Vedevo la paura nei suoi occhi
Tiravo le manette legate al polso di Allison cercando di spezzare l’appiglio a cui le aveva agganciate suo padre con tutta la forza che avevo. Sapevo già da un po’ di tempo che non ero forte come tutti gli altri lupi, ma prima o poi lo sarei stato anche io.
Non era solo la mia minore forza ad impedirmi di concentrarmi, ma era la vicinanza con Allison ad annebbiarmi la mente ed il suo profumo ad inebriarmi. I giorni passavano e lentamente stavo capendo la connessione che mi legava a lei, era strano. Settimane fa, se me la fossi ritrovata davanti avrei dovuto probabilmente difendermi da un suo attacco, armata di arco e frecce; mentre adesso, la stavo liberando. Feci un grosso sforzo e riuscii a rompere la catena, facendo scontrare Allison su di me.
Lo sguardo di Allison era vuoto e puntato in basso e le sue mani erano ancorate alle mie braccia.
-Perché l’ha fatto?- chiese lei con una nota di innocenza e ingenuità nella voce che non gli avevo mai sentito. Lei era sempre stata una ragazza forte, coraggiosa e indifferente al dolore, una vera e propria guerriera, una cacciatrice qual era; ma in quel momento si stava mostrando come una semplice ragazza stanca di tutto quel peso che la stava schiacciando dopo aver visto portare via il padre per un sacrificio, avendo la consapevolezza che le persone che amava attorno a lei morivano, sembrava aver bisogno di certezze, che io però non avrei potuto dargli.
-Non lo so- risposi io consapevole che non la stavo confortando. –Dobbiamo andarcene. Ok? Abbiamo bisogno d’aiuto- continuai io cercando di risvegliarla. Allison come risposta strinse d’impulso una mano attorno al mio polso ed io strinsi il suo a mia volta. Sembrava essere in trance. –Allison…- la chiamai e notavo che il suo respiro era agitato. –Allison, dobbiamo andare- insistetti scuotendola leggermente. Il suo sguardo scattò al mio. I suoi occhi erano lucidi e imploravano aiuto e risposte.
-Moriranno tutti- disse lei consapevole. –Vero?- chiese lei come se avesse la necessità impellente di una risposta sicura. Continuai a guardarla negli occhi, in quegli occhi così belli ma pieni di paura, quegli occhi che assumevano sempre uno sguardo spavaldo, fiero, in quel momento comunicavano paura. Feci un gran un respiro cercando di calmarmi, forse per buttare via tutta la tensione, la attirai a me abbracciandola e stringendola forte, accarezzandole i capelli nel vano tentativo di tranquillizzarla e facendole capire quanto... sì, quanto anche io avessi paura.