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Autore: Lelly99    23/08/2013    3 recensioni
Alla Alice Academy, ormai tutti sono ventenni.
I nostri cari personaggi (Soprattutto Natsume, Mikan, Hotaru e Ruka) ne combineranno di tutti i colori, in questi ultimi anni delle Superiori...
Avverto, subito, che la storia è un po' OOC e si basa soprattutto sul manga.
Più avanti, sarà possibile che si presentino personaggi protagonisti di altri anime.
Beh, non dico altro...
Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO XXIII: 

Pov Natsume... 

Mamma aveva appena concluso il suo discorso al telefono ed io pensai alle canzoni che avrei dovuto cantare a Mikan ma, soprattutto, alla storia del nostro incontro che le avrei dovuto spiegare.
È vero, mi piace Hiroto. Ma non come cantante, come amico.

Mikan: -Nat, Kaoru ha terminato la sua chiacchierata, non è che potresti cant...- non concluse la frase che intervenni.
Natsume: -Sicuro, ma prima c'è una cosa della quale devo parlarti...-.
Mikan: -Certamente, prima tu, sono curiosissima!- rispose eccitata.
Natsume: -Beh, ecco... Il fatto è che riguarda Hiroto... E me.-. 

Mikan strabuzzò gli occhi incredula per il legame frainteso che doveva aver creato da questa piccola affermazione. 

Mikan: -Na-Nat... T-tu eri g-gay?!-. 

Stavolta fui io a sorprendermi dell'estrema fantasia della mia compagna.

Natsume: -M-ma no!! Non intendevo assolutamente questo! Come ti vengono in mente certe idee?!-.
Mikan: -Ti rendi conto dell'affermazione azzardata che mi hai appena rivolto, vero? Era il minimo che ti chiedessi di chiarire i dubbi formatisi per questo...- disse indignata perché le avevo dato della stupida.
Natsume: -Scusami se non mi sono spiegato bene, ma non intendevo questo.- le diedi un buffetto sulla guancia.
Mikan: -Tranquillo.- sorrise. -Allora cosa dovevi dire?-.
Natsume: -Che Hiroto è stato il mio migliore amico insieme a Ruka!- le sparai affrettato temendo un possibile terzo grado. 

Mikan mi guardò come fossi un Saturniano e mi rise in faccia.
Cosa aveva da ridere?
Forse non mi credeva? 

Natsume: -Cos'hai da ridere?! Non sto mentendo...-.
Mikan: -Sì, ed io sono la reincarnazione di Winnie The Pooh.-. 

Io ridussi gli occhi in due fessure nel tentativo di comprendere lo stato mentale della mia ragazza.
Insomma, MI SPIEGATE COSA DIAVOLO C'ENTRAVA WINNIE THE POOH?! 

Natsume: -Mikan, faccio finta di non aver sentito quello che mi hai appena rivelato. Io non sto scherzando!- Mikan mi guardò con due occhi enormi, sbalorditi.
Mikan: -Non posso crederci...-. 

Mamma s'intromise. 

