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Autore: Maiky Miker    24/08/2013    6 recensioni
Non sempre la verità è davanti ai nostri occhi, a volte è solo nascosta dalla pioggia.
"Dicembre alle porte e un temporale fuori dalla finestra.
Sebastian leggeva distrattamente un libro nella sala comune.
Thad stava copiando alcuni appunti seduto a pochi tavoli di distanza."
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sebastian odiava la pioggia.
La odiava nel momento in cui lo sorprendeva senza ombrello e senza un riparo; la sensazione delle gocce sulla sua pelle lo irritavano e non ci trovava nulla di divertente a sembrare appena uscito dalla doccia con tutti i vestiti addosso.
 
Già indossare i vestiti è una perdita di tempo.
 
Nei suoi primi giorni alla Dalton aveva passato le giornate tra le lezioni e le prove dei Warblers; le sue indubbie capacità canore e il suo carattere“determinato” lo avevano subito portato a diventare il leader e il front man del gruppo. Tutto era perfetto.
 
Tutto meno Thad Harwood!
 
“Smythe dovresti seguire il Consiglio…Smythe non mi sembra una scelta appropriata…Oh Smythe ci onori della tua presenza?!…”
Sebastian trovava irritante che Thad fosse sempre pronto a criticarlo e ad avere l’ultima parola.
Per giunta, era suo compagno di stanza.
“Smythe hai finito in bagno?...Smythe gradirei non trovare in giro i tuoi panni sporchi, non sono tua madre!...Smythe vuoi spegnere quella dannata luce?Io devo dormire!”

Fottiti Harwood.
 
Sebastian non mancava di rispondere a tono a Thad ma per quanto si sforzasse Harwood lo stava decisamente portando ad un esaurimento nervoso.
Una sera mentre Sebastian era impegnato a fare i compiti insieme a Nick entrò Thad.
 
“Ciao Nick! Smythe…”

“Ciao Thad!” sorrise Nick

“Simpatico come sempre Harwood…”

“Taci Smythe!”

“Hai le tue cose? Sai cosa ti ci vorrebbe? Una bella scopata, cazzo!”

“Sei il solito…pensi solo a quello!”

“Tu non ci pensi affatto invece! Sei una specie di verginella isterica che avrebbe solo bisogno di prendere più cazzi…tutto qui!”

“Beh tu, a quanto pare, li prendi per tutti!”

“Geloso? Se volevi fare sesso con me potevi dirmelo subito!”

“Sei decisamente squallido…e scordati che io venga a letto con te…questo” indicando il sedere “te lo puoi sognare!”
Così dicendo tornò sui suoi passi e uscì sbattendo la porta.

“Sei un idiota Seb!” esordì Nick che aveva assistito a tutta la scena.

“Adesso è colpa mia?”

“Sebastian…tu non sei decisamente il tipo che “manifesta sentimenti” se non per se stesso…”

“ Grazie Duval…” lo fulminò Sebastian.

“…ma quello che c’è tra te e Thad è qualcosa di diverso…e dovresti arrivarci da solo!”

“Tutte cazzate! Tra me e Harwood non c’è nulla, a malapena ci sopportiamo!”

Nick guardò Sebastian con un’aria che sembrava intendere “non prendiamoci in giro”.

“Ah scusa pensavo di essere stato investito dalla vostra tensione sessuale poco fa…ma in effetti si…è tutta una cazzata! Ora se non ti dispiace torno dal mio adorabile ragazzo. A domani!” Nick si alzò e anche lui sparì dietro la porta.
 
Che cazzo hanno tutti oggi? Io e Harwood? No, mai…no…cioè se non fosse così isterico, paranoico, pignolo, rompicoglioni sarebbe passabile...in fondo è un bel ragazzo, ha un bel culo e un bel sorriso…il sorriso?! Cazzo c’entra il sorriso adesso!? Però in effetti il suo sorriso è adorabile…ma che cazzo dico? E’ Thad Harwood ed è la persona più insopportabile che io conosca!
 
Sebastian rimase da solo con i suoi pensieri finché non chiuse i libri e andò a dormire.



 
Thad amava la pioggia.
Sentire le gocce scendere sul suo viso era la sensazione che più si avvicinava alla libertà.
Da piccolo, quando pioveva, correva fuori casa e restava fermo nel giardino a braccia aperte ad accogliere quante più gocce di pioggia poteva.
 
Da quando era entrato a far parte del Consiglio si era sentito importante e fare parte dei Warblers era la cosa che più lo rendeva fiero di se stesso. Il suo carattere insicuro e fragile gli aveva sempre creato dei problemi nei rapporti con gli altri, ma da quando era alla Dalton le cose sembravano funzionare alla grande. Tutto era perfetto.
 
Tutto meno Sebastian Smythe!
 
Da quando quell’adone francese aveva varcato i cancelli della scuola, l’equilibrio mentale di Thad era stato pericolosamente compromesso. Thad non solo aveva cominciato ad osservarlo da lontano ma, tortura più grande, gli era stato assegnato come compagno di stanza. Svegliarsi ogni mattina e vedere quegli occhi e quel corpo camminare semi nudo per la stanza lo facevano impazzire così aveva cominciato a chiudersi a riccio e mettersi sulla difensiva.
Lui non era all’altezza di uno come Sebastian, uno che poteva avere un ragazzo diverso ogni sera non avrebbe mai guardato uno come Thad, così insicuro e imbranato perciò l’unico modo era stato quello di allontanarlo, con ogni mezzo possibile.
 
