Everything
has changed
'Cause
you remind me of a time when we were
so alive.
Do you remember that?
Do you remember that?
Il rumore di una porta che sbatte.
Dei passi strascicati sul pavimento.
Ti lasci crollare sul divano, accanto a me, e non mi sfiori nemmeno per
sbaglio.
Questo dovrebbe farmi stare male, eppure sento solo una punta di
amarezza sulla
lingua.
"Sei in ritardo" commento, forse perché tu ti aspetti che lo
faccia,
forse perché non so cosa dire.
"Lo so" e lanci un'occhiata stanca all'orologio del soggiorno appeso
sopra la tv. Lo abbiamo messo insieme – te
lo ricordi? – quando ci siamo trasferiti in questo
appartamento. Il nostro
appartamento. Ma esiste ancora un noi?
"Mi dispiace" aggiungi, però so che non è
così e tu sai che non
dispiace nemmeno a me.
Passano alcuni istanti di silenzio teso. Una volta i nostri silenzi non
erano
così: erano rilassati, dolci, tranquilli. Ora sono solo
nervosi e irritanti.
"Con chi eri?" ti chiedo, più per interromperlo che per
curiosità. In
realtà non mi importa. Te lo
ricordi
quando mi importava?
Ti stringi nelle spalle. "Nick, altri amici, siamo stati in un pub qui
vicino."
Annuisco e il pungente silenzio che non riusciamo più a
riempire torna di
nuovo.
Il fatto è che non sappiamo cosa dire. Ti
ricordi quando gli argomenti, pure – soprattutto – idioti, non finivano mai?
Ti osservo con la coda dell'occhio per non farmi scoprire da te; tieni
la testa
reclinata all'indietro sul bordo del divano, i ricci nocciola sfiorano
il muro,
le labbra rosse sembrano più scure per colpa della poca luce
nella stanza –
illuminata solo dallo schermo acceso della televisore enorme con il
volume
abbassato che produce un lieve brusio – e ripenso a tutte le
volte passate a
baciare quelle labbra.
Quando è stata l'ultima? Non me lo ricordo.
Ti volti verso di me e penso che dovrei distogliere lo sguardo, o forse
no. Lo
distoglievo sempre quando mi trovavi a guardarti di nascosto, ma adesso
quell'imbarazzo che c'era un tempo è sparito. Ogni
sentimento che provavamo un
tempo è sparito, perché ogni cosa è
cambiata.
Ci fissiamo per qualche secondo nell'oscurità e nei tuoi
occhi verdi rivedo
quelli di un sedicenne innamorato con tanti sogni, ma in particolari
illusioni,
in testa.
Illusioni di un grande amore ormai appassito, come i gigli bianchi, che
ti
piacciono tanto, sulla finestra.
"È tutta una pagliacciata" mormori, come se avessi paura di
dirlo,
però lo hai fatto e non si può tornare indietro.
Abbasso il capo perché non ho il coraggio di dirti che hai
ragione.
"Noi non ci amiamo più, perché fingere ancora?"
continui con un filo
di voce.
Sei stanco, Harry?
Una volta non lo eri mai, eri instancabile. Te
lo ricordi?
"Che altro dovremmo fare?" sussurro, premendo le tempie con
due
dita come se avessi mal di testa.
"Ammettere che non è più così"
sospiri. "Niente dura per sempre,
lo sai."
È buffo, le parole che hai detto alla fine della nostra
prima volta, nella
camera da letto poco lontana da dove siamo ora, mi risuonano ancora
nelle
orecchie. Quella tua promessa, quel tuo ‘ti amerò
per sempre’, ha sporcato le
pareti bianche come macchie di inchiostro rosso, indelebile.
"Ci stiamo lasciando, non è così?" mi tiro su e
ti osservo, tu fai lo
stesso.
"Immagino di sì."
Sorrido. O forse è solo una smorfia divertita.
La nostra rottura me la immaginavo più traumatica, con tanto
di urla e pianti
isterici, ma non sento neppure dolore.
So che non mi mancherà alzarmi accanto a te la mattina,
prepararti la
colazione, baciarti appena la bocca prima di andare a dormire, piangere
chiuso
a chiave nel bagno per l'ennesimo articolo falso su di te e una modella
qualunque.
"Allora è finita?" domandi, insicuro, e ti alzi dal divano.
Stai chiedendo il permesso per andartene, vero?
"Finita" tento di mantenere il sorriso, non credo di esserci
riuscito. "Lo diremo domani agli altri."
Annuisci. "Vado a dormire da Nick."
Dei passi strascicati sul pavimento.
"Te lo ricordi quando ci amavamo?"
Lo chiedi rimanendo di spalle.
"No."
Il rumore di una porta che sbatte.
E mentre sento la tua macchina andare via, penso che infondo mi
mancherai. E
che infondo me lo ricordo.
Ma ormai è troppo tardi, perché ogni cosa
è cambiata.
When we get home
I know we wont be home at all.
This place we
live
it is not where we belong,
and I miss who
we were
and the town we could call our own.
Going back to
get away after everything has changed.
Corner:
Beh, salve!
Ho scritto questa storia in un
particolare momento di depressione, ma nonostante la tristezza ne sono
abbastanza soddisfatta (e questo è un male,
perché di solito quando mi piace
quello che scrivo vuol dire che non piace agli altri).
Insomma, voi non avete mai paura
che un grande amore possa finire?
Dissolversi, come se non fosse mai
esistito.
Dimenticarlo?
Ma infondo, si può davvero
dimenticare?
Spero davvero che vi possa
piacere; l’ho scritta tempo fa e probabilmente ci sono un
po’ affezionata.
Un bacio,
Lala.