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Autore: _Terens    23/08/2013    7 recensioni
Ester è un angelo caduto che vive ormai nel regno degli Inferi.
In passato era un angelo della Prima Sfera a cui era stato assegnato un compito da portare a termine: legare un umano al Paradiso.
Contro ogni previsione si innamorò di lui, perdendo in questo modo le ali.
Ester si ritrovò poi all'Inferno, dove promise fedeltà eterna a Lucifero, il primo angelo caduto.
Sono passati sei anni da quando Ester ha perso le ali, e ora ne ha già altre, nere e grandiose.
Ma deve dimostrare la sua completa devozione al regno degli Inferi. Dovrà legare un'anima all'Inferno, per dimostrare che è degna delle ali nere, ma non può permettersi errori, perché, si sa, lì non esistono le seconde possibilità.
E se Ester non fosse sola?
Se ci fosse qualcun altro che sta cercando l'anima che lei deve trovare?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il bacio proibito'
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2
~*~

Fuori posto
 

Mi svegliai di buon umore quella mattina. Avevo deciso che avrei portato al termine la mia missione al più presto.
E dovevo mostrarmi sicura, se volevo davvero portarla al termine. Mi preparai velocemente e sorrisi raggiante allo specchio.
Ero pronta. Ma lo ero sempre.
Ero eccitata all'idea di poter dimostrare agli Inferi che non ero semplicemente un angelo che aveva deciso di voltare le spalle ai suoi simili, per dei futili capricci.
E lo sarei stata ancora di più, quando lì al Paradiso sarebbero venuti a sapere del mio successo.
Mi avrebbero temuta. E avrebbero fatto bene, perché mi sarei vendicata. Questo era certo.
Salii a bordo della mia Porsche nera e cominciai a guidare tranquillamente. Cercavo di tenere d'occhio le indicazioni, anche se il tragitto per la scuola era solo di dieci minuti.
Dallo specchietto retrovisore tenevo, di tanto in tanto, qualche occhiata all'auto che avevo dietro. Così, giusto per preucazione.
Non che io non sapessi guidare, avevo passato tanti di quegli anni tra gli umani, che avevo dovuto imparare per forza, per nascondermi meglio tra di loro.
Frenai all'improvviso quando vidi di nuovo quegli occhi. Quegli occhi che sembravano brillare. Cominciai a respirare a fatica, avevo una strana sensazione nel petto.
Mi affacciai dal finestrino per vederlo. Ma lui non c'era. 
Puf. Sparito, proprio come il giorno prima.
Alla guida di quell'auto c'era un uomo di mezza età, che si guardava nervosemente attorno.
Me lo ero immaginata?
Qualcuno suonò il clackson -E muoviti!- mi riscossi dai miei pensieri, e solo allora mi accorsi di essermi fermata nel bel mezzo della strada, creando del traffico.
Ripartii, cercando di rimanere tranquilla. Quegli occhi non me li ero immaginata, e stavano fissando me. Proprio come il giorno precedente.
Che quel ragazzo mi stesse seguendo?
Scossi animatamente la testa, ero troppo paranoica. E anche se fosse, perché avrei dovuto temere un semplice umano?
Risi nervosemente per poi riacquistare lucidità. Decisamente, mi ero fatta prendere dalla paranoia.
Una volta arrivata a scuola, parcheggiai l'auto e uscii alla ricerca di Jen. Era proprio un'impresa scorgere quella chioma bionda in mezzo a tutta quella gente.
-Ehi! Mi stavi cercando?- mi chiese una voce esuberante, che riconobbi immediatamente.
Jen si scostò bruscamente i capelli dal volto e li tirò indietro in una coda. -Non dirmi che quella è tua!- mi disse su di giri.
La fissai confusa, poi lei indicò la mia auto. Io alzai le spalle indifferente -Sembrerebbe di sì.-
Che ci trovavano tutti quanti in quell'inutile veicolo? Era soltanto una stupida macchina.
La bionda si aprì in un sorriso raggiante e cominciò a parlare a vanvera -O mio dio. E' stupenda! Non sai quanto desideri una macchina! E questa poi!-
-Non hai l'auto?- le chiesi curiosa.
Lei scosse la testa sconsolata -I miei non vogliono.-
Un'altra voce, calda e amichevole si intromise -Dai Jen, non dirmi che stai già tormentando la nuova arrivata! Deve arrivare almeno a fine mese.-
Fissai senza interesse il ragazzo che aveva appena fatto la sua entrata in scena. Aveva i capelli corvini scompigliati, che gli davano un'aria sbarazzina.
