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Autore: albalau    23/08/2013    5 recensioni
Una giornata particolare, una marea di imprevisti e di "strani" individui che saltano fuori quando meno te lo aspetti. A cosa porterà quella giornata? Questa era la domanda muta che aleggiava nell'aria e a cui Temari non riusciva a dare risposta.
( Fanfic partecipante all'iniziativa The flower bloomed in adversity della Black Parade)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Richiuse la porta alle sue spalle, spossata da quell'interminabile giornata, tolse lentamente il ventaglio dalla schiena e lo posò al muro. Si diresse in cucina nella ricerca di qualcosa di commestibile, ma appena aprì il frigorifero fece una smorfia. Un paio di pomodori e un pezzo di formaggio. E imprecò contro quella specie di schiavista con i codini!

Possibile che quando mancava quel pigrone era lei a rimetterci sempre? Già, perché l'Hokage aveva avuto la brillante idea di mandarlo in missione e scaricare su di lei la mole di incartamenti che si erano accumulati su tutte le scrivanie esistenti in quel palazzo! Ed era colpa sua se non era potuta andare a fare la spesa e si ritrovava con quelle due misere cibaglie....

Scosse la testa sconsolata. Perché non era andata a Suna come programmato...

Ah, già. Il Kazekage, il suo “adorabile” fratellino, non ce l'aveva voluta. E la scusa era stata davvero patetica. Dovevano ristrutturare il palazzo, come la loro casa e sarebbe stato impossibile trovarle un alloggio, visto che avevano avuto problemi a trovarlo persino loro. Si, e lei doveva pure crederci...Se non era desiderata a Suna bastava dirlo!

Avrebbe tanto voluto andare a controllare cosa stessero facendo realmente i due fratelli mentitori, ma non era stato possibile. Tsunade, che era l'unica che poteva permetterle di lasciare Konoha in assenza di una richiesta esplicita di Gaara, si era bevuta quella specie di frottola!

Senza contare che quel bel casino era avvenuto proprio in quei giorni. Non sarebbe stato un gran problema in se, ma l'indomani sarebbe stato il suo compleanno e avrebbe voluto passarlo con i fratelli e con il fidanzato. Infatti da circa un mese aveva progettato il modo per smuovere quello sfaticato di Shikamaru e portarlo a Suna, ma gli imprevisti le erano piombati addosso uno dietro l'altro e si era dovuta arrendere al fatto che quell'anno sarebbe stata sola.

Sbuffò pesantemente e si sedette sotto il porticato del suo appartamento. Puntò lo sguardo sul piccolo giardino che circondava l'abitazione, respirando a pieni polmoni la leggera brezza che si era alzata. Raccolse le gambe al petto, stringendole con le braccia e abbassando il mento sulle ginocchia. Scosse lievemente la testa, era inutile avvelenarsi il sangue. Shikamaru non poteva di certo andare contro un ordine dell'Hokage e per quel che riguardava Gaara e Kankuro anche loro avranno avuto i loro motivi, solo che non volevano dirle la verità per non farla stare in pensiero.

Guardò il cielo che si era ricoperto di piccoli puntini luminosi, sentendo la stanchezza crollarle addosso.

-Meglio che vada a letto, altrimenti domani non credo che riuscirò a tenermi in piedi.- di disse con voce rassegnata.

 

Un forte rumore la costrinse ad aprire gli occhi. Li schermò con una mano, dato che i primi raggi del sole cominciavano a filtrare dalla persiana e le colpivano il viso. Si rigirò nel letto per vedere l'ora. Erano appena le sei. Ancora presto per alzarsi, per di più si era anche convinta di averlo solo sognato quel rumore. Richiuse le palpebre e stava cercando di riaddormentarsi, quando il “rumore” riprese e più insistentemente. Scattò seduta e capì da dove arrivava. Quello non era bussare. Qualcuno stava cercando di buttarle giù la porta di casa! S'infervorò. Ma chi diamine era a combinare tutto quel casino? Sopratutto, sapeva che ore erano? Di solito la gente dormiva alle sei!

Corse alla porta e la spalancò, pronta ad inveire sullo scocciatore.

