse.
  

Un’altra lapide su cui piangere, un altro sorriso da ricordare.



 

Angolino (depresso) dell'Autrice
Questa fanfiction è la tristezza assoluta, oh.... Non ho niente da dire, ricontrollarla mi ha fatto venire la tristezza.
Povero Xerxes.
Boh, fatemi sapere cosa ne pensate..

Bye!

  
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