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Autore: holdmehaz    24/08/2013    2 recensioni
Sophia vide i passeggeri di seconda classe salire nell’aereo Londra-New York. Le era sempre piaciuto guardare le persone ed immaginarsi la loro vita.
Mentre tutti prendevano posto, chi spaventato, chi emozionato, chi con l’espressione annoiata di chi ormai è abituato, Sophia vide uno dei passeggeri non sedersi, ma avviarsi verso di lei con fare deciso.
Lei alzò gli occhi al cielo. Non poteva credere di averlo ancora fra i piedi.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fly away






Sophia vide i passeggeri di seconda classe salire nell’aereo Londra-New York. Le era sempre piaciuto guardare le persone ed immaginarsi la loro vita.
Mentre tutti prendevano posto, chi spaventato, chi emozionato, chi con l’espressione annoiata di chi ormai è abituato, Sophia vide uno dei passeggeri non sedersi, ma avviarsi verso di lei con fare deciso.
Lei alzò gli occhi al cielo. Non poteva credere di averlo ancora fra i piedi.
«Hey, Sophia, ancora tu? Non mi starai perseguitando, vero? Sai che potrei denunciarti per stalking» scherzò il riccio quando le fu vicino.
«Ma dimmi, Styles, questo è il terzo o il quarto aereo che prendi perché la hostess sono io?» fece Sophia acida.
«Non ci posso credere! Ancora tu?» sbuffò Charlotte quando si avvicinò ai due. Sophia guardò la sua collega con sguardo esausto.
«Liberami tu, ti prego» mormorò in tono di supplica.
«Mi sa che non ti vuole lasciare andare» fece Charlotte ridendo, incurante del fatto che Harry fosse ancora lì.
«Ho portato un amico che vorrebbe conoscerti, biondina» fece questo richiamando l’attenzione su di sé. Charlotte storse il naso. Odiava sentirsi chiamare ‘biondina’.
«Puoi dire al tuo amico di lasciar perdere prima di iniziare, perché non mi faccio abbindolare, riccio» rispose Charlotte socchiudendo gli occhi.
«Ora vai a sederti. E ricorda di allacciarti la cintura di sicurezza» sibilò Sophia. Harry si arrese, poiché per il decollo non poteva fare altrimenti.





«Oddio ragazze, ci pensate? Stiamo andando a New York!» esclamò Alice alle sue amiche Karen e Serafine.
«Già! E cazzo, forse riusciremo a vedere il nostro idolo!» aggiunse Karen, provocando urletti eccitati delle amiche.
«Silenzio, ragazze!» sbuffò una signora sulla cinquantina che era nella fila accanto a lui.
«OMG ci pensate? Magari si innamora di me!» sospirò Serafine.
«WTF ma che cazzo dici? Si innamorerà sicuramente di me!» ribatté Karen.
«Io appena lo vedo gli salto addosso e me lo stupro per strada, io vi avverto» scherzò Alice.
«Ihihihih anch’io!» rise Serafine.
«Guarda che immagine hanno appena postato su facebook in questa page su di lui!» esclamò Alice passando il telefono Karen.
«Cazzo, mi si sono scoppiate le ovaie solo a guardare una sua cazzo di foto, come cazzo farò a vederlo dal vivo? Cazzo, ma io gli svengo davanti» fece Karen.
«Cavolo, Karen, parla potabile!» esclamò Serafine.
«Cazzo, non ci posso far nulla se ho sempre ‘sto ‘cazzo’ in bocca, cè!» si lamentò Karen.
«Cavolo Karen, non dire cose così pervy, su» mormorò Alice.
«Se sarei in te, cominciassi a parlare pulito perché non credo che lui lo gradisca» ribatté Serafine.
«Dite, ragazze? Cazzo, sto in crisi d’astinenza se non aggiungo ‘cazzo ad ogni frase!» sbottò Karen.
«Non si può usare il telefono in aereo, spegnetelo!» li ammonì Sophia mentre passava accanto a quelle quindicenni alle prese con gli ormoni. Dio ma come sono stupide ed oche pensò.