Aveva dei begli occhi verdi, verdi e amichevoli. Occhi che mi stavano scrutando con un misto tra curiosità e interesse.
Il ragazzo mi sorrise e mi porse la mano -Sono Ryan.-
Sorrisi anche io, cercando di apparire cordiale -Ester.- risposi, quando all'improvviso irruppe un'altra voce -Ma ci devi provare anche con la nuova arrivata?-
La voce era cristallina, e non c'entrava niente con quella di Jen. La bionda a quella domanda scoppiò a ridere di gusto, poi la salutò.
-Ciao Roxi.- ed ecco presentata anche Roxanne. La fissai curiosa, mentre lei faceva altrettanto con me.
Era di una bellezza strabiliante, per essere solo una semplice umana. Era alta e slanciata, con le curve al punto giusto.
Aveva la pelle bronzea e senza l'accenno di un'imperfezione.
I capelli erano neri e lunghi, e le ricadevano lisci davanti il viso. Gli occhi, anch'essi neri, avevano una luce particolare.
Sembrava un'amazzone, non solo per l'aspetto, ma anche per lo sguardo fiero e sicuro. C'era qualcosa in lei che però non quadrava.
La sua essenza... Non riuscivo a percepirla, piuttosto strano. Riuscivo a percepire l'essenze di tutti quanti, persino quella più debole di Ryan.
Roxanne poteva essere morta ed era lo stesso.
Lei mi guardò con interesse, come a chiedersi cosa stessi facendo, ma alla fine mi sorrise -Be', piacere di conoscerti Ester. Mi chiedevo quando ti avrei conosciuto, tutti in questa scuola non fanno che parlare di te.- 
-Come?- non riuscii a trattenere la sorpresa.
Roxanne continuò a guardarmi seria, sembrava quasi una statua per tutto quell'autocontrollo -Be', che ti aspettavi?-
La guardai ancora più confusa, mentre Jen, con un solo nome chiarì tutto -Dakota.-
Sbuffai infastidita. Mi ero dimenticata di quella rossa. Sperai solo che non mi creasse guai in futuro, che avrebbero potuto compromettere la mia missione.
-E poi tutti i ragazzi ti vogliono conoscere!- aggiunse Ryan.
-E tu Ryan? Anche tu mi vuoi conoscere?- gli chiesi in modo provocante, giusto per divertirmi un po'.
Il moretto cominciò a balbettare parole senza senso, e abbassò lo sguardo imbarazzato. Poi alzò lo sguardo, ancora rosso in volto e si schiarì la voce -Be', certo.- 
Jen si aprì in un sorriso malizioso, mentre gli dava delle gomitate. Poi lui si affrettò a dire -Non in quel senso comunque.-
Lo fissai per un po', mentre lui si sfregava le mani nervoso -E poi.- esordì. -A me piace un'altra ragazza.- dichiarò alla fine.
-Che stronzo! E a me non dici niente?- si intromise Jen, guardandolo offesa.
Roxanne, che fino a quel momento aveva osservato silenziosa la scena, proferì parola -Se è per questo neanche a me ha detto niente.-
Ryan cominciò a guardarsi intorno nervoso, mentre si toccava i capelli a disagio -Andiamo?-
-Non ci provare, eh! Adesso voglio sapere chi è la sfortunata!- 
Lui aprì la bocca un paio di volte, per poi richiuderla sempre, senza sapere bene cosa dire. Sembrava a disagio.
Prima che la bionda potesse dire altro, Roxanne disse con una voce estremamente seria -Ragazzi, abbiamo lezione.-
Jen si riprese, anche se un po' scocciata per essere stata interrotta. Ryan invece la guardò sollevato, sembrava ci fosse gratitudine nel suo sguardo.
La mora era del tutto indifferente. 
-Quanto sei noiosa Roxi!- la riprese Jen.
Lei alzò le spalle, per niente offesa. Sembravano essere esattamente l'una l'opposto dell'altra.
Jen, minuta, bionda, totalmente incontrollabile con i suoi sbalzi d'umore.
Roxanne, alta e mora, sembrava totalmente calma e controllata, come se niente la toccasse.
-Sul serio Roxi! Ci conosciamo da quando eravamo bambine, e in tutto questo tempo non ti sei mai lasciata andare!- continuò a parlare Jen, mentre entravamo dentro scuola.
