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Autore: EzraScarlet    22/08/2013    2 recensioni
Questa flashfic è incentrata sui sentimenti di George dopo la morte del suo gemello. Racchiude i suoi pensieri e il suo dolore.Tutta la sua amarezza e la sua rabbia, oltre alla vergogna.
Tratto dalla storia:
"Non riuscivo più ad essere me stesso, perché durante la battaglia finale, ero morto con il mio gemello.
Il mio fisico non aveva subito danni, ma il mio animo...
Ne avevo ancora uno? O Fred si era portato via anche quello insieme al mio cuore?"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ok allora questa storia è stata revisionata, perché mi sono resa conto grazie a una recensione critica di aver fatto un pessimo lavoro. Purtroppo, anche dopo questa seconda stesura non sono soddisfatta, ma non me la sono proprio sentita di cancellarla. Non riesco a entrare in sintonia con il personaggio, quindi credo sia la prima e l'ultima shot che pubblico su George. Comunque è una mia creatura, e la amerò lo stesso. Un bacione.


La guerra era finita da tempo ormai. Ma la domanda vera da porsi era: si è realmente conclusa questa lotta continua?
La risposta a questa domanda era no, non per tutti almeno.
Non per George Weasley.
Per lui, la stessa vita era diventata una lotta continua.
Essere sopravvissuto al suo gemello, a una parte di sè, era immensamente doloroso.
E il rimorso lo stava lentamente logorando, consumando la sua anima in pena.
Lui sapeva che Fred non avrebbe mai desiderato questo per lui, eppure non riusciva a contrastare il dolore, a ridere come un tempo, a continuare a vivere, a rendere felici le persone...
Lui non riusciva più ad essere se stesso, perché durante la battaglia finale, era morto con il suo gemello.
Il suo fisico non aveva subito danni, ma il suo animo...
Ne aveva ancora uno? O Fred si era portato via anche quello insieme al suo cuore?
Troppe domande senza risposta, arrovellavano la sua mente, mentre una furia cieca prendeva possesso di quel corpo ormai vuoto.
Perché era morto?
Perché non era stato attento?
Perché non aveva mantenuto la promessa?
Perché lo aveva lasciato solo?
Perché... Perché... Perché...
Tanti troppi perché, senza risposta. L'unico che poteva dargliela non c'era più, e se ci fosse stato, non ci sarebbe stato alcun bisogno di porsi la domanda.
E mentre la rabbia e l'odio si facevano strada dentro di lui, i ricordi della vita "passata" gli sovvenivano prepotenti nella mente: lui con Fred a progettare nuovi scherzi; lui che si scambia di posto con il suo gemello per confondere la madre; loro due che vendono scherzi nella sala comune di Grifondoro facendo infuriare Hermione; lui che confessa a Fred il suo amore per Angelina; Fred che gli parla di strane sensazione nei confronti della non più piccola Hermione; loro che combattono insieme; loro che si promettono di sopravvivere a quella guerra e di vivere appieno una volta finito il periodo di terrore... loro... loro... loro.
George odiava tutto questo.
Odiava i pensieri; odiava i ricordi; odiava essere arrabbiato col suo gemello morto, che aveva dato la vita per permettere anche a lui di essere felice; odiava non riuscire ad andare avanti come tutti gli altri; odiava guardarsi allo specchio, e non poterlo ritrovare nemmeno nel suo riflesso, così diverso da quello perfetto di Fred; odiava il fatto di aver perso il sorriso; odiava la sofferenza che aveva causato alla sua famiglia; odiava se stesso... George Weasley odiava la vita.
Ormai per lui vita era una semplice parola, priva di significato, e si vergognava per questo.
Tanti erano morti, mentre lui aveva avuto la "fortuna" di essere vivo... peccato che, avrebbe di gran lunga preferito la morte a quella non vita.
Era una semplice ombra, mero riflesso di ciò che era stato in passato.
E come un' ombra viveva, facendo soffrire Molly e Arthur che si erano resi conto di aver perso due figli in quella guerra; facendo soffrire Angelina che ogni giorno gli stava accanto, cercando di farlo vivere di nuovo, amandolo con tutta se stessa senza mai ricevere nulla in cambio; facendo soffrire Ginny, che era quella più legata a Fred dopo di lui, e che nel momento del bisogno si era vista strappare via un altro fratello; facendo soffrire Bill, Charlie, Ron, Hermione, Harry... che vedevano la vita sparire lentamente da quel corpo che un tempo incarnava una persona che tanto avevano amato, e che ancora continuavano ad amare, nonostante tutto.
E lui era consapevole di tutto questo, del male che stava facendo a tutti, del dolore che amaro stava facendo consumare i suoi amici e la sua famiglia, ma non riusciva a reagire, o forse non desiderava farlo.
Se fosse stato per lui, si sarebbe lasciato morire lentamente, per ricongiungersi finalmente all'altro se stesso, che gli era stato così brutalmente strappato via; ma non lo aveva fatto consapevole che sia Fred che la sua famiglia non glielo avrebbero mai perdonato; e lui aveva già troppo da farsi perdonare.
Non aveva scelta: non gli era concessa la morte, e quindi sarebbe vissuto.
Infelice, arrabbiato, vuoto, spezzato, confuso, colpevole... non aveva importanza.
Lui sarebbe vissuto perché così era stato deciso. Il fatto che lui non fosse stato minimamente interpellato non aveva alcuna importanza.
Perché la realtà era che per lui niente aveva più importanza...


