Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Danetta    25/08/2013    0 recensioni
questa è solo una piccola fiaba, che avevo scritto mesi fa per il premio andersen di quest'anno. ormai credo che sia inutile tenerla chiusa nei meandri del mio computer, non l'ho postata prima perchè tutte le storie inviate dovevano essere inedite, ma a questo punto credo non ci siano più problemi =)
quindi ci tenevo a metterla sul sito, anche se è solo una banale fiabetta made in Danetta ^^
spero che se leggerete vi faccia per lo meno sorridere ;)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ALLA RICERCA DELL'ISPIRAZIONE

 


C’era una volta, in un mondo lontano, un piccolo bambino pieno di sogni. Aveva sette anni e viveva nella sua casetta assieme all’ amico coniglio. Un giorno, girando per casa, trovò un libricino, con la copertina in pelle scura, intitolato “Fiabe”. Il bambino lo lesse tutto d’un fiato, e ne rimase incantato! Giunto alla fine richiuse il tutto e sorrise soddisfatto.
Corse in salotto e decise: “Scriverò una fiaba!”.
Prese carta e matita e…  C’era un problema!
L’ispirazione sembrava assopita. Ma poi vide un’intensa luce brillare, come fosse una stella. Il bimbo si riparò gli occhi da tale splendore, e quando li riaprì… che sorpresa!
Dinanzi a lui un essere fatato, come quelli descritti nel libro letto poco prima.
“E tu chi sei?” chiese il bambino a quella piccola fatina.
“Sono il tuo aiutante magico, e ti assisterò nella ricerca dell’ispirazione! Ma dimmi un po’, qual è il tuo nome?”
“Mi chiamo Salvatore, e voglio fare lo scrittore!”
La fatina sorrise a quell’affermazione.
“Bene, se vuoi ritrovare la tua ispirazione devi raggiungere la cima della terza Grande Montagna del Regno di Eventyr. Là vive Lord Monocrome, il signore delle tenebre, che si nutre di sogni e fantasia. È lui che ti ha privato dell’ispirazione”
“E come posso fare per sconfiggerlo e per riprendere ciò che mi ha sottratto?”
“A questo scopo, io ti faccio dono della Penna magica, che in passato accompagnò i più grandi scrittori di tutto il Regno. Dovrai essere tu, però, a capire come farne buon uso per sconfiggere Lord Monocrome e i malvagi che incontrerai lungo la via.”
Salvatore accettò onorato il dono della fata e, preso con sé l’amico coniglio e indossato il mantello da viaggio, partì alla conquista della terza Grande Montagna del Regno di Eventyr.
 
Lungo la via ci furono non pochi problemi. Salvatore era appena giunto ai piedi della Grande Montagna, e proprio quando stava per intraprendere il sentiero che porta alla cima, davanti a lui comparve un mostro malvagio: un orso feroce e alquanto curioso, con zanne aguzze, lunga coda di serpe, orecchie da volpe e pelo color blu cobalto! Salvatore non aveva mai visto nulla di simile e rimase molto impaurito, come l’amico coniglio che si era nascosto dietro la sua gamba. Per un solo istante apparve dal nulla la fatina.
“La Penna”, disse soltanto, per poi sparire come era apparsa. Il bambino frugò nelle tasche e tirò fuori la Penna che gli era stata donata. Prese a farla roteare e a disegnare parole nel vuoto, sembrava che lui stesso fosse la penna, mentre l’aria era il suo foglio. Le poche linee tracciate si trasformarono in uno scettro possente, con un luminoso opale sulla punta.
“Con la magia porto via le orecchie di volpe e la coda di serpe, e tu creatura torni normale e innocente!”
Lo scettro brillò al termine della frase e tutto ciò che era stato predetto si avverò: l’orso tornò docile e si avviò per le foreste alla ricerca del suo branco.
Il coniglio che fino a quel momento era stato nascosto uscì allo scoperto, felice e incredulo allo stesso tempo. Lo scettro sparì in una scia di polvere dorata. A Salvatore brillavano gli occhi, e più felice che mai proseguì il viaggio, alla ricerca dei suoi sogni…
Quella dell’orso non fu l’unica avventura: da un momento all’altro sbucavano draghi, giganti, troll e mostri di ogni genere, ma con la Penna, Salvatore disegnava sempre nuove parole, che davano origine sempre a nuove armi potentissime. E con queste armi il bambino, e anche il coniglio fifone, sconfissero nemico dopo nemico, alla conquista della vetta della terza Grande Montagna. Dopo un viaggio che sembrò interminabile, i nostri due eroi finalmente scorsero la cima della montagna, dove si trovava il castello del Lord, oscurato da grandi e possenti nubi nere e minacciose. Entrambi deglutirono alla vista di quella possente costruzione in marmo bianco e freddo ma si fecero coraggio e raggiunsero la porta del castello. Questa si aprì da sola al loro arrivo. Un ultimo sospiro, e i due entrarono, inghiottiti dal buio della stanza principale, e con la grande porta che si chiudeva sbattendo alle loro spalle.
 
