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Autore: Haronicaonelove    21/08/2013    0 recensioni
HOPE HA UNA GRAN VOGLIA DI UNA VACANZA DAVVERO SPECIALE QUEST'ESTATE.
UN MESE AL MARE CON LA ZIA GIORNALISTA DI MODA, TRA SOLE, FESTE E VIP.
E L'INDIMENTICABILE COLONNA SONORA DEL SUO GRUPPO PREFERITO, GLI ONE DIRECTION.
E INVECE I SUOI LA MANDANO IN VACANZA DA SOLA... IN UN COLLEGE PERSO NEL NULLA, IN UN VILLAGGIO INGLESE CHE NON E NEMMENO CITATO SULLE MAPPE STRADALI ED E IL REGNO DELLA NOIA MORTALE, ALTRO CHE REGNO UNITO.
PER FORTUNA CI SONO LE NOTE DEGLI ONE DIRECTION A CONSOLARLA.
MA TUTTO CAMBIA QUANDO SCOPRE CHE LORO, LORO, OVVERO LOUIS, HARRY, ZAYN, LIAM E NIALL, I SUOI IDOLI, SONO PIU VICINI DI QUANTO AVESSE MAI IMMAGINATO!
INIZIA COSì, PER HOPE E I SUOI NUOVI COMPAGNI DI VIAGGIO, UN'AVVENTURA SULLE ORME DEL SUO GRUPPO PREFERITO, UNA VERA E PROPRIA CACCIA AL TESORO, CON IN PALIO UN'ESTATE INDIMENTICABILE, AMICIZIE VERE E CHISSA, L'AMORE.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ma che cosa ci faccio io qui, a migliaia di chilometri lontana da casa? E pensare che questa poteva essere l’estate più bella della mia vita.
E luglio, il cielo è grigio come l’asfalto e diluvia.
Come se non bastasse, si è sollevato un vento freddo che fa cadere le gocce fitte e sottili in diagonale rendendo assolutamente inutile il mio ombrello.
D’altronde, c’era da aspettarselo.
Una delle poche cose che so per certo dell’Inghilterra è che l’estate è solo una reinterpretazione dell’autunno.
Mi stringo addosso la giacca troppo leggere, nel disperato tentativo di proteggermi dal freddo e sollevo la valigia ormai grondante.
“Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?”
Semaforo verde: attraverso la strada di corsa, per evitare di inzupparmi più di quanto già non abbia fatto.
Un tuono sovrasta il rumore del traffico e l’unica macchia di colore in vista è un’enorme autobus rosso a due piani che inchioda davanti alle strisce pedonali per farmi passare.
Londra sarà anche una città incredibilmente viva e alla moda, eppure a me in questo momento sembra solo troppo grande, ostile e incasinata.
Sono sbarcata dall’aereo a Heathrow due ore fa, ho già rischiato di perdermi un paio di volte e solo per un’incredibile colpo di fortuna sono riuscita a trovare il treno rapido per arrivare in centro.
Ho dovuto cambiare due volte la linea della metropolitana, lottando per non farmi schiacciare dalla folla stipata nel vagone e rischiando di non riuscire a scendere alla mia fermata per colpa di una vecchia signora in piedi davanti alla porta e decisa a non spostarsi di un millimetro.
Anche se ce l’ho fatta e sono arrivata a King’s Cross - non so bene neanche io come – continuo a sentirmi persa tra strade e volti sconosciuti di persone che parlano una lingua di cui io non capisco quasi nulla.
Ho freddo.
Non mi metto a piangere solo perché non ho tempo: devo muovermi, se non voglio perdere il treno diretto verso nord.
Come conferma del fatto che oggi non me ne va bene una, non becco l’uscita giusta della subway e sbuco a ben tre strade di distanza dall’ingresso della stazione.
Mi tocca correre sotto la pioggia battente.
Rivoli d’acqua gelida mi colano dai capelli e scivolano lungo il collo, nonostante il bavero alzato della giacca.
Con un balzo entro nell’ingresso grande e affollato, trascinando a fatica la valigia.
Faccio appena in tempo a riprendere fiato, che un’occhiata al tabellone luminoso mi fa scattare di nuovo: il mio treno è in partenza da binario tredici, che si trova… ad almeno mezzo chilometro da dove sono io!
Niente piano B, nel caso lo perda.
Non conosco nessuno a Londra, non so se ci sono altri treni in partenza, non ho la più pallida idea di come trovarmi un hotel per la notte e la sola idea di dover vagare per le strade della città alla ricerca di un posto dove dormire mi sembra un incubo.
Sono sola e nessuno può aiutarmi.
Per un attimo sento lo stomaco stringersi, ma riprendo la mia corsa disperata, perché in questo momento un attacco di panico è un lusso che non posso permettermi.
Mentre avanzavo tra la folla mi tornano in mente le parole di mio padre che, accompagnandomi all’aeroporto, ha ripetuto per la centesima volta: “Vedrai che questa esperienza ti sarà preziosa! E ora che tu impari a cavartela da sola!”
Vorrei che potesse vedermi ora, per scoprire se il suo spirito paterno non gli suggerirebbe nemmeno un briciolo di pietà nei miei confronti.
Appena raggiungo il binario, il capotreno fischia per annunciare la partenza; rischio di inciampare, poi fischio contro una signora che mi fulmina con uno sguardo severo.
Mi scuso con un veloce “Sorry!” e comincio a fare segnali agitando il braccio libero in direzione dell’uomo in divisa, con la speranza che mi veda e mi aspetti.
Riesco miracolosamente a saltare sull’ultima carrozza appena un secondo prima che le porte metalliche si chiudano con un rumore sordo.
Mi accascio sul primo sedile libero che trovo, grondante d’acqua, con i capelli spettinati, il fiato grosso, le scarpe di tela fradice, sconvolta e con il morale a pezzi.
Un signore dall’aria colpita mi lancia un’occhiata perplessa da sopra il giornale prima di riprendere la lettura.
Vorrei essere trasparente, sparire. “Oddio questo posto!”
Non mi resta che affondare nel sedile, recuperare l’iPod dalla valigia e lasciare che Harry, Zayn, Liam, Louis e niall mi facciano dimenticare questa giornata orrenda, portandomi sul pianeta 1D, dove riesco a ritagliarmi un attimo di felicità nonostante tutto, mentre il treno attraversava la campagna inglese, diretto verso nord sotto la pioggia battente.
   
 
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