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Autore: _Jiyu_    23/08/2013    0 recensioni
"Believe in your dreams."
Frase usata e strausata, ma non poi cosi sbagliata. E se un giorno, un tuo sogno ti si sbatesse in faccia per rivoluzionarti la vita, come la prenderesti? A volte, gestire la situazione diventa più complicato del previsto, soprattutto se improvvisamente ti trovi a dover condividere l'estate con tre ninja, comparsi a casa tua senza preavviso, col chiaro intento di renderti la vita impossibile. Condividere casa, estate e vita con loro, alla fine, non è poi così male, basta provare per credere, e chissà che si imparerà a migliorare insieme.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Juugo, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Suigetsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO TRE
 


Stavo girando da ben dieci minuti a vuoto per la casa, provando a trovare qualcosa da fare. Sasuke era sparito dopo la fantastica partita a Monopoli, Suigetsu si era impossessato della bottiglia d'acqua e se la stava scolando sul divano e Juugo se ne stava tranquillo in cucina, a guardare fuori dalla finestra.
LA CUCINA! Idea geniale, avevo trovato un modo per impegnare i ninja, ed evitare che nella noia mi distruggessero la casa.
Corsi in cucina e cominciai a cercare in dispensa come una forsennata, fino a quando non trovai ciò che cercavo.
Uscii vittoriosa dallo stanzino tenendo davanti a me ben esposta un libricino con dentro fogli che tentavano la fuga da ogni parte.
Juugo alzò lo sguardo interrogativo verso di me, e io sorrisi fiera.
"Facciamo una torta!" Guardai lui, e poi il muso di Suigetsu che era spuntato da dietro al divano sentendo la mia voce.
Nessuno dei due sembrava esultare dalla voglia di mettere le mani in pasta, e cucinare qualcosa che dubito sarebbe uscito commestibile.
"Dai su… è tanto per fare qualcosa…" cominciai a mugolare sperando di convincerli, e la mia tecnica ebbe effetto. Juugo si alzò lentamente per raggiungermi, e lo stesso fece Suisui.
"A patto che dopo ce la mangiamo." Suigetsu mi informò sulle condizioni della mia proposta.
"Certo!" Recuperai il sorriso di prima e cominciai a leggere le istruzioni.
"Allooooora, serve una terrina…" alzai lo sguardo indicando all'arancione l'armadietto con dentro tutte le scodelle possibili e immaginabili.
Prima l'uno e poi l'altro prendemmo tutti gli ingredienti necessari, e cominciammo a impastare.
Nel mentre, un'ombra scura, meglio definita col nome di Sasuke Uchiha, era ricomparsa e si era appostata su una sedia, spostata vicino alla finestra per evitare di essere sporcato o contagiato da noi (particolare ancora da definire) e aveva preso a osservare in silenzio il nostro lavoro.
Pucciai il cucchiaio nell'impasto e assaggiai. Era decisamente buono. Più che felice per la riuscita dell'impresa, sorrisi.
"Ma è fantastico! Siamo dei grandi ragas, assaggia!" Spostai il cucchiaio verso la bocca di Suigetsu, che si mangio l'impasto giallino.
"Buono buono! Non è che potrei…" rubai appena in tempo la terrina dalle grinfie del pesciolino, per ricaricare il cucchiaio e imboccare Juugo.
"Buono." Il ragazzo mi sorrise, allora decisi di rischiare il tutto per tutto. Presi ancora un po' di impasto, e lo portai a Sasuke.
"Assaggi?" Gli sorrisi, tendendogli il cucchiaio, e il ragazzo lo afferrò con lentezza, per poi portarselo alla bocca e assaggiare. Mi ripassò il cucchiaio rimanendo in silenzio.
"Allora?" Lui mi guardò, o meglio, mi trapassò con lo sguardo, prima di accennare un ghigno.
"Buono."
Feci un urletto e entusiasta ridendo, e girando su me stessa a braccia aperte per parlare ai ragazzi.