Kaoru: -Invece è vero, mia cara. Dovresti credergli...-.
Natsume: -È la pura verità, Mikan.- fece un sospiro.
Mikan: -Com'è accaduto?-.
Natsume: -Diciamo pure con un incidente...-.
Mikan: -Dai, racconta!-.
Natsume: -Tutto cominciò un giorno... Ero in giardino con i miei amici a giocare con l'aquilone, quando questo si impigliò tra i rami d'un possente ed altissimo albero. Io non ci arrivavo, poiché ero piccolino, e vidi una figura dai capelli mori accompagnata da un biondino che si avvicinava a noi. Il ragazzo ci rivolse la parola, diceva di chiamarsi Hiroto Kazama e si presentò anche a nome dell'amico Seiji Hiwatari. In quattro e quattr'otto si arrampicò con destrezza e recuperò il piccolo aquilone, che per noi era più che perduto ormai. (A quell'epoca avevo appena scoperto il mio Alice). Hiroto, più grande di me di quattro anni, mi porse il giocattolo e mi sorrise. Io, Ruka, Hiroto e Seiji stringemmo una forte amicizia. Ci raccontavamo praticamente tutto. Finché un giorno, quando io avevo 8 anni e loro 12, non mi dissero di voler formare un duetto lui e Seiji ed io e Ruka saremmo stato il "Supporto Morale" dello staff. Inizialmente accettammo poi successe che il gruppo di amici del quale facevamo parte io e Ruka, avendo conosciuto Hiroto e Seiji, si appassionò alla musica e...-.
Mikan: -Formarono anch'essi un gruppo.-.
Natsume: -Esatto... Non proprio... Mi chiesero di diventare la voce solista e Ruka il batterista, siccome da bambino suonava e si scatenava. Un po' come il contrario di ora.- mi misi a ridere. -Noi accettammo anche questo, ma i troppi impegni ci impedirono di mantenere il lavoro nello staff degli Ships, duo che anche oggi conosci formato da Hiroto e Seiji, per questo dovemmo abbandonare questo ruolo. Nel tempo libero provavamo vari pezzi dedicati alla nostra band. Finimmo in finale, ma perdemmo al più famoso festival della canzone contro gli Ships. Ci chiamavamo gli "SMARN"...-.
Mikan: -Nat, quanto Thè hai bevuto?!- mi chiese dandomi dell' "ubriaco".
Natsume: -Perché? Non credi che facessimo parte di quel gruppo?-.
Mikan: -Mi sembra impossibile che il cantante di quel famosissimo gruppo fossi proprio tu.-.
Natsume: -Ora ti svelo un segreto...-.
Mikan: -Dimmi.-.
Natsume: -Il numero dei componenti degli SMARN è pari al numero delle lettere che compongono il nome della band e...-.
Mikan: -Impossibile, nel gruppo sono tre: Akito, Miyo, e Seiki. Due maschi ed una femmina.-.
Natsume: -Aggiungici me e Ruka... Fa 5. Ma non è tutto, ogni lettera è l'iniziale del nome di ciascun componente del gruppo. Prova se non ci credi.-.
Mikan: -Seiki, Miyo, Akito, Ruka, Natsume.- non poteva crederci.
Natsume: -Allora? Ora ci credi?-.
Mikan: -Se ora sono in tre, perché non hanno cambiato il loro nome in SMA, MAS, AMS, etc.?-.
Natsume: -Per ricordarci, visto che eravamo i loro migliori amici e poi perché quando abbiamo debuttato eravamo in cinque. Mai sentito parlare della "scomparsa dei due giovanissimi componenti degli SMARN"?-.
Mikan: -Quindi i due scomparsi, di cui tanto hanno parlato i telegiornali, eravate tu e Ruka?!-.
Natsume: -A quanto pare...- mi misi a ridere, insieme a mia madre, per la faccia di Mikan.
Kaoru: -Proprio così!- affermò.
Natsume: -Ed indovina perché siamo scomparsi...-.
Mikan: -Per venire in Accademia.-.
Natsume: -Già, dalle stelle alle stalle...-. 

Mikan rise. Anche io sorrisi, non per la felicità ma per la malinconia dei bei tempi che passammo insieme ai nostri amici io e Ruka.
Dopotutto erano solo che ricordi e non sarei mai potuto tornare ad essere un cantante, né incontrare nuovamente Hiroto…
D’un tratto divenni triste e Mikan lo notò.

Mikan: -Ehi! Non c’è bisogno di rattristarsi, dico davvero!- mi diede un lieve bacio sulla guancia. -È colpa mia se ora ti senti così.- stavolta era lei la depressa.
Natsume: -No, Mikan. Tu non c'entri un bel niente. Perché continui a prenderti la colpa per ogni cosa? Piccola, non voglio che soffri sempre al mio posto!- le sorrisi, lei arrossì.
Mikan: -Ma io…- la interruppi.
Natsume: -Tu niente.- le diedi un buffetto sulla guancia e, per sollevarle il morale, cominciai a cantare mettendoci tutto il mio impegno. 

~Magnetic, you’re just the only one!
Magnetic, you’re my only one!~

Mikan rimase con il fiato mozzato. A quanto pare avevo fatto centro…
La mia ragazza mi guardava stralunata con un sorriso a 32 denti.
Continuai con la stessa canzone. 

~Quante luci accese, quante mani tese,
voci che ci chiamano:
dobbiamo aprire il nostro show.
Sale un’emozione, sale l’energia;
È pure adrenalina che
io vivo adesso qui con te.
È il motore più potente che ci sia,
che ti fa sentire grande,
che anche quando non ci credi,
ti dice che: Tu sei unica!
Sei magnetica, mi sollevi e
viaggiamo insieme fra le stelle.
Tu sei unica!
Sei elettrica! Non fermarti,
possiamo già ricominciare…
Magnetic, you’re just the only one!
Magnetic, you’re my only one!~ 

Conclusi la prima parte della canzone per gli applausi della mia famiglia compresa Mikan che piangeva per la felicità.
Successivamente,Yuka e mamma provarono ad imitarmi cantando la prima strofa mentre Aoi e papà facevano il sottofondo e Mikan mi continuava a guardare contentissima e basita contemporaneamente. 

Natsume: -Allora? Come sono stato?- le feci l’occhiolino.
Mikan: -I-io… Io… Veramente…Credo che… Ti amo!!- concluse fiera, scoppiai a ridere.
Natsume: -Anche io, ma la mia domanda era un’altra. Ahahahahahah!-.
Mikan: -Non so che dire! Sei perfetto! Sei un tuttofare, come posso descriverti? Hai una voce angelica e ritmo nelle vene! Ora non mi sorprende che fossi Natsume Hyuuga: solista degli SMARN!- mi urlò completamente ammaliata, io le sorrisi di cuore. Mamma s’intromise.
Kaoru: -Amore di mamma, se ti lasci scappare questa ragazza; saranno affari tuoi. È davvero speciale, te l’ho già detto!- mi informò con aria di rimprovero.

