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Autore: SinisterKid    24/08/2013    2 recensioni
Quando una semplice chiamata può cambiare la giornata e riaccendere la speranza.
"Il cuore dell’interlocutore traboccava di gioia, la notizia che doveva comunicare aveva annientato i suoi sentimenti con la stessa furia di uno spietato tsumani. La ricevente non si aspettava nulla di straordinario".
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Your lips are smiling but your heart is bleeding

Un numero telefonico tra tanti venne appositamente scelto dalla rubrica e chiamato.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.
L’interlocutore iniziò a angustiarsi, i suoi respiri si fecero più profondi e frustrati.
Quarto squillo – l’ultimo – quello che mise fine ad un’attesa colma di inutile apprensione.
Il cuore dell’interlocutore traboccava di gioia, la notizia che doveva comunicare aveva annientato i suoi sentimenti con la stessa furia di uno spietato tsumani. La mano reggeva a fatica il cellulare, appiccicaticcia, tremante. La gola era secca: sembrava che l’uomo non bevesse da un’eternità, sebbene fossero trascorsi solo due minuti dall’ultimo bicchiere di acqua gelata.
“Pronto?”, rispose piattamente la ricevente.
Quest’ultima non si aspettava nulla di straordinario. I suoi battiti cardiaci erano abbastanza regolari, così come la pressione che quel giorno presentava valori impeccabili.
Non c’erano molte cose che rallegrassero la sua vecchiaia. Dopo un’esistenza trascorsa ad aspettare, la speranza stava deperendo insieme a lei.
Gettò un’occhiata malinconica alla fotografia in bianco in nero di una giovane recluta, posta sopra il camino, vicino a quelle dei suoi amati congiunti. Distolse in fretta lo sguardo, strappandosi dagli occhi quel ragazzo.
“Mamma?”, sussurrò appena l’interlocutore.
Una stretta si era impossessata del suo stomaco e doveva liberarsene. La notizia era troppo potente, non riusciva a trovare le parole giuste per annunciarla senza rischiare di impappinarsi.
“Cosa c’è? La tua voce è … strana”, affermò preoccupata la ricevente.
Phil Coulson perse il controllo delle sue labbra e le scoprì muoversi da sole mentre proferivano qualcosa che aveva sognato di dire a sua madre fin da piccolo.
“Lo hanno ritrovato tra i ghiacciai. È … è ancora vivo”, esclamò incredulo come se il fatto fosse solamente frutto della sua immaginazione e non la realtà. “Dormirà per un po’, ma al diavolo! È vivo”, aggiunse eccitato.
Peggy Carter riservava a se stessa il diritto di piangere in sporadiche occasioni e in solitudine. Quella mattina, però, concesse a delle dolorose e pesanti lacrime di macchiare il suo sciupato, ma ancora bellissimo volto e destare un ricordo che pensava fosse destinato a consumarsi e sparire lentamente anno dopo anno.
“Grazie per avermelo detto”, mormorò la donna con voce spezzata, densa di emozioni contrastanti.
Riattaccò la chiamata, commossa dalla novità e dall’immensa gioia di suo figlio. Zoppicò fino al camino e afferrò la foto del suo piccolo ragazzo di Brooklyn.
La portò al cuore, stringendola. Sorrise consapevole di non aver atteso invano anni e anni. Sorrise consapevole che Steve avrebbe potuto comunque vivere la vita che credeva avesse sacrificato per salvare il mondo.
Pianse ancor più prepotentemente e affannosamente, consapevole che quella vita recuperata non avrebbero mai potuto viverla insieme.

Note:

Ringrazio chiunque su Tumblr abbia scritto questo. E chiunque avrà il coraggio di leggere e apprezzare quello che ho scritto.
   
 
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