«Dai Terry, calmati» fece Niall stringendo la mano della propria ragazza. Questa strinse la mano ancora più forte.
«Maledetto il giorno in cui ho deciso che volevo andare a New York!» esclamò Terry.
«Non cadremo» la rassicurò Niall.
«Ma certo che non cadremo» cercò di convincersi lei. «Perché dovremmo cadere? Abbiamo quattro motori. Se se rompe uno, ci sono gli altri tre. Se se ne rompono due, gli altri serviranno per un atterraggio di fortuna. Oh no, oddio, ma che atterraggio di fortuna può esistere nell’Oceano Atlantico? Cavolo, moriremo. MORIREMO!» cominciò ad agitarsi.
«C’è qualche problema?» chiese Sophia fermandosi davanti alla coppia.
«Certo che c’è! Moriremo!» esclamò Terry. Sophia sorrise, gentile.
«Ma certo che no signorina, non si preoccupi. Ho fatto molte volte questo volo, non è mai successo nulla, neanche un imprevisto. Se vuole rilassarsi, può anche vedere un film, o le posso prestare un libro da leggere» fece Sophia.
«Non credo che ce ne sarà bisogno. Vero, amore?» affermò Niall.
«Certo che no. Non ho bisogno di passatempi che mi distraggano dal fatto che molto probabilmente questi sono gli ultimi momenti della mia vita. Niall caro, sappi che ti amo e ti ho sempre amato, e se tu ti salverai ricordati di salutarmi...» e poi cominciò elencare nomi su nomi, e cose da fare.
Cominciò a chiedere se ci fosse un prete a bordo per confessarsi, o se ci fosse un medico perché cominciava a sentire un’oppressione al petto.
Sophia sospirò, stanca di tutto quel delirare che stava facendo quella ragazza che aveva la sua età. Alla fine trovò la soluzione.
«Vuole una camomilla, signorina?» chiese, interrompendola nel mezzo della lista di cose che avrebbe voluto fare prima di morire ma che era convinta che non avrebbe mai più potuto fare.
La ragazza la guardò per un momento seccata dell’interruzione, e infastidita del fatto che molto probabilmente la hostess non l’avesse ascoltata.
«Ne gradirei un po’, grazie» rispose infine, congedandola con una mano.
Sophia si trattenne dal dirgli in faccia che era una hostess, lei, non la cameriera personale di una nobile viziata.
«Vado» disse imitando una cameriera dell’800 ed accennando un inchino, giusto per prendere un po’ in giro quella fifona, poi si girò ed andò a preparare la camomilla, mentre sentiva il povero ragazzo cercare di tranquillizzare la ragazza.





«Piacere, io sono Zayn Malik, e lei è?» chiese Zayn sedendosi accanto alla ragazza che aveva avvistato sin da subito: infatti aveva occhiali da sole, cappuccio calato in volto e sciarpa che copriva tutto il viso.
«Un’assassina sfuggita alla polizia che ci mette due istanti a farti secco» rispose acida quella.
«Brr. Guarda, tremo di paura» la prese in girò Zayn. La ragazza misteriosa arricciò le labbra, sotto la sciarpa.
«Dovresti» insistette. Zayn alzò un sopracciglio.
«Sai che siamo a luglio? Non c’è freddo, puoi toglierti quella sciarpa» ribatté lui.
«Non posso» sibilò lei.
«Perché?» chiese Zayn.
«Informazioni riservate» borbottò.
«Ma che simpatica!» esclamò Zayn incrociando le braccia al petto e girandosi dall’altra parte, dando le spalle alla ragazza. Poi prese a guardare la ragazza con sguardo da cucciolo.
«Pff. Se proprio insisti. Ma sappi che se mi assalgono, ti farò causa» cedette la ragazza, e si tolse la sciarpa, il cappuccio e gli occhiali.
«Ma tu sei...» cominciò Zayn a voce molto alta, ma la ragazza gli mise una mano sulla bocca. «... Kimberly Turner, la famosa modella» terminò lui a bassa voce, sulla sua mano.
«Non dirlo a nessuno, non voglio essere assalita da tutti» sussurrò questa con sguardo supplichevole.
«Giammai, mia bella, non vorrei doverti difendere con la forza» scherzò Zayn.





«Non ti sono mancato?» scherzò Harry entrando nella stanza a parte in cui Sophia stava preparando la camomilla.
«Per niente. Anzi, più lontano mi stai e meglio è» rispose Sophia, fredda.
«Potrei offendermi, sai?» chiese Harry.
«Meglio. Almeno smetterai di seguirmi ovunque» sbuffò lei.
«Quanto sei bella quando sei infastidita» mormorò Harry fissandola. Sophia cercò di nascondere il leggero rossore che si impossessò delle sue guancie.
«Devo esserlo davvero molto, visto come ti impegni per farmelo essere» ribatté lei.
«Quando lo capirai che devi darmi una possibilità?» sospirò Harry.
«Quando mi lascerai in pace e la smetterai di assillarmi» disse Sophia con un’espressione stanca.
«Mi dispiace, babe, ma non sono io che assillo te. Sei tu che mi assilli ogni volta che chiudo gli occhi» gli rivelò all’orecchio, provocando in lei un brivido che le percosse il corpo.





