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Autore: Lux_daisy    24/08/2013    4 recensioni
"Se Gareki avesse avuto una moneta per ogni volta che Yogi lo cercava per passare del tempo con lui, sarebbe diventato così ricco da potersi comprare persino la Nave del Circo. La cosa che più lo infastidiva era il non capire perché il biondo cercasse proprio la sua di compagnia."
La mia prima Yoreki ^^ come si può non amare questi due?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gareki, Yogi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^^ eccomi anche nel fandom di Karneval <3 dopo aver letto il manga e aver visto l'anime, non potevo non scrivere qualcosina sui quei due ammmori che sono Yogi e Gareki :3 è una storia semplice e dolce, partorita a un'ora decisamente tarda (causa temporali estivi). spero vi piaccia :D buona lettura!


Tu sei la persona con cui voglio guardare fuori, quando fuori piove.

 

<< Garekiiiii-kun! >>. La voce fin troppo squillante di Yogi riscosse il moro dalla lettura in cui era immerso. Staccò gli occhi dal libro e li alzò al cielo, sbuffando, mentre il biondo entrò con tutta la sua irruenza nella stanza che Gareki divideva con Nai.
<< Eccoti qua! Ti ho cercato in tutta la Nave! >> esclamò Yogi, avvicinandosi al letto sul quale l’altro era disteso.
<< E perché cavolo mi stavi cercando? >>. Il tono di Gareki era scontroso come al solito, tanto quanto il suo sguardo freddo.
Yogi mise su il broncio e la sua voce si fece lamentosa come quella di un bambino. << Mi stavo annoiando! Nai sta studiando con Tsukumo e Jiiki e Kiichi mi hanno mandato via perché erano impegnati e hanno detto che li disturbavo! >>.

“Che idiota!” si ritrovò a pensare Gareki. Certi momenti gli riusciva davvero difficile credere che il biondo avesse ventuno anni: era capace di comportarsi in un modo tremendamente infantile.
<< E poi… la pioggia mi fa diventare triste >> aggiunse poco dopo, lanciando un’occhiata verso la finestra. Stava piovendo senza sosta da ben quattro ore e il cielo scuro, carico di nuvole minacciose, non faceva sperare in un rapido miglioramento.
<< E cosa vuoi da me? >> replicò allora Gareki, le sopracciglia aggrottate. Se avesse avuto una moneta per ogni volta che Yogi lo cercava per passare del tempo con lui, sarebbe diventato così ricco da potersi comprare persino la Nave del Circo. La cosa che più lo infastidiva era il non capire perché il biondo cercasse proprio la sua di compagnia.
Yogi si sedette sul bordo del letto e un dolce sorriso gli si disegnò sulle labbra. << Stare con Gareki-kun mi mette di buon umore >> dichiarò sereno. A quelle parole gli occhi del moro si spalancarono e le sue guance si colorarono; così, affondò il volto tra le pagine del libro, nel tentativo di nascondersi a Yogi, ma quello gli tolse il volume dalle mani con un gesto rapido.
<< Che stavi leggendo? >> domandò curioso, osservando la copertina rossa.
<< Un libro di meccanica >> rispose Gareki, incrociando le braccia al petto.
<< Oooh! Gareki-kun è così intelligente! >> esclamò Yogi sorridendo allegro, << io non ci capirei niente >>.
Il moro sbuffò e si riappropriò del suo libro. << Ovvio! Tu sei un idiota! >>.
<< Uffa! Perché Gareki-kun è sempre così cattivo con me? >> piagnucolò il biondo, rimettendo su il broncio di prima.