"Gente, lo scoiattolo parlante ha detto che è buono, siamo a posto per tutta la vita!" Risi io, attirando le risate anche degli altri. Sasuke ignorò intelligentemente la presa in giro e si sistemò più comodamente sulla sedia.
Infornammo la nostra creazione e ci andammo a sedere in sala. Io,Suigetsu e Juugo intrattenevamo una conversazione sulle spade e armi ninja, mentre Sasuke se ne stava in silenzio, a pensare -come sempre- ai fatti suoi. Quel ragazzo era decisamente indecifrabile.
"Sono decisamente convinta che le spade siamo fantastiche… io volevo una katana, ma i miei non me l'hanno mai presa!" Risposi io a un'affermazione di Suigetsu, sui vari tipi di spade che esistevano.
"Io sono sicuro che la mia Tagliateste sia migliore di una Katana, ma anche loro sono utili." Affermò, osservando con amore la sua spada, che per l'occasione aveva trovato alloggio appoggiata all'angolo della sala.
Juugo interveniva ogni tanto,ma più che altro ascoltava i nostri discorsi. Sasuke si era risvegliato al suono della parola katana, e aveva spostato lo sguardo disinteressato su di noi, per poi ritornare tra i sui pensieri.
"Aaaah capisco perché ti interessano le Katane!" Suisui, notando il movimento dell'Uchiha, aveva ripreso a prendermi per il culo con chiari accenni al suddetto vendicatore.
"Ma la pianti?! A stare con un tipo così ti viene una crisi isterica dopo due giorni! Ma lo vedi?!" Risi io all'affermazione dello spadaccino, indicando Sasuke col pollice da sopra la mia spalla. Mi beccai una nuova occhiataccia del moro. Andando avanti così, di sicuro avrei potuto cominciare a farne una collezione.
Anche Suigetsu rise, mentre Juugo passò lo sguardo in rassegna tra me e il ragazzo preso in causa. Sia io che lui sapevamo bene che quello che avevo detto era una cagata colossale, ma fa niente, così era decisamente più divertente.
"Davvero Sasuke, la teniamo? Se avessi scherzato così con Karin mi sarei trovato la testa spappolata!" Suigetsu osservava Sasuke, tenendo un tono allegro, e io sorvolai sul fatto che sembrava stessero parlando di un gattino randagio, più che di me. Il grande capo mi osservò per un attimo, per poi spostare lo sguardo verso la vetrata della sala, emettendo in risposta solo uno "Tsk." seccato.
Inclinai la testa guardandolo, perché mi pareva decisamente incomprensibile, poi alzai le spalle e ritornai a parlare coi ragazzi fino a quando non suonò il timer.
Mi alzai di scatto correndo al forno per spegnerlo, e il profumino che ne uscì mi fece venire una fame atroce.
Tutto era andato secondo i piani, la torta era bella, il profumo era buono…sorrisi e la misi a far raffreddare, per poi tornare in sala.
"Giochiamo a carte mentre si raffredda?"
I ragazzi accettarono, e recuperai le carte da gioco. Ci sedemmo per terra, vicino al tavolino della sala, e anche Sasuke si unì a noi, facendo quindi presumere che avrebbe partecipato anche lui.
Distribuii le carte per Scala Quaranta, e dopo avergli spiegato come giocare, cominciammo.
Dopo tre turni, quel teme di un vendicatore con più culo che anima chiuse.
"Si ma così non si può!" Sbuffai io lanciando le carte sul tavolo. "Dovevi dirlo che sapevi giocare eh!" Continuai la mia messa in scena da finta arrabbiata, incrociando le braccia sotto al seno e mettendo il muso.
"Gli Uchiha non perdono." Rispose lineare il ragazzo, senza scomporsi di una virgola.
Alzai un sopracciglio, quel ragazzo era tremendamente pieno di sè.
"Certo…" usai un tono di voce ironico e lo guardai, aspettando una reazione, la quale non arrivò. Il ragazzo non diede peso alla mia affermazione e si alzò per andarsene.
"Ehi! Voglio la rivincita!"
