Un viaggio, per quanto terribile possa essere,
nel ricordo si trasforma in qualcosa di meraviglioso.
 

Louis entra nella stanza e lei è lì. Come al solito, se ne sta seduta sul letto con le lunghe gambe esili e affusolate distese per il lungo ma giusto un po’ inarcate per far passare un braccio sotto le ginocchia. Indossa solo l’intimo e una maglietta lunga e vecchissima, risale ai tempi dell’oratorio estivo di quando aveva appena undici anni ma lei la mette ancora. Il suo inseparabile laptop è poggiato di fianco alle sue gambe e una barra nera lampeggia sull’immacolata pagina di word. 

Louis si sofferma a pensare a quante volte in quelle ore, lei magari aveva scritto qualcosa per cancellarlo subito dopo, pentendosi e restando delusa da quello che aveva scritto perché non era semplicemente come diceva lei. Il suo sguardo era fisso sulla bianca pagina di word e non si era accorta dell’arrivo di Louis, ogni tanto avvicinava alle labbra la gigantesca tazza di caffè. Quando Louis simulò un colpo di tosse, la sua attenzione ricadde su di lui. Fu allora che Louis notò le occhiaie, il sorriso stanco e gli occhi arrossati e lucidi. Era stanca e forse aveva addirittura appena finito di piangere. La conosceva bene e non l’avrebbe sorpreso il fatto che lei avesse potuto mettersi a piangere a causa di uno scoppiò nervoso.

<< Ti ho portato un muffin, tesoro! >> disse Louis avvicinandosi al letto e lanciando il sacchettino marrone di starbucks con dentro il muffin al triplo cioccolato, che a lei tanto piaceva. Lei gli sorrise e in quell’istante Louis pensò che lei era bella, non il solito stereotipo di bellezza - magra, gambe lunghe, viso perfetto, tante tette, un culo esagerato e una marea di trucco - ma una bellezza autentica. Selvatica, come gli spiriti indomabili con cui puoi attraversare l’anima del mondo, grazie ai suoi capelli perennemente scompigliati e che ogni tanto frizionava o grazie al suo stile un po’ trasandato. Con la sensibilità segreta dei fiori e buffa, con le sue stranezze perfette.

<< Grazie Lou Lou! >> rispose Natalie, poggiando la testa sulla spalla di Louis che nel frattempo le si era seduto di fianco.

<< Niente? >> disse Louis guardando la pagina vuota di word.

<< Nooooo! >> rispose in panico Nat, mettendosi le mani su viso e portandole poi nei capelli.

<<  Dai, vedrai che prima o poi ti verrà l’ispirazione, devi solo staccare la spina e sfogarti un attimo! >> rispose Louis abbracciandola forte a se. Una ventata di profumo di Nat, beò le sue narici.

<< Ma sto staccando la spina! Louis quando mai io non stacco la spina? Però non funziona…. >>

In effetti Nat aveva ragione, pensò Louis. Lei era perennemente fuori a divertirsi nei locali, alle feste più in e out, a fare compere, happy hour. Erano poche le volte in cui era in casa. << Perché non fai un viaggio? In un posto nuovo, dove non sei mai andata. >> disse Louis


<< Sarebbe bello… >> disse Nat annuendo e guardando nel vuoto, come se fosse già stata ispirata da qualcosa. Però Louis sentiva che in fondo a quella frase c’era un “ma” gigantesco.

<< Ma…? >> decise di continuare Louis al posto di Nat, che lo guardò sorridendogli complice. Stava escogitando qualcosa. Louis poteva sentirlo nelle viscere quando Nat escogitava qualcosa, era una delle inconvenienze dell’avere due anime così affini.

<< Ma non posso andare da sola… rischierei di annoiarmi… ho bisogno di qualcuno che venga con me! >> continuò Nat ammiccando a Louis.

Finalmente le idee di Louis si chiarirono. Capii quello che Nat gli stava suggerendo. << No, no! Te lo scordi, Nat. Non posso mollare tutto per venire in viaggio con te! >>

Nat perse il sorriso che le si era dipinto sul viso e abbassò la testa, poi disse un semplice << Ok. >>

Fu proprio quel sorriso svanito a convincere Louis.