E con questa consapevolezza erano passati anni, nei quali lui non era stato che l'ombra di se stesso, fino a quando qualcosa non lo aveva strappato dall'apatia nella quale era affondato più o meno consapevolmente.
Angelina, la sua amica, la sua compagna, la sua famiglia, gli aveva detto di aspettare un bambino.
Un bambino che non era stato progettato, ma che comunque sarebbe stato voluto.
La sua donna, che negli anni era diventata triste e vuota, quasi al pari di lui, glielo aveva detto con occhi lucidi e colmi di una nuova gioia.
Gioia che da tanto tempo lui le aveva tolto, e che ora per uno strano scherzo del destino, o forse per intercessione divina le era stata concessa nuovamente.
Il bambino era un maschio... un maschio.
Questo proprio non se lo aspettava, avrebbe avuto un figlio; generato dalla tristezza e dal dolore, ma che forse avrebbe rappresentato il suo miracolo personale; la sua via per la redenzione.
Era spaventato George, perché aveva paura di far soffrire suo figlio come aveva fatto soffrire tutti gli altri, in quegli anni bui e dolorosi.
Ma questa volta sarebbe stato diverso, lui sarebbe stato diverso, perché se non per lui... sarebbe dovuto tornare a vivere per suo figlio.
Lo avrebbero chiamato Fred Jr, così aveva deciso Angelina; e per la prima volta da anni lui aveva pianto tutto il suo dolore, col capo sul ventre di sua moglie.
Non era più arrabiato, era solo un uomo distrutto, che si faceva accarezzare i capelli dalla moglie, mentre versava lacrime amare su un passato che non sarebbe più tornato.
Non era stata l'unica volta in cui aveva pianto quella... nei mesi a venire, tante volte la stessa scena si era ripresentata nella sua casa: lui a piangere su quella nuova vita, mentre la sua donna lo sosteneva, e ancora una volta gli donava un amore che sapeva di non meritare.
Tante lacrime pregne di dolore erano state versate sino al giorno in cui suo figlio aveva deciso di salutare il mondo.
Era nato in una giornata assolata, era nato il 2 Maggio, ed era uguale a Fred... tutto sembrava un segno del destino, era prematuro di una settimana, ma sano e forte.
Aveva deciso di venire al mondo, lo stesso giorno in cui il suo omonimo lo aveva salutato per sempre.
E per la prima volta da tanto tempo George Weasley aveva pianto lacrime di gioia.
Ora avrebbe potuto mantenere la promessa fatta a Fred... avrebbe dato il massimo, vivendo la vita appieno, e vivendola con Fred, come doveva essere.
   
 
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