SLENDERMAN
PROLOGO
<< Alice! È pronta la cena! >> urlo mia madre.
<< Arrivo! >> risposi scocciata, staccandomi dal computer.
Mia madre aveva organizzato la solita grigliata di fine settimana con tutti i parenti. Furono invitati gli zii Bernard ed Erica, la nonna Rosa e la nonna Elsa, la zia Bianca accompagnata ovviamente dal suo odioso “marito” Paolo. Ah, dimenticavo, era invitata anche mia cugina Giada ,furba come una volpe e viziata come un diavolo. In poche parole? Odio i miei parenti. Qualche volta penso che se vivessi da sola starei meglio. Eppure sono qui a prendermi sgridate ogni cinque minuti. Mi accorgo però che oggi lo zio Bernard non c’è. <
<< Tesoro, alice dove sei? Devo presentarti un nuovo membro della famiglia! Si chiama.. >> e lì mia madre si bloccò. Cosa la turbava? Era come sprofondata in un’altra dimensione, una dimensione oscura. Le sue gambe cedettero e cadde a terra. La zia Erica aiutò mia madre a rialzarsi e a riprendere i sensi mentre tutti gli altri parenti non si accorsero di nulla. Pff,incompetenti! Giada stava giocando, o meglio, torturando il gatto. Dopo la cena, mia madre aveva riacquisito i sensi, così mi presentò finalmente all’uomo a me sconosciuto.
<< Ecco piccola, lui è.. >>, mentre mia madre stava per dire il nome, lo sconosciuto la bloccò con un cenno << Slend, questo è il mio nome >> , disse. Mia madre lo guardò turbata e lui fece cenno con il dito come per farla tacere. << P-piacere Slend, io s-sono Alice>> replicai spaventata. Slend mi prese la mano e iniziò ad annusarla e a sospirare di gioia, era come.. se gli piacesse il mio odore. La cosa mi spaventava parecchio. << Adoro l’odore delle ragazzine!>> mi disse con uno sguardo malizioso, quasi maligno. << quanti anni hai Alice?>> aggiunse con tono compiaciuto. << t-tredici>>,risposi. Quel tizio metteva una certa inquietidine. La sera tardi, verso le 22:40, mentre gli altri erano in casa io mi diressi verso la piscina che era situata fuori in giardino, di fianco alla griglia. Mentre percorrevo il corridoio sentivo una presenza abbastanza sinistra, ma non ci feci molto caso. Mi sedetti su uno dei bordi della piscina. Mentre cercavo di sfilarmi braghette e maglietta, dai cespugli dietro di me sentì uno strano rumore. Spaventata decisi di non guardare e di tuffarmi nell’acqua. Ero completamente immersa, testa e quant’altro. Mentre ero immersa vidi un’ombra completamente nera, con volto e arti bianchi. Mi incuriosi così mi diressi verso di lui. L’ombra mi fece segno di avvicinarmi. Mi diressi verso di lui nuotando senza esitazione. Avvertivo una sensazione strana, svenni. Fu così che sabato 13 agosto 1998 , Alice, sparii come molti altri bambini quella notte