-E tu dovresti contenerti qualche volta!-
Non c'era tono di scherno nella sua voce. Era una semplice constatazione, che però fece abbassare lo sguardo a Jen.
Ryan si mise a ridere e questo allentò un po' la tensione. Subito dopo, la bionda tornò spensierata e si unì anche lei alla sua risata.
Mentre i due si scambiavano battute e ridevano senza controllo, Roxanne mi chiese -Che hai in prima ora?-
Presi il foglio con gli orari dentro il mio zaino poi lessi ad alta voce -Matematica.-
-Staremo insieme allora.- disse lei, senza entusiasmo. Ma da quello che avevo capito, quella ragazza era raramente entusiasta.
Poi alzò le spalle e mi sorrise sincera -Be', almeno non sarò da sola con Dakota e...- lasciò in sospeso la frase, mentre si irriggidiva.
Jen si voltò verso di noi e andò verso la sua amica -Dai... non dirmi che stai ancora male per quello stronzo! Guarda, che se continua a tormentarti, gli assesto un bel calcio nelle...-
-Ehi, vacci piano ragazza!- la riprese Ryan, non lasciandole terminare la frase. La bionda lo fulminò con lo sguardo, e lui si pentì subito di aver parlato.
Al contrario, Roxanne sembrava divertita, e alzò lo sguardo di nuovo fiera e orgogliosa -Andiamo.-
Dopo aver salutato Jen e Ryan, che avevano entrambi biologia, seguii Roxanne per andare nell'aula di matematica.
Mi sedetti accanto a lei, mentre un ragazzo si avvicinava a noi. Era alto e muscoloso, biondo dagli occhi verdi. Lo etichettai subito come il capitano della squadra di football, fidanzato ovviamente con il capitano delle cheerleader. Aveva un sorriso strafottente, e guardava sia me, che Roxanne con aria di sufficienza.
Lei lo guardò alzando un sopracciglio irritata -Che vuoi?-
-Non mi presenti la tua amica?-
-Non ti puoi presentare da solo?- ribattè lei.
-Sei così acida ultimamente. Non dirmi che stai ancora male per...- capii che quello dove voleva andare a parare quel ragazzo, non dovesse essere esattamente un bel ricordo per la mora - che intanto lo guardava nervosa - così intervenni -Sono Ester.-
Lui finalmente posò lo sguardo su di me -Ester, mi piace. Tu mi piaci, sei proprio una bella ragazza.-
-Grazie.- vidi Roxanne accanto a me irrigidirsi improvvisamente.
Poi guardai nuovamente quel ragazzo che continuava a sorridermi sghembo -Io sono Jason.-
Una voce acuta e squillante arrivò dietro di lui -Tesoro, hai conosciuto la nuova arrivata?-
Dakota Smith. La rossa del giorno prima, che - a quanto pare - non aveva perso l'abitudine di guardarmi come se fossi spazzatura.
Roxanne, che fino a quel momento era stata in silenzio, intervenì guardandola divertita -Sì, l'ha appena conosciuta, e non sembrava affatto dispiaciuto dagli apprezzamenti che le ha fatto e dalle occhiate che le lanciava.- 
L'altra la guardò sconvolta, poi tornò a guardare il suo ragazzo e gli chiese con voce stridula -E' vero Jason?-
Lui alzò le spalle e tentò di giustificarsi -Ho soltanto detto che è una bella ragazza!-
Dakota cominciò a urlargli contro tutti i possibili insulti immaginari, mentre lo colpiva con la sua borsetta rosa. Alla fine girò i tacchi per andare al suo posto, seguita dal ragazzo che le chiedeva scusa.
Fissai divertita la scena, e Roxanne se possibile, lo era ancor più di me.
In quel momento entrò una professoressa anziana che richiamò subito la classe al silenzio. Il risultato fu incredibile: nessuno fiatava più.
Fece l'appello, come era solito, poi si fermò al mio cognome. Dopo avermi fatto un paio di domande sulla mia "vecchia scuola", e avermi dato il libro di testo, riprese con l'appello.
 
~*~
 
Le ore successive le passai da sola. Superai brillantamente l'ora di educazione fisica. Il professore rimase molto colpito dalla mia velocità, - in parte aumentata a causa dei miei poteri- e mi propose anche di fare i provini per le gare d'atletica.
-Ci penserò.- così gli avevo risposto. In realtà ci avevo già pensato. Non avevo assolutamente intenzione di partecipare a delle stupide gare di corsa.
