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Autore: Kaho    28/02/2008    19 recensioni
{Dedicata a Cami!}
C’era lui. C’era lei. E c’era sempre anche l’Altro.
C’era lei. C’era lui. E c’era ancora l’Altro.
C’era lui. C’era lei. E sì, c’era anche l’Altro.
L'evoluzione di L dal punto di vista di Misa, mentre sono rinchiusi insieme. Da intruso a... qualcos'altro?
[Misa/L? - L/Misa] [Accenno L/Misa/Raito]
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era lui. C’era lei. E c’era sempre anche l’Altro.

Misa sbuffò un “wah” poco energico, buttandosi contro il divano, flettendo verso l’alto le lunghe gambe magre lasciate scoperte dalla gonnellina gothic-style.

Torse il collo candido all’indietro, osservando il suo amato Raito-kun confabulare con quell’Altrostrano, brutto, antipatico! – ancora su Kira.

Le si illuminarono gli occhi. Oh, che bello sarebbe stato se Raito-kun fosse stato Kira! Non si sarebbe trovata nella situazione di dover scegliere tra lui e Raito-kun, uno dei giapponesi sulle sue tracce per eliminarlo. Tuttavia Misa non aveva dubbi: avrebbe eseguito ogni ordine di Raito-kun, e lo avrebbe amato, nella speranza che prima o poi la ricambiasse, come faceva già un pochino.

Si girò, appiattendo il piccolo seno scoperto contro lo schienale del divano, e giocherellò con una ciocca di capelli chiara. Le labbra rosse vibrarono, emettendo una specie di pernacchia annoiata.

“Ne avete ancora per molto?” domandò, premendo le guance sui palmi delle mani.

“Pazienza, Misa-san,” fu la pacata risposta di quell’altro, che nemmeno si segnò di alzare lo sguardo su di lei. “Tra poco io e Raito-kun potremo stare un po’ con te, ok?”

Inarcò le sopracciglia e drizzò il busto, sbucando dal divano color bottiglia.

“Ma Misa si sta annoiando! Misa non può stare un po’ con il suo ragazzo, uh?”

Raito socchiuse gli occhi, continuando a scrivere senza battere ciglio.

“Mi stai concentrando, Misa. Stai zitta.”

Subito lei strinse le labbra, e avvertì gli occhi inumidirsi; si fece forza – a Raito-kun non piacciono i piagnistei   e si voltò nuovamente, non mancando di notare che gli occhi cerchiati dell’Altro l’avevano fissata, enigmatici. Li avvertiva ancora fissi sulla zazzera bionda, penetranti e acuti, e si sentì a disagio.

Come si permette di fissarmi?, pensò infastidita, aprendo una rivista di moda con aria falsamente interessata.

Le dava tremendamente fastidio che quell’altro si mettesse a guardarla. Quegli occhi scuri erano… scomodi. Avvertendoli su di sé, le pareva quasi che scottassero, e la metteva tremendamente a disagio, proprio lei, abituata agli scatti fotografici e vestiti piccoli che le risaltavano il piccolo corpo proporzionato.

Odioso, brutto, antipatico!

“Forse è il caso di fare una pausa, Raito-kun.”

Eccola, la detestabile vocina incolore di quello strano ragazzo!

“Credo sia meglio procedere, Ryuuzaki.”

Misa-san vuole passare un po’ di tempo con te… e poi ho voglia di un the con i dolcetti. Ti unisci a noi, Misa-san?”

Nonostante tutti gli epiteti sgradevoli che gli stava rivolgendo, Misa non potè evitare di sentirsi grata a quell’Altro, scattare in piedi e urlare eccitata all’idea, aggrappandosi al collo di Raito-kun, ridacchiando all’idea che il suo amato sentisse il suo calore attraverso la camicia chiara.

L’Altro la fissava, ancora, con quegli occhi grandi grandi che la mettevano in soggezione, una parvenza di sorriso sulle labbra.

Almeno, era un sorriso quella piccola smorfia sul viso malaticcio?

 

*

 

C’era lei. C’era lui. E c’era ancora l’altro.

Misa sbuffò – ancora ancora e ancora – mascherando l’irritazione in un gesto per raffreddare velocemente la tazza di the calda che le stava bruciando le dita.

Gli occhi nocciola correvano da Raito-kun a quell’Altro, senza capire come facesse quello strano essere ad attirare l’attenzione dell’amato.

Come faceva? Perché era intelligente?

Anche Misa è intelligente! Ed è bella! Mentre l’Altro è odioso, brutto e antipatico!

Tastò il the zuccherato, godendosi il liquido che, correndole giù per la gola, le diede un sollievo dal freddo che l’aveva colpita mentre si recavano dallo studio al suo appartamento. Annuì contenta, prendendone un altro sorso con energia, scuotendo leggermente i codini biondi.

Di sottecchi, si accorse che Raito-kun non prendeva il the con lo zucchero, né lo dolcificava. Le guance le scottavano; si morse le labbra vermiglie, vergognosa, pensando alla brutta figura che doveva aver fatto quando aveva messo ben tre cucchiaini di zucchero nel suo the.

Ti ho ancora deluso, Raito-kun?

“Qualcosa non va, Misa-san?”

Lei sobbalzò, abbassando gli occhi improvvisamente intimiditi, nascondendosi alle due diverse paia di occhi che la osservavano.

Io… credo di aver zuccherato troppo il mio the…” mormorò, evitando di guardare i due ragazzi in viso.

Raito richiuse gli occhi, disinteressato. “La prossima volta comincia con un cucchiaio e poi dosa a seconda di come ti piace.”

Misa annuì, mettendosi dietro le orecchie arrossate una ciocca bionda.

