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Autore: BabySloth    22/08/2013    2 recensioni
Perso nel suo mondo magico, Niall, non si accorge che poco più in là un altro bambino sta correndo a perdifiato dietro un pallone da calcio.
AUKids!Niall/OllyMurs
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tutto grazie ad un pallone

 

E' un caldo pomeriggio d'estate, il parco è ancora abbastanza affollato, nonostante l'ora di cena si stia avvicinando.
I raggi del sole non paiono voler fuggire dietro le montagne, continuando ad illuminare l'ampia distesa erbosa che si estende per quasi un paio di chilometri.
All'ombra di qualche grosso albero, un bambino dai capelli color miele pizzica con le piccole dita paffute le corde della sua nuova chitarra, ancora troppo grande per lui.
Il suo papà gliel'ha regalata come premio per la promozione alla quarta elementare, lui ama suonare e non immaginava nulla di meglio che una nuova chitarra dalle linee morbide e dal legno lucido e chiaro.
Sorride, tenendo premute le corde e producendo dei suoni leggeri alla quale chiude gli occhi, godendosi ogni singola vibrazione prodotta da ciascun pizzico dato con la mano destra.
Chiude gli occhi, coprendo con le palpebre le iridi azzurro cielo che si ritrova, concentrandosi sulla melodia che sta provando a strimpellare, una di quelle canzonette che ha imparato a scuola.
Sorride dimenticandosi anche di trovarsi in un prato, non avverte più le grida degli altri bambini, non sente più i neonati piangere perché hanno fame e nemmeno le mamme ed i papà che parlano tra loro.
Niall non sente più nulla, ha orecchie soltanto per le note che, leggere, inizia a produrre con la sua chitarra.
Canticchia sotto voce, andando a tempo con la musica, sorridendo ad ogni nota che azzecca, storcendo il nasino a patata per le volte che sbaglia.
Dondola leggermente, prima verso destra e poi verso sinistra, senza mai perdere quella dolce piega che hanno preso le sue labbra.
Per un momento si sente come in una bolla, una di quelle magiche che ti proteggono da tutto, una di quelle dove puoi nasconderti perché gli altri non possono vederti, dove puoi restare finché non ti stanchi o, semplicemente, ti viene fame e sei costretto a correre a casa per uno di quei tramezzini che solo la mamma sa preparare.
Quel biondino di otto anni sa costruirsi la propria bolla da solo, basta un luogo, lui con le gambette incrociate e la sua inseparabile chitarra poggiata sulle cosce.
Ad ogni nota la bolla inizierà ad ingrandirsi, si farà sempre più grande fino ad inghiottirlo, assicurandogli tranquillità, almeno per un po'.
Perso nel suo mondo magico, Niall, non si accorge che poco più in là un altro bambino sta correndo a perdifiato dietro un pallone da calcio.
Quest'ultimo, di diversi anni più grande di lui, non si ferma un attimo, sgambetta velocemente inseguendo la palla, calciandola con un sorriso divertito impresso sulle labbra.
Gli occhi verdi, che però continuano a cambiare colore seguendo l'inclinazione del sole, non abbandonano per un secondo la sfera tondeggiante che rotola e rotola per il prato.
Calcia il pallone con più forza, alzando lo sguardo e perdendo immediatamente il sorriso, coprendosi gli occhi e urlando a casaccio un “Attento!”
Il bambino, seduto a gambe incrociate, apre appena un occhio a quel grido ma, per la troppa velocità delle azioni, non riesce nemmeno a capire quello che sta succedendo che in meno di qualche secondo si ritrova a gambe all'aria e il viso schiacciato da quel pallone pesante.
Il giovane calciatore, preso dalla troppa enfasi del gioco, non era riuscito a controllare il lancio.
Ed ora, ad occhi sgranati, fissa spaventato la scena che descrive quel povero bambino biondiccio contorcersi dal male sul prato.
Comincia a correre in direzione del malcapitato, inginocchiandosi velocemente davanti al piccolo che è scoppiato in lacrime.
- “Scusami, scusami, scusami, i-io non volevo colpirti, non l'ho fatto apposta, scusami.”
Olly, il bambino di dodici anni, si affretta nel liberarlo dalla chitarra, stringendo poi il bambino tra le braccia, alla ricerca di un modo per calmarlo.
- “Ti ho fatto tanto male?"
Domanda all'orecchio dell'altro, nettamente più piccolo tra le sue braccia.
Niall affonda il viso contro il suo petto, continuando a singhiozzare, cercando di farlo nel modo più silenzioso possibile.
Non può e non vuole mostrarsi debole davanti ad un altro bambino.
Scuote la testa in segno di dissenso, nonostante abbia la fronte dolorante ed è quasi del tutto sicuro che si ritroverà un bel bernoccolo di lì a poco.
Il più grande gli prende il viso tra le mani, cancellando con le dita i lacrimoni che gli rigano le guanciotte arrossate, lasciandogli un piccolo bacio sulla fronte, dove già inizia a vedersi il gonfiore.
- “Mi dispiace tanto...”
Sussurra un'ennesima volta, con l'espressione desolata per l'accaduto.
- “N-non ti preoccupare, sto bene.”
Mormora facendo udire all'altro per la prima volta la sua vocina.
Olly gli sorride dolcemente, accarezzandogli i capelli.
- “Come ti chiami?”
Il bimbo dai capelli color miele arrossisce subito a quelle attenzioni, senza però divincolarsi.