Tutto ciò che non riguardava la mia missione era una distrazione per me. 
Arrivata in mensa, mi richiamò subito una voce forte e familiare -Ehi Ester! Siamo quaggiù! Ti abbiamo già preso qualcosa da mangiare!- ovviamente era Jen, che oltre a me, aveva richiamato praticamente tutta la scuola. Andai verso il loro tavolo, consapevole di essere fissata da tutti, in parte perchè la bionda aveva attirato l'attenzione su di me, e in parte perchè ero la nuova arrivata.
Mi sedetti, mentre Jen passava ripetutamente lo sguardo da me a Roxanne -Roxi mi ha raccontato quello che è successo durante l'ora di matematica.- poi esordì guardandomi seria -E così hai conosciuto Jason.-
Alzai le spalle noncurante, mentre addentavo il mio hamburger. -Cosa ne pensi?-
Fui costretta ad alzare lo sguardo, mentre sia Jen, che Ryan, persino Roxanne, mi guardavano curiosi. -Be', penso sia un idiota senza cervello.-
Ryan rise di gusto, mentre Jen mi batteva il cinque. Roxanne invece sospirò sollevata. Così, improvvisamente curiosa le chiesi -C'è qualcosa tra voi due?-
Per la prima volta nella giornata, sembrò colta alla sprovvista -No, certo che no.-
Intanto gli altri due si lanciavano uno sguardo d'intesa, mentre alla fine Jen diceva -Sono stati insieme.-
-E lui l'ha mollata per mettersi con la Smith.- terminò la spiegazione Ryan.
Roxanne alzò la sedia di colpo e se ne andò via, senza fiatare. -E' così permalosa.- se ne uscì il moro.
-E' innamorata, idiota! Tu dovresti saperlo.- lo apostrofò Jen. Poi gli lanciò un'occhiata maliziosa -A proposito, questa volta non c'è Roxi a pararti il culo!-
Ryan deglutì, mentre abbassava lo sguardo preoccupato.
-Allora, me lo dici chi è questa ragazza? Dai voglio conoscerla!- si lamentò lei.
Il moro, se possibile si fece ancora più rosso. Io ne approfittai per filarmela, mentre Jen faceva il quarto grado a Ryan -Ehi ragazzi, io esco un attimo a prendere un po' d'aria!-
-Ma non hai mangiato niente.- protestò lui, che in realtà non era minimamente interessato alla mia salute, quanto preoccupato di rimanere solo con la bionda
Alzai le spalle con nonchalance -Non ho fame.-
Detto questo lasciai il poveretto nelle mani della biondina, sperando di ritrovarlo vivo al mio ritorno.
Avevo proprio bisogno di un po' d'aria. Aria fresca, per farmi ragionare meglio.
Dovevo architettare qualcosa per la mia missione. Dovevo pensarci già da subito se volevo andarmene via presto.
Pensai ai punti deboli di Jen, che potevo utilizzare a mio favore.
Riordinai mentalmente le idee. Sensi di colpa, dispiacere... ma la cosa che potevo decisamente sfruttare a mio vantaggio, era il suo odio.
Sospirai, non sapendo bene cosa fare. Però non mi scoraggiai, la conoscevo soltanto da un giorno, ero solo all'inizio.
Forse correre troppo avrebbe rovinato tutto. 
Solo allora notai Roxanne, appoggiata rigidamente contro la parete, con una sigaretta in mano.
Non l'avevo notata.
Perché non avevo percepito la sua essenza.
Mi chiesi cosa c'era in lei di diverso, il motivo per cui non riuscivo a percepirne l'essenza. Era come se ci fosse qualcosa a impedirmelo. Come se qualcosa la proteggesse.
Mi avvicinai a lei, mentre le chiesi -E così fumi?-
Lei alzò le spalle, guardandomi seria -Solo quando sono nervosa.-
-E sei nervosa adesso?-
Roxanne non mi rispose, si limitò a buttare la sigaretta a terra, poi come se non esistessi, cominciò a incamminarsi verso l'entrata.
La seguii, per nulla affaticata a stare al suo passo -Sai... Jen e Ryan non hanno pensato bene prima di dirmi quelle cose.-
Lei si fermò di scatto e si voltò verso di me, guardandomi ostile -So come sono fatti Jen e Ryan. Li conosco molto prima di te.-
-Quindi il problema sono io?- le chiesi, senza giri di parole.
