Anime & Manga > Chevalier d'Eon
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Autore: Kalheesi    22/08/2013    0 recensioni
Ormai la rivoluzione è avvenuta, la creazione di una nuova Francia è in atto; ma non tutto dell'antica nobiltà è stato estirpato, c'è ancora un giovane, un ex cavaliere. Lui si nasconde dalla repubblica indossando gli abiti dell'andata sorella che, da sola, aveva provato a cambiare la storia.
L'Europa è di nuovo in pericolo, un nuovo mistero, anzi, un antico mistero mai risolto che riaffiora dalle ceneri: i Salmi ed il loro potere. La forza delle parole ancora una volta batte la potenza della spada; antichi compagni si ritrovano e nuovi segreti da svelare affiorano.
Ormai lo sappiamo: -l'unico modo per migliorare il futuro è cambiare il passato- citaz.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Il giovane D'Eon aveva fissato quella scritta per minuti interi, non riusciva a capacitarsi di quello che stava vedendo; per quale motivo, lui, che non aveva mai visto quella scrittura, riusciva persino a leggerla? Quella giornata era stata sconvolgente, dopo anni che si teneva in ombra, in cui era voluto fuggire da tutto quello che riguardasse i Salmi e la famiglia reale, ora era li.Nel giro di pochi minuti, l'universo di pace e tranquillità che in dieci anni si era creato, era stato totalmente disintegrato. Robin. La lettera. Robin. Non sapeva cosa pensare. Era un vero e proprio incubo, però in fondo era felice di rivedere quel volto candido ormai adulto e dagli zigomi pronunciati, incorniciato da ciocche di capelli rosso fuoco, già lunghi e raccolti in un codino di capelli leggermente ricci e ribelli. Era stato talmente tanto preso da quella lettera che non aveva prestato molta attenzione all'abbigliamento di Robin; così, dopo che la lettera gli era caduta dalle mani, si era alzato di scatto e, ancora scioccato, si era voltato come per guardare fuori dalla finestra, anche se in realtà guardava dentro se stesso. Robin aveva invece attentamente osservato ogni minimo dettaglio di D'Eon, non aveva tralasciato nemmeno un piccolo particolare nella sua analisi; la cosa che più gli era saltata agli occhi era proprio l'abito rosso sangue che indossava, un vestito lungo e semplice, senza particolari rifiniture o ricami, ma solo con le maniche tre quarti a balze bianche come la neve, era identico all'abito indossato dalla bellissima Lia, nel momento della sua morte. Era molto tempo che non vedeva il ragazzo, ma ,nonostante se lo aspettasse vista la portata di quella notizia, rimase scosso nel vedere quegli occhi limpidi così sconvolti. Appena D'Eon si fu voltato verso la finestra, aveva raccolto la lettera e la aveva riposta nella tasca interna della sua giacca. Anche lui si era alzato dalla sedia e, stando alle spalle del ex cavaliere, si accorse che era ancora più alto, inoltre, nonostante tutto, il suo portamento nobile e fiero non era decaduto, come d'altronde la sua delicata bellezza. "Robin…cosa volete da me? Realmente…" "È tuo dovere collaborare con noi, per risolvere questo caso è necessario il tuo…intervento." "Cosa vuoi TU, da me" "…" "Robin, sai meglio di chiunque altro che non ho più nessun dovere verso alcuna organizzazione, i cavalieri non esistono pi; sono stati imprigionati, o sono fuggiti o, i più ostinati ed ancora credenti nella monarchia, uccisi. Pensavi che non lo sapessi? Allora, dimmi la verità per favore, cos'è che veramente vuoi da me?" Il volto di D'Eon era rimasto sereno e tranquillo, come stesse raccontando una semplice favola, il suo viso era sempre dolce, ma dicendo quelle parole sembrava avesse una maschera fredda come il ghiaccio. Passarono alcuni interminabili minuti di silenzio. "D'Eon…beh…la nazione ha nuovamente bisogno dei tuoi servigi, la tua presenza è…necessaria" l'ultima parola era molto trattenuta e forzata, avrebbe preferito non esser costretto a pronunciarla. "Robin, io qui ho trovato il mio equilibrio, la pace; so quanto è stato difficile per te, venire qui