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Autore: LianaGrindcore    22/08/2013    2 recensioni
Questa è la storia di una ragazza. Una ragazza che farebbe di tutto per incontrare la sua band preferita, i suoi idoli. Grazie ad un concorso riuscirà a farlo oppure avrà degli ostacoli da superare?
Genere: Erotico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi svegliai felice, non sapevo il perché. Mi svegliai presto, prima che la sveglia suonasse e iniziai a prepararmi. Quella giornata era iniziata benissimo. Diedi uno sguardo ad una foto incollata sul mio armadio blu, sorrisi e ricordai; quella notte avevo sognato Bill. Non ricordavo il sogno, ma sapevo di averlo sognato. 
Vidi il mio ragazzo togliersi la maglietta e buttarsi in piscina. Sorrisi, mentre in un angolo parlavo con due mie amiche. Il sole splendeva, faceva molto caldo, ma non ne volevo sapere di togliermi i vestiti. Non avevo mai festeggiato ferragosto, non c'era mai stato modo. Dopo che i miei si separarono, mio padre non mi fece festeggiare  più nessuna festa. Quindi, non sapendo nemmeno che quel giorno era festivo, optai per un paio di shors e una maglietta bianca con scritto Love, sotto indossai il costume.
Chantel pareva annoiata, ma in realtà aveva solamente tanto sonno. Se ne stava seduta su una sdraio e, senza chiedermi niente, appoggiò la testa sulla mia pancia così iniziai ad accarezzarla. Trevor, il suo ragazzo che se ne stava in piscina con gli altri, mi chiese cosa aveva, scuotei la testa e gli risposi che era semplicemente stanca. Il ragazzo uscì dalla piscina e abbracciò Chantel che, arrabbiata per il fatto di averla bagnata, cercò di staccarsi. Sorrisi guardandoli e intanto mi allontanai con Lilly. Il mio ragazzo era già uscito dalla piscina e stava giocando a biliardino con altre due ragazze. Non ci feci molto caso, anche se una di loro era la sua ex. Lilly mi guardava sorridendo, lo faceva sempre. Ricambiai il sorriso e le dissi che quello era un giorno speciale, era l'anniversario dei Tokio Hotel.
.
Quella sera, quando seppi del concorso, andai in estasi. I Tokio Hotel avevano creato un concorso, un concorso molto importante per molti Aliens. Tutti avrebbero partecipato, tutti ci avrebbero provato, ma solo una poteva avere la fortuna di vincere; vincere quel concorso e andare fino a Los Angeles, per incontrarli. Incontrare Bill e Tom, i gemelli Kaulitz. Non stavo più nella pelle, era come un sogno che diventava realtà, ma purtroppo sarebbe rimasto un sogno. Non avrebbe mai vinto una straniera, tantomeno un'italiana, ma questo era il mio pensiero. Magari poteva succedere, magari sarebbe successo! Allora perché non provarci? Fu lì che decisi di farlo. 
Ero stanca, la giornata era passata tranquillamente, però mi ero stancata molto. Questa notizia mi aveva stravolta, fu così che iniziai a piangere. Nessuno se ne accorse, ma lo feci. Guardai la foto sull'armadio e sorrisi ancora una volta, avevo capito perché quella sera avevo sognato Bill. 
.
Avevo deciso di partecipare al concorso, l'avevo fatto e l'avevo inviato. 
Non avevo molte idee, ma ci provai. Creai un video a modo mio, con la mia storia e dei pezzi di video trovati su youtube. Quel video non avrebbe mai potuto vincere, ma volevo raccontare di me. Volevo inviare qualcosa di vero, di bello, di mio. 
E quel video lo era.
Quel video parlava di Mia, una ragazza adolescente che ne ha passate tante nella vita. Quel video era il mio video e loro avrebbero visto la mia vita. Dentro quel video c'era racchiuso un amore grande, tanto grande, un amore nato grazie a loro. L'amore che provavo per loro, l'amore che avevo fatto crescere con me. Racchiudeva tristezza, rabbia, dolore. 
Tutto ciò che avevo provato in quegli anni. 
Sorridevo, dentro quella macchina rossa, sorridevo perché ero felice. Non sapevo se avrebbero mai guardato quel video, ma io gliel'avevo inviato. Sorridevo e non smettevo di farlo, sorridevo sulle note di Love is Dead, sorridevo finché una macchina non ci venne addosso.
Un secondo.
Un minuto.
Mi ritrovai a ruotare dentro la macchina, la macchina si era capovolta e io con lei.
Buio.
Solo e silenzioso buio.
   
 
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