-Dammi un buon motivo per non ammazzarti subito.- ringhiò irata, riconoscendo la persona, o il folle, davanti a lei.

-Buon...buongiorno Temari!- la salutò allegramente, ma anche titubante. Era davvero spaventosa...

-Taglia corto Uzumaki! Che ci fai a casa mia a quest'ora!- stavolta aveva alzato il tono.

-Beh...vedi...io...- iniziò, portandosi una mano sulla testa e grattandosi i capelli.

Temari, invece, aveva incrociato le braccia e stava battendo la punta del piede a terra. Gli avrebbe dato ancora dieci secondi prima di farlo volare, letteralmente volare, lontano da lei, dal villaggio, dall'intera Nazione. Naruto, che aveva percepito chiaramente il pericolo, decise che era meglio muoversi.

Tese le braccia davanti a lei, mollandole in mano un piccolo vaso, che fortunatamente Temari prese al volo. La kunoichi sbatté le palpebre un paio di volte prima di riportare lo sguardo su quel biondino.

-E questo?- chiese stupita.

-Io che ne so. Mi è stato chiesto di portartelo e l'ho fatto. Cooooomunqueeee....ora devo scappare. Ci vediamo!- e si volatilizzò nel nulla, lasciandola lì come un ebete.

Quando si riscosse si rese conto di una cosa. Non aveva fatto in tempo a domandargli chi gli aveva chiesto di portargli quel...Lo guardò attentamente. Un fiore. Precisamente un giglio e, se ricordava bene, doveva essere la varietà tigre.

Continuò ad osservarlo mentre chiudeva la porta e posava quel vaso sul tavolo. E una domanda che continuava a girarle per la testa. Chi diamine era stato?

 

Camminava svelta, era in ritardo. Si era persa nel pensare a chi avesse avuto l'idea di mandare Naruto da lei quel mattino, a quell'ora assurda per consegnarle un fiore che non aveva tenuto d'occhio l'orologio. Quindi era in un ritardo quasi mostruoso, appunto, per i suoi canoni. Era quasi giunta davanti al palazzo dell'Hokage, quando venne travolta da un turbine di....sabbia? No, non poteva essere! Eppure...

Appena il pulviscolo si fu diradato, comprese di essersi sbagliata. Infatti davanti a lei non stava Gaara, ma quella specie di omino avvolto da quell'assurda tuta verde...

-Che bella giornata! Vero Temari-san?- le chiese allegro (pure troppo) come sempre.

-Si si, bella davvero Gai-sensei.- rispose, assolutamente infastidita da quell'apparizione.

Non che le avesse fatto chissà che cosa, ma quell'uomo le metteva i brividi addosso.

-Questo mi porta a pensare a quando, nel pieno della mia giovinezza, correvo per i monti, i prati e i laghi. Quando...- ma Temari lo bloccò.

Non aveva assolutamente voglia di sentire quel suo monologo...

-Vuole qualcosa?-

-Oh si mia leggiadra creatura!-

Ecco, adesso si che le veniva il volta stomaco!

-Questo mi è stato chiesto di consegnarlo nelle tue mani e che devi averne cura, tannntaaa cura.- e le diede un vaso, tale e quale a quello di Naruto.

Solo che il fiore era un altro. Un gelsomino rosso. Lo prese, ma stavolta non si sarebbe fatta scappare il “fattorino”. Lo agguantò per un braccio.

-Chi le ha detto di...- ma non riuscì a finire la frase che Gai si divincolò con una mossa fulminea.

-Che la giovinezza sia con te!- e scomparve dalla sua vista come un fulmine.

-Ma che diamine sta succedendo?- si domandò fissando prima il tetto dove quell'essere verde si era dileguato, poi il vaso che aveva tra le braccia.

 

Due ore. Due interminabili ore nelle quali non era riuscita a concludere assolutamente niente. L'unica cosa che riusciva a fare era stata fissare quel gelsomino e non poté evitare di collegarlo al giglio che era ancora sul tavolo a casa sua. Anche se la domanda era ancora solo una: chi aveva fatto ciò? Non le veniva in mente nessuno.

