Lei e Lui
Capitolo 1. Nel parco
Alzo gli occhi. lentamente. come mi aveva detto Lei:
-" non muovere lo sguardo rapidamente, goditi ogni attimo di quello che vedi,
potrebbe essere qualciosa di bellissimo: ogni frammento, fotografalo con gli
occhi e tienilo nel cuore, culla ogni immagine come un piccolo bambino.
Ricostruisci ogni ricordo come un puzzle di tanti piccolissimi pezzi, prima il
bordo e poi sempre più verso il centro, tutti i pezzi a ricomporre attimi della
tua vita indimenticabili, che sfuggono a molti. Tienili come piccoli segreti,
questi attimi, ti faranno battere il cuore e sorridere quando pensi di non
farcela. "
ecco così mi ha detto. come faceva Lei a dire cose così, sempre con quello
sguardo che ti penetrava dentrEccola, l'ho trovata, finalmente, la mia piccola P.
Dopo giorni e giorni di ricerche, è lì, nel solito parco.
Il nostro parco. Quel parco, dove ci nascondevamo insieme. Stese
nell'erba, abbracciate a sognare.
Il nostro primo bacio... Come dimenticarlo? Sempre qui, questa volta
più nascosti, con la paura che qualcuno potesse vederci, potesse
scoprire il nostro segreto. Di me lo sapevano, non avevo avuto paura.
Ma P? Ancora così giovane, così fragile.
Forse io ero solo un errore. Un incidente di percorso, la voglia di scoprire qualcosa di nuovo, di diverso, di vietato.
Perchè, in fondo, nessuno lo ammette, ma il nostro amore era
qualcosa di vietato, da tenere nascosto e segreto come i ricordi.
Lei
diceva di amarmi. Ma come si può amare davvero a quindici anni? Come si
può avere la certezza di voler passare il resto della propria vita con
qualcuno?
Non si può. Per questo non abbiamo mai detto niente di
noi, ci siamo tenute nascoste, senza neanche scambiarci uno sguardo, un
saluto durante la giornata, a scuola.
Ed ora?
Ora che io sono qui, sospesa? Sospesa nel nulla, nel vuoto, sola, leggera....
Cosa ci faccio qui? come ci sono finita?
Ricordo la macchina. Il cigolio dei freni, il rumore assordante dello scontro, le grida, il sangue che mi colava sul viso.
Poi c'è il vuoto.
Sono viva?
Guardo
il mondo dall'alto, vedo tutto quello che voglio, non ho fame e nemmeno
sete, e se ho sonno ci dono delle belle nuvole soffici pronte ad
accogliermi.
Forse sono drogata, per questo sono qui.
Sì, delle pastiglie strane, un allucinogeno, qualcosa.
Perchè non voglio credere al mio cervello.
Fluttuo verso il cimitero, vedo un mucchio di fiori, mi avvicino.
La mia foto.
No....
Vorrei, piangere, gridare, scappare.
Ma
dalla mia bocca non esce alcun suono, non sento la guancia umida, non
vedo una goccia che cade dai miei occhi, i miei piedi non riescono a
toccare terra.
Nessuno mi vede.
Nessuno mi sente.
Io non mi sento.
Chi sono io? Dove sono?
E P?
Chissà come starà adesso, senza di me...
Le vorrei parlare, la vorrei abbracciare.
Vorrei passarle una mano tra i suoi capelli.
Neri come il mare in una notte di tempesta,lunghi e lucenti.
Forse
è uno scherzo della natura, qulla chioma corvina in contrasto con la
carnagione così chiara e gli occhi che sembrano di vetro, quasi non si
vedono.
Solo io sono riuscita a cogliere tutte le sfumature dei suoi
occhi, dal blu del cielo al verde acqua, passando per il grigio di una
giornata di pioggia.
Solo io ho visto tutto questo.
E solo io non lo vedrò mai più.Eccola, l'ho trovata, finalmente, la mia piccola P.
Dopo giorni e giorni di ricerche, è lì, nel solito parco.
Il nostro parco. Quel parco, dove ci nascondevamo insieme. Stese
nell'erba, abbracciate a sognare.
Il nostro primo bacio... Come dimenticarlo? Sempre qui, questa volta
più nascosti, con la paura che qualcuno potesse vederci, potesse
scoprire il nostro segreto. Di me lo sapevano, non avevo avuto paura.
Ma P? Ancora così giovane, così fragile.
Forse io ero solo un errore. Un incidente di percorso, la voglia di scoprire qualcosa di nuovo, di diverso, di vietato.
Perchè, in fondo, nessuno lo ammette, ma il nostro amore era
qualcosa di vietato, da tenere nascosto e segreto come i ricordi.