Mamma aveva assolutamente ragione. Mikan è la migliore, neanche Sumire mi avrebbe potuto amare così.

Mikan arrossì immediatamente.

Natsume: -Ed io ti avevo anche già detto che non accadrà mai perché la amo al di sopra di qualunque cosa. Sei d’accordo, Principessa?- mi sorrise.
Mikan: -Perfettamente d’accordo. Ti amo, Principe!- scoppiò a ridere, facendomi l’occhiolino ed io le sorrisi a mia volta. 

Gettai lo sguardo per un istante al mio fidato iPhone 5 e realizzai che ore fossero.
Caspita era davvero tardi...

Natsume: -Piccola…?-.
Mikan: -Sì… Cosa c’è, Nat?-.
Natsume: -Credo che dovremmo andare... Sai sono le 18:30.-.
Mikan: -Wow, come vola il tempo!! Dobbiamo affrettarci anche perché Narumi si assicura che tutti rientrino per il coprifuoco nelle Divisioni alle 19:30!-.
Natsume: -Già. E ti ricordo che per tornare in Accademia ci vuole minimo un’oretta… Aggiungici il traffico!-.
Mikan: -Oh mio Dio! Narumi ci fa a fettine se non ci vede rientrare...- Yuka s’intromise.
Yuka: -Per questo non c’è problema… Potrei dire che vi siete sentiti male e che noi passeggiando per Central Town vi abbiamo visti. Quindi, portandovi a casa nostra, vi abbiamo accuditi… Oppure potrei venire con voi all’Accademia e distrarlo; magari mi segue anche Miss Giovinezza...- affermò con aria scherzosa e provocatoria.
Kaoru: -Ehi! Chi sarebbe Miss Giovinezza?! Come ti permetti Gallinaccia!- ribatté sogghigando.
Yuka: -Gallinaccia a chi?! Natsume dille qualcosa!- mi misero in mezzo.
Natsume: -Zia, cosa vuoi che le dica? Mamma è fatta così. Devi sopportarla purtroppo... Comunque, mamma, smettila!-.
Kaoru: -Ma è lei che ha cominciato!-.
Natsume: -Persino io e Mikan ci davamo un contegno!- mi misi a ridere di gusto. -Giusto, Pois?-.
Mikan: -Giusto. Ma… A-aspetta! Avevi promesso che non mi avresti chiamata più così! Brutto Gattaccio!- scoppiò a ridere, ma era anche un tantino irritata. -E poi dovresti sapere che stamattina ce le ho bianche.- si rese conto di ciò che affermò solo qualche secondo dopo, quando il suo viso divenne paonazzo.
Kaoru/Yuka: -Ah-Ah! Beccati!- ghignarono maliziosamente, Mikan da rossa divenne color cadavere; io aggiunsi il carico da 90.
Natsume: -Beh, il TUO Gattaccio ti dice che hai sparato una bella menzogna, mia cara Polky. Perché quelle che ti ho strappato ieri sera erano di pizzo bianco, mentre stamattina te le sei cambiate ed eri più sexy, ce le avevi di pizzo nero, non bianche...- mi aggiunsi al duo composto da mamma e Yuka sorridendo maleficamente. Mikan divenne rossa di rabbia. -Così impari a chiamarmi Brutto Gattaccio, uhm!-.
Mikan: -Brutto idiota! C-così mi metti in imbarazzo! Non ti sopporto quando fai così!!- sbottò mettendo il broncio, mentre i suoi occhi erano gonfi e lucidi. 

Cavoli, avevo esagerato. Mi pentii. 

Mikan: -K-Kaoru...? Ti dispiace se utilizzo un attimo il bagno?-.
Kaoru: -No, no, fai pure, cara. Seconda porta a destra in fondo al corridoio. 

Mikan corse verso il bagno, io mi alzai e la raggiunsi immediatamente senza badare alle facce preocuppate delle nostre mamme che mi facevano sentire ancora più in colpa.
Entrai silenziosamente. Trovai la mia Piccola piangere a terra copiosamente. Mi ricordai della sera prima quando fu costretta a dichiararsi a me contro la sua volontà. La trovai proprio nella stessa posizione.
Cercai di essere dolce mettendo da parte il mio orgoglio per una buona volta. Non potevo perderla di nuovo. Presi un fazzoletto e glielo porsi. 

Natsume: -Ehi, Amore. Penso che questo ti serva…-. 

Mikan sobbalzò, non si era accorta della mia presenza. Mi guardò con una faccia da cane bastonato. Era disperata, infondo lei era una ragazza sensibile. Prese il fazzoletto si asciugò invano le lacrime e mi rivolse la parola.