Mentre Sasuke fece finta di non sentire ciò che gli stavo urlando, io mi alzai e gli corsi incontro, saltandogli in groppa. Grosso, grossissimo sbaglio.
Mentre dapprima il ragazzo barcollò un attimo sotto alla spinta, dopo cominciò a ringhiare.
"Scendi."
"No."
Mi ero avvinghiata in stile koala perché lui non aveva fatto assolutamente niente per reggermi, e nonostante gli tenessi le braccia intorno al collo, non stava facendo una piega.
"Scendi."
"Ti ho detto di no!"
Non mi riesco ancora a immaginare quali furono le espressioni degli altri, se paura per la mia incolumità, o divertimento per la scena.
Sasuke si scrollò e io mi aggrappai con più forza, stringendomi di più a lui. Presumo che il ragazzo attivò lo Sharingan, poiché nel minimo spazio di tempo tra una gomitata forte al mio stomaco, il ritrovarmi sbattuta per terra con lui in ginocchio di fianco a me che mi teneva una mano premuta sul collo, e i suoi occhi rossi fissi su di me, non vidi l'atto di attivare lo stesso.
"Stammi lontana."
Io avevo ancora il respiro mozzo, risultato del suo delicato colpo, e lo stomaco a pezzi. Rimasi li, per terra a fissarlo negli occhi, per quanto questo gesto sia stato pericoloso, senza muovere un muscolo. In mezzo secondo il ragazzo si alzò e sparì, mentre provavo a regolarizzare il cuore che mi batteva all'impazzata. Vedere la morte a un soffio, non è poi così piacevole.
"Tutto bene?"
Girai la testa nella direzione da cui proveniva la voce, e vidi il viso gentile di Juugo. Annuii con la testa, senza riuscire a tirar fuori una parola, e lui mi aiutò ad alzarmi, facendomi aggrappare al suo collo. Lo ringraziai, e mi spostai zampettando verso il divano, vicino a Suigetsu, il quale si era seduto per godersi meglio la scena.
"Non ti consiglio di ripetere ciò che hai fatto sai?"
Suigetsu mi sorrise, mettendo in mostra i suoi dentini affilati. Io lo guardai seria e ringhiai. Ora sarebbe stata guerra tra me e l'Uchiha.
Appena ripresi fiato e forze, mi diressi verso la cucina, per preparare qualcosa da mangiare. I ragazzi mi seguirono, e mentre Juugo mi chiedeva se poteva aiutare, santo ragazzo, Suigetsu attaccò una bottiglia di acqua, e la povera sciagurata, venne prosciugata in pochissimo tempo.
"Suigetsu, per favore, trattieniti un po' la sete!"
"Ma io mi devo idratare!"
Sospirai, era una battaglia persa in partenza…
Quando fu pronto ci sedemmo tutti a mangiare, e come da piano diabolico di Juugo, io e Sasuke ci ritrovammo vicini. Appena dopo averli serviti, ed essermi seduta a tavola cominciammo a mangiare.
Mentre io sembravo un bambino alla presa con la pappa, e il sugo che mi colava da un angolo della bocca, il moro era perfetto, troppo per i miei gusti, così ghignai pronta per la mia vendetta.
Appena stava per portare alla bocca una forchettata di spaghetti, gli diedi un calcio a una gamba, la cui conseguenza fu lo sballottamento dello spaghetto, che gli si andò ad appiccicare alla guancia, lasciando dietro una traccia rossa di pomodoro.
Feci una fatica assurda a trattenere le risate, sopratutto quando si girò verso di me con uno sguardo omicida.
"Scusa! Stavo accavallando la gamba!" Soffocai quell'impeto di scoppiargli a ridere in faccia, e ricominciai a mangiare.
Il ragazzo si pulì con eleganza, come se non fosse successo niente, e dopo un'ennesima occhiataccia, ritorno ad avventarsi sul cibo.
Juugo mi guardava con fare sconsolato, mentre Suigetsu sembrava suo punto di morire soffocato per il ridere.