-Basta! Se vado avanti così divento matta.- si riprese.

-Tutto bene Temari?- la domanda la fece sobbalzare.

-Kakashi-sensei!- esclamò, realmente sorpresa di vederlo nel suo ufficio.

-Scusa se sono entrato dalla finestra, ma dovevo nascondermi.- la sua voce si affievolì verso la fine della frase.

-E da chi?- gli chiese col medesimo tono, ma già conoscendo la risposta.

-Una delle innumerevoli sfide di Gai. Accetterei, ma oggi proprio non ho tempo.-

-Immaginavo. Ma come vede anch'io sarei impegnata.- e indicò i fascicoli davanti a lei.- Per cui le chiederei di trovare un altro nascondiglio.-

Kakashi sorrise da sotto la sua maschera e alzò entrambe le mani come a scusarsi.

-Hai ragione, meglio che vada. Buon lavoro.- e svanì nella sua solita nuvoletta di fumo.

Temari tirò un sospiro di sollievo dopo l'uscita sempre fantasiosa di Kakashi, ma poi notò una cosa che prima...prima non c'era! Fece il giro della scrivania di corsa e guardò quella nuova pianta. Origano. Frenò la sua immaginazione che era già partita. Poteva essere che Kakashi se l'era scordata, mica potevano essere per lei tutte le piante che le capitavano a tiro! Già, doveva essere così.

-Quella è per te, ma non chiedermi chi te la manda.-

Un piccolo grido le uscì dalle labbra e trovò il viso del maestro a pochi centimetri dal suo. E poi scomparve di nuovo.

 

Ormai la giornata era quasi finita e il sole prossimo al tramonto, ma per lei non era mai stata così stressante. Non era riuscita a concludere nulla, la sua testa era completamente rivolta a quelle piante che qualcuno di sconosciuto, o conosciuto ma non sapeva assolutamente chi a parte quella svampita della Yamanaka, poteva averle regalato. Perché a quella conclusione era giunta, ma la mandava in bestia non sapere chi fosse. Più che altro si sentiva presa un pochino in giro.

Proprio mentre ultimava quel pensiero, le apparve davanti proprio...Ino Yamanaka.

-Oggi non è aria biondina.- la mise in guardia.

-Che c'è? Ti sei alzata con il piede sbagliato?- la rimbeccò, ma sempre con un ampio sorriso.

Temari si passò una mano sulla fronte, sentendosi quasi in colpa per come l'aveva accolta.

-Hai ragione, scusa. Oggi è stata una giornata...strana.- ammise a malincuore.

-Uhau! Che belle! Un gelsomino e un origano!- le disse notando i due vasi che aveva tra le braccia.

-Già, senza contare il giglio di stamattina. Non so che stia succedendo, ma oggi, quando incontro qualcuno, mi viene data una pianta.-

-Ma è meraviglioso! Sai cosa significano?-

-No e non mi interessa.- ribadì.

Ino scosse la testa, sconsolata.

-Dovresti.- poi vide l'occhiata non tanto amichevole che le rivolse e si schiarì la voce.-Bella serata, non trovi? Né troppo calda, ma nemmeno fredda.-

Temari inarcò un sopracciglio. Da quando quella parlava del tempo?

-Ora devo scappare. Ciao!- e si dileguò.

La kunoichi di Suna rimase impalata in mezzo alla strada. Era una sua impressione e quel giorno erano davvero tutti impazziti? Decise però, ne andava della sua salute mentale, di lasciar perdere. Mosse un piede dietro l'altro, desiderosa solo di arrivare a casa e chiudersi dentro fino al mattino, ma dovette bloccarsi di nuovo. Che ci facevano tra le sue braccia delle rose rosse?

 

Borbottava peggio di una caffettiera, lo sguardo truce e i nervi a fior di pelle. Si ripromise che il prossimo che le avrebbe mollato un altro esemplare di flora lo avrebbe fatto a pezzi!

E, sopratutto, quando avrebbe scoperto chi si stava divertendo alle sue spalle...beh, quel qualcuno avrebbe dovuto scomparire dalla terra, dall'universo!