-Ancora non ti conosco Ester. Non faccio giudizi affrettati.- la sua risposta, così diplomatica, mi lasciò un momento spiazzata.
-Bene.- dissi semplicemente.
Suonò la campanella in quel preciso istante e Roxanne mi salutò cordialmente -Ora devo andare a storia, ciao.-
Cercai il mio armadietto per prendere il foglio con gli orari.
Avevo biologia nell'aula 35. Mi guardai un po' intorno, cercando di orientarmi. Piuttosto complicato dato la folla che si faceva largo nel corridoio.
Sbuffai infastidita. Possibile che fosse così difficile trovare una dannata aula?
Cominciai a camminare a vuoto, prima o poi l'avrei trovata. -Ti serve una mano?- mi chiese una voce abbastanza divertita.
Jason se ne stava lì a guardarmi, sorridendomi sghembo.
-Ho biologia.-
-Anche io.- se possibile il suo sorriso si aprì ancora di più.
Potrei vomitare. Ovviamente quella constatazione la tenni per me, e gli sorrisi falsamente -E la tua ragazza?-
-Non sarà un problema.- poi si voltò -Seguimi che facciamo tardi a lezione.-
Decisi di seguirlo, solo perché volevo trovare quell'aula al più presto. Jason mi camminava di fianco, con le mani in tasca, assolutamente tranquillo -Allora?-
-Allora cosa?- ribattei scocciata.
-Come ti sembra questa scuola?-
-Normale.-
Lui mi guardò curioso, mi stava per dire qualcosa, ma alla fine rinunciò.
Arrivammo nell'aula appena in tempo. Mi sedetti in fondo alla fila, mentre Jason prendeva posto accanto a me.
Distesi le labbra in una smorfia, mentre lui ghignò divertito.
Scossi la testa con decisione e lo ignorai beatamente, aspettando che entrasse qualche professore. Aspettai anche fin troppo per i miei gusti, quando qualcuno finalmente si decise di entrare.
Era una giovane donna, che forse non arrivava nemmeno ai trent'anni. Nessuno le prestò attenzione.
Lei deglutì, poi prese parola -Ora l'appello.-
Cominciò a chiamare i cognomi, e come da programma si fermò al mio, continuando a guardare il registro confusa -Ci deve essere un errore qui non c'è nessuno che...-
La interruppi, attirando l'attenzione di metà della classe -Sono nuova, sono arrivata ieri.-
-Non mi avevano detto che ci sarebbe stata una nuova alunna. Non ho un libro di testo in più con me, quindi per ora dovrai dividerlo con il tuo compagno di banco.-
Mi voltai mentre Jason metteva proprio al centro del banco un libro, piuttosto rovinato -Dovresti avvicinarti di più a me. Sai... per leggere meglio.-
Gli sorrisi più falsa di una banconata di sette euro -Ci leggo benissimo anche da qui, grazie.-
Lui sembrò deluso dalla risposta, ma si riprese subito, mostrandomi il sorriso sghembo di poco prima.
La professoressa cominciò a spiegare, ma nessuno la stava realmente ascoltando. E lei non faceva niente per farsi ascoltare.
C'era chi sbadigliava, chi rideva senza ritegno, persino qualcuno che aveva appoggiato le gambe sul suo banco.
E quella donna continuava a spiegare, consapevole di non essere ascoltata di nessuno.
Gli umani erano decisamente strani.
Cercai di non badare alle occhiate piuttosto insistenti che mi stava lanciando Jason, accanto a me. Era davvero irritante.
Per fortuna quella tortura ebbe presto fine, e mi catapultai fuori dall'aula. Un'altra ora e poi anche quella giornata straziante sarebbe finita.
Sfortunamente avevo letteratura. Appena arrivata nell'aula 21, il professore passò subito lo sguardo su di me.
Ti tengo d'occhio. Aveva detto il giorno prima, il problema era che pensavo non facesse sul serio. Grandissimo sbaglio.
Per tutta la lezione mi lanciò degli sguardi preoccupati, come se si aspettasse che da un momento all'altro avrei fatto qualcosa di sbagliato, di dannatamente sbagliato.
L'ora passò veloce, ma prima di uscire dall'aula il professore mi bloccò -Ricordati che ti tengo d'occhio.-
Cos'era un avvertimento? Una minaccia?
Decisi che non volevo scoprirlo, così me lo lasciai alle spalle e uscii dalla scuola. Trovai Jen appoggiata sul muretto, mentre parlava con Ryan.