Mikan: -C-cosa vuoi? P-perché non v-vai a dire che stanotte n-non abbiamo p-preso precauzioni? E-e già che ci stai, d-dì anche che mi hai t-tolto, anzi STRAPPATO, a-anche il reggiseno sexy di p-pizzo bianco!- mi urlò disperata con gli occhi gonfi, dallo sguardo imbarazzato, triste e arrabbiato allo stesso tempo. Mi spaventai.
Natsume: -Dai, Mikan, non fare così...-.
Mikan: -C-come pensi che d-dovrei fare? S-sai benissimo c-che non sono c-come te. I-io mi v-vergogno di tutto, s-sono una debole. N-non pensare c-che chiamandomi A-Amore mi passi. M-mi hai ferita, Natsume.- si alzò e si sciacquò il viso.

Mi sentivo un mostro, come sempre dopotutto. Mi misi dietro di lei, la presi per i fianchi e la girai dalla mia parte. Lei mi guardò sorpresa. L’abbracciai forte reggendole la testa con la mano.
Inizialmente cercò di staccarsi da me, ma poi mi strinse forte e pianse sul mio petto.
Chissà quante volte avevo visto questa scena. Con tutte le volte che la ferii e la presi in giro per amore, alla fine accadeva sempre così.
Piangeva, singhiozzava. Riuscivo a spiegarmi il perché di questa reazione solamente comprendendo che l’imbarazzo e la debolezza di Mikan spesso si trasformavano in disperazione e incapacità di reagire. Le baciai la guancia, era fredda come il ghiaccio.
Le sollevai di poco il viso e la guardai negli occhi. Una lacrima era scesa anche a me, nel guardarla in questo stato per colpa mia.
Lei la notò. Con un leggerò movimento della mano mi asciugò la lacrima, comprendendo che ero seriamente pentito e ferito e, nel suo, tentò di contenersi.
Glielo impedii, non si sfogava mai per bene.

Natsume: -No... Piantala di trattenerti. Non devi preoccuparti per me, me lo merito. Io non volevo, ma soprattutto non credevo che te la saresti presa così tanto. Pensavo fosse solo uno dei nostri battibecchi quotidiani.- cercò di parlare, le tappai la bocca con un bacio carico di passione e rancore, lei non mi respinse; mi allontanai, allora, velocemente e continuai a parlarle. -Sto malissimo, mi sento un mostro ma, dopotutto, io sono un mostro: questa è la mia natura, non posso fare a meno di sfogare la mia tensione addosso a qualcuno come te.- volle interrompermi, ma le misi un dito davanti alla bocca. -Zitta, Amore mio, lasciami finire…- mi bloccai, mi cadde un’altra lacrima pensando al mostro che ero. Deglutii. -S-scusami un attimo…- mi allontanai da Mikan, lei mi seguì. -L-lasciami solo un momento.- si bloccò, mi diressi nell’altro bagno della casa, non potevo permetterle di vedermi così. 

Corsi a più non posso verso il secondo bagno e mi fiondai davanti il lavandino. Cominciai a piangere poco a poco, fino a quando non scoppiai completamente. 20 anni di lacrime trattenute stavano uscendo per mettersi in pari per tutte le volte che compressi il mio dolore nel tentativo di non versare neanche una goccia salata.
Singhiozzavo affannosamente, non riuscivo a smettere, come quando prendevo le pillole per il dolore post-traumatico dovuto al mio Alice. Erano una droga, piangere è una droga. Quando si ha un buon motivo per versare lacrime non si riesce più a smettere.
Pensare alla mia Mikan e ai guai, pericoli e dolori dei quali era partecipe per colpa mia, e solo mia, era straziante. Mi sentivo indegno anche solo di guardarla negli occhi. Non la meritavo, no, non la meritavo proprio. Al mio fianco sarebbe dovuta esserci un’arpia che me la faceva pagare per ogni volta che facevo o dicevo qualcosa di male. Non è giusto, lei soffrirebbe con me ed io non voglio; ma dovevo fare qualcosa. Dovevo proteggerla… Da me.
L’unica soluzione sarebbe stata una sola, ma era troppo drastica. Io non volevo lasciarla, ma avrei dovuto.
Cosa dovevo fare? Accidenti! La mia mente stava dando i numeri. Caddi per terra, non avevo mai sofferto in questo modo. Dovevo smetterla, ma non ci riuscivo. Continuai a piangere fino a quando non mi sentii osservato. 