L’altro lo guardò perplesso e avrebbe davvero avuto voglia di prenderlo a pugni solo per il suo essere così fastidioso, ma lasciò subito perdere, dicendosi che forse aveva esagerato ad avergli dato dell’idiota in modo così diretto. Quando si trattava di Yogi andava a finire sempre allo stesso modo: era appiccicoso, piagnucolone, infantile e troppo dedito agli abbracci, ma Gareki, nonostante l’astio apparente, non riusciva davvero ad odiarlo. Yogi era sempre stato gentile sia con lui che con Nai, sempre pronto ad aiutarli e a farli sentire a casa loro, anche se Gareki una vera casa non ce l’aveva mai avuta e non sapeva neanche cosa avrebbe dovuto provare. Sapeva però che il Circo era la cosa più vicina a una famiglia per lui e che voleva combattere i Varga, non solo per vendetta, ma anche per poter stare al fianco di tutti gli altri a testa alta, come loro pari. Come suo pari. L’idea che uno come Yogi fosse più forte e abile di lui era in grado di fargli provare un sentimento d’invidia che non aveva mai avuto nei confronti dei nessun’altro. Forse, in fondo, era anche un po’ per questo che non riusciva ad essere gentile con lui, oltre al fatto che ovviamente, Yogi era davvero troppo irritante per i suoi gusti.

Posò il libro sul comodino accanto al letto e si mise seduto. << Eh va bene, scusa. Non volevo dire che sei un’idiota >>.
La capacità del biondo di cambiare espressione alla velocità della luce continuava a lasciare Gareki a bocca aperta. Nel giro di un battito di ciglia il broncio si trasformò in un radioso sorriso e Yogi si buttò letteralmente addosso a Gareki, stritolandolo in uno dei suoi abbracci.
<< L’ho sempre detto io che Gareki-kun è un bravo ragazzo! >> esclamò contento, apparentemente non intenzionato a mollare la presa.
All’improvviso una ventata di vaniglia, sapone e bucato fresco attraversò le narici e il cervello di Gareki, provocandogli dei brividi lungo la schiena.
Odore di buono.
Il profumo di Yogi.
Non seppe perché, ma ne rimase per un attimo stordito, mentre un tuono rimbombò per tutta la stanza, segno che il temporale non accennava a fermarsi. Yogi sentì Gareki irrigidirsi sotto il suo abbraccio e si staccò piano da lui, senza però smettere di sorridere. Si guardarono negli occhi, viola con blu che si univano e respingevano, per secondi che parvero infiniti, fino a quando il moro distolse lo sguardo, imbarazzato.
“Che cavolo mi è preso?” si chiese confuso. Per un attimo, anzi no, per una frazione di secondo aveva pensato a quanto fosse bello il viso di Yogi e a quanto il suo sorriso fosse capace di fargli sentire una punta di calore che dal petto si irradiava al resto del corpo, come una calda coperta in una fredda giornata invernale; e quando si era detto che avrebbe potuto sopportare un altro dei suoi soffocanti abbracci, aveva interrotto il contatto visivo, fingendo di essere interessato al temporale che infuriava fuori.
<< Anche a te la pioggia mette di cattivo umore? >> gli chiese Yogi, notando come il moro fissasse il paesaggio grigio e spettrale fuori dalla finestra.
Gareki lo guardò con la coda dell’occhio e si ributtò sul letto, incrociando le braccia sotto la testa. << È solo acqua. Perché dovrebbe mettermi di cattivo umore? >>.
Yogi inclinò la testa di lato per un momento. << È come se il cielo stesse piangendo per tutte le persone che sono sole e soffrono nel mondo >> disse, lo sguardo perso chissà dove, << e mi fa sentire… non so, come se fossi solo anch’io… >>.
Gareki lo fissò sorpreso. Da quando Yogi provava simili sensazioni? Alzò il busto e si puntellò sui gomiti, usando poi il ginocchio per dare un leggero colpo al braccio del biondo.
<< Tu non sei solo, capito? Hai Nai, Tsukumo, Jiiki, Kiichi, quel quattrocchi arrogante e tutti gli altri. Quindi smettila di tormentarti con questi stupidi pensieri! >>.
Gli occhi di Yogi si sgranarono e Gareki avrebbe giurato di averli visti brillare; subito dopo sul suo volto comparve uno dei sorrisi più radiosi e luminosi che il moro avesse mai visto. Sembrò quasi come se il sole avesse fatto capolino, sconfiggendo la pioggia e le nuvole.
<< Ho anche Gareki-kun >> aggiunse Yogi, continuando a sorridergli. Il moro aprì la bocca come per dire qualcosa, ma si bloccò e la richiuse, assumendo nuovamente la sua solita espressione seria. Non era sicuro di come avrebbe dovuto rispondere a quell’affermazione né tantomeno era sicuro di voler approfondire la conversazione. Fu il biondo a toglierlo dall’indecisione: gli si buttò nuovamente addosso, ridendo come un bambino e si accoccolò sul suo petto, poggiando la testa nell’incavo del collo dell’altro.
<< Ehi! Che diavolo ti salta in mente? >> esclamò Gareki incredulo, << non sono un cuscino e nemmeno un peluche da stritolare! >>.

