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Autore: MelanyaPHnature    21/08/2013    0 recensioni
Juno,una ragazza italiana di 16 anni,sta per trasferirsia Londra con sua zia Ellen.
Dopo aver affrontato la morte dei suoi genitori e di suo fratello maggiore,finalmente inizierà una nuova vita,dove affronterà i soliti problemi delle adolescenti,affronterà le sue prime esperienze e capirà finalmente chi è Junone Smith.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Immagini sfocate,macchine che si ribaltano. L'auto dei miei genitori con Josh che si ribalta,ed io li ferma senza poter far niente. Mi sento sola,triste,risucchiata in un vortice nero di tristezza.. mi sveglio finalmente. Incubi,incubi e ancora incubi. Mi guardai intorno,ero sana e salva travolta dagli scatoloni del trasloco,con un'unica eccezione,ero completamente sudata e il cuore mi batteva fortissimo,quasi come se stesse frantumando la mia gabbia toracica,e squarciando il petto. respira Juno, mi dissi tra me e me,va tutto bene è solo stato un incubo,dovresti averci fatto l'abitudine,ora stai calma e scendi dal letto senza fare rumore. Appoggiai i piedi sul freddo parquet,era un sollievo sentire qualcosa di freddo che arrivava dal basso e giungeva verso l'alto così rapidamente,era ottimo per calmarmi. Decisi di farmi largo tra i miele scatoloni impacchettati per scendere giù ,nella cucina. Attraversai silenziosamente il corridoi e la porta della camera di zia El,non feci nessun rumore, o almeno così mi sembrava; scesi le scale,mi diedi un'occhiata intorno eh.. pronuncia queste esatte parole ad uno scatolone,si uno scatolone che era piazzato proprio alla fine della rampa di scale. Andai in cucina e aprii il frigorifero presi del latte e del miele,Minsedetti sull'issolotto,che ra posizionato al centro della grande cucina,la luna rifletteva sul marmo chiaro e faceva abbastanza luce nella stanza per poter infilzare il cucchiaino nel miele. Regnava la tranquillità,nessun rumore,nulla,poteva essere paragonato al deserto quella casa. Appoggia anche le gambe sulla piattaforma di marmo,e per sbaglio con il piede che creava un piccolo movimento a desta e a sinistra andai a smettere contro uno scatolone che nella poca luce lunare non avevo proprio visto. *BAAAM* dissi ormai a voce alta con la consapevolezza che zia El si sarebbe alzata dal letto per sapere cosa era successo. Aspettai probabilmente 2 minuti,ma nessun altro rumore o un altro respiro si sentiva nella stanza,oltre al mio. Scesi dall'isolotto e mi inginocchia per raccogliere quello che era caduto,all'interno c'erano:peluche a forma di gelato,portachiavi,qualche penna,un...un diario. dissi piena di sorpresa. Avevo una voglia matta di aprirlo e leggerlo,e senza pensarci due volte lo feci,sfogliai le pagine senza una meta precisa della data che volevo leggere. "23 Dicembre 2004 la vigilia della vigilia di Natale -lessi sorridendo- Io papà e Josh siamo stati in giro per i negozi per il regalo alla mamma,abbiamo comprato anche un gelato,pure se faceva freddo..." Saltai alcune pagine e andai avanti, "10 Gennaio 2006 la scuola è iniziata di nuovo,ora vado in 3ª elementare,ho una nuova maestra,è molto simpatica,peccato che Josh ora va alle medie e non sta più con me... Ti voglio bene Josh" No,non avevo più nessuna voglia di leggerlo,mi era passata tanto velocemente,quasi come ad una donna incinta. Troppi ricordi riaffioravano nella mente mentre leggevo quelle pagine di diario quasi ingiallite. Erano passati almeno 3 anni da quando non scrivevo e non leggevo più un diario. <È l'ultima pagina che giro oggi,lo giuro.> Voltai pagina,potessi non averlo mai fatto,la foto di me,Josh,papà,mamma e zia Ellen. L'unica,l'ultima foto di tutta la famiglia. Mi ritrovai un gruppo in gola,uno di quelli grandi,che non si riesce a digerire,quasi come un boccone di pasta icone quel maccherone in più non mandi giù nulla. Vomitai lacrime,lacrime di chi non è riuscito a fare nient'altro negli ultimi mesi. Mi sentivo uno strazio,una pezza per lavare un pavimento sporco e viscido. Toccai i loro visi sorridenti con il dito della mano destra,quella che papà mi teneva sempre per attraversare la strada,i loro volti erano felici e sereni, niente sembrava turbarli,niente. Solo che forse quel giorno papà era stanco di guidare,da Roma a Milano c'è ne vuole di tempo,mi sono sempre chiesta perché non avessero preso un aereo per venire da me,mi sono sempre chiesta perché ho partecipato a quella stupida gara di canto a cappella. Mi sono sempre sentita in colpa per la loro morte. In quell'asso di tempo non mi sentii più sola,appoggiata sulla mia spalla c'era la mano di zia Ellen,l'unica mia salvezza,l'unica che si era presa cura di me dopo la loro scomparsa,l'unica persona c'è si era presa la responsabilità di essere la tutrice di una 16 enne disadattata e problematica come me. questo mi disse mentre,sorrideva lievemente e mi apriva le braccia per un dolce abbraccio.
  
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