Pov Mikan… 

Ero arrabbiatissima con Natsume, ma non potevo sopportare che soffrisse per me. Avevo esagerato, dopotutto era solo uno scherzo. Me la prendevo troppo per le stupidaggini ma, d’altronde, così sono fatta. Mi trattenni dal morire disidratata per colpa delle lacrime versate e mi asciugai velocemente. Con le mani stirai gli shorts di jeans che avevo stropicciato e mi diressi, a passo felpato, verso il bagno dove si trovava Natsume.
Sbirciai da dietro la porta socchiusa e vidi ciò che non avrei mai voluto vedere: Natsume che piangeva disperato. Aveva la faccia di un uomo che stava per partire per la guerra sapendo che non ne sarebbe uscito vivo. Mi preoccupai moltissimo. Ero arrabbiata, sì, ma non ero per niente orgogliosa. E prima della mia rabbia c’era il mio Natsume. Vederlo soffrire era ancora più straziante che soffrire in prima persona. Io lo amavo, lo amavo straordinariamente tanto e non potevo sopportare la situazione in cui ci eravamo cacciati.
Improvvisamente, Natsume, sentendosi osservato, si voltò verso di me e sogghignò ironico cercando di non sentirsi vittima del destino. Voltò il viso dalla parte opposta alla mia ed, a terra, cercò di contenersi dal non sfoderare la sua rabbia su sé stesso.
Aprii la porta e mi avventai addosso a lui. Cademmo l’uno sopra l’altro. Non era una delle più comode posizioni. Avevo il viso a poco più di un centimetro dalle sue labbra. Non controllandomi lo baciai dolcemente. Non potevo stare senza lui. Lui ricambiò il bacio, mi cinse la vita con le sue braccia, mentre io tentavo di fermare le sue funeste lacrime carezzandogli la guancia. Mi misi in ginocchio tentando di sollevare il suo busto. Ora eravamo entrambi seduti, io tra le sue braccia, lui tra le mie. Non c’erano più dubbi, io non potevo arrabbiarmi con lui, non ci riuscivo. Lo amavo troppo per permettermi di fargli il broncio.
Mi staccai dal bacio e lo guardai con occhi colmi d’amore e perdono.
Iniziò lui a parlare.

Natsume: -Mikan… Credo che io ti faccia soffrire troppo inutilmente. Io non voglio spegnere il tuo bellissimo sorriso e credo che per te, io, non sia nient’altro che una fonte di problemi… Penso che…- sapevo come avrebbe concluso la frase, non potevo permetterglielo. Era la sua disperazione a parlare dopotutto, non il Natsume Hyuuga che conoscevo io.
Mikan: -… Dovremmo lasciarci?- mi guardai l’anello, Natsume fece un segno di approvazione. -Non credo proprio, carino.- affermai sogghignando, Natsume rimase di stucco.
Natsume: -Ma…!-.
Mikan: -Niente ma! Rispondi a questa domanda: chi mi ha regalato questo splendido anello?-.
Natsume: -I-io, perché?-.
Mikan: -Esatto, ricordi le parole del biglietto?-.
Natsume: -A Te, la Mia Polka-Dots Preferita. Ti amo e sarà sempre così, qualunque cosa accada. Il Tuo Nat.- recitò.
Mikan: -Beh, ti sei risposto da solo, caro. Credo che ti toccherà sopportarmi ancora per molto…- sorrisi dolcemente, fiera di come ero riuscita a svignarmela dalle sue tristi parole. Lui sorrise.
Natsume: -Hai ragione, mi toccherà una difficilissima missione d’ora in poi: sopportarti per sempre.- mi baciò, successivamente ci abbracciammo.
Mikan: -Nat…?-.
Natsume: -Sì…?-.
Mikan: -Ti amo da impazzire.- sorrise nuovamente.
Natsume: -Anche io, da morire, Piccola.- mi carezzò il viso.
Mikan: -Però…-.
Natsume: -Ecco, sapevo che ci sarebbe stato un però…!- attesi un momento e risposi tutto d’un fiato.
Mikan: -… Non provare mai più a dirmi di dovermi lasciare! Sappi che non sono scoppiata a piangere solo per due motivi: avevo finito le lacrime e sapevo che non fossi cosciente di ciò che dicevi.- ridemmo insieme.
Natsume: -Mikan, credo di doverti dare una brutta notizia…-.
Mikan: -Dovremo usare mamma per convincere Narumi a non punirci.-.
Natsume: -Già. Ma tu…?-.
Mikan: -Sì, ho rubato l’Alice di Kokoro.-.
Natsume: -Ah…-.
Mikan: -Scherzo, ma ti conosco troppo bene.- sorrisi.
Natsume: -Mikan…?-.
Mikan: -Cosa c’è?-.
Natsume: -Mi perdoni per prima? Giuro che non lo farò mai più…-.
Mikan: -Certo. Anche io ho esagerato, non avrei dovuto reagire in questo modo, in fondo era solo uno scherzo.-.
Natsume: -Devo ancora verificare se le mie capacità mnemoniche sono eccellenti come sempre.-.
Mikan: -Che vuoi dire?- sorrise malizioso.

Mi tiro giù gli shorts e vide le mie mutandine di pizzo nero.

Natsume: -Già, eccellenti come sempre!- sorrise compiaciuto.
Mikan: -Confermo, signore. Non avevo dubbi, signore.- dissi con voce grave, imitando un soldato che parla al generale, portandomi una mano retta alla fronte; scoppiammo a ridere come pazzi. 

Natsume si alzò da terra e mi tese una mano per aiutare me. 