-Buonasera Temari.-

Quasi saltò quando sentì la voce squillante di Sakura. La osservò bene, doveva essere sicura prima di inveire sul primo innocente che le passava davanti, e notò che effettivamente niente di verde, rosso, giallo o multicolore faceva capolino dalle sue mani. Respirò a fondo prima di decidersi a rispondere al saluto.

-Ciao Sakura.- disse con voce quasi stanca.

-Stai bene?- le chiese, il suo tono realmente preoccupato.

-Si a meraviglia.- borbottò.

L'altra inarcò un sopracciglio per niente convinta.

-A me non sembra. Vuoi parlarne?- sembrava sinceramente in apprensione.

Temari si sforzò di sorriderle, giusto per evitare che “quella” decidesse di stabilirsi a casa sua per farle il classico terzo grado. E lei non ne aveva bisogno dopo quella giornata.

-Tranquilla, è tutto ok. Sono solo stanca e una buona dormita mi rimetterà in sesto.-

-Sarà...- ma poi notò quello che era impossibile non notare.- Ma che bei fiori! E che belle piante! Un regalo di qualche ammiratore?-

La bionda sgranò gli occhi a sentire tutto quell'entusiasmo, anche se se lo doveva aspettare da una come Sakura. Lei e Ino su quel punto erano uguali.

-Non so chi me li manda, ma lo scoprirò appena riuscirò a prendere uno di quelli che si sono prestati a questo stupido gioco.- ringhiò.

-Come? Non ti sono stati dati di persona?-

-No. Me li hanno portati, in ordine, Gai, Kakashi e Ino e quello di Naruto è ancora sul mio tavolo. Spero che tu non ne abbia qualcuno nascosto da qualche parte.-

-Nonono tranquilla!- si difese portando le mani avanti e scuotendole con forza.-Però, anche se ti sono arrivati in un modo piuttosto inusuale, è sempre un bel pensiero. Non trovi?-

Temari parve rifletterci un attimo. E si, Sakura non aveva tutti i torti, ma non le piaceva che qualcuno si divertisse a mandarla fuori di testa. Già, perché era certa che chi aveva organizzato tutto quel trambusto sapesse anche che lei non era una persona molto paziente e tollerante quando non ci capiva niente.

-Senti lasciamo perdere l'argomento. Ci vediamo Sakura.- e la oltrepassò, infilandosi nel vialetto che la conduceva a casa.

Prese le chiavi in mano e stava per aprire, quando lo sguardo le cadde verso il basso e sbiancò leggermente.

Un'edera faceva bella mostra sul suo tappetino.

 

Seduta sul prato del suo piccolo giardino, osservava le piante che aveva piantato. Già, piantato. Perché anche se non sapeva da dove venivano, non poteva di certo farle morire. In fondo “loro” non avevano colpa se qualcuno si stava divertendo con lei. Solo le rose, essendo recise, erano state poste in un vaso sul tavolo. Continuò a guardare quella piccola composizione floreale. Abbinate tra loro, quelle piante apparivano piuttosto bizzarre, ma doveva ammettere che erano belle. E lei le apprezzava. Era cresciuta in un deserto dove la vita faticava a sbocciare e il verde era quasi sconosciuto. Per quello aveva preso l'abitudine, fin dalle prime missioni, a raccogliere nei vari Paesi piccole sementi per poi poterle trapiantare nella piccola serra che si era creata a Suna. Erano un bene prezioso, non solo per la vista, ma per la vita stessa.

Inconsciamente sorrise. In fondo era stato un bel pensiero, doveva darne atto al “colpevole malandrino”, ma lo stesso la mandava in bestia non essere riuscita a venirne a capo.

Ripensò a tutta quella giornata, a chi le aveva portato quei vasi, al loro significato. Beh, per i fattorini la risposta era semplice. Tutti conoscevano di persona il mandante, altrimenti non avrebbero mai accettato. Ma non li collegava tra loro. Si, passi per Naruto, Sakura e Kakashi, ma Gai e Ino che c'entravano? Anche se forse la bella fioraia aveva fornito la materia prima, cosa plausibile. Gai poteva essere capitato per caso, ma poteva anche darsi che, essendo vestito sempre di verde, qualche attinenza poteva averla. Scosse la testa, stava andando fuori tema. Analizzò nuovamente tutto, giungendo alla conclusione che il perno era proprio Ino. E se lei si era prestata...