«Nella luna possiamo distinguere mari e terre, che non sono come le intendiamo noi qui in terra, ma sono chiazze scure e chiare» fece Liam a Lisa.
Lisa annuì, fingendosi interessata, ma infondo non le importava niente della tesi di laurea di suo fratello.
«Sembra molto interessante, ma perché non ci prendiamo una pausa, per un attimino soltanto?» lo supplicò lei. Lui sospirò.
«Tra tre giorni esatti mi laureo nella più prestigiosa università di New York, non posso prendermi una pausa» disse lui.
«Ma sei preparatissimo! È ovvio che uscirai col massimo dei voti» sbuffò Lisa.
«No, davvero Lisa, posso fare di meglio» insistette Liam.
«Ehm... hostess!» chiamò Lisa. Charlotte avanzò verso di loro sfoderando un sorriso gentile.
«Si?» chiese infine quando li raggiunse.
«Dica a mio fratello che si laureerà col massimo dei voti» la supplicò Lisa.
Charlotte alzò un sopracciglio, stupita della richiesta assurda, poi annuì e si rivolse verso il ragazzo alla destra della ragazza che l’aveva chiamata, supponendo fosse il fratello.
«Si laureerà col massimo dei voti» affermò, seria. Il ragazzo gli rise in faccia.
«Lo vorrei tanto, peccato che non mi sono mai iscritto» fece lui. «Piacere, Josh, il ragazzo di Lisa. Suo fratello e alla sua sinistra» spiegò poi.
Charlotte annuì, rossa in viso per la figura appena fatta, poi passò al ragazzo indicatole da Josh.
Dovette ammettere a se stessa che quello che aveva di fronte aveva l’aria molto più studiosa di Josh.
«Sono sicura che si laureerà col massimo dei voti» fece Charlotte. Liam, che aveva assistito alla scenetta, le sorrise.
«Grazie di aver assecondato mia sorella, ma sono sicuro che ha qualcosa di meglio da fare che perder tempo con la richiesta di una stupida ragazza» affermò.
Charlotte ricambiò il sorriso, sollevata che almeno anche lui la pensasse come lei, per quel che riguardava la natura strampalata della richiesta.
«Ehi!» si lamentò Lisa, sentendosi chiamare ‘stupida ragazza’.
«Hostess!» chiamò qualcuno in fondo alla fila.
«Scusatemi ma mi devo congedare» disse Charlotte, per poi allontanarsi.





«Desidera?» chiese Charlotte al ragazzo dagli occhi chiari che lo aveva chiamato.
«Lei è la signorina Charlotte Brooks?» le domandò il ragazzo. Charlotte corrucciò la fronte.
«Sì. Ma non vedo come...» cominciò Charlotte.
«Sono Louis, Louis Tomlinson, migliore amico del ragazzo che fa il filo alla sua amica e collega Sophia» si presentò Louis sfoderando un bellissimo sorriso. Charlotte alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
«Oh sì, Harry mi aveva detto di aver ‘portato un’amico’. Beh, sappi che sono piacevolmente single e che non voglio cambiare il mio stato sentimentale» sbottò.
«Vedremo» la sfidò Louis.





Al termine del viaggio, subito dopo l’atterraggio





«Quindi» cominciò Harry, fermandosi accanto Sophia mentre i passeggeri cominciavano a scendere dall’aereo. «Domani alle otto passo a prenderti al tuo albergo».
«Harry, ripetimelo un’altra volta e non si fa più niente» ringhiò Sophia.
Non poteva credere che alla fine aveva accettato. Era sicura che la stanchezza fosse stata una complice importante.
«Allora ci vediamo domani, amore» disse Harry dandole velocemente un bacio a stampo. Sophia se lo scrollò di dosso.
«Non prenderti troppa confidenza, adesso. Sappi che ho accettato solo perché hai promesso che poi mi avresti lasciato in pace» fece lei.
«Voi donne dite tutte così» dichiarò Harry scendendo dall’aereo, lasciando Sophia di stucco.