Natsume: -Vedo che ti stai abituando a me! Mi rendi felicissimo, Mikan.- mi guardó con occhi carichi di dolcezza e felicità.
Mikan: -Già, comincio a sorprendermi di me stessa, davvero... Ci tengo talmente tanto a te che me lo sono quasi imposta. Ti voglio bene, Nat, veramente.- gli sorrisi sinceramente fiera di me stessa, lui mi diede uno svelto bacio a stampo e rispose con un "Anche io, infinitamente".

Natsume: -Allora, andiamo?-.
Mikan: -Signorsì, signore!- risi, gli diedi la mano, tornammo dalle mamme e gli spiegammo la situazione. 

Yuka e Kaoru sorrisero avendo finalmente compreso il nostro intenso legame.

Kaoru: -Ah, finalmente avete fatto pace piccioncini…-.
Yuka: -Già… Mikan, Amore, non devi imbarazzarti per ciò che ha detto prima Natsume comunque… Lo sai che quando rimasi incinta di te io avevo solo 17 anni e mio marito molti di più? In più era anche il mio professore… Lo assillai talmente tanto che alla fine si innamorò anche lui di me; ma, nel giorno nel quale coronammo il nostro amore, come voi la scorsa notte, senza volerlo, Rei uccise Izumi…-. 

(Rei Serio Persona, per chi non avesse capito chi intendessi… nda) 

Mikan: -Mamma, mi dispiace…-.
Yuka: -Non fa niente, Mikan, ma non ci si abitua mai a perdere la persona che ami.- le sorrisi triste, dopotutto riuscii a vedere mio padre in faccia solo una volta quando tornai indietro nel tempo alla scoperta dei miei genitori. 

Natsume mi prese la mano. Era così calda e confortevole. Io gliela carezzai dolcemente e guardai lo sguardo triste di mia mamma. 

Mikan: -Mamma, basta rattristarsi. Cambiamo discorso.- le dissi comprensiva. -Ehm… Mamma, avremo bisogno del tuo aiuto. E‘ scaduto il coprifuoco.-.
Yuka: -Già, hai ragione. Ma… Cosa? Sono già le 19:30?!- chiese sbalordita. -Non ci credo…!-.
Natsume: -Dovresti invece, sono le 19:43!- le mostrò l’iPhone 5.
Kaoru/Yuka: -Cavoli, credo che dovremmo intervenire. Andiamo alla Alice Academy!!- dissero al’unisono puntando verso il soffitto, come quando Buzz Lightyear dice “Verso l’infinito e oltre!“. 

Pov Natsume… 

Io e Mikan scoppiammo a ridere e ci dirigemmo tutti verso l’automobile di mia madre, noi ci sedemmo sui sedili posteriori, le gallinelle davanti.
Mamma era l’autista. Ingranò immediatamente la quarta e partimmo per una corsa irrefrenabile verso la nostra scuola.
Alle 20:28 ci trovavamo davanti l’enorme cancello dove ci aspettava Narumi che, nervosamente batteva su e giù il piede per terra. Le sue braccia conserte ed il suo viso arrabbiato ci fecero intuire che fosse molto arrabbiato. Ma dopotutto a questo serve zia Yuka. Eh eh!
Il trentasettenne che vedeva tutto rosa e fiori si diresse verso la nostra auto e ci guardò negli occhi.
Io e la mia piccola mostrammo un’espressione da cane bastonato per far reggere meglio la scusa dello svenimento a Central Town.
Zia Yuka, vestita appositamente come una Top Model, aprì lo sportello dell’auto e uscendo si tolse gli occhiali da sole.
Sistemandosi i capelli arruffati, si avvicinò con passo provocatorio a Narumi. Caspita, ci sapeva fare!
Narumi la squadrò da capo a piedi; Yuka non ancora riconosciuta, mise in mostra la sua stupenda scollatura e rivolse la parola al nostro effeminato professore che, rosso come un peperone, la fissò con uno sguardo perso nel nulla.

Narumi: -Cosa desidera, signora?-.