oggi, davvero…ma come potrei, ora che avevo lasciato il passato alle spalle, andare a reimmergermi in esso?" "D'Eon lascerai la Francia in balia della distruzione? Siamo gli unici sopravvissuti che possono fare qualcosa ed anche a sapere a cosa si va in contro…" la voce di Robin non era più quella rigida e formale di prima, ma era spezzata e tremante, non avrebbe sopportato oltre di parlare ancora di tutto questo. "Robin…lo so perfettamente, ma so anche quanto provi disprezzo per me, per quale motivo ti sei spinto a tanto?! Robespierre valeva tanto?!?!" Robin rimase sconvolto e attonito davanti a quelle parole, un vortice di pensieri ed emozioni gli iniziava a vorticare nella testa. "Ma cosa…sei impazzito?! Ma che diavolo stai dicendo?!?! Cosa c'entra Robespierre in tutto questo?!?!" D'Eon non si aspettava una simile reazione da parte dell'ex compagno, non credeva si sarebbe alterato tanto, si aspettava qualcosa del tipo -si, valeva molto più di te, almeno lui ha combattuto fino alla fine per i suoi ideali, tu non sapevi nemmeno quali fossero, e per la tua indecisione tutti gli altri sono morti, tutto a causa tua- forse sperava che gli dicesse tutto questo perché in fondo sentiva di meritarselo; non avrebbe mai veramente perdonato se stesso per tutto quello che aveva fatto. "Scusami, non avrei dovuto, comunque sappi che riesco a leggere quella scrittura, ma non ad aprire la lettera…sembra, ma forse è solo una coincidenza, però è simile ai…" "…Salmi" completò Robin con un'espressione incupita. "Ma come è possibile che esista ancora quel potere, se il Libro adesso non è più quello di prima, come possono esserci ancora dei Poeti?" " Non lo so, ma è proprio quello che la Adelfi cerca di scoprire da un po'" "di che stai parlando, cos'è l'Adelfi?" "La società segreta di cui faccio parte, che fondamentalmente ha preso il posto del Segreto del Re.…" a quelle parole seguì qualche attimo di silenzio. "Va bene…Robin…accetto, vi aiuterò, ma la mia identità dovrà rimanere un segreto." "Ma certo. Un uomo ti verrà a prendere con una carrozza questa sera, al tramonto, inoltre puoi mettere i tuoi abiti maschili." Robin aveva dato un ultimo sguardo a quel volto pallido e stranamente sereno, così si era avviato verso la porta, ma appena dopo aver aperto la porta si era girato di nuovo. "…grazie…" e dopo quelle parole se ne era andato in modo incredibilmente veloce. D'Eon, appena sentì allontanarsi le carrozze piene di militari, si spostò da quella finestra e si riposò sulla poltrona, rilassandosi e cercando di metabolizzare tutto quello che era appena successo, anche se invano. Dopo alcune ore il giovane ex cavaliere aveva tirato nuovamente fuori alcuni suoi vecchi abiti maschili, lì vi erano tutti gli abiti che aveva indossato durante il viaggio di dieci anni prima, insieme a quelli decisamente meno pregiati che aveva usato per fuggire dopo la rivoluzione. Davanti a quella stoffa intrisa di importanti ricordi, non sapeva cosa fare, come non lo aveva saputo anni prima. Inizialmente aveva intenzione di bruciarli, così come il suo passato e tutto il dolore ad esso legato; però non ce la faceva, non voleva dimenticare e far finta che niente fosse successo, non poteva, anche per tutte le persone che avevano dato la loro vita e la avevano irrimediabilmente cambiata a lui. Così aveva deciso di indossare un'abito semplice, costituito da abiti veloci e anche un po' malconci, per attirare il meno possibile l'attenzione; però aveva anche l'ardente desiderio di reindossare quegli abiti delicati ed eleganti con cui anni prima aveva sfidato il mondo per ottenere la verità; con i quali aveva fatto parte dei quattro moschettieri; ed erano stati essi a macchiarsi di sangue, davanti ai morenti Duran e Tellagory. In fine decise di mettere gli stessi abiti del giorno in cui scoprì la verità, cioè il giorno della fine e dell'inizio di tutto. Dopo alcuni minuti si era messo davanti allo specchio, erano diversi mesi che non lo faceva, per paura di vedere il traditore della