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Autore: Fefy_07    25/08/2013    4 recensioni
Itachi è un bambino prodigio, un piccolo genio nel clan Uchiha. Eppure dal fratellino di cui si prende cura impara tutti i giorni delle piccole cose, come ad esempio l’importanza di scegliere il momento giusto.
Scritta per il contest "Naruto tra fluff e angst", indetto da Hikaru no hime e fa92 sul forum di EFP.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Autore: Fefy_07
Titolo: Al momento giusto
Pacchetto scelto: Fluff Fuoco (famiglia da utilizzare: Uchiha)
Pairing: Nessuno
Rating: Verde
Introduzione: Itachi è un bambino prodigio, un piccolo genio nel clan Uchiha. Eppure dal fratellino di cui si prende cura impara tutti i giorni delle piccole cose, come ad esempio l’importanza di scegliere il momento giusto.
Avvertimenti: Missing Moment, Fluff
Note dell'autore: Tutte le età scritte sono puramente indicative, ogni bambino ha uno sviluppo diverso e può fare certe cose prima o dopo rispetto agli altri. Per quanto riguarda la seconda parte della fic, è una situazione a cui mi è capitato davvero di assistere, quindi può sembrare inverosimile ma è sicuramente possibile. La storia è stata pensata come una flashfic, ma s'è allungata di un centinaio di parole. Partecipa al contest "Naruto tra fluff e angst" indetto da Hikaru no hime e fa92 sul forum di EFP.
 

Al momento giusto


Sasuke era stato un bambino molto precoce sotto certi aspetti.
A dieci mesi aveva iniziato a camminare, da solo e all’improvviso. Itachi ricordava ancora quanto si fosse sentito fiero, quando aveva incitato il suo fratellino dall’altro lato della stanza – «Vieni da me, Sasuke» – e lui, dopo averlo fissato per un attimo, si era alzato su due gambe e si era mosso incerto ma deciso verso il punto in cui le braccia del più grande lo attendevano aperte. «Bravissimo, Otouto!» gli aveva detto, abbracciandolo forte, gli occhi scintillanti di orgoglio.
Per questo motivo, in quei giorni, Itachi era un po’ preoccupato. Presto il suo fratellino avrebbe compiuto due anni, eppure non si decideva ancora a parlare, nemmeno una parolina biascicata o di difficile interpretazione. Se ne stava lì in silenzio, ogni tanto faceva dei rumorini per attirare l’attenzione, ma niente di più. Itachi aveva addirittura avanzato l’ipotesi che potesse essere sordo, ma i suoi genitori l’avevano scartata con sicurezza. «Parlerà quando sarà il momento giusto, Itachi» gli avevano risposto.
Il ragazzo non si era tranquillizzato; fin dalla notte dell’attacco della Volpe, Sasuke era stato una sua responsabilità. Col passare dei giorni aveva smesso di dare voce ai suoi pensieri, tuttavia quella sensazione di lieve ansia non smetteva di perseguitarlo e continuava a osservare con occhio critico il bimbo, sperando di sentire presto la sua voce.


Contrariamente al solito, Itachi era abbastanza tranquillo il giorno del secondo compleanno di Sasuke. Troppo impegnato a intrattenere il fratellino per farlo ridere e fargli passare una bella giornata, non aveva tempo per fermarsi a rimuginare.
Durante il riposino del piccolo, Itachi si era completamente concentrato su un libro che gli era stato regalato dal padre e non si era accorto che qualcuno si era svegliato un po’ in anticipo. Un lieve scricchiolio delle assi del pavimento gli fece alzare la testa, facendogli incontrare gli occhietti curiosi di Sasuke, che lo fissava dal basso con la sua palla in mano.
«Ti sei svegliato presto, Otouto» constatò Itachi sorridente, allungando una mano per scompigliargli i capelli «Vuoi giocare con la palla?»
Il bimbo annuì, ma quando il fratello gli lanciò la pallina di gomma, invece di afferrarla, la lasciò cadere e continuò a guardare Itachi con occhi seri, quasi concentrati. Il ragazzino più grande rimase interdetto da quel comportamento, e si mise in ginocchio di fronte al fratellino. «Cosa c’è, Sasuke?» domandò, senza aspettarsi davvero una risposta, ma cercando di trovarla sul volto del più piccolo.
Sasuke rimase zitto per un altro secondo, strinse le labbra e poi aprì la bocca. Itachi si aspettava un urletto o qualcosa di simile, perciò gli ci vollero cinque secondi buoni per riprendersi dallo shock del sussurro incerto scappato dalle labbra del bimbo.
«Come…?» domandò, sorpreso e quasi commosso nel sentire la prima parola del suo fratellino, e soprattutto quale questa parola fosse. «Itachi!» ripeté lui, puntando con il ditino nella sua direzione e sorridendo contento.
Il resto della giornata trascorse tra giochi e risate, e fu difficile per i genitori dei due bambini decidere di chi fosse il compleanno – sembrava che Itachi avesse ricevuto il più bel dono dei suoi undici anni di vita.
Qualche tempo dopo, quando ormai Sasuke ebbe imparato tutte le parole che sembrava fare così tanta fatica a pronunciare, Itachi aveva deciso perché il suo fratellino non aveva voluto aprir bocca prima. Non era stato perché non sentiva o perché non riusciva, anzi.
Il suo Otouto aveva scelto il momento giusto, come avevano detto i suoi genitori, e gli aveva fatto la più bella sorpresa che un fratello maggiore avrebbe mai potuto desiderare.

 
Angolino dell'autrice :)

Buongiorno a tutti! Sono a fare danni in questo fandom per la seconda volta, a causa di un contest che mi ha particolarmente interessato sul forum di EFP. Io sono una frana nel fluff, vedo angst ovunque, perciò ho pensato di partecipare per scrivere qualcosa di un po' più dolce, per una volta. Sono molto incerta sul risultato, ma mi sono divertita a immaginare i fratelli Uchiha in una situazione simile, che tra l'altro è capitata a me con il mio fratellino.
Spero di non essere andata OOC, e mi piacerebbe sentire le vostre opinioni in merito a questo esperimento! Un bacio grande :*
  
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