Lei
diceva di amarmi. Ma come si può amare davvero a quindici anni? Come si
può avere la certezza di voler passare il resto della propria vita con
qualcuno?
Non si può. Per questo non abbiamo mai detto niente di
noi, ci siamo tenute nascoste, senza neanche scambiarci uno sguardo, un
saluto durante la giornata, a scuola.
Ed ora?
Ora che io sono qui, sospesa? Sospesa nel nulla, nel vuoto, sola, leggera....
Cosa ci faccio qui? come ci sono finita?
Ricordo la macchina. Il cigolio dei freni, il rumore assordante dello scontro, le grida, il sangue che mi colava sul viso.
Poi c'è il vuoto.
Sono viva?
Guardo
il mondo dall'alto, vedo tutto quello che voglio, non ho fame e nemmeno
sete, e se ho sonno ci dono delle belle nuvole soffici pronte ad
accogliermi.
Forse sono drogata, per questo sono qui.
Sì, delle pastiglie strane, un allucinogeno, qualcosa.
Perchè non voglio credere al mio cervello.
Fluttuo verso il cimitero, vedo un mucchio di fiori, mi avvicino.
La mia foto.
No....
Vorrei, piangere, gridare, scappare.
Ma
dalla mia bocca non esce alcun suono, non sento la guancia umida, non
vedo una goccia che cade dai miei occhi, i miei piedi non riescono a
toccare terra.
Nessuno mi vede.
Nessuno mi sente.
Io non mi sento.
Chi sono io? Dove sono?
E P?
Chissà come starà adesso, senza di me...
Le vorrei parlare, la vorrei abbracciare.
Vorrei passarle una mano tra i suoi capelli.
Neri come il mare in una notte di tempesta,lunghi e lucenti.
Forse
è uno scherzo della natura, qulla chioma corvina in contrasto con la
carnagione così chiara e gli occhi che sembrano di vetro, quasi non si
vedono.
Solo io sono riuscita a cogliere tutte le sfumature dei suoi
occhi, dal blu del cielo al verde acqua, passando per il grigio di una
giornata di pioggia.
Solo io ho visto tutto questo.
E solo io non lo vedrò mai più.o, quel blu intenso simile al colore della notte,
con piccoli frammenti come mille stelle.
E' a Lei che penso mentre alzo lo
sguardo.
Sono caduta. non so come, ma sono caduta. Eccola, l'ho trovata, finalmente, la mia piccola P.
Dopo giorni e giorni di ricerche, è lì, nel solito parco.
Il nostro parco. Quel parco, dove ci nascondevamo insieme. Stese
nell'erba, abbracciate a sognare.
Il nostro primo bacio... Come dimenticarlo? Sempre qui, questa volta
più nascosti, con la paura che qualcuno potesse vederci, potesse
scoprire il nostro segreto. Di me lo sapevano, non avevo avuto paura.
Ma P? Ancora così giovane, così fragile.
Forse io ero solo un errore. Un incidente di percorso, la voglia di scoprire qualcosa di nuovo, di diverso, di vietato.
Perchè, in fondo, nessuno lo ammette, ma il nostro amore era
qualcosa di vietato, da tenere nascosto e segreto come i ricordi.
Lei
diceva di amarmi. Ma come si può amare davvero a quindici anni? Come si
può avere la certezza di voler passare il resto della propria vita con
qualcuno?
Non si può. Per questo non abbiamo mai detto niente di
noi, ci siamo tenute nascoste, senza neanche scambiarci uno sguardo, un
saluto durante la giornata, a scuola.
Ed ora?
Ora che io sono qui, sospesa? Sospesa nel nulla, nel vuoto, sola, leggera....
Cosa ci faccio qui? come ci sono finita?
Ricordo la macchina. Il cigolio dei freni, il rumore assordante dello scontro, le grida, il sangue che mi colava sul viso.
Poi c'è il vuoto.
Sono viva?
Guardo
il mondo dall'alto, vedo tutto quello che voglio, non ho fame e nemmeno
sete, e se ho sonno ci dono delle belle nuvole soffici pronte ad
accogliermi.
Forse sono drogata, per questo sono qui.
Sì, delle pastiglie strane, un allucinogeno, qualcosa.
Perchè non voglio credere al mio cervello.
Fluttuo verso il cimitero, vedo un mucchio di fiori, mi avvicino.
La mia foto.
No....
Vorrei, piangere, gridare, scappare.
Ma
dalla mia bocca non esce alcun suono, non sento la guancia umida, non
vedo una goccia che cade dai miei occhi, i miei piedi non riescono a
toccare terra.
Nessuno mi vede.