- “M-mi chiamo Niall.”
Prende coraggio per rispondere, abbassando lo sguardo sulle proprie mani.
- “Io invece mi chiamo Oliver.”
Storce appena le labbra, alzando con un dito il viso del più piccolo.
- “Però tu, se vuoi, puoi chiamarmi Olly.”
Gli sorride gentile, cancellandogli anche l'ultima lacrima.
Niall annuisce, abbozzandogli un sorrisino, sfiorandosi appena la fronte, serrando le palpebre in una smorfia di dolore.
- “Fa tanto male?”
Chiede dispiaciuto il più grande, mordendosi il labbro inferiore, sospirando appena.
- “U-un pochino.”
Bisbiglia tornando a torturarsi le manine.
Olly avvicina le labbra alla sua fronte, lasciando dei piccoli baci sulla zona più calda, chiudendo gli occhi ed affondando il naso tra i suoi capelli al profumo di zenzero.
Sorride al ricordo dei dolcetti natalizi che, ogni anno, la nonna gli prepara, proprio con lo zenzero.
- “Adesso passa, non ti preoccupare.”
Cerca di rassicurarlo con il tono dolce.
Quei gesti così teneri fanno arrossire nuovamente il più piccolo, facendo aumentare i battiti del suo cuore, stretto nel petto.
Sposta lo sguardo accanto a sé, Olly, notando la chitarra che poco prima aveva spostato.
- “Tu suoni?”
Domanda provando a distrarlo, così da fargli rispuntare il sorriso.
Il bambino non attende ad annuire, tirando appena su con il naso e guardandolo negli occhi, facendo scontrare per la prima volta le iridi azzurre con quelle adesso grigio-verdi del più grande.
- “Mi fai sentire qualcosa?”
Niall annuisce timidamente, per la seconda volta, tornando a gambe incrociate e recuperando la sua amata chitarra, poggiandosela in grembo subito dopo.
Controlla se è ancora accordata, iniziando poi a dar vita ad una vera e propria canzone, non ne conosce il titolo, però è una delle preferite del suo papà e lui l'ha imparata a memoria.
Per fortuna la conosce, non si sarebbe mai osato di suonare una di quelle canzoncine che ha imparato a scuola.
Con le gambe incrociate ed i gomiti affondati su di esse, Olly, guarda assorto Niall suonare, sorridendogli con dolcezza, muovendo la testa seguendo il ritmo della musica.
- “Sei molto bravo.”
Sorride battendogli le mani a canzone terminata, facendoglisi velocemente più vicino, tanto da far arrossire il bambino.
- “G-grazie.”
Riesce appena a pigolare, poggiando la chitarra accanto al proprio corpo.
Olly alza la testa, sentendo il proprio gemello chiamarlo, vedendolo sbracciarsi da lontano, dove prima stava giocando a calcio.
- “Vieni spesso al parco?”
Torna a guardare Niall, con una nota di speranza negli occhi.
Questo annuisce, incrociando il suo sguardo.
- “Vengo qui ogni pomeriggio con la tata, e tu?”
Le labbra del maggiore si aprono in un sorriso radioso, allungando le braccia ad afferrare il pallone.
- “Anche io, vengo con mio fratello, allora domani ci rivediamo, vero? Non sei arrabbiato con me, giusto?”
Inclina leggermente le labbra intristito.
Niall scuote la testa, non è arrabbiato, infondo non l'ha fatto apposta a colpirlo e poi è stato gentile ad abbracciarlo e a tenergli un po' di compagnia.
- “Ci vediamo domani, Olly.”
Gli rivolge un sorriso, grattandosi il braccio.
Il più grande sorride con gli occhi illuminati, alzandosi di scatto.
- “Non vedo l'ora!”
Mormora con tono allegro, piegandosi in avanti, facendo combaciare per pochi secondi le loro labbra, fuggendo poi via velocemente, con il pallone stretto sotto il braccio.
- “A domani!”
Urlacchia ancora, allontanandosi.
Niall si sente avvampare, sa che è diventato tutto rosso come un peperone fino alla punta dei capelli, e ringrazia che l'altro si sia già allontanato così da non poterlo notare.
Si morde piano il labbro, chiudendo gli occhi al pensiero di quel piccolo bacio rubato, non riuscendo ad impedirsi di sorridere.
Chiuso nel petto, avverte benissimo il suo piccolo cuoricino battere all'impazzata, e questo non aiuta di certo a riacquistare il proprio colore naturale in viso.
Quello è uno di quei baci che solo la mamma ed il papà si danno, però non gli è dispiaciuto riceverne uno da Olly.
Sorride ancora una volta, stringendosi al petto la chitarra, sfiorandosi lievemente il bernoccolo con le dita, senza prestare molto caso al dolore.
In effetti, se non fosse stato per quella pallonata non l'avrebbe conosciuto.
- “Niall, Niall! Avanti, è ora di tornare a casa!"
Lo chiama a gran voce la bambinaia, facendolo alzare di scatto, abbracciato ancora all'amato strumento.
Cammina verso casa, mano nella mano alla donna, alzando poi gli occhi verso di lei.
- “Vero che domani ci torniamo al parco, è vero?”
Nonostante sapesse che quello fosse il programma di ogni pomeriggio, il piccolino vuole averne una conferma.
Questa gli sorride annuendo, fermandosi davanti alle strisce pedonali, attendendo di poter passare.
- “Ma certo che ci torniamo tesoro, come sempre. Ti sei divertito oggi?”
Lui sorride spontaneamente, muovendo la testa in un segno concorde, abbassando lo sguardo e sentendosi arrossire.
Già, si è proprio divertito.
Adesso, non gli rimane che aspettare il giorno seguente per incontrare Olly, di nuovo.

 

  
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