“Va bene, Raito-kun. Farò come dici.”

Mentre torturava il pizzo sul bordo della gonna, non potè evitare di pensare quanto fosse sciocca: non riusciva mai ad essere come Raito-kun la voleva, ma Misa voleva piacere a Raito-kun, lei voleva solo lui la amas

“Secondo me Misa-san ha zuccherato troppo poco. Io metto almeno sei cucchiaini dentro il mio the suntuariamente.”

Misa alzò con irruenza il capo, fissando con diffidenza l’Altro che sorseggiava rumorosamente la bevanda dalla tazza, i piedi sulla sedia in una delle sue tipiche assurde pose e gli occhi appena socchiusi.

“Inoltre, trovo che dovresti essere più garbato con la sua ragazza, Raito-kun.” Quegli occhi a palla scuri si alzarono su Raito, appena accigliato dal rimprovero gentile. “Non sai quanto sei fortunato ad avere l’amore di Misa-san. Darei un braccio, io.”

Malgrado tutto, Misa avvampò violentemente, boccheggiando comicamente come un pesce.

Raito alzò un sopracciglio, respirò a fondo, e si rivolse a lei.

“Non volevo essere scortese, Misa-san. Sono solo un po’ nervoso, scusami tanto.”

“No no!” Misa scosse con irruenza il capo, gli occhi che brillavano di felicità, “Misa sa che Raito-kun non lo fa apposta, che Raito-kun le vuole bene!”

Raito le sorrise, conciliante, e Misa si sciolse quasi letteralmente. “Grazie della tua comprensione, Misa-san.”

Lei guaì felice, e allungò una mano verso il tavolo, per agguantando un biscotto. Ma, invece della superficie rugosa dei dolci campagnoli, i polpastrelli incontrarono la mano morbida e pallida dell’altro. Misa incontrò i suoi occhi grandi grandi, e aprì appena la piccola bocca da bambina, sorpresa.

“Pare che abbiamo gli stessi gusti in fatto di biscotti, Misa-san.” commentò incolore l’Altro.

Misa non rispose.

Era sicura che stavolta le stesse proprio sorridendo, quel baka.

 

*

 

C’era lui. C’era lei. E sì, c’era anche l’Altro.

Misa si stiracchiò, assonnata, buttandosi letteralmente contro Raito-kun, mentre la luce soffusa del televisore invadeva la stanza, aumentando la sua sonnolenza, accentuata dalla noiosità del thriller poliziesco che avevano scelto per passare il sabato sera.

Però non le dispiaceva: nel caso, poteva addormentarsi sul torace del suo amato Raito-kun!

Lanciò un’occhiata un po’ più in là sull’Altro: piedi appoggiati sul divano, ginocchia appena divaricate, e un dito che passava sulle labbra, mentre fissava interessato il film, pensieroso quasi.

Lui e Raito avevano discusso stupidamente – a suo parere – sull’identità dell’assassino del film, uno sostenendo il Dottor Hilbert e l’altro il Detective stesso, mentre lei silenziosamente credeva fosse il maggiordomo. Insomma: era sempre il maggiordomo. Perché si complicavano la vita?

D’un tratto, gli occhi scuri dell’altro erano sui suoi, magnetici e più grandi, o così pareva, forse era colpa del buio. Fatto sta che Misa non sentì più il regolare respiro di Raito sulle guance, ma solo quegli occhioni che ricambiavano il suo sguardo, un po’ interrogativi.

Stavolta fu lei a sorridergli teneramente, e l’Altro subito riportò il viso in fiamme sul televisore, passandosi nervosamente il pollice sul labbro inferiore, lanciandole occhiate di tanto in tanto.

Misa rise tra sé, accoccolandosi sul petto di Raito, e allungando una mano fino a intrecciare le dita con quelle di L, che, stupito, le pareva uno di quei quadri del Novecento che aveva visto su qualche rivista, con la bocca spalancata e gli occhi grandi grandi, così grandi da racchiudere dentro un universo sconosciuto che la incuriosiva.

Non le dava più tanto fastidio, quell’altro.

Era odioso, brutto – no, forse ora non lo era così tanto… ma sempre meglio Raito-kun… vero, Misa? Vero? – e antipatico, ma era gentile.

E intrigante, a modo suo.

Sì, decisamente non le dava fastidio, quell’Altro.

Ryuuzaki.” Tastò il suo nome tra le labbra, e rise gaia, era dolce e strano, un po’ come lui.

Il ragazzo si volse verso di lei, sempre più sorpreso, sempre più simile a quegli strani quadri affascinanti e lontani.

“Sì, Misa-san?”

Misa sorrise.

“Mi passeresti i biscotti? Sai quali mi piacciano!” squittì giuliva.

Stavolta, il sorriso dell’Altro era un vero sorriso. Non poteva sbagliarsi di certo.

 

 

 

 

*^*^*

 

Prima fic su Death Note, e devo dire che ne sono orgogliosa per una volta della mia creazione!

Io amo L e Misa, mi piacciono troppo come coppia! *_* Sul fandom c’è troppo poco posto per loro! >_< Kya! <3

 

Dedicata a Cami, tesoro lo so che per te è stato difficile vedere tutto l’anime, soprattutto dopo una certa puntata… ma ci pensa la Leti a tirarti su! *_* Questa è tutta per te, ci ho messo il mio affetto, e credo si senta, mi sono impegnata! Ti voglio bene! *-* E – per la cronaca – spero ti piaccia almeno un pochino…

 

Commenti e critiche sono sempre graditi! *_* W le L/MISA! Yatta!

Ah, già, i personaggi non mi appartengono! XD Magari possedessi L! O Mello! *-*

 

Bye,

Kaho

 

  
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