Serie TV > Buffy
Ricorda la storia  |      
Autore: FaithLess_EFP    21/08/2013    2 recensioni
Seconda one shot dedicata alla luna. Questa volta troviamo Spike alle prese con l'influenza poetica della signora della notte, ed in che notte!!!
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: William Spike
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Soli come la Luna'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Com'è difficile parlar della luna con discrezione!
È così scema, la luna.
Dev’'essere proprio il culo quello che ci fa sempre vedere."
 
Samuel Beckett, Molloy, 1951
 

 
 
 
 
Le cose cambiano. Cambiano sempre. Certo, se le aiuti a cambiare.
Le darò quello che si merita.
Era una relazione non seria. Superficiale. Non ero certo l’ideale per lei.
Vedrà come sarà diverso, entrerò in quel fottuto buco nella roccia e ne uscirò diverso. Completamente diverso.
Tornerò quello che ero. Così Buffy vedrà il cambiamento.
 
Ho il cervello sconvolto. Maledetto chip. Prima era tutto così chiaro. La cacciatrice e il vampiro. Il vampiro uccide la cacciatrice, le succhia il sangue e le spolpa le ossa con i denti. E’ sempre stato così.
 
Questo rumore nella mia mente, un battito, un continuo lavorio. Maledetto chip. Acciaio, circuiti e silicone.
E’ colpa sua. Maledetta cacciatrice.
E’ colpa mia. Dannato idiota.
Oh, cambierà. Tutto cambierà. La costringerò a rispettarmi.
Non sono che una bestia per lei. Allora vedrà di cose è capace una vera bestia.
 
Devo cercare di calmarmi. Tra qualche minuto entrerò in quella caverna e sventrerò qualche puzzolente, viscido demone enorme ed in cambio tornerò ad essere ciò che ero.
Però adesso devo fermarmi qualche minuto, o la testa mi scoppierà.
Giusto il tempo di una sigaretta.
Le mani mi tremano mentre cerco tra le tasche il pacchetto, me ne sono rimaste tre, tre fottute ultime sigarette. Ne prendo una e velocemente me la ficco in bocca, tiro fuori il mio fedele zippo e apro il cappuccio metallico sentendo il familiare click, avvicino il pollice alla rotella e faccio per accendere, quando qualcosa attira la mia attenzione.
Davanti a me, avvolto nell’oscurità, c’è un albero, un albero enorme. La sua sagoma è nera come la notte, come la morte, eppure sento la sua vita, avverto la sua corteccia respirare, assorbire ossigeno.
Ironico, questo stramaledetto mondo, ci prende per i fondelli.
Quell’albero spennacchiato, con solo quattro foglie striminzite, respira. Lui, fatto di legno, buono per accendere i falò, respira, quindi è vivo, di certo lo è più di me.
Posso anche fingere di essere vivo, respirare, fumare, mangiare, ma sono stronzate. Io non vivo, non respiro, io al massimo esisto.
Non sono nulla.
Un tempo almeno ero un mostro, un guerriero dell’oscurità. Ho bevuto la vita a due cacciatrici, e bevuto centinaia di persone, lauti banchetti su due gambe.
 
Ora non sono più un mostro.
Non posso essere un uomo.
Ma sono ancora un guerriero.
 
Il mio sguardo è perso, immobile, fisso su quell’albero. Sarà anche vivo, ma di certo non può difendersi, non può attaccare, lui non può lottare.
Io sì, sono un guerriero, lo sono sempre stato. Anche questa sera, lo dimostrerò, lotterò e mi conquisterò ciò che ero.
D’un tratto un bagliore rapisce il mio sguardo, dietro la sagoma scura, la vedo.
Lei è luminosa, e pallida, sciatta. Mi guarda e ride.
Lei è tonda, in alto nel cielo, m’illumina il viso.
Lei può, il suo chiarore non mi uccide, non mi brucia le membra, eppure stasera mi strazia.
Lei è bella. Se fossi ancora un patetico poeta, potrei scrivere di lei, ma sono solo un guerriero adesso e potrei solo combatterla. Ucciderla.
La vedo, scorgo le sue macchie, formano un sorriso, un ghigno strafottente.
Lei ride di me, sa che  non sono che un patetico guerriero innamorato,  morto da secoli.
 