-Ehi!-
Loro mi salutarono allegramente, poi la bionda si rivolse a me -Non mi vuole dire chi è la ragazza che gli piace! Magari a te lo dice!-
-Mi conosce appena.-
-Sì. Perché lo dovrebbe dire a lei?- si intromise Roxanne, appena arrivata. Nonostante il tono di scherno che aveva usato poco prima, mi sorrise sincera.
-Prima o poi te lo dirà.- disse semplicemente la mora.
La bionda alzò le spalle un po' dispiaciuta per non aver scoperto chi fosse la ragazza che piaceva a Ryan, poi le si illuminò lo sguardo.
-Vi devo raccontare una cosa!- 
E così Jen cominciò a raccontare, come, durante l'ora di arte, Dakota Smith era inciampata nei suoi tacchi, rovesciandosi addosso tutta la vernice blu.
-Era esilarante. Dovevate esserci!-
E così partirono le domande di Ryan.
-Che faccia ha fatto?-
-Si è messa a piangere?-
La bionda se possibile si fece ancora più euforica, e continuò a rispondere a tutte le domande, imitando l'espressione di Dakota.
Jen parlava e parlava, Ryan rideva e faceva domande, mentre Roxanne guardava divertita i due e sospirava come se fossero dei bambini e lei fosse la loro madre.
C'era qualcosa nel loro modo di fare, come se ognuno avesse un suo ruolo. Erano in perfetta armonia, come se ognuno avesse bisogno dell'altro per andare avanti.
Jen era la più pazza del gruppo, ed era totalmente fuori controllo. Roxanne con il suo autocontrollo, riusciva a calmarla un po'.
Ryan appoggiava la bionda, rideva alle sue battute, era timido e impacciato. Jen lo faceva divertire, era spensierato con lei.
Roxanne sembrava davvero una statua a volte. Ma quei due insieme riuscivano a farla sorridere e a ricordarle che qualche volta era giusto, e anche bello, lasciarsi andare.
E io. Io ero sbagliata con loro. 
Ero totalmente fuori posto, proprio come un pesce fuor d'acqua. E se volevo portare a termine la mia missione, anche io avrei dovuto trovare un ruolo in quel gruppo.
Li continuai a fissare con una punta d'invidia. Erano felici, erano uniti.
Erano amici.
Io non sapevo che significato avesse la parola "amico". Sapevo di certo, che una volta portata a termine la mia missione, quella splendida amicizia, che magari li univa da tempo, si sarebbe sciolta.
Per sempre.
Sentii una morsa nello stomaco, decisi di ignorarla. Era sicuramente il nervosismo.
-Ehi Ester ti va di uscire con noi oggi?- Jen mi sorrise raggiante, come faceva sempre. Ryan annuì energicamente -Sarebbe bello se venissi anche tu.-
-Per me è uguale.- disse Roxanne, alzando le spalle.
Li guardai per un po', mentre loro attendevano una mia risposta. -Allora, vieni?-
E allora mi dissi che forse non sarebbe stato così difficile. Forse non mi sarei sentita così tanto fuori posto. Era solo questione di tempo.
Alla fine mi convinsi e gli dissi -Che aspettate? Salite in macchina- 





Angolo dell'autrice:
Eccomi tornata! Spero di non avervi fatto aspettare molto! So che magari nessuno leggerà a quest'ora, dato che sono quasi le due di notte, ma ho deciso di pubblicare lo stesso.
Prima di tutto volevo ringraziare le quattro meravigliose ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo. Grazie davvero <3
Poi grazie anche a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite. Per i lettori silenziosi, mi farebbe piacere leggere anche il vostro parere, per sapere se la storia vi piace o meno. 
Comunque, passando al capitolo, spero proprio che non vi abbia deluso. Mi sto davvero impegnando per questa storia, e spero che alla fine i risultati si vedano.
Che ne pensate? Questo era un capitolo di passaggio per presentare gli altri personaggi.
Ryan, Jason, Roxanne... che ne pensate di loro? E secondo voi come mai Ester non riesce a percepire l'essenza di Roxanne? Mistero.
E lo è anche quel ragazzo, che ha visto di nuovo dallo specchietto dell'auto. Che si sia immaginata tutto? Secondo voi chi è?
Non vedo l'ora di leggere i vostri pareri. Spero di riuscire ad aggiornare presto.
Voi continuate a seguirmi e a recensire, che mi fate felicissima :)
Un bacione <3
  
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