Finito di mangiare, il moro si alzò per sparire da qualche parte nella casa. Io lo guardai allontanarsi ghignando, per poi venire attirata nuovamente dalla voce dell'arancione.
"Se tu la smettessi di scherzare, e lui di tentare di ucciderti, riuscireste a stare insieme. Dovete migliorarvi a vicenda."
Io lo guardi incredula, e spostai lo sguardo verso Suigetsu che alzò le spalle in segno di essere fuori dalle parti. Sbuffai e mi alzai borbottando, non era possibile che mi facesse la predica anche un ninja con raptus omicida!
"Dovrebbero essere meno orgogliosi…" mi giunse la voce del ninja alle spalle, e ringhiai piano senza girarmi. Io non ero orgogliosa, io ero vendicativa, è diverso! Molto diverso! Poi, è logico vendicarsi se uno tenta di ucciderti no?
Mentre ero presa dai miei pensieri, mi imbattei in Sasuke, che, con tanto di katana in spalla, stava uscendo dalla porta.
"Sasuke! Dove vai?"
Lo guardai incredula, fuori pioveva ancora, anche se il termine "pioveva" non è esattamente corretto, più che altro stavano arrivando secchiellate di acqua dal cielo, e in più, aveva una katana con sè.
Lui spostò lo sguardo in modo sufficiente verso di me, per poi voltarsi nuovamente e uscire, sbattendomi la porta in faccia.
Spostai velocemente lo sguardo verso la vetrata della sala, e notai il vento fortissimo, e l'acqua che scendeva impazzita. Benissimo, stava per arrivare una tromba d'aria, e quel coglione usciva. Non che fosse una tromba d'aria tremenda, per intenderci, ma l'ultima volta che era capitata aveva sradicato qualche albero e abbattuto un muro o due; in qualsiasi caso uscire non era conveniente.
Aprii la porta per cercalo, ma l'unica cosa che vidi fu una secchiellata d'acqua in piena faccia che allagò mezzo ingresso.
Chiusi la porta il più velocemente possibile, e mi girai per osservare il pasticcio combinato.
Le uniche cose che riuscii a pensare furono: merda, devo asciugare per due giorni; e Sasuke è la fuori da solo, vado a recuperarlo.
"Ragazzi! Asciugate qua, io vado a cercare Sasuke!"
Mi buttai fuori dalla porta prima che riuscissero a fermarmi e corsi lungo le scale bagnate, per sbucare nel viale e comiciare a cercare il moro.
Capii di aver fatto una cazzata appena mi arrivò un'andata di acqua gelida addosso e in vento mi fece barcollare. Ma ormai ero fuori, e dovevo trovare quel ragazzo.
Cominciai a correre come una pazza scatenata sotto la pioggia, e piano piano, una risata si fece largo nella mia bocca.
Ero completamente fradicia, tanto da colare, i vestiti attaccati al corpo, i capelli lunghi che si appiccicavano al viso. Mi stavo divertendo tantissimo, ma allo stesso tempo ero in ansia per il ragazzo.
"Sasuke!" Urlai per farmi sentire, ma nulla. Smisi di ridere; ora cominciavo a preoccuparmi, perché naturalmente, il fatto che lui fosse un ninja tremendamente più abile di me, e che probabilmente sarebbe stato lui a dover salvare me e non il contrario, in un momento come questo non ti viene in mente.
"SASUKE!" Urlavo mentre correvo, sballottata dal vento verso la piazza deserta. Nulla.
Un nuovo scossone di vento mi fece finire i capelli davanti al viso, che si appiccicarono in stile cemento a presa rapida senza farmi vedere più nulla.
Ripresi a correre, fino a quando senti un tonfo dietro di me, e qualcosa mi toccò la spalle velocemente. Mi girai di scatto e vidi il moro, completamente bagnato dietro di me, con lo sguardo severo puntato nei miei occhi.
"Cosa ci fai qua?" La sua voce fredda, suonò debole sotto al rumore del vento.
La prima cosa che mi venne da fare, fu quello di caricare un pugno e mirare al suo viso. Naturalmente il mio colpo venne fermato dalla sua mano, a pochi centimetri dal bersaglio. Provai con l'altra mano, ma come da copione, fermò anche essa.