Yogi sorrise, mentre inspirava l’odore del moro: sapeva di limone, di ragazzo e di… Gareki. Un profumo che per Yogi era inconfondibile. << No, infatti sei molto meglio >> scherzò e il moro poté sentire il suo respiro sulla pelle mentre quello ridacchiava.
Grugnì infastidito e provò a spostarlo, ma l’altro sollevò la testa, lo guardò negli occhi e in un istante annullò la già piccola distanza tra loro, poggiando la bocca sulla sua. Gareki sbarrò gli occhi e si irrigidì, mentre sentiva la morbidezza delle labbra di Yogi mandarlo in completa confusione, come se fosse stato messo in una centrifuga alla massima velocità. Per lunghi attimi non seppe assolutamente cosa fare, poi sentì l’altro accarezzargli i capelli e stringergli la mano e se ne sentì travolto come mai gli era successo in vita sua. Nonostante la giovane età, gli era già capitato di baciare alcune ragazze, ma non aveva mai provato un’emozione simile come in quel momento. Non riusciva a capire. Non voleva capire!

Voleva solo continuare a sentire quel magnifico calore che lo stava avvolgendo e chi si stava irradiando in ogni angolo e fibra del suo essere.
Mosse piano un braccio e strinse timidamente la maglia di Yogi, chiudendo poi gli occhi e rispondendo al bacio. Sentì l’altro sorprendersi e smettere di muovere la bocca; allora lo attirò di più a sé e trasformò il casto bacio di prima in uno decisamente più passionale. Schiusero entrambi le labbra, lasciando che le lingue danzassero e si cercassero continuamente, mentre i gemiti venivano soffocati  in quel contatto travolgente. Continuarono così, esplorandosi a vicenda, finché non restarono entrambi a corto di fiato. Si separarono, respirando velocemente e ognuno poté sentire il proprio cuore ringhiare nel petto.
Alla vista di Gareki col volto arrossato, gli occhi lucidi e le labbra più gonfie e rosse per il lungo bacio, Yogi sentì il sangue defluirgli dal cervello e precipitare verso il basso ventre, ma si sforzò di calmarsi. Chiuse gli occhi e poggiò la fronte su quella del moro, mentre la bocca si piegava nel sorriso che Gareki adorava, ma che fingeva di trovare irritante.
Sentì il respiro del biondo sul volto, mentre Yogi si apprestava a parlare. << Sai, Gareki-kun, da oggi la pioggia non mi farà più sentire triste e solo, perché ora ci sei tu con me, e tu sei la persona con cui voglio guardare fuori, quando fuori piove >>.
Il moro sgranò gli occhi e ringraziò il cielo che l’altro tenesse ancora i suoi chiusi, così non poté vedere il rossore che si diffuse abbondante su tutto il suo volto. Non credeva che avrebbe mai provato una tale sensazione di calma e beatitudine proprio tra le braccia di uno come Yogi.
“Stare su questa Nave mi ha proprio rammollito” si disse, rassegnato ma allo stesso tempo felice. Di tutti i suoi problemi e preoccupazioni poteva occuparsi in un altro momento: adesso voleva solo godersi il suo irritante, fastidioso e piagnucolone sole personale.



Quanto vorrei anch'io il mio sole personale!! >.< scleri a parte (io amo Yogi <3 ), spero che questa storiella non vi abbia fatto troppo schifo... se è così, perdonatemi (i parti a notte fonda forse non sono il mio forte...) e in effetti è anche la prima volta che tento una fluff (non so quanto mi sia riuscita, dato che non è il mio genere...) comunque, se mi lasciaste un commentino, anche solo 2 righe per dirmi che ve ne pare, vi mando un super abbraccio stile Yogi-Nyanperona X) no vabbè, dai, quello lo mando a tutti voi che siete arrivati a leggere fin qui :3 alla prossima

  
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