patria o il codardo che era fuggito dal suo destino, ma vide solamente il giovane ed innocente cavaliere D'Eon de Boumont, solo più adulto; i suoi lunghi capelli dorati, erano cresciuti ancora, nonostante li avesse leggermente tagliati da poco. Dopo undici anni, indossava nuovamente la sua giacca bianca e candida, finemente ricamata in oro, i leggeri pantaloni scuri chiusi negli stivali neri, i capelli curati alla perfezione ciocca per ciocca, legati da un morbido nastro rosso vivo, andando a formare una lunga coda dorata, mostrando maggiormente gli zigomi ormai più adulti ma non eccessivamente duri che indicavano gli anni passati. Doveva ammettere di non essere un brutto ragazzo, ma i suoi tratti dolci e non molto marcati, gli davano un'aspetto angelico, quasi etereo. Alle 21.15 arrivò, davanti alla sua casa, una carrozza finemente decorata in vernice dorata, ma non eccessivamente barocca, con semplici tocchi di pennello in qua e là per esaltare la fluidità della struttura; come cocchiere vi era un giovane di circa 22 anni, con capelli non troppo lunghi e castani scuri, tra le cui ciocche si vedevano due occhi verdi brillanti;somigliava incredibilmente a Duran, ma aveva un volto più giovane e fresco, però questo aspetto era smorzato dal lungo mantello nero in cui era avvolto. Appena vide D'Eon si soffermò sui suoi capelli e sulla sua giacca, poi, con occhi freddi ed espressione tesa, gli fece un cenno con la mano guantata di nero. L'ex cavaliere prese la spada che a lungo lo aveva affiancato e un leggero mantello blu come la notte per nascondersi da occhi indiscreti; così scese i pochi scalini e, dopo aver dato un'ultima occhiata a quel volto così tanto somigliante all'amico defunto, salì sulla carrozza. Durante il viaggio, D'Eon aveva preferito osservare il paesaggio estivo che lo portava a Parigi, la sua amatissima Parigi, la città che per lui aveva sempre rappresentato il potere della monarchia ed il suo centro, mentre adesso era il punto di riferimento della Rivoluzione. Non sapeva cosa aspettarsi, ma sicuramente sarebbe rimasta la città meravigliosa che era sempre stata; ma sopratutto non sapeva cosa aspettarsi da Robin, come era diventato in quegli anni? Sicuramente aveva molta più sicurezza, l'allegria e la positività che da sempre lo avevano aiutato erano spariti, o almeno cerava di nasconderli, ma quella maschera di freddezza era stata infranta; Robespierre…era stato quel nome a disturbare l'equilibrio dell'ormai adulto Robin, possibile che quel ragazzo fosse talmente attaccato a quell'uomo, tanto da prenderne il nome e portarne avanti gli ideali? D'Eon sapeva che Robin provava ancora disprezzo per lui, per le lacrime non versate davanti al cadavere di Duran e per l'uccisione del suo ex maestro Tellagory; come avrebbe potuto perdonarlo? Passando per la strada verso Parigi si accorse che era la stessa percorsa la prima volta in cui fuggirono tutti insieme, intanto iniziavano a percorrere un vicolo, lo stesso in cui vi fu la prima manifestazione di Lia nel corpo di D'Eon, quella sera, in cui lui Robin e Tellagory dubitavano della fedeltà di Duran. Quanti ricordi per quelle vie, quanti misteri risolti, quante avventure; pensare a tutto quello che avevano passato insieme gli dava un'incredibile sensazione di nostalgia, ma anche di tristezza, perché sapeva che, avendo accettato di aiutare Robin, tutto sarebbe tornato fuori, però non aveva idea di come avrebbe potuto nascondere lA sua vera identità, o almeno come sfuggire alla morte, una volta che i piani alti dei Ribelli avrebbero scoperto chi era stato in passato. Ad un tratto la carrozza si fermò e il cocchiere diede il segnale di scendere, infatti era già ad aprire la carrozza a D'Eon, che scendendo aveva notato che il giovane fissava in modo ossessivo il suo viso, era molto strano, anzi, inquietante. Appena sceso guardò sopra si se è rimase di stucco, non avrebbe mai pensato che la sede dell'Adelfi fosse lì.
   
 
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