Yuka: -Ma come, non mi riconosci, Naru-chan?-.
Narumi: -N-no, io n-non credo di conoscer… Aspetti, signora!-.
Yuka: -Hai realizzato chi sono?- gli disse con uno sguardo sensuale.
Narumi: -Y-Yuka! Non posso credere ai miei occhi, sei proprio tu?- sorrise strabuzzado gli occhi.
Yuka: -Già, caro Narumi sono proprio io!- gli affermò sinceramente contenta di rivederlo, si abbracciarono.
Narumi: -Quanto mi sei mancata! Non riesco a capacitarmi che ora la mia Yuka sia qui, mio Dio!- aveva le lacrime agli occhi. -Pensavo che non ti avrei mai più rivista.-.
Yuka: -Anche io non aspettavo altro che tornare a trovarti… Ma ora facciamo i seri.-.
Narumi: -Intendi per Natsume e Mikan? Ho notato che sono con te. Come lo spieghi?-.
Yuka: -So che è proibito, ma non potevo starmene con le mani in mano quando ho visto i miei ragazzi sentirsi male e svenire in mezzo alla piazza di Central Town. Abbiamo chiamato un’ambulanza e nel frattempo li abbiamo caricati in macchina e stesi sui nostri letti. Li abbiamo accuditi fino al momento nel quale non sono arrivati i soccorsi. Ora finalmente si sono ripresi e…-.
Narumi: -Yuka, non mi mentire. Ti ho sempre amata e ti amo tutt’ora, non passa giorno che io non pensi a te. Non puoi mentirmi in questo modo: ti conosco come i miei palmi delle mani.- le prese il mento con la mano destra e la guardò negli occhi.
Yuka: -Oh, Naru… Mi dispiace! I-io non volevo mentirti…- Yuka scostò il viso di lato leggermente arrossito; a quanto pare il comportamento sensuale lo aveva lasciato stare.
Narumi: -Raccontami la verità.- disse con sguardo severo.
Yuka: -D-d’accordo… Kaoru aveva ricevuto un messaggio da…- la interruppe.
Narumi: -K-Kaoru?- mia madre uscì dalla macchina.
Kaoru: -Già, proprio io. Kaoru Igarashi in persona. Piacere di rivederti, novellino.- gli disse sorridendo e arruffandogli i capelli come se avesse 5 anni.
Narumi: -Quanto tempo! Lasciati salutare, cara!- si scambiarono dei baci sulla guancia. -Allora? In che guaio vi siete cacciate ragazze?-.
Kaoru: -Stavolta è colpa mia, Narumi.-.
Narumi: -Non mi è nuova questa affermazione. Quante volte hai coperto la tua amica dall’ESP?-.
Kaoru: -Tante volte, ma questa volta dico sul serio. Ho chiesto io a Natsume e Mikan di venirci a trovare a Central Town.-.
Narumi: -Kaoru, sai benissimo che è contro il regolamento. Se lo venissero a sapere i miei superiori mi butterebbero fuori e ve la farebbero pagare all’istante. Menomale che sono io l’addetto al controllo del coprifuoco.-.
Yuka: -Dai, Naru! Fallo per me, perdonaci e fai finta di niente con i nostri ragazzi… E poi, per quanto ne so, sei tu il Preside ora.-.
Narumi: -Ah, già è vero… Me ne ero dimenticato…- rise per l’imbarazzo mentre Yuka e Kaoru si chiesero il motivo per il quale fosse effettivamente il Preside. -Comunque io lo farei volentieri credimi, ma mi metterei nei guai…-.
Yuka: -Dai solo per una volta, non accadrà mai più!- gli disse imprecandolo.
Narumi: -I-io… Io… Oh, e va bene!- sospirò arrendendosi.
Yuka: -D-davvero?-.
Narumi: -Davvero.- confermò.
Yuka: -Grazie, Naru-chan, sapevo che avrei potuto contare su di te.- lo sguardo della donna da felicissimo divenne improvvisamente cupo, guardava in basso. -Io credo di doverti ringraziare, Narumi…-.

Narumi aveva uno sguardo interrogativo, Yuka preoccupato e confuso. Sembrava che le girasse la testa. La donna guardò il vecchio amico negli occhi con uno sguardo amorevole e sincero, avvicinandosi a lui, gli carezzò la guancia sinistra. Gli rivolse la parola. 

Yuka: -Narumi… Sappi che, anche se sono sempre stata innamorata del mio Izumi, ti ho sempre voluto di un bene assoluto, sei sempre stato il mio migliore amico e non c’è mai stata una persona, che non sia mio marito, alla quale tenessi di più al mondo. Ti ho sempre fatto soffrire come uno schiavo ma, all’epoca, non riuscivo ad apprezzarti abbastanza. Quando ho lasciato l’Accademia mi sono resa conto di quanto tu fossi speciale e che avresti fatto qualunque cosa perché non fossi triste. C’erano molte ragazze alle quali piacevi ma, nonostante tutto, tu preferivi me ed io ti allontanavo. Non hai neanche mai cercato di conquistarmi con il tuo Alice, perché sei una persona onesta e non avresti mai accettato che ti amassi a causa del tuo Feromone Umano. Inoltre ho saputo che ti sei occupato di Mikan come fosse tua figlia, non potrei mai ringraziarti abbastanza. Non puoi sapere quanto fossi pentita quando uscii dall’Accademia senza neanche chiederti scusa per tutto ciò che ti avevo fatto passare. Solo oggi mi rendo conto della persona spregevole che sono stata in tutti questi anni. In questo momento ti chiedo scusa per tutte le volte che ti ho trattato male e che ti ho allontanato da me, solo perché ti piacevo. Sono davvero pentita, credimi. Vorrei farmi perdonare…- Narumi aveva gli occhi lucidi, come la sua amata dopotutto; Yuka gli sorrise ed il professore assunse un’aria guardinga, sentiva che sarebbe accaduto qualcosa di insolito. 