Ma come aveva fatto a non arrivarci subito! Non poteva che trattarsi di...

Qualcuno bussò alla porta, interrompendo quella riflessione. Col cuore a mille Temari si accinse ad aprire, sperando vivamente che ci fosse chi sperava. Anche se non sapeva se ammazzarlo oppure...

-Ciao Temari.- la salutò con un dolce sorriso Choji.

-E tu che ci fai qui? No, non rispondermi, tanto lo so già. Tirala fuori e facciamola finita.- gli disse ormai convinta che la sua teoria fosse esatta.

Lo shinobi, tenendo sempre il sorriso sulle labbra, fece scivolare nelle sue mani l'ennesimo vaso della giornata. Un giacinto porpora.

Temari lo guardò, poi invitò l'amico ad entrare, scostandosi appena dall'uscio. Si accomodarono in cucina, dove lei tirò fuori le uniche cose che sapeva sarebbero state apprezzate. La sua scorta personale di patatine, visto che comunque non aveva altro in casa.

Choji accettò lo spuntino e si sedette sulla sedia, imitato da Temari. Lei lo fissava mentre svuotava il sacchetto, in silenzio, quasi stesse aspettando un qualcosa, oppure una conferma dei suoi sospetti. Non credeva che fosse un caso proprio la presenza del ragazzone. Infatti, appena Choji finì di svuotare il sacchetto, parlò.

-Immagino tu ci sia arrivata.- constatò sempre con la sua espressione pacata.

E Temari ricambiò con un sorriso.

-Mi ha fatto impazzire il trovare un nesso, anche perché sarebbe stata l'ultima persona alla quale avrei pensato.-

-Lo sai che ha avuto un motivo, vero?-

-Un motivo?- era davvero sorpresa per quell'uscita.

Choji scosse leggermente la testa, ammettendo che il suo amico era stato davvero grande. Si alzò per andarsene, ma prima di voltarsi le porse una busta.

-Leggila.- le disse aprendo la porta, ma prima di chiuderla...-Buon compleanno Temari.- e uscì.

 

Era rimasta spiazzata, per colpa di tutti quegli imprevisti aveva completamente rimosso che quel giorno era il suo compleanno. Per fortuna che ci aveva pensato solo la sera prima! Che avesse programmato anche quello nel suo piano?

Guardò la busta che ancora teneva in mano, curiosa per la prima volta in vita sua. L'aprì con cautela, pronta ormai a tutto.

Iniziò a leggere, concentrata, ma solo dopo poche righe capì che se non si fosse già trovata seduta, sarebbe di certo caduta a terra per via del tremore che si era impadronito del suo corpo.

 

 

Temari,

Non mi sembra il caso iniziare con “cara”, visto che immagino vorresti staccarmi la testa dal collo, dato che avrai già capito tutto, altrimenti Choji non ti avrebbe mai consegnato questa lettera.

Beh, ammetto che non è stato facile organizzare il tutto, ma credo di dover iniziare dal principio. Ovvero dalla prima “consegna” e spiegarti anche il significato di ognuno dei fiori e piante che ti sono state date. Ma sappi che questa è la prima e ultima volta che farò una cosa simile...

Se non sbaglio, il primo dovrebbe essere il giglio tigre.

Forse non lo sai, ma è il fiore che ti rispecchia di più, dato che il suo significato è “Orgoglio”.

Tu ne hai più di tutti. Tendi sempre a fare tutto da te e a contare solo sulle tue forze. E questa è forse la cosa che ammiro di più in te, ma anche quella che mi manda più in bestia. Ricordati che non sempre è la soluzione ideale e l'aiuto di un compagno può essere determinante in ogni situazione.

Arriviamo al secondo, ovvero il gelsomino rosso che vuol dire “Carezze”.