«New York, siamo arrivate, cazzo!» urlò Karen scendendo di corsa dall’aereo e inginocchiandosi per terra.
«Ihihihihih come fai, Karen. Perché non baci la terra?» chiese Serafine.
«Sono sicura che se non è in pubblico davanti a tutti lo facesse sicuramente» rise Alice.
«Ma è NEW YORK, girls, ci pensate? NEW-YORK!!!! Cazzo che figata» urlò Karen mettendosi a girare in tondo.
«Fuck, we love you, New York!» trillò Serafine.
«Bitch please, siamo inglesi, fateci passare» fece Alice scansando tutta la gente che stava in aereoporto.





«Oh la lo, Oh la lì, non ci credo, siamo arrivati qui! Oh la li, Oh la la, se non ci credi, guarda qua!» canticchiò Terry, fuori di sé dalla gioia: dopo quel viaggio tremendo, era arrivata in America sana e salva.
«Te l’avevo detto, amore, che non sarebbe successo niente» fece Niall con un sorriso.
«Ma è stata solo fortuna, caro, non è detto che nel ritorno non possa succedere niente. Dobbiamo pregare, Niall, pregare» sussurrò Terry, spaventata. Niall alzò gli occhi al cielo. Terry era un po’ paurosa, ma infondo era dolce e simpatica.





«Così... adesso le nostre strade si dividono» fece Zayn guardandosi intorno.
Kim fece un sorriso triste che Zayn non vide, poiché lei era tornata a coprirsi con sciarpa, occhiali e cappuccio.
All’improvviso, lei si illuminò:ebbe un’idea. Aveva voglia di rivedere Zayn, le stava molto simpatico.
«Non proprio. Dai, su, da’ qua il braccio» fece Kim, cercando in tasca un pennarello. Zayn gli diede il braccio, con sguardo interrogativo. Kim tirò fuori un pennarello nero, che stappò, e alzò la manica della maglietta di Zayn.

“Kim xxx
0194583846”

«Chiamami, se ne hai voglia. Sono sicura che potrei trovare un po’ di tempo libero, in caso vorresti rivedermi» disse Kim sorridendo.
Poi si girò e se ne andò, lasciando Zayn sbigottito e contento allo stesso tempo.





«Finalmente a New York, amore» sussurrò Josh all’orecchio di Lisa, mentre le circondava la spalla con un braccio.
«Alleluia. Il viaggio mi è sembrato eterno» bisbigliò Lisa.
«La luna ha una forza di gravità pari ad 1/6 di quella della Terra, per le due piccole dimensioni, e da questo ne deriva...» continuava suo fratello Liam ad alta voce, non sentendo i discorsi di Josh e Lisa.
«Ha intenzione di andare avanti così per molto?» chiese Josh a voce bassissima.
«Finché non si laureerà. O finché non crollerà addormentato per la stanchezza» rispose Lisa ridendo.





«Oddio, Louis, dobbiamo assolutamente uscire, un giorno di questi» affermò Charlotte asciugandosi le lacrime agli occhi che il troppo ridere le aveva causato.
«Visto che ti ho conquistato?» si vantò Louis. Charlotte fece una smorfia.
«Tu non mi hai conquistato. Semplicemente sei più divertente e simpatico di quel che pensavo» lo corresse Charlotte.
«Quanti giorni ti trattieni qua a New York?» chiese Louis.
«Una  settimana» rispose Charlotte. «Hai il mio numero, no? Chiamami quando vuoi» rispose Charlotte sorridendo.
«Allora aspetta la mia chiamata» concluse Louis, scendendo per ultimo dall’aereo.
«Allora?» chiese Sophia raggiungendola.
«E no cara, prima mi racconti tu, ti ho visto con Harry, sai?» fece Charlotte con un sorriso.





Nila's Corner

Eccomi qua con un'altra One Shot sui ragazzi :) Mi è piaciuto descrivere la vita sull'aereo, ha un qualcosa che mi ispira, così tante vite che si sfiorano per qualche ora per poi disperdersi...
Sottolineo che se nei discorsi i congiuntivi/condizionali/verbi in generale sono sbagliati, non è un mio errore, ma un errore che ho fatto fare apposta ai mie personaggi (intendo le tre BM che ho inserito per ridere un po' XD)
Ora vi lascio,

Bye xxxx
  
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