Yuka lo guardò intensamente e si avvicinò alle labbra dell’amico. Narumi indietreggiò di poco ma Yuka in un istante lo baciò. L’uomo era sbalordito, non poteva immaginare che la sua amata lo baciasse, ma non riusciva ancora a compredere la situazione: sapeva soltato che quell’agognato bacio finalmente era arrivato.
Yuka si scostò dalle labbra di Narumi leggermente imbarazzata. Probabilmente l’aveva fatto per lui, perché sapeva che in questo modo l’avrebbe reso felice. Di sicuro l’aveva fatto per amore, non quello che si prova per un marito, ma l’infinito sentimento che si prova nei confronti di un amico che per te c’è sempre stato e per il quale faresti qualsiasi cosa purché egli sia felice.
Io guardai Mikan: era scioccata. Non si sarebbe mai immaginata che la madre avrebbe fatto una cosa simile. Narumi era paragonabile a Ruka. Anche Mikan avrebbe fatto l'impossibile perché non venisse ferito, come questa mattina quando Ruka le rivelò che l’amava. Eh sì, gli uomini sulla Terra sono tutti diversi, ma infondo sono fatti tutti della stessa pasta e tutti provano almeno una volta nella vita l’amore. 

Natsume: -Mikan, cosa ne pensi?-.
Mikan: -Beh, credo che, anche se è stato abbastanza scioccante, avrei fatto anche io come mamma…- ci pensai su.
Natsume: -Dovrei esserne geloso?- scherzai.
Mikan: -Ma certo che no! Io amo solo te!- mi baciò velocemente.
Natsume: -D’accordo, ti credo. Che facciamo, li raggiungiamo?-.
Mikan: -Direi di sì!- esclamò felice. 

Uscimmo dall’auto e rangiungemmo le mamme. 

Narumi: -P-perché l’hai fatto, Yuka?-.
Yuka: -Perché te lo meriti, io ti voglio bene e tu lo sai benissimo…!-.
Narumi: -Ma Yuka, tu non provi quello che provo io… Perché?-.
Yuka: -È vero, ma provo un sentimento profondo nei tuoi confronti. Non è amore coniugale, ma tengo moltissimo a te e questo era un modo per dimostrartelo.- lo abbracciò, lui ricambiò e la strinse forte a sé.
Narumi: -Yuka, ti amo. Non voglio che tu finga per me.- le sussurrò in un orecchio.
Yuka: -Ma io non sto fingendo.- gli rispose convintissima. -Comunque credo di doverti salutare, altrimenti ci scopriranno. Meglio che io e Kaoru ci incamminiamo. Narumi, mi raccomando, abbi cura di te. Ricordati che ti voglio bene. Pensaci tu a Mikan e Natsume, addio.-.
Narumi: -A-addio, Yuka…- una lacrima gli bagnò la guancia.
Kaoru: -Buona serata, Narumi. Spero ci incontreremo ancora. Alla prossima, allora.- si salutarono con un gesto di mano. -Ragazzi, quanto a voi, ci vedremo dopo il Diploma. Arrivederci!- ci sorrise, noi facemmo lo stesso e salutammo le nostre mamme.

Accesero la macchina e partirono. Rimanemmo solo io, Mikan e Narumi. Silenziosamente entrammo in Accademia. Narumi aveva uno sguardo tristissimo, sembrava uno zombie per come camminava. Sicuramente quella notte non avrebbe dormito un granché, ci avrei giurato.
Io e Mikan andammo, mano nella mano, a dormire diretti verso i nostri dormitori. Non sapevamo se avremmo dormito insieme od ognuno nella propria stanza, ma continuavamo a camminare senza scambiarci neanche una parola. 

FINE
CAPITOLO XXIII.
 
 

***
AUTRICE:
Ed eccomi qui, finalmente.
Sono la solita ritardatara, questa volta però ho esagerato!! ç_ç
Mi dispiace moltissimo!!
Ma tra esami e luuuuunghe vacanze non ho avuto neanche tempo di pensare a continuare questa Fic.
Sono davvero pentita di non aver postato prima, ma vi dico che il capitolo l’ho finito ieri ed oggi e l’ultima volta che l’ho scritto risale a circa tre o quattro mesi fa.
Inoltre quest’anno, oltre ai doppi compiti, ho dovuto preparare anche la tesina per gli orali che mi ha occupato moltissimo tempo.
Mi dispiace tantissimoooooooo!! (…e tre. XD)
Basta scombussolarvi il cervello con le mie insulse scuse.
Posto questo capitolo e mi metterò a lavoro per il prossimo, ma non so quando sarà possible postarlo, dato che l’11 settembre comincerò le superiori.
Vabbé, detto questo, spero vi sia piaciuto il capitolo e grazie mille per la lettura.
Grazie anche a chi legge senza recensire e a chi mette la mia storia tra le preferite, seguite o ricordate.
Vorrei avvertire inoltre coloro che leggono la Fic Mirā ga katsute arimashita che ho postato il 3° capitolo… :)
Grazie e buona giornata a tutti, la vostra
Lelly99

  
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