Ora andiamo su un piano più personale. Quando vedo quel fiore penso alle tue mani. Tanto fatali con il tuo ventaglio da dare la morte ai nemici, tanto dolci nell'accarezzare la testa di un bambino. Ti ho vista con il figlio del mio maestro, mentre posavi la mano sulla sua testa, dolcemente. Ho avvertito il loro calore mentre le posavi su di me. Letali con chi ti fa del male, amabili con chi ti sta a cuore.

È giunto il turno dell'origano.

Diciamo che non è una pianta ornamentale in se, ma il suo significato ti si addice molto, ma solo in alcuni momenti e sono quelli che amo di più. Vuol dire “Arrossire”.

E questa te la dedico per l'espressione che fai quando sei in imbarazzo. Forse non lo sai, ma quando le tue gote si tingono di quel leggero rossore sei davvero splendida e io non posso che amarti ogni attimo di più.

Ora giungiamo alle rose rosse, che immagino tu sappia che significano, visto che è anche il fiore più conosciuto e usato. “Passione e desiderio”.

La passione in tutto quello che fai, in tutte le volte che hai dovuto rischiare per proteggere il tuo villaggio, i tuoi fratelli e anche me, lo ammetto. Ma nei momenti in cui sei tra le mie braccia, mentre mi stringi, li la sento più violenta. E il desiderio che mi scateni dentro, con uno sguardo, con una carezza, con un bacio. Mi mandi letteralmente fuori di testa, non capisco più niente quando la tua pelle si scontra con la mia, per quanto piccolo possa essere il contatto. E so per certo che lo stesso capita anche a te, te lo leggo dentro quando facciamo l'amore. Come sono certo che questa confessione mi costerà cara e che la userai, quando meno me lo aspetto, contro di me. Ma è un rischio che accetto volentieri, sapendo a cosa potrebbe portare.

Veniamo all'edera.

Il suo significato per me è essenziale. “Fedeltà e Amore esclusivo”.

Si, perché per me sei unica. Solo te potrei amare come amo e solo a te potrei riservare tali sentimenti. Se non dovessi più averti con me, nessuna potrebbe mai prendere il tuo posto. Ti amo Temari, come mai avrei creduto possibile.

E questo mi porta all'ultimo fiore che ti è stato portato e non a caso ho scelto proprio Choji come emissario. Sapevo che saresti stata...diciamo alterata, ma con lui non avresti potuto far nulla. Sia per il rispetto che gli porti, sia perché è impossibile arrabbiarsi con lui.

È il giacinto porpora e significa “Perdono”.

Ho un'infinità do motivi per chiedertelo, iniziando dal tuo non poter andare a Suna, già perché la colpa è solo mia. Non so se lo ricordi, ma un paio di mesi fa sono stato mandato in missione nel Paese del Vento. Io dovevo solo rappresentare Konoha, visto che Tsunade non poteva allontanarsi dal villaggio. Fu lì che incontrai sia Gaara che Kankuro e ne approfittai per parlargli del mio “piano”per il tuo compleanno. Gaara accettò subito (diciamo che mi sono anche parecchio stupito, credevo fosse lui il più difficile da convincere ), è per Kankuro dovetti sudare le proverbiali sette camicie, ma alla fine si convinse. Inoltre al mio ritorno informai anche l'Hokage, giusto per evitare che ti concedesse il permesso di partire e le chiesi pure di tenerti occupata il più possibile. Ah, giusto per informarti, non ho nessuna missione in corso. Per tutto il tempo sono stato nascosto a Konoha. Prima da Choji, poi da Naruto e infine da Kakashi. Ho evitato Ino per ovvi motivi, dato che so benissimo che sei gelosa del mio rapporto con lei, anche se mai lo ammetterai, nemmeno sotto tortura. Ma in fondo ti capisco. Benché sia diverso, provo gli stessi sentimenti per i tuoi fratelli.

Ora penserai che sono uno stronzo per aver fatto tutto questo, ma se mi perdoni vieni sotto l'albero dove mi sono dichiarato.

 

 

Shikamaru.

 

 

-Uff, ma quanto ci mette!-

-Smettila di lamentarti, Kankuro.- lo riprese l'altro.

-La fai facile tu. Niente ti smuove, ma io sono davvero stufo di tutta questa storia. E lo sapevi che non ero d'accordo Gaara.- rispose il fratello con una leggera punta d'astio.