Luna,  dannata  luna. Donna ecco cosa sei. Sei una stramaledetta donna.
Anche tu, questa notte cosa vuoi da me?
Rimango immobile in attesa, concentro tutti i miei pensieri sul mio udito inumano, aspetto una risposta, una spiegazione.
Ma lei è donna, perciò non mi risponderà.
Un ghigno mi attraversa il viso, che scuoto lentamente a destra ed a sinistra, guardandomi i piedi, avvolti dalla sabbia, impalpabile. Mi accendo finalmente la mia ultima sigaretta prima di saltare nel vuoto e sfidare la morte, o la vita, fa lo stesso.
Aspiro profondamente il fumo caldo e denso, lo tengo un po’ dentro, giusto per provare a me stesso che posso, che ho ancora dei polmoni che, se voglio, possono ancora ospitare dell’immondo fumo.
Lo sputo lentamente, tutto contro di lei. Una nuvola densa, grigia, sembra avvolgere la sua immagine chiara.
 
Che cosa troverà la gente in questa palla di luce fioca?
Non è altro che una stupida. Ci guarda pigra e giudica.
Dannato inferno.
La fisso inorridito, arrabbiato, se potessi la spiccherei di lì su a pugni. La morderei berrei del suo sangue color latte.
 
E poi ti vedo. Il tuo sguardo duro, freddo, i tuoi capelli color oro, che brillano al giorno e risplendono al buio. Cacciatrice, saresti dovuta essere il calice da cui bere e invece io ti ho amato, ti ho creduto.
Questa storia doveva finire diversamente.
Pensi di essere migliore di me.
Perché non hai lasciato che il carpentiere mi uccidesse?
Tu sei importante. Dannatamente importante.
“E’ così per te”.
Quelle parole mi ronzano nel cervello.
Premono, colpiscono, rompono, straziano.
Sono sempre andato oltre. Non hai la minima idea di quante volte ti ho salvata nei miei sogni, ma eri troppo intenta a ringraziare, ad abbracciare, quella banda di sfigati.
Non sono abbastanza per te. Ho provato a non amarti, mi è impossibile. Se solo sapessi il dolore che mi hai procurato.
No, aspetta, te lo sai benissimo. Te l’ho detto io stesso, mi hai guardato e fredda hai continuato a girare il coltello  piantato là dove un tempo batteva il mio cuore.
Dannato inferno.
“Non hai un anima. Non hai cuore, non hai coscienza, non hai pietà. Sei arido dentro. Sei incapace di provare qualunque sentimento. Non sono e non sarò mai la tua ragazza.”
Quelle parole, più dure di ogni pugno che te mi abbia mai sferrato. Il modo con cui me le hai vomitate in faccia.
Ma cambierà tutto, quando mi rivedrai, non oserai più, non ti sentirai migliore, non più.
Cacciatrice tornerò e le cose saranno cambiate.
 
I miei occhi sono fissi su di lei, lentamente vedo i suoi capelli dorati lasciare spazio all’argenteo contorno, i suoi occhi verdi svaniscono, così come i contorni del suo viso, lasciandomi scorgere, di nuovo, la regina della notte, la musa delle anime perse.
 
Luna, sei ancora lì, beffarda. Immagino te sappia come andrà finire ed è proprio questo che ti fa ridere. Probabilmente stanotte perderò e cesserò di esistere, o vincerò e riavrò la mia anima, in ogni caso devo essere comico ai tuoi occhi.
Aspiro l’ultimo tiro. Ti lancio la sigaretta contro, con rabbia te la getto contro, luna.
Ci scommetto, ti sembro come tutti i tuoi amanti, disperati e patetici. Ma adesso sono pronto, ancora un ultimo ghigno e poi stringo i denti pronto ad entrare nella caverna oscura.
Luna, non sai quanto sia tu ai miei occhi ridicola, te ne stai lì e guardi.
Ma stanotte non sarò il tuo fottuto spettacolo di cabaret.
 
William il sanguinario è tornato.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Buffy / Vai alla pagina dell'autore: FaithLess_EFP