"Perché cazzo sei uscito?!" Urlavo come una pazza disperata, poiché da una parte ero tremendamente felice di averlo ritrovato, mentre dall'altra ero fottutamente incazzata del fatto che mi avesse fatto spaventare.
"Dovevo provare una cosa."
"COSA?!" La scena poteva sembrare comica, lui calmissimo, e io in preda a una crisi isterica.
"E allora dimmi cosa volevi provare, di grazia?" Continuai tenendo lo stesso tono di voce, ma ritirando le mani dalla sua presa per farle ricadere lungo i fianchi.
"La capacità di usare il chakra."
Lo guardai senza capire. Lui, usciva nel bel mezzo di una tempesta, per provare a usare il suo stupido chakra? No, questa me la dovevano spiegare.
Il ragazzo, vedendo la mia espressione, continuò a parlare.
"L'adrenalina che ha cominciato a girarmi in corpo, mi ha permesso di aprire le vie del chakra. Così sono riuscito a utilizzarlo. Il chakra a quanto pare, esiste, è solo più difficile da utilizzare e, per così dire, sbloccare."
Ascoltai la sua spiegazione, più incredula del fatto che avesse messo su una frase intera e non un monosillabo che per tutto il resto. Io aprii la bocca, per controbattere sul fatto che avesse detto una cagata, perché a me non era successo proprio niente, se non una broncopolmonite in arrivo, e sulla stupidità del rimanere fermi nel bel mezzo di una tromba d'aria (che mi stava sballottando a destra e manca non permettendomi di stare ferma) a discutere sul chakra, ma lui mi precedette.
"Sono riuscito ad attivarlo io, poiché sono molto più esperto di te. Serve una grande preparazione, che tu non hai."
Io chiusi la bocca, anche perché aveva nettamente ragione, ma la riaprii subito.
"Adesso che ce l'hai fatta, razza di idiota, torniamo a casa!"
Lui mi fulminò con lo sguardo, e in mezzo secondo sparì dalla mia vista. Ci rimasi a dir poco male, visto che io l'avevo cercato per tutto il paese, e lui come ricompensa mi aveva mollato da sola sotto la pioggia. Ringhiai, e ricominciai a camminare verso casa, tanto non aveva senso correre, visto che ero già fradicia.
Sobbalzai quando sentii un tonfo leggere vicino a me, e girandomi trovai Sasuke che mi camminava a fianco.
"Cosa ci fai qua? Vai a casa!" Gli urlai al di sopra del rumore della pioggia per farmi sentire, e lui in risposta mi guardò rimanendo in silenzio, per poi voltarsi e continuare a camminare al mio passo, senza dire una parola. Inizialmente lo guardai incredula, e poi sorrisi; gli tirai una culata leggera, e lui inclinò leggermente la testa verso di me, senza scomporsi.
Camminammo fino a casa l'uno al fianco dell'altra, in silenzio, e nonostante io provassi a tenergli il muso, un sorriso mi si disegnò piano sul volto. Probabilmente questo era il modo di ringraziare Made in Uchiha.
 
 

ANGOLO AUTRICE
 


Hello! Questo capitolo mi è venuto più lungo del solito, perché mi aveva preso tantissimo!
La cosa della tromba d'aria è un fatto realmente accaduto, e quando era successo stavo portando con degli amici le nostre moto in garage, e vi posso assicurare che è stata un'impresa epica!
Per il resto, mi auguro che vi sia piaciuto anche questo capitolo un pochetto! Spero sempre che vi facciate sentire con un commento, e come al solito ringrazio tutti quelli che lo faranno, o che l'hanno semplicemente letta, e perso del loro tempo prezioso dietro a questo mio deliro!
Ciao a tutti belli, alla prossima! xD
 
P.S.
Questa dovrebbe essere qualcosa di simile a Elena, ma riconosco che faccia piuttosto schifo, magari ne farò una migliore! Ancora ciao a tutti!


  
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