Gaara sospirò leggermente. Ma quanto era idiota il suo parente più prossimo?

-D'accordo o meno, farai quello che è meglio per Temari. La decisione è sua, non tua. E poi lui non ti sta antipatico. Sbaglio?-

Kankuro incrociò le braccia sul petto, appoggiandosi al muro dietro di se. Per quanto non cercasse di darlo a vedere, lui stimava profondamente Shikamaru ed era felice che lui fosse fidanzato con Temari. Eppure non era ancora riuscito a digerire del tutto quella notizia.

-Se quello le torce un solo capello lo ammazzo.- ringhiò.

-Come se lei glielo permettesse.- lo prese in giro Ino.

-E dai, lo sappiamo che se è arrivato fino a questo punto vuol dire che...- ma Choji non finì la frase.

Un forte rumore li distrasse. Si voltarono e videro Temari che correva verso una destinazione a loro ignota.

-Mi sa che quel geniaccio ci è riuscito!- esclamò Naruto, saltando sul posto.

-Allora credo sia meglio andare, prima che torni. Non sappiamo quanto tempo abbiamo.- disse Sakura, trascinando con sé sia Kakashi che Gai.

-Ha ragione. Muoviamoci!- esortò gli altri Ino.

 

Eccolo lì, seduto come al solito sotto a quell'albero. Le braccia incrociate dietro la testa, la schiena appoggiata al tronco e gli occhi chiusi. Poteva sembrare addormentato, ma lei sapeva che non era così. Non avrebbe osato, non dopo tutta la fatica fatta per mettere a punto quel suo piano.

A passi lenti si avvicinò a lui che, avvertendo distintamente la presenza della donna, aprì gli occhi.

-Si, sei uno stronzo.- esordì, confermando le sue stesse parole.

Shikamaru sorrise e si alzò da terra, spolverandosi i pantaloni con le mani. Poi si voltò verso Temari.

-Già, ma non saresti qui se non mi avessi perdonato.- costatò con leggerezza.

-E chi ti dice che l' abbia fatto?- gli domandò seria, incrociando le braccia sotto al seno.

-Lo dicono i tuoi occhi. E sai cos'altro dicono?-

-Illuminami.-

Mosse un paio di passi verso di lei, fermandosi a pochi centimetri.

-Che quello che ho fatto ti è piaciuto e che mi ami.- le disse con semplicità disarmante.

Temari non poté far altro che sorridere. Con le labbra, con gli occhi, con tutta se stessa.

-È stato un bel regalo. E hai ragione, mi è piaciuto molto, anche se per un certo periodo avrei voluto torcerti il collo.-

-Lo scopo era quello. Dovevo farti dimenticare che giorno era, altrimenti il piano non avrebbe avuto successo.- e si portò nuovamente le mani dietro la nuca.

-Però credo anche che principalmente tu lo abbia fatto per evitare il viaggio fino a Suna.-

Shikamaru sbuffò appena.

-Sarai venuto senza battere ciglio.- la spiazzò, non se l'aspettava quella risposta.-Però...- e le andò nuovamente vicino, fissandola dritta negli occhi.-Questa cosa la dovevo fare qui. Era una promessa che avevo fatto al mio maestro molti anni fa.-

Temari in quel preciso istante era confusa. Non riusciva a capire cosa avesse in testa, ne tanto meno a quello che si riferiva. E lui lo notò e decise che era giunto il momento.

-C'è ancora un fiore che devi ricevere ed ero io che te lo dovevo dare.- la sua voce si era notevolmente abbassata, quasi un sussurro.

-E...e...qua...le?- si stava sentendo tanto Hinata in quel momento per l'imbarazzo in cui lui e quel suo tono di voce le avevano procurato.

Lo vide scostarsi da lei e girare intorno all'albero li vicino, per poi uscire con un mazzo di...

Trattenne il fiato, il cuore che le batteva a mille nel petto. Li aveva riconosciuti quei fiori.

-Immagino tu sappia cosa vogliano dire.-

Riuscì solo ad annuire con la testa, perché le parole, complice l'emozione, non riuscivano ad uscire.