Ad accoglierli trovarono il famoso Lord Monocrome, seduto tranquillamente sul suo trono, circondato da un’intensa fiamma rossa che era l’unica fonte di luce nell’intera stanza. La risata del malvagio echeggiò tra le mura del palazzo, ma egli si limitava a quelle risate, non pronunciava parola, neanche per rispondere alle domande che gli porgeva Salvatore.
“Chi sei?” gli chiedeva “Perché mi hai rubato l’ispirazione?!” faceva arrabbiato. Ma niente. Non otteneva risposte, solo altre risate sempre più forti. Salvatore si infuriò nel sentirsi preso in giro e impugnò la Penna magica. Con pochi movimenti agili e veloci diede origine a uno spadino forgiato col più puro dei diamanti. Ma l’ombra del Lord sparì nell’eco delle sue risa, confondendosi col buio delle stanza e rendendosi invisibile agli occhi del giovane avventuriero.
“Dove scappi?” gli chiese indispettito. Sentì in risposta un gridolino spaventato: il suo amico coniglio era sparito! E ora si ritrovava solo in quel luogo minaccioso. Riprese in mano la Penna e scrisse delle parole sulla sua lama, trasformandola in una torcia infuocata. Lanciò quest’ultima e la fiamma si propagò in tutta la stanza, rendendo visibile il nemico e il suo ostaggio. Con l’aiuto della Penna magica Salvatore creò una moltitudine di armi, con le quali affrontò la grande guerra con il Lord. Fu una lunga lotta piena d’azione e di colpi di scena. E alla fine la battaglia era giunta al termine. Salvatore era sul punto della vittoria e teneva il nemico in pugno, avendolo immobilizzato con delle funi.
“E ora restituiscimi ciò che mi appartiene!” gli ordinò con tono severo.
Ed ecco il Lord ridere ancora. Ma questa risata era differente da quelle precedenti: era una risata cristallina e sincera, appartenente a qualcuno che non poteva sicuramente essere malvagio. E in quel momento accadde ciò che nessuno poteva immaginare: anche l’amico coniglio, che durante la battaglia si era finto svenuto per non rischiare di essere coinvolto, spalancò gli occhi a quella scena.
Salvatore vide il malvagio Lord trasformarsi, avvolto in un fascio di luce, in un’immagine nota: la fatina!
“Ma… che cosa…?” Salvatore non capiva.
“Sorpreso mio piccolo eroe?” rise la fatina.
“Che significa tutto ciò?”
La fatina agitò le mani in uno strano incantesimo, mentre pronunciava curiose formule magiche incomprensibili. Dalle sue mani un’abbagliante luce generò un libro enorme, con la copertina rilegata in pelle rossa proprio come quel libricino Fiabe dal quale era partito tutto.
“Leggilo” sorrise la fatina, porgendogli il volume. Intanto il coniglio si avvicinava. Salvatore iniziò la lettura.
“Ai piedi del colle iniziò l’avventura,
intrapresa da un cuore senza paura.
Giunse un orso molto strano,
il colore del pelo non era castano!
Non era bianco, o nero carbone,
ma era blu, quell’enorme bestione!
Portava una lunga coda di serpe
e le orecchie di volpe,
zanne affilate
persino argentate.
Fu sconfitto con la magia dell’opale,
e tornò nella foresta con aspetto normale…”
Salvatore e il coniglio rimasero incantati, in quell’unico volume tutte le loro avventure erano state narrate!
“Ora capisci perché ho organizzato questa missione?” chiese la fatina, ripresa l’attenzione.
Il bimbo sorrise più felice che mai, e annuì.
Prese in braccio il coniglio e restituì la Penna magica alla fata.
“Ti ringrazio”
E tornò felice alla sua casa, con il coniglio in braccio e in mano la sua fiaba.
La fatina sorrise e sparì anche lei, in un mondo fatato non noto a tutti noi. A tutti è chiaro il segreto svelato? No?
Ecco che cosa la fatina ha insegnato:
non servono grandi pazzie o secolari magie,
bastano due cose che abbiamo tutti noi,
sono immaginazione e fantasia,
cercatele anche voi!  


.: Spazio autore :.

ciao a tutti! come ho scritto anche nella presentazione questa fiaba non è nulla di serio, ma comunque ci tenevo a postarla.
se vi va di lasciare un piccola recensione, anche negativa, ve ne sarò grata ^^
grazie per essere arrivati fin qui e aver perso un po' del vostro tempo tra queste righe =)
kiss by


♦♥ Danetta ♠♣
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Danetta