Nessuno mi sente.
Io non mi sento.
Chi sono io? Dove sono?
E P?
Chissà come starà adesso, senza di me...
Le vorrei parlare, la vorrei abbracciare.
Vorrei passarle una mano tra i suoi capelli.
Neri come il mare in una notte di tempesta,lunghi e lucenti.
Forse
è uno scherzo della natura, qulla chioma corvina in contrasto con la
carnagione così chiara e gli occhi che sembrano di vetro, quasi non si
vedono.
Solo io sono riuscita a cogliere tutte le sfumature dei suoi
occhi, dal blu del cielo al verde acqua, passando per il grigio di una
giornata di pioggia.
Solo io ho visto tutto questo.
E solo io non lo vedrò mai più.
C'è una mano tesa
davanti a me. prima di afferrarla osservo.
Di chi è quella mano?
Vedo un
braccio. un braccio muscoloso, ma non troppo, giovane e leggermente
abbronzato.
una polo blu, fred perry, mica male...anche il petto è muscoloso,
ma non grosso. le spalle non sono troppo larghe, ma danno un senso di
protezione.
-"oh, come fai a saperlo, te che non l'hai nemmeno visto in
faccia!" , mi dico.
infatti alzo sempre di più lo sguardo: il collo, il mento
leggermente appuntito, le labbra carnose, il naso un pò pronunciato, ma in
qualche modo perfetto, al centro di quel viso ancora tutto da scoprire. tutto il
viso è ovale e leggermente allungato, dello stesso colore di quel braccio teso
verso di me. le orecchie, piccole ma non troppo, con una piccolissima pallina
d'acciaio al centro del lobo sinistro. la fronte corrugata e i capelli, corti e
spettinati, scuri con qualche sfumatura dettata dai raggi di sole.
e poi,
quegli occhi.quello sguardo un pò preoccupato, che ti penetra dentro e ti fa
sentire bene, quel blu intenso simile al colore della notte, con piccoli
frammenti come mille stelle.
I suoi occhi.
Ma perchè? una lacrima rotola
dalla mia guancia, si va a perdere da qualche parte tra i ciottoli di questa
specie di sentiero, in mezzo al parco.
Non è dolore, non so nemmeno io bene
cosè.
forse non dovevo uscire adesso.
- "mi faccio una passeggiata, sono
nervosa ", avevo detto.
Ma loro, lì chiusi nelle quattro mura, cosa ne sanno?
chssà cosa pensano adesso, non sono ancora tornata a casa.
Ah, ma Lui è
ancora lì... chissà cosa ti passa per la testa ad osservare una ragazza, appena
svenuta, che sta lì a fissarti mentre piange.
Mi verrebbe di urlargli contro tutto quello che provo...
-" Ma tu, che cazzo vuoi? cosa mi fissi così?!? non hai mai visto una lacrima?"
Perchè mi fissa così, e mi impedisce di voltare lo
sguardo, di non perdermi in quel blu che sembra la notte , che mi fa
quasi paura tanto è bello.
Vorrei non smettere mai di guardarti
, di sentire sul mio corpo quella scia delle stelle che fanno luccicare
quel blu notte.
E c'è ancora la tua mano tesa.
Quanto tempo sarà passato da quando ho aperto gli occhi? Dieci secondi? Un minuto? Cinque? Un'eternità?
Chi lo sa?
Eppure, Lui è ancora lì, con l'espressione preoccupata.
Accetto la sua mano. Ha una presa forte e mi tira su rapidamente. Barcollo, ma c'è Lui che mi sorregge.
Non mi accorgo della piccola folla raccolta intorno a noi, è
come se ci fossimo solo io e lui in un piccolo mondo solo
nostro.
Perchè non parli, perchè ti limiti a osservarmi? Stai
anche tu salvando ogni mio particolare, anche tu lo stai chiudendo in
qualche angolo del tuo cuore come sto facendo io?
Vorrei essere davvero sola con te, da qualche parte nel nulla, ad
assaporare questo silenzio in qualche modo magico, a fotografare ogni
millimetro del tuo viso, ogni stella nei tuoi occhi.
Invece siamo qua, in un qualsiasi parco e io sono confusa.
Innamorata?
Dei tuoi occhi forse. Dai quali non
riesco a spostarmi. Ricordano Lei, i tuoi occhi. Posso amare il tuo
sguardo? Il blu profondo come la notte con migliaia di stelle?
No non posso.
Vorrei amare Lei. Ma come amare qualcuno che non c'è e non ci sarà mai?
Riesco finalmente ad abbassare lo sguardo, per non farmi abbagliare dalla bellezza del tuo. Non me lo merito.