25/08/2013
1 recensioniFalling apart.
Tutto intorno a me era alterato, movimentato e veloce, l’unica cosa che riuscivo a distinguere erano le luci estremamente forti dei lampioni che illuminavano la strada di fronte a me.
La mia testa da li a pochi minuti sarebbe scoppiata, e con sé anche le mie gambe, che facevano una notevole fatica a muoversi.
Non ricordavo di essermi ubriacato, ne di aver ingerito qualcosa, eppure i sintomi erano quelli.
“Cazzo, Ryan” pensai ad alta voce.
Toccai con ambigua velocità la tasca destra del mio pantalone nero, per poi estrarne il cellulare.
Mi stropicciai gli occhi per il fastidio provocato dalla luminosità dell’iphone e poi cercai fra i contatti il nome del mio amico.
“Merda Justin, dove diavolo sei, ti sto cercando dappertutto!” urlò dall’altra parte della cornetta lui.
Girai intorno a me stesso, facendo cura a non cadere, per cercare qualche indicazione da dare a Ryan, ma la mia vista non sembrava aiutare.
“Justin? Sei ancora li?”
“Si, ehm… non so dove mi trovo, non vedo nulla” mormorai, prima di fiondarmi di peso su un gradino e mettermi la mano libera fra i capelli.
“Resta li, ti vengo a prendere seguendo il gps del cellulare.” Sospirò per un attimo come per prendere fiato “Non muoverti” ringhiò, per poi attaccare la chiamata.
Riposai il mio cellulare in tasca e appoggiai i gomiti sullo scalino dietro di me, chiudendo gli occhi.
La sbornia stava passando, lasciando strada aperta ad un bel mal di testa.
“Sveglia sorellina” una voce ovattata e calma arrivò al mio orecchio, facendomi svegliare di colpo.
Era mio fratello Tayson, con il suo solito sorriso smagliante sulle labbra.
Gemetti di dolore prima di mettermi a sedere, mettendo una mano sulla testa.
“Te l’avevo detto di non bere tanto, chissà adesso come staresti se non ti fossi venuto a prendere alle due e mezza” sospirò, per poi carezzarmi una guancia. “saresti in coma etilico” disse seriamente.
Mi sentii tremendamente in colpa.
“Tay io…mi dispiace, ti avrò fatto prendere un bruttissimo spavento” dissi nascondendo il viso con le mani.
Mio fratello faceva molto per me ogni giorno, ed io lo deludevo puntualmente ogni volta.
“Sam lo dico per te, sei mia sorella, ti voglio bene più di me stesso”
Sorrisi.
“E niente e nessuno ti farà mai del male”
“Justin cazzo, non ci si può nemmeno entrare in questa camera per quanto disordine c’è!” esclamò Chaz, il che mi fece irritare terribilmente.
“Ti serve qualcosa?” chiesi acido, girandomi verso di lui dalla postazione su cui ero seduto a scrivere.
Scrivere canzoni era la mia vita, il mio unico interesse, se potessi, vivrei solamente di questo.
“Oh no, ero solamente venuto a fare una capatina al nostro lupo solitario in casa” ridacchiò, mentre alzava da terra una felpa grigia probabilmente usata.
Infastidito ancor di più mi rigirai, rileggendo velocemente le parole scritte in precedenza.
“Senti Jay, pensavamo questa sera di andare al Grey’s, ti di unirti a noi?”