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Autore: I Fiori del Male    22/08/2013    2 recensioni
La primula e l'erba saetta. Primrose e Katniss. Una è fragile, l'altra è forte ed è la sorella maggiore il cui compito è proteggere.
Ricordi che si affacciano alla mente, quando Gli Hunger Games sembrano voler strappare via le primule dal giardino di casa Everdeen.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Mr. Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  THE HUNGER GAMES
  - La primula e l’erba saetta -

 
“Papà ... come si chiama questa pianta?”

il padre di Katniss, un uomo alto, dalle spalle larghe, scuro di carnagione e di capelli, a quella domanda aveva riso sonoramente, e lei aveva messo il broncio, offesa.

“perché ridi?”

“oh tesoro, scusa ma sai, la verità è che non hai saputo riconoscere te stessa ...”

Aveva sfiorato i petali bianchi con la punta delle dita, delicatamente, come a voler fare loro una carezza.

“questa si chiama Katniss. Erba saetta. Finché saprai trovare te stessa non morirai mai di fame. È una speranza per noi, ed è per questo che ho insistito con la mamma, affinché tu portassi questo nome.”

A Katniss era sorta spontanea un’altra domanda, che riguardava la cosa a lei più cara.

“e Prim? Uffa, le primule sono molto più belle dell’erba saetta ...”

“ehi ...” il padre di Katniss aveva sorriso debolmente, un po’ rattristato da quella considerazione, poi si era inginocchiato, mettendole le mani sulle spalle, gli occhi fissi in quelli della figlia, identici ai suoi.

“tanto per cominciare, quello che dici non è affatto vero. L’erba saetta è bellissima ... tu, sei bellissima. E sei forte, come la pianta di cui porti il nome. Quanto a Prim ... anche lei è bellissima, ma è fragile. il tuo compito è proteggerla, sempre.”

Katniss aveva annuito.

 Ogni volta che la mente di Katniss tornava a toccare quel ricordo tutto esplodeva in una nube di fumo nero e denso, e le fiamme avvolgevano e bruciavano la sua felicità, la gioia di quel momento. Quando le fiamme si spegnevano e il fumo si diradava, ad aspettarla c’era sua madre seduta su una sedia con lo sguardo fisso nel vuoto, e dietro di lei, aggrappata al legno ruvido della spalliera, la sua piccola e fragile sorellina, il volto scavato dalla fame e dal dolore.

 
“Primrose Everdeen.”

Ecco, sentire Effie Trinket pronunciare quel nome con quella sua vocetta stridula e l’accento affettato di Capitol City non aveva fatto altro che riportarla a quel giorno. Suo padre le aveva affidato un compito, prima di andarsene per sempre, uno solo, e alla fine, per quanto si fosse sforzata non era riuscita a portarlo a termine. Non era degna di essere sua figlia, non era stata capace nemmeno di tenere la sua primula lontano da tutto quello schifo ...

Poi uno spiraglio si era aperto, e per quanto da esso non sgorgasse alcuna luce, ma solo il buio e il freddo della morte, Katniss aveva deciso di oltrepassarlo. Vedeva la mano di Prim tendersi da quell’abisso oscuro, alla ricerca di un appiglio cui aggrapparsi per tornare alla luce. La afferrò e tirò Prim via da quel destino che non avrebbe saputo portarle altro che sofferenza, che l’avrebbe portata a tutti loro. La tirò fuori gridando una frase, nel silenzio glaciale in cui era avvolto il Prato.

“Mi offro volontaria come tributo!”


 
*angolo autore* Eccomi qui con un’altra One Shot, la seconda. Stavolta è introspettiva, e mi sono permessa di aggiungere qualcosa al ricordo di Katniss sull’erba saetta per renderlo significativo ai fini del suo sacrificio. Spero che vi sia piaciuta :) 
   
 
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