“Non la mangi la torta?” chiese Jeff.

“Ehm…cosa?” Thad si destò come dal sonno.

“Terra chiama Thad…c’è qualcuno lì dentro??” disse picchiettando con un pugno sulla testa di Thad “sto cercando il mio amico, quello che mi avrebbe piantato una forchetta nella mano solo per aver provato a prendere un pezzo della sua torta!”
Thad sorrise.

“Scusa Jeff…puoi mangiare la mia torta…non ho appetito…”

“Uhh…chi è?”

“Chi è chi?”

“Il ragazzo che ti toglie l’appetito! Lo sai che puoi dire tutto al tuo caro Jeffie…” Jeff lo fissava sbattendo le palpebre appoggiato sui gomiti.

“Cosa…? Ti..ti stai sbagliando!”

“Senti ci siamo passati tutti…fuori il nome!”

“No Jeff è una cosa…personale. Inoltre non credo di essere proprio il suo tipo…”

“Ah Ah! Ho indovinato! Come puoi dire una cosa del genere? Tu Thad sei un ragazzo adorabile, simpatico, intelligente…”

“…insicuro, pessimista, paranoico…”

“Nessuno è perfetto Thad…allora?”

Lo sguardo di Thad si persa tra i tavoli e raggiunse quello più lontano dove Sebastian stava parlando con altri ragazzi, ridevano, scherzavano e Sebastian era come il sole; faceva male a guardarlo troppo a lungo.
Jeff capì non appena voltò lo sguardo.

“Sei spacciato amico mio!”

“Grazie per l’incoraggiamento Jeff!”
 

 
Dicembre alle porte e un temporale fuori dalla finestra.
Sebastian leggeva distrattamente un libro nella sala comune.
Thad stava copiando alcuni appunti seduto a pochi tavoli di distanza.
Nick cercava di studiare ma era distratto dalla matita che Jeff continuava a fargli passare tra i capelli.
 
“Uff” chiuse il libro Sebastian.

“Annoiato Smythe?” gli occhi di Thad lo raggiunsero in meno di un secondo.

“Odio perdere tempo…e se ti disturba la mia noia puoi andare altrove!”

“Non ho detto nulla! Perché devi essere sempre così stronzo?!”

“Da che pulpito…”

“Come scusa…?”

“Mi hai sentito bene…non è che tu sia un santo Harwood!”

“Cazzo Sebastian!”

Harwood non mi chiama mai per nome.
 
“Senti Harwood non so quale problema tu abbia con me. Mi stai addosso da quando sono arrivato, mi critichi, mi giudichi, mi tieni lontano e qualsiasi cosa io dica tu devi sempre avere l’ultima parola. Ora: chi è lo stronzo tra noi due?!”
 
Thad strinse i pugni e corse fuori.
 
Non deve vedermi piangere. Non posso piangere.
 
“Thad!” urlarono in coro Nick e Jeff.

“Sebastian!” Nick aveva un tono serio.

“Nick io…non so cosa fare!” Sebastian sembrava confuso.

“Vai da lui stupido idiota!” concluse Jeff.
 
Sebastian si lanciò fuori dalla porta sulle tracce di Harwood.
 
Sono il solito cretino. Avrei dovuto capirlo.



Sebastian si guardò intorno ma nessuna traccia di Thad.
Passò di fronte ad una finestra e lo vide.
Nel giardino.
Sotto la pioggia.
Con le braccia spalancate.
 
Senza pensarci troppo Sebastian uscì e subito la pioggia cominciò a scendere sul suo corpo.
Raggiunse Thad e gli appoggiò una mano sulla spalla.
Thad ci mise qualche secondo e poi si voltò verso di lui.
Aveva pianto.
Non era solo la pioggia quella che aveva bagnato il suo viso.
 
“Senti Thad io…”cominciò Sebastian.

“Sebastian…non credo di aver mai detestato così tanto qualcuno come detesto te. Sei tutto quello che io non sono mai stato; sei sicuro di te, affascinante e, cavolo, sei alto e bello. Sei perfetto. Ti odio così tanto che credo di essere innamorato di te Sebastian Smythe!” Than non respirò nemmeno un attimo.

Sebastian lo fissava mentre la pioggia continuava a cadere.

“Io sono tutto meno che perfetto Thad…” fece un passo avanti e appoggiò le mani sulle spalle di Thad avvicinandolo alla sua bocca. Le loro labbra umide si toccarono e i loro respiri si fecero più profondi. Non appena si staccarono si fissarono negli occhi a pochi centimetri di distanza sotto una pioggia che non accennava a smettere.

“Avresti potuto dirmelo subito Thad…”

“Non credo di essere alla tua altezza…”

“Non pensarlo nemmeno…sono io quello che odia la pioggia e guarda dove sono.” sorrise Sebastian.
   
 
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