-È per questo che i tuoi fratelli sono stati d'accordo con me. Volevo avere prima la loro approvazione. Per te sono le persone più importanti della tua vita e non volevo che potessero esserci dei malintesi, vista anche la gelosia che nutrono per te.-

Temari annuì di nuovo, ma questa volta gli occhi le si erano inumiditi. Sapeva che splendida persona era Shikamaru, ma riusciva a stupirla ogni volta con la sua delicatezza e lei non poteva che amarlo sempre di più.

-Bene, ora sai tutto. Per cui...-

Si inginocchiò davanti a lei, porgendole quel mazzo di Fiori d'Arancio.

-Temari Sabaku No, vuoi sposarmi?-

E non ci pesò due volte. Si lanciò su di lui, stringendolo a se, baciandolo come mai aveva fatto. Si ritrovarono stesi a terra, le gambe intrecciate, i corpi incollati l'una sopra l'altro. Si separarono dopo qualche minuto, ansanti.

-Devo prenderlo per un si?- le chiese sorridendole.

-Cerco che si, zuccone!- li rimbeccò secca, credeva di essere stata chiara. Ma poi addolcì la sua espressione rafforzando la stretta.-Si che ti sposo.-

Shikamaru tirò un sospiro di sollievo. La tensione di quei giorni era scivolata via di colpo dopo la risposta affermativa di Temari. In verità aveva temuto un suo rifiuto. Invece...

Si sollevò appena, raggiungendo i fiori che erano caduti poco lontano e ne prese uno tra le dita. Accarezzò i petali, uno ad uno. In seguito lo infilò nei capelli della sua fidanzata.

-Ti amo seccatura.- le sussurrò all'orecchio, mentre lei posava il capo sul suo petto.

-Anch'io pigrone.-

Solo dopo qualche minuto a Shikamaru venne un dubbio.

-Tem la lettera che ti ho scritto, dove l'hai lasciata?-

Lo guardò in viso non capendo cosa c'entrava quella lettera, ma poi vedendo l'espressione preoccupata che gli si era dipinta fece mente locale. Fino a che non ricordò.

-Sul tavolo in cucina. Perché?-

Ma lui non rispose, sbiancò solamente.

 

Erano tutti immobili con varie espressioni dipinte sul volto. Chi esterrefatto, chi sconvolto, chi compiaciuto e chi leggermente schifato da tutta quella dolcezza.

-E chi se lo aspettava da Shika! Accidenti!- esclamò Ino.

-Io lo trovo romantico.- puntualizzò Sakura.

-È stucchevole. E quello dovrebbe diventare mio cognato?- a Kankuro quella storia non era ancora andata giù, non del tutto.

-Beh, possiamo affermare che il nostro “genio” può dirsi fregato. Non vedo l'ora di raccontarlo in giro!- Naruto già pregustava il pettegolezzo collettivo.

-Credo che, in barba all'amicizia, ti ammazzerà se farai una cosa simile.- lo avvisò Kakashi, con il pieno sostegno di Gai.

-Ora smettetela. Tutto deve essere pronto prima che arrivino e se non ci sbrighiamo il vostro amico si mangerà tutto.- li avvertì Gaara.

Gli occhi dei presenti saettarono verso Choji che, vista la loro distrazione, si era già lanciato sugli stuzzichini.

-CHOJI!!!!-

Il ragazzone si voltò, indugiando con lo sguardo su ognuno di loro. Deglutì e assunse la sua solita aria bonaria.

-Che volete. Tanto non credo che quei due arriveranno tanto presto.-

E nessuno ebbe il coraggio di contraddirlo, anche se qualcuno digrignò i denti. Tra un sorriso e un borbottio presero i bicchieri in mano, li riempirono e li alzarono verso l'alto.

-Tanti auguri Temari!-










Ok anche questa è fatta!!! Ammetto che ho usato più spazio per i fiori che per la storia... Ammetto che mi sono divertita a scriverla, anche se non è un granchè, ma spero vi piaccia.
E non dimentichiamo la cosa più importante!!!
Auguri Tem!!!!!!

  
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